Genere: Commedia.
Pairing: Deems Taylor/human!Soundtrack.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: AU, Het, Lime, Underage.
- "Sì, Leopold mi ha detto delle sue ambizioni. Vorrebbe entrare a far parte di questo istituto. È corretto, miss Soundtrack?"
Note: La pazzia \O/ Allora, questa storia è dedicata nella sua interezza (è piccina, ma le si vuole molto bene, quindi vale doppio!) a mio fratello Fae ♥ In quanto come shippiamo Deemstrack io e lei, nessuno.
In sostanza è successo che, domenica scorsa, abbiamo (ri)visto Fantasia con le ragazze del Disney Sunday, ed è stata un'esperienza mistica e meravigliosa all'interno della quale non abbiamo proprio potuto fare a meno di shippare il narratore originale del film (appunto, mister Taylor XD) con la famigerata Colonna Sonora. Che nel film è una linea luminosa, mentre qui è una signorina di buona famiglia minorenne. #ovviamente Finirò all'inferno, lo so. *sigh*
Scritta per sconfiggere la malvagia scimmia Batz Kimil per il primo round della Zodiaco!Challenge @ fiumidiparole.
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SWEET CATASTROPHE

- Mister Taylor? – lo chiama educatamente la sua segretaria, dopo essersi annunciata con un paio di discreti colpetti alla porta ed essere apparsa avvolta nel solito tailleur marroncino chiaro che riesce miracolosamente a conferirle sempre il doppio della sua età, e sì che già di suo non è più un fiore di campo da almeno una trentina d’anni, - Miss Soundtrack è arrivata.
- Bene, bene. – Deems annuisce compitamente, alzandosi dal proprio posto dietro la scrivania e circumnavigandola, appoggiandosi al piano in legno con aria fintamente disinvolta, , una mano in tasca, l’altra appesa al bordo in legno perfettamente levigato, - La faccia pure entrare.
Le segretaria inarca un sopracciglio con fare altezzoso, ma non commenta la sua posa teatrale, scomparendo pochi istanti dopo oltre la porta. Deems si sente vagamente disturbato dalla sua occhiata dubbiosa, comunque, e per questo la sua posa, sapientemente studiata per farlo apparire affascinante ma non invadente e deciso ma non minaccioso, vacilla un po’, proprio nell’istante in cui miss Soundtrack fa il proprio ingresso nel suo ufficio, gli occhi bassi e i capelli biondi raccolti in un elegante chignon sulla nuca.
- Mister Taylor. – lo saluta con un breve cenno del capo, e Deems sorride, tornando ad appoggiarsi disinvoltamente alla scrivania.
È proprio bella come Leopold gliel’ha descritta. Ha quindici anni stampati sul viso così nitidamente che neanche a volerlo fare apposta gliene si potrebbero dare di più. La pelle rosa pallido è appena appena solcata, ogni tanto, da una di quelle imperfezioni che rendono tali gli adolescenti, ma lei è riuscita a nasconderle quasi tutte sotto un filo di trucco che, a guardarla appena meno attentamente di come la sta guardando lui, neanche si noterebbe.
I capelli sono lucidi e perfettamente ordinati, scivolano sulla sua fronte in una curva composta che sembra disegnata col goniometro, appuntata dietro l’orecchio perché neanche una ciocca possa sfuggire alla composizione perfetta.
Anche i suoi vestiti sono ordinatissimi, e casti, quasi troppo, come la divisa da scolaretta di un’alunna in un collegio religioso femminile. Dal momento in cui la vede entrare e poi piantarsi ritta come un fuso di fronte a lui, in mezzo alla stanza, Deems non riesce a pensare ad altro che a come sarebbe bello farle scivolare l’orlo della gonna nera lunga al ginocchio su per le cosce, scoprendo un centimetro di pelle dopo l’altro, per scoprire se è davvero così pallida come il suo visino perfettamente curato sembra denunciare.
Poi pensa che l’unico a finire denunciato sarà lui, se non la smette immediatamente di indulgere in simili pensieri, e si schiarisce la voce, spostando il peso del corpo da un piede all’altro.
- Salve, miss Soundtrack. – dice, ricambiando il cenno, - Cosa la porta qui?
Lei gli solleva addosso un’occhiata innocente, vagamente imbarazzata e un po’ timida.
