Genere: Romantico, Erotico.
Pairing: Davide/Mario.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Slash, Lemon.
- "Capita sempre piuttosto all'improvviso."
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Inter FC), Davide Santon/Mario Balotelli, SexBomb!Mario/Dormiente!Davide. E' tutta colpa di Ary, e pertanto gliela dedico :*
Pairing: Davide/Mario.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Slash, Lemon.
- "Capita sempre piuttosto all'improvviso."
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Inter FC), Davide Santon/Mario Balotelli, SexBomb!Mario/Dormiente!Davide. E' tutta colpa di Ary, e pertanto gliela dedico :*
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
Sleeptalker
Capita sempre piuttosto all’improvviso. Mario ha imparato a dar la colpa agli ormoni e non farsi più tante domande al riguardo, anche perché porre delle domande porta spesso a ricevere delle risposte, e Mario non è proprio sicuro di averne bisogno al momento – almeno, non quanto ha bisogno di sentire la pelle di Davide scivolare umida sotto i polpastrelli – motivo per cui zittisce il cervello e si solleva a sedere sul materasso, lanciando un’occhiata alla porta chiusa e, subito dopo, un’altra al profilo di Davide, immobile nel buio.
Si accarezza lo stomaco nudo, le dita che esitano sull’orlo dei boxer, ed osserva l’erezione evidente nonostante ciò che la copre, i lineamenti del viso che si tendono in una smorfia un po’ stanca mentre cerca di capire se ci sia qualche speranza di venirne fuori senza disturbare Davide. Solleva il lenzuolo, scosta i boxer – no, nessuna speranza, conclude gettando le gambe giù dal letto e piantando bene i piedi per terra, allungandoli un po’ in avanti a tastare il tratto di moquette che separa il suo letto da quello di Davide, per verificare che non ci siano ostacoli pericolosi. Anche perché farsi male in questo momento sarebbe se non altro ridicolo, e poi dare spiegazioni sarebbe indubbiamente imbarazzante.
Si mette in piedi nello stesso istante in cui Davide si volta su un fianco e affonda con un mugolio nel disastro di lenzuola, piumoni e cuscini che gli ingombra il letto. Quando sono andati insieme in ritiro per la prima volta, e l’ha osservato andare in giro per la stanza a raccattare cuscini – per poi uscire dalla camera e chiedere i cuscini in eccedenza anche al alcuni dei loro compagni di squadra – per qualche istante ha temuto che Davide fosse una qualche specie di principessina viziata intrappolata nel corpo di un giovane calciatore troppo magro per fare davvero questo mestiere, ma poi, quando l’ha visto arrangiare i cuscini sul materasso provando svariate combinazioni e testando la comodità di tutte prima di fare la propria scelta definitiva, ha capito che Davide non ambiva ad avere un letto simile a quello di una qualche principessa dotata di baldacchino, quanto più una cosa molto più semplice e da ragazzino, una cosa molto più sua: a Davide piace il caos; più una cosa è confusa, più lui è felice di viverla, e questo è anche il motivo per cui vanno così d’accordo.
Si siede sulla sponda del letto, senza curarsi di fare delicatamente. D’altronde, dovrà pure svegliarlo, in qualche modo. Davide, però, non sembra dello stesso avviso: Mario lo osserva mugolare ancora ed affondare con maggiore convinzione fra i cuscini – anche a rischio di soffocarcisi, probabilmente – affatto intenzionato a schiudere gli occhi.
- Ehi, Dade. – lo chiama, infilando una mano sotto la coperta e poi sotto anche la maglia del suo pigiama, poggiando le dita fredde sulla sua pelle caldissima, - Dade, svegliati.
- Mmh… - borbotta lui, strizzando le palpebre ed arrotolandosi come una palla, - Chevvuoi…? – chiede, strascicando la voce in un lamento da bimbo.
- C’ho voglia. – risponde Mario, stendendosi al suo fianco sotto la coperta e buttando giù un paio di cuscini oggettivamente inutili mentre sorride per il suono impastato di sonno della sua voce.
- Ma io no… - si lagna ancora Davide, gli occhi chiusi e le labbra piegate in una smorfia triste, - Non puoi aspettare domani…? – chiede trasognato, - Sto dormendo…
- Sì, me ne sono accorto. – ride Mario, intenerito, scivolando con le labbra sulla sua nuca fino a fargli il solletico, - Dai, se non era urgente mica ti rompevo le palle…
- Ma daiiii! – mugugna Davide, afferrando un cuscino a caso fra i sopravvissuti agli smottamenti causati da Mario ed usandolo per coprirsi la testa. Mario manda via l’intruso con un colpo della mano e scende a torturargli il collo con labbra, lingua e denti. Davide sbuffa, si dimena, poi le sue spalle si rilassano e così fanno anche i lineamenti del suo viso.
