Genere: Introspettivo.
Pairing: BrianxMatt
Rating: R
AVVISI: Angst, Slash.
- E' mattino presto, e Brian Molko ha una mezza idea di passare il suo tempo truccando Matthew Bellamy. Lui, però, non sembra disposto a subire.
Commento dell'autrice: Yay per seme!Matt X’D Dunque, la storia è nata più che altro per ispirazione fulminea, soprattutto l’inizio. Ho immaginato la scena e l’ho scritta così com’era nella mia testa, evviva XD Poi s’è un po’ bloccata, dopo la terza pagina, ma Caska mi ha salvata facendomi notare che ero stata una bambina cattiva, perché nella prima storia che avevo scritto su questi due il passivo era Matthew, quando è noto che in ogni yaoi che si rispetti il più basso dev’essere il passivo ù_____ù””” XD Questa cosa mi ha fatto riflettere o_ò dal momento che io non posso vedere Brian come altra cosa oltre all’attivo e Matt come altra cosa oltre al passivo XD E mi è sembrato giusto dare un’occasione al povero Matt per rovesciare i ruoli e ottenere un po’ d’emancipazione <3 D’altronde, anche lui è un essere umano come tutti gli altri, e come tutti gli altri ha una dignità <3 Ciò detto, l’idea di Matt attivo continua a farmi senso, e non la utilizzerò mai più XD
A parte questo, questa è la prima storia che scrivo per la 100Songs Community, che propone di scrivere appunto cento storie ispirate da altrettanti titoli di canzoni – senza, grazie al cielo, coinvolgere i testi XD <3 Ho scelto il primo set perché ci sono cosine troppo pucci che mi ricordano Matt e Bri, e proprio loro ho scelto di utilizzare è_é Ovviamente, non riuscirò MAI a scriverne cento XDDD Ma ho tutta la vita davanti, ci proverò comunque <3
Per questa storia ho scelto il tema numero 51, “Another One Bites The Dust”, che come spero saprete è il titolo di un’adorabile canzone dei Queen <3 Era una cosina perfetta da adattare all’evil!Matt che volevo per questa storia XD
Il titolo, invece, è il nome di un gruppo che credo faccia hard rock. Non ho mai sentito niente di loro, né credo lo farò, perché hanno proprio le facce della gente che fa musica che non mi piace è.é In compenso, hanno un nome adorabile molto musiano X3 E’ per questo che l’ho scelto, anche perché non è che con la storia in sé c’entri qualcosa, è solo terribilmente puccino XD <3
Dedicata alla Caska, perché senza il suo adorabile suggerimento non sarei mai riuscita a concluderla :* E perché MORIVA (?) dalla voglia di vedere Molko passivo XDDDDD
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SLOWMOTION APOCALYPSE
Song#051. Another One Bites The Dust


Ci risiamo, pensò, sospirando drammaticamente nell’osservare Brian fare capolino dal bagno e guardarlo maliziosamente. Si nascose fra le coperte, affondando il capo nel morbido cuscino in piuma d’oca e tirando il lenzuolo fin sopra la testa, mugugnando “no, non di nuovo” mentre già sentiva i passi veloci di Brian farsi vicini, divorando metri di moquette come fossero centimetri.
- Bri, ti prego, ho mal di testa. – mugugnò, sperando che lui riuscisse a sentirlo.
- Come? – chiese Brian strappandogli il lenzuolo di dosso e guardandolo curioso negli occhi.
- Stavo cercando di dirti che ho mal di testa. Non mi va. – rispose Matt chiudendo gli occhi e voltando il capo, con un movimento stanco.
- Ma io non ti ho ancora chiesto niente! – protestò l’uomo afferrandogli il mento e costringendolo a rivolgersi nuovamente a lui.
- Riconosco il tuo sguardo. – disse semplicemente Matt, scrollando le spalle e tornando a guardarlo.
- Ah, bene. Quindi il signorino qui presente dopo un mese è già convinto di saper decifrare alla perfezione il sottoscritto. Bene, bene.
Matt sospirò, cogliendo l’accento di disappunto nella voce di Brian.
