Genere: Introspettivo.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Angst, Gen, Spoiler.
- "Rose gli ricambia l’occhiata, inarcando un sopracciglio, le labbra arricciate in una smorfia insofferente."
Note: Scritta per il secondo numero di Squee, su prompt in bianco e nero, ispirandomi ad uno dei miei pezzi preferiti di Homestuck, verso la fine dell'Act5, quando Rose "ruba" a Dave la missione suicida per la distruzione del Sole Verde X3 Cocchini, voi ;_; Avrei potuto scrivere dell'incest e invece è venuta fuori una puccinata gen a caso, ma ne sono felice ♥
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WE HAVE ALL THE TIME IN THE WORLD

- …sono confuso. – ammette Dave, guardando Rose con attenzione e faticando a riconoscerla, - Questo quando è successo?
Rose gli ricambia l’occhiata, inarcando un sopracciglio, le labbra arricciate in una smorfia insofferente.
- Ti riferisci a? – domanda con tono petulante, una mano appesa al fianco, proprio sopra la striscia di seta rosa che le tiene la gonna stretta in vita.
- Il colore della tua pelle. – sbotta Dave, aggrottando le sopracciglia, irritato dal suo tono. Quando ha scoperto tutta la questione della parentela e del suo essere a tutti gli effetti più che un semplice fratello, ma addirittura il gemello biologico di Rose, non è riuscito a stupirsene come avrebbe voluto e, probabilmente, dovuto. È riuscito solo a darsi dello stupido per non averlo capito o quantomeno intuito prima, perché il modo in cui Rose è sempre riuscita ad irritarlo coi suoi atteggiamenti spocchiosi e arroganti era già da solo un indizio preciso sul loro legame di sangue. Un po’ come invece tutti quei momenti in cui la loro connessione su tutti i livelli gli era sembrata così forte da non poter essere mai spezzata. Solo una sorella può generare sentimenti simili in un fratello. E quindi Dave avrebbe dovuto essere in grado di capirlo prima. – Il colore della tua pelle è cambiato. – specifica in un grugnito frustrato quando vede che l’espressione di Rose non accenna minimamente ad incrinarsi o a farsi segno di un atteggiamento più collaborativo.
- Ma davvero? – ribatte lei, per nulla impressionata. Le sue labbra si piegano solo da un angolo in un sorriso sbruffone e presuntuoso. – Sei un osservatore provetto.
- Siamo in un punto della timeline in cui possiamo permetterci di perdere tempo con stronzate come questa? – insiste lui, sempre più acido, incrociando le braccia sul petto. Rose risponde con una risatina, sedendosi sul letto della sua stanza, sulla luna di Derse. – Sei già partita per il Sole? No, aspetta… non ricordo niente. Sei già partita, mi hai rubato la mia missione suicida, questo me lo ricordo. E la tua pelle non era di questo colore, quando è successo. E non eri vestita così. E io ti sono corso dietro, comunque. Sono riuscito a fermarti? – Rose si stringe nelle spalle, dondolando i piedi. - …ma non importa, perché comunque questa è una bolla. Vero?
Il sorriso che Rose gli concede, stavolta, è più dolce.
- Ci sei arrivato, finalmente. – lo prende in giro, comunque, - Cretino.
Dave sospira, non ha neanche voglia di ricambiarle l’insulto. Copre in pochi istanti la distanza che lo separa da lei e si lascia ricadere sul letto al suo fianco, semidisteso, i gomiti piantati contro il materasso e la nuca appoggiata alla parete.
- Quando cazzo mi sono addormentato? Volando mentre cercavo di raggiungerti? – domanda, - Da qualche parte c’è un Dave che si è addormentato a mezz’aria e ora viaggia a trecento chilometri orari verso il suolo di Derse?
- No, non credo proprio. – ridacchia ancora Rose, tirando su le gambe e stringendosi le ginocchia al petto, dondolando un po’, - Credo che quel Dave sia già arrivato a destinazione.
- Quindi ti ho salvato la vita. – dice immediatamente Dave, lanciandole un’occhiata speranzosa, - C’era quel tizio. Il tizio che mi ha svegliato ficcandomi quel fottuto bastone da passeggio nel cuore. Ti ho salvata da lui.
Rose si stringe nelle spalle, guardando altrove.
- Perché ti interessa saperlo? – domanda, - Stiamo parlando di un’altra timeline.
- Sì, ma dal momento che è la timeline principale ci tengo a sapere se sei morta o meno, se permetti. – grugnisce lui, aggrottando le sopracciglia.
- Come fai a sapere che quella è la timeline principale? – domanda Rose con un sorrisetto furbo, - Magari invece è di quelle sterili e la timeline principale è quella in cui ci troviamo adesso.
- Questa è una dannata bolla in cui tu sei diventata grigia e indossi vestiti semplicemente assurdi, ecco come faccio a sapere che non è questa la timeline principale! – risponde lui con uno sbuffo infastidito, sistemandosi più comodamente sul letto, - Dio, mi fai venire voglia di svegliarmi. Sei snervante.
