Genere: Introspettivo, Erotico.
Pairing: Davide/Mario.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Angst, Flashfic, Lemon, Slash.
- "Sarebbe ingiusto dire che non sa come tutto questo sia cominciato."
Note: Scritta per il Ballo in Maschera di Criticoni, nel (vano) tentativo di imitare Def.
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Stuck In Square One


Sarebbe ingiusto dire che non sa come tutto questo sia cominciato: Mario sa perfettamente come questa routine abbia avuto inizio, lo sa da ancora prima che cominciasse davvero, perché quando ha detto a Davide “toccami” per la prima volta già nella sua mente cose come quella avvenivano da mesi. Quello che non sa è perché sia cominciato, perché uno etero e felice di esserlo quale era lui fino a un anno fa, più o meno, abbia dovuto perdere la testa per un ragazzino che stava ancora crescendo, un ragazzino col volto di un eterno adolescente ma con due spalle che andavano facendosi ogni giorno via via più forti e robuste, un ragazzino con le mani grandi, un ragazzino con braccia magre che si sarebbero fatte sempre più spesse col passare del tempo, un ragazzino forte e saldo sulle gambe, un ragazzino dalla vita sottile e dagli addominali scolpiti. Davide. Lo stesso ragazzino che riaccompagnava a casa in macchina dopo gli allenamenti e col quale ora condivide l’appartamento. Lo stesso che continua a guardarlo con quella stessa identica aria di completa innocenza che aveva addosso mesi fa, anche se mesi fa quell’innocenza aveva ancora un motivo di esistere – mentre ora sembra una maschera fasulla, e la crederebbe finta davvero, se solo non conoscesse Davide abbastanza da sapere che è geneticamente incapace di mentire.
«Toccami.» lo ripete anche stasera, come ogni sera, scivolando sul letto al suo fianco, sotto le lenzuola, ed assaporando pelle contro pelle la tensione nervosa di Davide, che nonostante tutto si ostina a non abituarsi a quell’ostinato ripetersi di gesti e richieste.
Davide deglutisce, allungando una mano a sfiorargli il petto e il fianco.
«Di più.» insiste Mario, schiacciandosi contro il suo corpo in una richiesta tanto esplicita da non poter essere né ignorata né tantomeno scambiata per qualcos’altro.
E Davide annuisce – come sempre – e la sua mano scende lungo la curva della sua schiena – come sempre – e poi fra le sue natiche – come sempre – appena umida – come sempre– e lo stuzzica piano prima di penetrarlo lenta – come sempre – e Mario si stringe a lui e geme direttamente sulla sua pelle, sul collo, sulla guancia, sulle labbra.
«Di più.» ripete ancora una volta, ed è allora che finalmente Davide mette da parte incertezze e ritrosie e lo afferra saldamente per i fianchi, ribaltando le loro posizioni fino a sovrastarlo nel buio della loro stanza e costringerlo a sollevare il bacino, accarezzandolo svelto ancora un paio di volte prima di penetrarlo lentamente, soffocando un gemito sulla pelle scura della sua schiena e scalando piano la sua spina dorsale con la lingua, vertebra dopo vertebra, fino a raggiungere la nuca e sfiorarla con la punta del naso, continuando a muoversi svelto dentro di lui, cercando di imporre alla mano che lo accarezza lo stesso identico ritmo delle proprie spinte.
Mario affonda il viso nel cuscino, lo morde e stringe i pugni attorno alle lenzuola, tirando tanto forte da strapparle dagli angoli, e quando sente Davide venire dentro di sé tutto si fa più confuso e concitato, il suo petto all’improvviso non è abbastanza grande da contenere i suoi respiri e tutto il suo corpo di tende e si contrae fino a sciogliersi nell’orgasmo che esplode fra le dita di Davide, che ancora lo accarezzano, lente e lievi, appena percettibili, così come i suoi baci soffici lungo le spalle e il collo, che si sfumano nei suoi respiri caldi e umidi quando la tensione sessuale si perde nell’aria come l’onda d’urto dopo un’esplosione particolarmente potente.
Davide si lascia ricadere al suo fianco, ansima ancora, faticosamente, e Mario neanche ci prova ad issarsi su gomiti e ginocchia e provare a tornare supino; resta sdraiato a pancia in giù, scosta il volto dal cuscino solo per cercare il volto di Davide – i suoi lineamenti rilassati, gli occhi chiusi, il petto che si alza e si abbassa al ritmo ancora frenetico del suo respiro – e ci ripensa ancora una volta. Sarebbe ingiusto dire che non sa come tutto questo sia cominciato, ma è altrettanto ingiusto essere incapace di spiegare a se stesso il perché.


FINE


Noticina: Né più né meno che l’ennesimo tentativo di dimostrare a colei che molti vorrebbero fosse mia moglie (cit.) che Bottom!Mario è possibile. Per un mondo con più Bottom!Mario, votate El Defe, pØrnØmane, maschio sigma, portatore sano di cromosoma zoppo e via così. *sospira* Se penso che fino a qualche mese fa ancora andavo affermando che Spelling sarebbe stata la mia prima e ultima incursione nell’Interdom… *piange la propria dignità perduta* Au revoir ^^.
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