- Non è esattamente così, Bri. – spiegò con pazienza, - E’ solo che certi sguardi li interpreto bene, ormai.
- E sentiamo. – lo sfidò Brian sedendosi a gambe incrociate e braccia conserte, - Cos’è che voleva dire il mio sguardo?
Matthew si stropicciò gli occhi con le mani, sbadigliando apertamente.
- Volevi truccarmi.
Brian ebbe un tremito.
- N… non era questo. – azzardò, guardando altrove.
- Sì che era questo. – sorrise Matthew, vittorioso. – Ammettilo.
Brian sbuffò, guardando in alto.
Matthew sorrise ancora. C’erano dei momenti in cui Brian sembrava ancora un bambino, nonostante gli evidenti segni dell’età attorno ai suoi occhi e alle sue labbra.
- E’ che staresti così bene, truccato…
- Sai che il massimo che impongo al mio corpo è una tinta per capelli. Ogni tanto.
Gli occhi di Brian si illuminarono, tornando a puntarsi come fari su di lui.
- Non intendo lasciarti tingere i miei capelli, comunque. – precisò l’uomo, spaventato dallo sguardo desideroso del suo compagno.
- Oh! – sbuffò Brian, deluso, - Non mi lasci fare niente?
- Ma è ovvio, è il mio corpo, dannazione!
- Però rosso stavi così bene… e con quella barbetta…
- Neanche ci conoscevamo quando andavo in giro conciato in quella maniera…
- Un vero peccato, comunque.
- …cosa?
- Che non ti conoscessi già allora.
- Ero fidanzato, Bri. Fidanzatissimo.
Brian sorrise, incurvando un angolo della bocca.
- Stai insinuando che non sarei stato capace di accalappiarti comunque?
- Non lo sto insinuando, - rise Matt, mettendosi seduto al suo fianco, - Lo sto affermando con convinzione!
- Tu mi sottovaluti…
- No, sei tu che sottovaluti la mia fedeltà assoluta nei confronti delle persone che amo. – sorrise Matthew sporgendosi lievemente in avanti e protendendo le labbra perché Brian potesse sfiorarle.
- Questa dichiarazione romantica… - sussurrò l’uomo inumidendosi il labbro inferiore, - si suppone debba farmi dimenticare il mio intento principale?
Matthew sospirò, piegando il capo verso il basso.
- Figurarsi. Puoi raggiungere livelli di ostinazione patologici, lo so bene.
Brian sorrise vittorioso.
- Ecco, appunto. Ora, se aspetti qui, prendo un attimo il beauty case e…
Con uno scatto, Matthew fu giù dal letto e si trascinò dietro un lenzuolo, attorno al quale si avvolse, mandando a gambe all’aria il povero Brian, che tutto si aspettava meno che il suo uomo lo privasse di una superficie d’appoggio da sotto le gambe.
- Che diavolo fai…? – chiese, ancora tramortito, mentre osservava Matthew sistemarsi il lenzuolo attorno alla vita e sollevarlo da terra come una tunica troppo lunga, per evitare di inciampare.
- Vado in bagno. – disse Matthew semplicemente, scrollando le spalle, - Lì sarò al sicuro fino a quando non ti sarà passata questa specie di fissazione.
- Ah! Questo no! – gridò Brian saltando giù dal letto e afferrando il lenzuolo pendente con entrambe le mani, per poi buttarsi sul pavimento a peso morto.
- Lascia! – si lamentò Matthew tirando il lenzuolo verso l’alto perché non cadesse per terra, lasciandolo completamente nudo.
- Mai! Neanche se ne andasse della mia vita!
- Ossignore… - mormorò il più giovane cercando di liberarsi, - Brian, sul serio, dai, ho appuntamento con Dom, devo andare!
- Ci andrai truccato o non ci andrai affatto!
- E basta, che angoscia, ogni volta che ti salta in testa questa stupidaggine!
Furioso, Brian fece scivolare una gamba fra quelle di Matthew e, con un movimento secco, lo fece inciampare, costringendolo in ginocchio per terra. Mentre ancora Matt si lamentava per il dolore alle gambe, Brian era già dietro di lui, e lo teneva imprigionato bloccandogli le mani dietro la schiena e stringendogli il collo con l’avambraccio.