- Allora? – chiede Mario, strusciando il naso contro il suo zigomo, - Posso? – e le sue dita già scendono oltre l’orlo dei pantaloni del pigiama, accarezzando il profilo delle natiche sode.
Davide sospira e si stende meglio sul materasso, schiudendo lievemente le gambe ed afferrando un cuscino alla cieca per sistemarselo sotto la pancia, in modo da riuscire a tenere sollevato il bacino senza per questo dovere rimanere vigile.
- Va beeene… - borbotta con tono di compassionevole concessione, - Ma fai piano e non svegliarmi, che domani sarà una giornata pesante.
Mario annuisce anche se sa che Davide, girato com’è, non può vederlo, e oltretutto, pure se potesse vederlo, non lo vedrebbe lo stesso, dato che ha ricominciato a dormire beatamente come se quella discussione non fosse mai avvenuta.
Striscia sul materasso tirando via la coperta – e ricevendo in risposta il solito mugolio nient’affatto compiaciuto da parte di Davide – e si sistema fra le sue gambe, spogliandolo frettolosamente della parte inferiore del pigiama per poi fermarsi ad osservarlo a lungo: la curva pallida della sua schiena si perde sotto la maglia del pigiama tirata su appena fino al pancino un po’ tondo e rilassato, ed in pratica è la cosa più bella che Mario abbia mai visto in tutta la sua intera vita.
Si morde un labbro, allungandosi sul suo corpo e lasciando brevi baci umidi ovunque le sue labbra riescano ad arrivare, mentre raggiunge il cassetto del comodino e, sbrigativamente, ne tira fuori un preservativo e il tubetto di lubrificante. Indossa il primo e prepara Davide col secondo, ed è bellissimo sentirlo mugolare nel sonno ed osservare il minuscolo sorriso che gli si allarga sulle labbra quando le sue dita cominciano ad entrare e uscire dal suo corpo, immediatamente seguite dal suo sesso che è tanto teso e duro che Mario ha paura possa esplodere – come il suo cuore, che al solo sentire il corpo di Davide schiudersi e poi stringersi attorno al cazzo si gonfia, si gonfia, si gonfia al punto che fa male, ed è questa la cosa meravigliosa del sesso con Davide, che lui sia cosciente o meno, che ogni volta è tanto speciale da confonderlo, amplifica ogni sensazione fino al dolore fisico. Anche quando è bellissimo, anche quando è tutto perfetto, anche quando il piacere gli confonde i sensi e lo costringe a gemere forte mentre si spinge dentro di lui ritrovando la sua stessa forma all’interno il suo corpo, c’è sempre quel qualcosa in più che rende quei momenti belli oltre il limite della sopportazione.
Serra le dita attorno ai suoi fianchi e poi, semplicemente, cede, abbracciandolo stretto e spingendosi con forza dentro di lui ancora un paio di volte, prima di venire e ricadergli addosso, spossato. Ansima contro la sua spalla e sorride.
- Wow. – esala in una risata senza fiato, baciandogli la spalla e l’incavo del collo, - Wow, Davide. Sei wow.
- Mmmhn. – mugola Davide, annuendo, - Anche tu sei wow… - poi schiude gli occhi, battendo un paio di volte le palpebre e guardando fisso sulla parete come realizzando improvvisamente cosa sia successo. – Mario! – lo chiama ad alta voce, contorcendosi sotto di lui per rimettersi a pancia in su e cercare allo stesso tempo di rivestirsi e ricoprirsi, - Non ci posso credere, l’hai fatto di nuovo!
- Ma mi hai dato il permesso! – ride lui, sistemandosi tranquillamente fra i cuscini senza nemmeno rimettere a posto i boxer.
- Ma stavo praticamente parlando da addormentato, Dio mio! Sono un caso al limite del sonnambulismo e tu- tu- tu te ne approfitti! – si lamenta, puntandolo col dito e raccogliendo tutti i cuscini che riesce a raggiungere per schiacciarseli contro il viso, imbarazzatissimo.
- Adesso piantala di fare la piaga, su. – ride ancora Mario, afferrandolo per le spalle e tirandoselo contro, recuperando poi il lenzuolo per coprirli entrambi. – Adesso puoi dormire, no? – conclude con un ghigno furbo.
Davide gli lancia un’occhiataccia, poi sospira e gli si sistema addosso.
- La prossima volta aspetti che mi sveglio. – lo rimprovera, - Altrimenti niente, ok?
- Okay, okay. – concede, prendendo ad accarezzargli piano i capelli per conciliargli il sonno. Sa già che non rispetterà la promessa, e lo sa anche Davide, ma al momento non importa.