Genere: Introspettivo, Romantico.
Pairing: Zlatan/José.
Rating: R
AVVERTIMENTI: Angst (lieve), Flashfic, Slash.
- Nella folla di inutili cose dette non detta da dire e da tacere, l'unica cosa importante.
Note: A questo giro è veramente colpa del Def, eh. Lui ha fatto il banner e ha chiesto (retoricamente, ok) “qualcuno vuole scriverci su?”, ed io non potevo certo lasciarmi mancare l’esorcismo del giorno. *piange* Zlatan, resta ;_; Per piacere ;_;
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The Last Goodbye


- Non ce l’ho con te, sai?
Sono le prime parole di José da quando abbiamo finito di scopare. Lui è uno che parla sempre un sacco, una cosa che potrà essere fastidiosa per molti ma non lo è mai stata per me, perché io sono uno che invece parla poco – ed ecco perché, in genere, quando lo faccio combino danni. Comunque sì, parla tanto, parla tanto anche durante il sesso, sente questo bisogno assurdo di dirti tutto quello che gli passa per la testa. Credo sia perché è innamorato del suono delle sue parole, ed anche perché è convinto che qualsiasi cosa pensi abbia un grande valore. José si piace molto, in questo siamo incredibilmente simili – che poi è il motivo per cui staremo decisamente meglio quando a separarci saranno più di mille chilometri. E insomma, fino a dieci minuti fa mi stava riempiendo le orecchie di roba ma non era roba esattamente ripetibile. Adesso invece, ora che è tranquillo e respira e tutto, mi dice questo.
Mi rigiro sul materasso, piantando i gomiti sul cuscino e guardandolo dall’alto. Lui resta disteso, un braccio dietro la nuca e l’altro sotto il mio corpo.
- No? – chiedo dubbioso, inarcando un sopracciglio. Lui scuote il capo.
- Sei un giocatore, non ho mai pensato che saresti rimasto per sempre. Queste cose un allenatore non può pensarle, sono prerogativa dei tifosi. – sospira, sistemandosi meglio fra le lenzuola, - E poi nemmeno io resterò per sempre. Non posso avercela con te per questo.
Tremo appena, sollevandomi per dargli modo di liberarsi dal mio peso, ma lui mi tira di nuovo giù, avvolgendo il braccio attorno alla mia vita.
- Ce l’hai con me per qualche altro motivo? – domando incerto, ravviandomi una ciocca di capelli dietro un orecchio prima che cominci a pizzicarmi il naso.
- Sì. – ride lui, sollevando una mano e ripetendo il mio stesso gesto con un’altra ciocca e un altro orecchio, - Perché mi stai mollando. Mi sembra un motivo sufficiente.
Scendo a sfiorargli la fronte con la mia, non vorrei che i nostri nasi si sfregassero l’uno contro l’altro perché è una cosa da liceali idioti, ma d’altronde il mio naso è quello che è, non posso chiedergli di accorciarsi per evitare di toccare il suo.
- Sei stato il più grande in assoluto. – gli sussurro sulle labbra, - Posso andarmene, ma non ti dimenticherò.
Mi sorride addosso, baciandomi lievemente, chiudendo gli occhi.
- Lo so. – annuisce attirandomi nuovamente a sé. E poi ricomincia a dire cose irripetibili.
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