- Quindi… - mormorò sornione, lasciandogli un bacetto bagnato sulla guancia, - intendi cambiare idea di tua iniziativa o…?
Matt digrignò i denti, furioso, per poi voltarsi per quanto possibile verso Brian e guardarlo, con uno sfacciato sorriso di sfida sulle labbra.
- Mai. Neanche se ne andasse della mia vita. – lo scimmiottò.
Per tutta risposta, Brian strinse la presa sulle sue mani, costringendolo a inarcare la schiena.
- Ahi, Bri, mi fai un male cane!
- Sto pensando a come potrei convincerti…
- Non puoi. Né con le buone, né con le cattive.
Brian sbuffò con disappunto, lasciandogli le braccia – con suo sommo sollievo.
- Questa cosa sta diventando troppo violenta. Non mi piace.
- Lo dici tu? Guarda che fino a prova contraria quello incaprettato ero io…
- Non eri incaprettato. – disse Brian, guardandolo come fosse stupido, - Per incaprettare le persone serve almeno una corda.
- Non darmi l’idea che tu sappia realmente come si fa, Brian…
Lui non rispose, guardando altrove e mordicchiandosi l’interno della guancia. Le sue labbra presero un’adorabile forma a cuoricino, e Matthew non poté resistere al desiderio di baciarle.
- E dai, - si lamentò Brian, spingendolo lontano, - non dicevi di avere fretta?
Matthew lo guardò, stupito dalla sua reazione stizzita.
- Oh, ma sei arrabbiato sul serio?
- …
- Ma… dai! Ma non puoi dire sul serio…
- Oh, fottiti.
- Ma scusa, Bri, non volevo farti incazzare… dai, ti prometto che potrai truccarmi quando tornerò da casa di Dom…
- Ti ho detto fottiti! – concluse Brian scattando in piedi.
- Ma…
- Insomma! Mi ha infastidito, questa cosa. Basta così. – spiegò, cercando di mantenersi calmo.
Matthew si sollevò da terra e incrociò le braccia sul petto.
- Finiscila. Non intendo uscire da questa stanza finché non avremo fatto pace.
Brian scoppiò in una risata sguaiata, sbattendosi una mano sulle ginocchia.
- Non so, vuoi che uniamo i mignoli e cantiamo “mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigar”?
- Be’, sarebbe un inizio! – disse Matthew, infuriato, dandogli una spinta.
- Non osare farlo di nuovo! – rispose Brian con una spinta altrettanto forte.
Matthew, sconvolto dall’allucinante cambio d’umore di Brian, si limitò a fissarlo e, dopo un po’, scuotere le spalle e voltarsi verso la porta del bagno, riprendendo il suo cammino.
Irritato, Brian si morse le labbra e strinse i pugni, prima di corrergli dietro e afferrarlo per una spalla.
- Bellamy! – lo chiamò ad alta voce, costringendolo a voltarsi.
Nel momento in cui Matt si voltò a guardarlo, lui si sentì come se tutto quello che stavano facendo non avesse senso.
- Che vuoi ancora? – chiese Matt esasperato, abbassando lo sguardo.
Brian lo lasciò andare, un po’ scosso.
- Non ne ho idea. – rispose, continuando a fissarlo, - Credo che all’inizio volessi truccarti. Adesso credo di volerti… non so, forse picchiare. Ma non capisco perché.
Matt tornò a guardarlo, avvolgendosi meglio nel lenzuolo ormai quasi interamente caduto per terra.
- Sei nervoso?
- Adesso sì. Ma prima no, giuro. Non so cosa mi ha indisposto.
- Io, probabilmente. – sorrise Matt, inclinando il capo. – Non che intenda scusarmi. Sei impossibile da gestire.
- …
- Ci sono giorni in cui sei intrattabile, Brian.
- Non so, vuoi partire con un comizio su quanto sia intrattabile Brian in quei giorni del mese?
- …non ti sto dando dell’isterica, Bri. Ecco, vedi come fai?