- Credevo che il maestro Stokowski—
- Sì, Leopold mi ha detto delle sue ambizioni. – sorride Deems, sollevando solo un angolo delle labbra sottili, - Vorrebbe entrare a far parte di questo istituto. È corretto, miss Soundtrack?
La ragazza china il capo, le guance che si colorano appena di rosso.
- Sì, signore. – ammette annuendo.
- Saprà bene, però, che qui al Fantasia non ammettiamo chiunque sia bravo a suonare uno strumento. – la avverte Deems, gesticolando vagamente a mezz’aria, - Ci vuole talento, talento vero.
Miss Soundtrack gli solleva addosso un’occhiata di fuoco, gli occhi castani che per qualche secondo brillano di un riflesso battagliero quasi dorato. Deems non ha neanche il tempo di sentirsene minacciato, però, perché lei torna quasi subito a fissare pudicamente per terra.
Deems la osserva con una certa curiosità mentre lei, un passo dopo l’altro, si avvicina. E poi si ferma a pochi centimetri di distanza. E poi si solleva la gonna sulle ginocchia proprio come Deems aveva desiderato di poter fare pochi istanti fa, e poi le sue gambe si piegano, e in meno di un paio di secondi lei è lì, in ginocchio sul pavimento, e armeggia con la cerniera dei pantaloni di Deems, e lui la guarda dall’alto, gli occhi spalancati, una mano ancora in tasca e l’altra appoggiata al ripiano della scrivania, rigido come non è mai stato in vita propria, e in ben più sensi di quanto non possa essere reputato conveniente in una situazione come questa.
- Mi-Miss Soundtrack? – la chiama con un filo di voce. Lei lo degna appena di un’occhiata apparentemente fredda e impietosa, mentre gli abbassa i pantaloni, liberando la sua erezione, fino a quel momento costretta sotto strati di tessuto troppo stretti per essere tollerati ancora a lungo.
Poco dopo, Deems si osserva sparire fra le sue labbra di pesca, e inghiottendo aria e saliva nel disperato tentativo di non lasciarsi scivolare dalla bocca un gemito liquido perfino troppo imbarazzante, chiude gli occhi e finge di trovarsi in un sogno.
Funziona.
*
Miss Soundtrack si solleva dal pavimento con il massimo contegno, come non avesse svolto altro che un servizio già ampiamente previsto e quasi dovuto. Sfila un fazzoletto bianco di seta finemente ricamato da una tasca interna della sua pudica giacca nera coordinata con la gonna ed abbottonata fin quasi sotto al collo, e si pulisce gli angoli della bocca, sistemando la frangetta sulla fronte ed appuntando dietro l’orecchio qualche ciocca sfuggita al fermaglio.
- I-Io credo che sarebbe il caso che questo episodio rimanga confidenziale. – blatera Deems in un balbettio confuso, rimettendosi sommariamente a posto.
Miss Soundtrack sorride pacifica, le labbra che si piegano in una curva morbidissima che, per un secondo, sembra farla apparire ancora più piccola di quanto in realtà non sia.
- Tornerò la settimana prossima, Mister Taylor. Allora le mostrerò il mio reale talento. – il sorriso sulle sue labbra si colora di una tinta appena più maliziosa, - Magari suonando un flauto vero.
Taylor arrossisce all’improvviso, affrettandosi a ricomporsi.
- La prego, mi chiami Deems. – biascica, nel tentativo di porre un freno all’imbarazzo provando a chiacchierare con disinvoltura. Non gli riesce tanto bene.
Miss Soundtrack sorride, annuendo brevemente.
- D’accordo, Deems. – concede, - Arrivederci. – lo saluta, voltandogli le spalle e dirigendosi a piccoli passi verso la porta dell’ufficio.
- A-Aspetti! – la ferma lui, tendendo una mano verso di lei come volesse afferrarla, nonostante sappia bene che, da questa distanza, è del tutto impossibile. – Io come posso chiamarla? – domanda. Magari poterla chiamare per nome aiuterebbe a risolvere questo grave problema di imbarazzo che gli impedisce perfino di parlare senza balbettare come un tredicenne alle prese con la prima cotta.
Lei si volta a guardarlo, gli sorride felina, arriccia il naso divertita come la bimba che è e scrolla le spalle.
- Miss Soundtrack andrà bene. – risponde impietosa, prima di voltarsi ancora e scivolare via silenziosa com’è arrivata.
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