Genere: Erotico.
Pairing: José/Zlatan
Rating: R/NC-17
AVVERTIMENTI: Flashfic, Slash.
- "Il punto non è che ci sia amore dietro, il punto è che ci sia la voglia."
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Inter FC), José Mourinho/Zlatan Ibrahimović, senza riguardi.
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Voglia


Il campionario di espressioni di José comprende svariate migliaia di variazioni, alcune tanto insignificanti da risultare all’occhio umano quasi impercettibili – come il millimetro di sorriso storto che ti fa quando rispondi ad una sua domanda in un modo che lui ritiene scorretto - altre di gran lunga più interessanti perché molto più ampie e plateali – il suo stupore, la sua risata improvvisa, la rabbia furiosa che gli si concentra negli occhi e nella ruga fra le sopracciglia quando le cose non vanno nel verso che lui aveva provato a prestabilire prima di dare il via ad una serie di eventi piuttosto che ad un’altra.
Nulla, comunque, è equiparabile all’espressione magnifica che mette su quando lo sta scopando, e Zlatan è abbastanza sicuro che, anche se il suo profumo e il suo sapore non gli fossero necessari quanto e più dell’ossigeno, passerebbe comunque il suo tempo a scoparlo o desiderare di farlo, per il semplice fatto che quell’espressione lì, quella particolare sfumatura che gli oscura e illumina il viso quando lo spinge contro il materasso o una parete o qualsiasi altra superficie disponibile, è troppo bella per potervi coscientemente rinunciare.
Gli piace scoparlo così, senza riguardi: lo assalta e non è importante che sia un attacco frontale o più vigliacco, e preme le labbra contro le sue, o contro tutti i centimetri di pelle disponibili. Lo fa con cattiveria, quasi con violenza, perché vuole lasciargli addosso una traccia. Lo morde con la stessa forza con cui lo penetra, lo bacia con la stessa passione con cui lo accarezza, geme con la stessa intensità con la quale lui sospira e chiama il suo nome come – no, questo José non lo fa mai, non parla, non dice niente, è già troppo se di tanto in tanto si lascia sfuggire un ansito più sonoro degli altri. 
Ma Zlatan c’è venuto a patti, il punto non è che parli, e in fondo parla già abbastanza quando non scopano per desiderare che possa ancora aver voglia di farlo mentre invece lo stanno facendo, il punto è quell’espressione là, sì, proprio quella là che tende e distende tutti i suoi lineamenti a seconda della stretta della sua mano attorno al suo cazzo, quella che lo porta a leccarsi le labbra quando lo sente sprofondare con furia dentro di sé, quella che lo costringe ad inarcare la schiena quando lui ruba spazio all’interno del suo corpo com’è abituato a rubare tutto quello che gli capita sottomano – aria tempo voglia possibilità futuro vita amore – perché ciò che Zlatan vuole è possedere cose, possederne tante, possedere tutto, e il punto non è che ci sia amore dietro, il punto è che ci sia la voglia.
La voglia c’è, la legge negli occhi ancora appannati di piacere di José, che si dischiudono appena, un po’ umidi, quando sono venuti entrambi e rimangono nel letto disfatto, fra le lenzuola ingarbugliate, con nessun desiderio di separarsi l’uno dall’altro.
José sorride, mettendosi seduto e guardandolo, inclinando un po’ il capo.
- Sai che tutta questa cosa è malata da morire, zingaro? – chiede, sinceramente divertito.
Zlatan ride di gusto, tirandogli una pacca a metà fra l’amichevole e l’intenerito alla base della schiena.
- Dici? – domanda a propria volta, stiracchiandosi un po’ sul materasso. José scuote il capo, si tira a fatica giù dal letto e comincia a rivestirsi. Zlatan lo osserva con attenzione, vagamente compiaciuto. E nemmeno immagina quanto gli mancherà fra meno di un anno.
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