- Sì, sì, va bene… - sbuffò Brian agitando una mano in segno di resa e voltandosi verso il letto, - Ho capito come funziona.
Matthew lo seguì, tornando a sedersi sul materasso assieme a lui.
- E come funziona?
- Funziona che Matt è quello sempre a posto. Sempre razionale. Lui non è mai irritante, non è mai impossibile e non è mai intrattabile. È Brian il pazzo.
- Io… non ho detto di essere l’uomo perfetto!
- Oh, be’, no. Ti sei limitato a ricordarmi quanto imperfetto sia io.
- Ma… dico, sei impazzito? Mi spieghi perché stai tirando fuori questo casino solo perché, per una volta, ho deciso di ribellarmi di fronte a una delle tue… delle tue stupide idee?!
- Be’, sai che ti dico? – gridò Brian, esasperato, scattando in piedi, - Io e le mie stupide idee lasceremo immediatamente questo appartamento, così tu potrai evitare di ribellarti e sarai felice!
Matthew sospirò, tentennando fra la possibilità di rimanere su quel letto a rimuginare su quale forza cosmica l’avesse costretto, contro ogni buonsenso, a mettersi con quella specie di alieno folle, e quella di alzarsi, seguirlo e magari dargli qualche ceffone per ricordargli che l’essere, alla conta, il più “attivo” fra loro due non lo autorizzava a sentirsi autorizzato a decidere di truccarlo, tingerlo, mandarlo a terra, incaprettarlo senza corde, gridare e…
…e andarsene via.
Decise di muoversi. C’era troppo, di importante, che avrebbe lasciato quell’appartamento, se avesse deciso di rimanere immobile.
- Adesso stammi a sentire. – disse, raggiungendolo alle spalle e afferrandolo per i capelli, ormai ricresciuti dall’ultima, terrificante rasatura, - Tu rimani.
- Ah- Bellamy! Lasciami subito i capelli! Cosa sei, un bambino?
- Be’, se tu puoi appenderti al mio lenzuolo e farmi lo sgambetto, - disse tranquillo, risistemando proprio il lenzuolo che, nel movimento, stava scivolando a terra, - io posso appendermi ai tuoi capelli.
- Matthew, ti conviene lasciarmi immediatamente se non vuoi-
- Se non voglio…? – chiese, malizioso, tirando più in basso e costringendo Brian a scendere in ginocchio.
- Aaahi, cazzo, Bellamy, vuoi morire?!
Si inginocchiò alle sue spalle, tirando ancora un po’ i capelli per impedirgli di muoversi.
- Tu adesso ti calmi.
- Sei tu il pazzo!
Strattone.
- Vaffanculo!!!
Strattone.
- …
- Tu adesso ti calmi. – ripeté, sorridendo angelico mentre, sotto la tensione delle sue dita sui suoi capelli, gli occhi di Brian si riempivano di lacrime di dolore pungente.
- Sono calmo. – disse infine l’uomo, cercando di respirare agevolmente nonostante la sofferenza.
- Bene. Il secondo passo è scusarti. – continuò, con lo stesso identico sorriso.
Brian spalancò gli occhi, guardandolo al contrario come se stesse dicendo idiozie.
- Come, prego…? Aspetta, non tirare!
- Voglio che ti scusi, Brian. Sei stato pessimo. – spiegò, sempre sorridendo. Ma l’espressione vittoriosa durò poco. Presto Matt sbuffò, roteando gli occhi, - Avanti, non mi viene bene fare l’aguzzino senza sentimenti. Credimi, farti questo fa più male a me che a te.
- …fottiti, Bellamy.
- Ma la smetti di essere così ostile? Mi hai… mi hai ricoperto di accuse per tutta la mattinata, dopo avermi aggredito alle otto con l’intento di riempirmi la faccia di schifezze ben sapendo quanto io odi questo tuo stupido passatempo, e ora mi mandi anche affanculo senza scusarti, be’, cazzo, no, vaffanculo, pretendo le tue scuse e le voglio adesso!
Stringendo i pugni per la rabbia, Brian chiuse gli occhi e meditò per molti secondi. Dopodiché, si abbandonò completamente contro di lui, sospirando. Ogni centimetro del cotone della sua maglietta aderiva perfettamente con ogni centimetro della pelle di Matthew.