Le labbra di Rose si distendono e poi si piegano in un sorriso intenerito, mentre si accomoda accanto a lui, più o meno nella stessa posizione. Lui ascolta in silenzio i tonfi attutiti che i talloni della ragazza producono nello sbattere ritmicamente contro lo scheletro in legno del letto, e se ne lascia cullare, concedendosi di chiudere gli occhi ma cercando di mantenersi vigile. Non ha ancora capito bene come funzionino, queste maledette bolle, e visto che il meccanismo principale sembra sempre essere qualcosa del tipo “se ti addormenti, in qualsiasi dimensione dell’universo tu sia, ti svegli all’istante da un’altra parte” cerca di tenersi sveglio, perché non vuole ancora andare via da qui.
- Non ti rivedrò più, vero? – domanda a bassa voce, gli occhi ancora chiusi. – È successo qualcosa. Non sono riuscito a raggiungerti. Non ti ho salvata da quel tipo, forse. Ecco perché sono finito nella bolla. Forse sei morta. O forse sono morto io.
- O forse stiamo entrambi semplicemente dormendo. – ipotizza Rose, - Lo sai che basta essere incoscienti per scivolare in una bolla.
- Rose, io non voglio che tu muoia. – continua lui, come non l’avesse neanche sentita, - Se sei morta, tornerò indietro nel tempo. Creerò un’altra timeline. Renderò quella in cui sei morta sterile e farò in modo che quella diventi la timeline principale. L’abbiamo già fatto. Posso rifarlo.
- Io non morirò. – risponde lei con una risatina, - Almeno, non la me con cui stai parlando adesso. Se è vero che questa è solo una bolla come dici…
- Non parlarmi così. – scatta immediatamente Dave, lanciandole un’occhiata per metà preoccupata e per metà genuinamente risentita, - Sai perfettamente che ho ragione e che questa è davvero una bolla. Io non ti ho mai vista così, questo non può essere un ricordo. E già che ci siamo, perché sei conciata così? L’ultima volta che ti ho vista non—
- Mia madre è morta. – dice lei d’un fiato, e Dave si interrompe all’improvviso. Le parole gli muoiono in gola, si bloccano lì e si condensano in un grumo che non vuole saperne di sciogliersi o scivolare via. Rose non guarda lui, guarda un punto a caso sulla parete, ma non lo vede davvero. Vede oltre, nelle profondità dell’universo, oltre l’Ultimo Anello, al di là delle bolle, al di là degli Horrorterrors e delle loro urla di dolore. Vede qualcosa che solo lei può vedere, e d’altronde, come potrebbe essere altrimenti? È lei la Veggente. Lui è solo il Cavaliere del Tempo, anche se il tempo, da un po’ a questa parte, non fa che prendersi gioco di lui.
- Mi dispiace. – dice piano, allungando una mano verso di lei e sfiorandole appena un ginocchio col dorso, in una carezza distratta. – È per questo che sei….?
- No. – sbotta lei, scuotendo il capo, e poi sospira, - …non lo so. – ammette con aria più incerta, - Ma non è questo il punto. Pensavo che dovessi saperlo, visto che a conti fatti è anche tua madre. Avrei dovuto dire “nostra madre è morta”, forse così l’avresti capito subito. Ma non ci ho neanche pensato.
Dave guarda altrove, mordicchiandosi l’interno di una guancia.
- Non l’ho nemmeno mai vista. – commenta sottovoce.
- E non la vedrai mai. – aggiunge Rose. Il tono della sua voce è duro, stentoreo, apre una ferita non meglio identificata da qualche parte dentro il petto di Dave. Qualche parte che fa male in modi quasi disperati. Non riesce ad essere triste per la scomparsa di questa donna, nonostante il presunto legame che avrebbe dovuto unirli, ma per Rose. Per Rose sì. Vederla in questo stato lo distrugge.
- Mi dispiace, davvero. – ripete, non sapendo in che altro modo darle anche solo un’idea di ciò che sta provando. Non è mai stato bravo a consolare la gente. E in verità, ora che ci pensa – e lo fa con un piccolo sorriso –, neanche Rose.
Rose che scrolla le spalle, inspira, espira e poi si acciambella al suo fianco, poggiando il capo nell’incavo fra la sua spalla e il suo collo ed una mano proprio nel mezzo del suo petto.
- So cos’è successo nella timeline principale. – gli sussurra all’orecchio, la voce che trema, - So cos’è successo quando sei arrivato. Posso dirti se siamo ancora vivi. Vuoi saperlo? – domanda.
- No. – risponde immediatamente lui, scuotendo il capo, irrazionalmente spaventato dalla possibilità di venire finalmente a sapere qualcosa che fino a poco fa sembrava essere l’unica cosa ad interessarlo veramente.
Rose si lascia sfuggire un sorriso comprensivo, stringendo la presa delle dita sulla sua maglietta, mentre lui le avvolge un braccio attorno alle spalle, sfiorandole la fronte in un bacio consolatorio.
- Penso che starò così per un po’. – sussurra lei, - Se non ti dispiace.
A Dave non dispiace. E Rose può restare in quel modo per tutto il tempo che vuole.
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