Strinse la presa sui suoi capelli e non avrebbe potuto immaginare un contatto più angelico di quello.
Sospirando affannosamente, Brian mormorò uno “scusa” stentato, e Matthew lo lasciò immediatamente, spostando la stretta attorno al suo petto, abbracciandolo piano.
- Bravo…
- Non so cosa mi è preso… - continuò Brian voltandosi appena per guardarlo, senza interrompere il contatto, - Davvero, non mi è mai capitato di tirare un litigio sciocco così per le lunghe…
Matthew sorrise, baciandolo lievemente su una guancia.
- E’ tutto a posto. Abbiamo entrambi avuto la nostra parte. È stato abbastanza ridicolo, vero, ma l’importante è avere risolto.
Finalmente, Brian si voltò, appoggiandogli le mani sul petto e sorridendo gioioso come un bambino.
- Hai proprio ragione, Matt caro. E proprio a questo proposito… - sussurrò mentre, con uno sguardo malizioso, gli circondava il collo con le braccia e si sollevava lievemente a sfiorargli il lobo con le labbra, - …puoi andare a farti fottere. Le mie scuse di poco fa puoi infilartele nel culo. E per quanto mi riguarda, addio.
Basito, Matt restò immobile mentre l’uomo si sollevava con sicurezza in piedi, uno spietato sorriso sul volto, si sistemava i capelli e poi gli voltava le spalle, diretto a passo sicuro verso la porta.
Nonostante la fatica e le botte, la cosa importante stava comunque uscendo da quella porta.
Matthew abbassò lo sguardo.
Poi lo risollevò.
Col cazzo, si disse, e scattò in piedi, inseguendo Brian e raggiungendolo proprio quando lui aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia della porta.
- Brian! – lo chiamò, con voce rotta.
Lui si voltò lentamente, guardandolo con disprezzo.
- Altro da dire? – gli chiese, senza staccare per un secondo la mano dalla maniglia.
- Non andare! – disse, implorò, stringendo i pugni attorno al lenzuolo.
Brian incrociò le braccia sul petto, sbuffando d’irritazione.
- Bellamy, hai detto e fatto abbastanza, per oggi.
- No, non è vero! Non ho ancora…
- …non hai ancora…?
Sorridendo timido, gli si avvicinò, accarezzandolo lievemente su un braccio.
- Facciamo pace…? – disse, con quel tono da ingenuo che, lo sapeva, lo mandava su di giri.
Infatti Brian sorrise malizioso, sciogliendo le braccia e avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
- E chi si scuserà, stavolta…?
- Ma io, naturalmente… - rispose, sfiorandogli le labbra con le proprie.
Soddisfatto, Brian avanzò, spingendolo verso il letto.
Quando il suo corpo toccò il materasso, e le mani di Brian toccarono la sua pelle nuda, e quando le sue labbra gli scesero addosso, desiderò lasciarsi andare, dimenticare tutto e lasciargli fare, come sempre, tutto ciò che voleva del suo corpo.
Ma no, Matthew Bellamy, hai ancora una missione da compiere.
Con un sorriso adorabile sul volto, sollevò appena il capo e costrinse Brian a guardarlo.
- Bri… scusa… per quello che sto per fare.
Lui non ebbe neanche il tempo di stupirsi. Nel giro di due secondi si trovò per terra, piegato in due sulle ginocchia, il mento a strisciare dolorosamente sul pavimento e le mani – ancora! – bloccate da una morsa d’acciaio dietro la schiena.
- M-Matthew…! – cercò di protestare, sentendosi mancare il fiato mentre Matt si spingeva contro di lui, ormai libero dal lenzuolo.
- Oh, no, caro mio. Hai una lezione da imparare, adesso.
- Bellamy, non oserai…!
Per tutta risposta, Matt afferrò i suoi polsi con una mano sola, mentre con l’altra tornava a tirargli i capelli, per schiacciargli il viso contro la moquette.
- Bri… - disse tranquillo, chinandosi sulla sua schiena, - attento a non mangiare la polvere.
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