Genere: Comico.
Pairing: Nessuno.
Rating: R
AVVERTIMENTI: Slash, Crack, Incest.
- Sono le cinque del mattino. Dopo una nottata di follie, Tom Kaulitz si avvia verso casa. Non sa che ad attenderlo troverà il Demonio, alias il suo manager, David Jost, che non aspetta altro che punirlo per "certi atti sconsiderati"...
Note: Una storia totalmente idiota nata grazie a – indovinate un po’? XD – Ana (che si ringrazia anche per il betaggio puntuale e pieno di spunti lol, come al solito <3), grazie alla quale ho fangirlato per un’intera mattinata su Muse e Placebo e presunte collaborazioni che poi si sono rivelate pacchi colossali XD Cosa c’entrano i Tokio Hotel? C’entrano perché a un certo punto, dato che si parlava di Muse, s’è parlato di “Showbiz”, che è una loro MERAVIGLIOSA canzone, e io ho pensato che si applicasse bene alle hint twincest che i due poveri gemelli Kaulitz sono costretti a dare al loro fandom di fangirl, per necessità di, appunto, show business X’D
È la prima volta che prendo in mano questi due tati, è stato molto piacevole *-*
Li userò ancora X3
David Jost, sei il male ma ti amo <3
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SHOWBIZ

La notte s’era fatta gigantesca sulla sua testa senza che neanche lui se ne accorgesse. Gli sembrava di essere entrato nel locale intorno a mezzanotte, e nel momento in cui ne era uscito aveva pensato fossero passate giusto un paio d’ore; ma nel momento in cui aveva abbassato lo sguardo sull’orologio e lui gli aveva rivelato che in realtà erano le cinque del mattino un lungo, spaventoso e debilitante brivido l’aveva percorso lungo tutta la schiena e aveva dato una carica non indifferente alle sue gambe, che avevano preso a dirigersi di corsa verso casa, come se lo stesse inseguendo un assassino munito di sega elettrica.
In realtà non stava fuggendo da qualcosa.
In realtà stava per gettarsi consapevolmente fra le braccia del demonio.
David lo aspettava sulla soglia di casa, le mani sui fianchi, le gambe semi-divaricate, un piede a picchiettare nervosamente sul marmo del pavimento dell’ingresso e un paio d’occhi talmente furenti che sembravano sprizzare scintille.
- Tom Kaulitz, tu, dannato delinquente!!!
Tom si congelò sul posto, irrigidendo le braccia lungo i fianchi e mettendosi sull’attenti.
- Chiedo scusa!!! – strillò terrorizzato, quasi prostrandosi ai piedi del suo manager, - Giuro che non lo farò più! Da domani in poi a letto alle undici! Perdono, ti prego!
David lo afferrò per i capelli, aiutato dalla ragguardevole lunghezza dei suoi ciuffi rasta, e prese a farlo roteare vorticosamente sopra la sua testa, come volesse lanciarlo lontano.
- David!!! Daviiiiid!!!
- CRIMINALE!!! Non è per l’orario DEMENTE che sono furioso!!!
Attirato dalle urla, suo fratello Bill apparve sulla soglia di casa. Indossava un pigiama celeste tappezzato di mucchine di varie dimensioni e aveva perso una mano nell’enorme matassa di capelli scompigliati dal sonno che portava sulla testa.
Era totalmente rincretinito dal brusco risveglio. Gli occhi, stretti come due fessure, e miracolosamente non provvisti del solito alone di matita nera senza il quale bill non sembrava in grado di ragionare come un normale essere umano, saettavano irrequieti dalla figura di David a quella roteante di Tom, e sembravano dire “sono stupido, non capisco, potreste illuminarmi?”.
- Bill! – sbraitò David, continuando ad agitare Tom a destra e a manca, - Torna a letto! Le tue dodici ore di sonno non sono ancora finite! Se poi ti spunta una ruga come facciamo?!
Bill sbatté le palpebre e sbuffò.
- Ho diciassette anni, che diamine di rughe vuoi che mi spuntino? – disse giustamente, con la voce ancora impastata.
David non lo prese in considerazione e gettò Tom per terra, piantandogli un piede sul petto e squadrandolo con cattiveria dall’alto.
- David… - mormorò Bill, comprendendo solo in quel momento cosa stesse succedendo, - Si può sapere cos’è che stai facendo a mio fratello e al mio chitarrista?
- Questo idiota! – motivò l’uomo, schiacciando il piede più in profondità nel suo sterno, - È un idiota!
- …sì, se l’hai detto, immagino che tu ne sia convinto…
- Non è che ne sono convinto, lui lo è!
Tom si riprese appena, sollevandosi da terra.
- D-David… - mormorò, sconvolto, - P-Prometto… rientrerò in orario… s-scusa…
- La vuoi finire di scusarti per qualcosa che non mi interessa?! – tuonò il manager, ripescandolo da terra e rimettendolo in piedi.
Bill si massaggiò la fronte e corse in aiuto del fratello, rimettendogli a posto i vestiti ormai laceri e imbrattati di terra.
- David, temo che Tom non capirà mai, se ti ostini ad essere così criptico.
Il manager incrociò le braccia sul petto e riprese a picchiettare il pavimento con la punta della scarpa.
- Tom, ricordi che discorso abbiamo fatto quando abbiamo cominciato questa meravigliosa avventura nel mondo del pop-rock adolescenziale?
Tom lo fissò con occhi vuoti.
- …che… che… Bill…?
Bill sospirò e scosse il capo, demoralizzato.
- Era qualcosa… - si sforzò il ragazzo… - su… tipo… la tua percentuale…?
- A parte quello!
- …ehm… i riposini di bellezza…?
- Non dire idiozie!!!
- Ehm… ehm… io… i… i vestiti…?
- LE QUESTIONI SENTIMENTALI, brutto cretino che non sei altro!!!
Tom spalancò gli occhi e abbandonò le braccia lungo i fianchi.
- …in che senso? – chiese innocentemente, senza capire.
David si mise le mani fra i capelli e cominciò a sbraitare come un ossesso, mentre un cane abbaiava in lontananza e qualche luce del palazzo si accendeva, mostrando le sagome di persone frustrate che avrebbero voluto dormire ma che non ci riuscivano a causa dei suoi schiamazzi.
Bill prelevò suo fratello dallo stato di catatonia in cui si trovava e lo costrinse a sedersi sui gradini, per poi accucciarsi al suo fianco e stringerglisi contro, cercando di ripararsi dal freddo dell’alba – con sommo compiacimento di David che, pur disperandosi per l’ottusità del suo chitarrista, continuava ad osservare con attenzione ogni mossa dei due fratelli.
- Tom, devi essere più cauto quando vai in giro per discoteche a pomiciare con le ragazze.
- Che?! Come fai a-
- Lo sai come sono i paparazzi… c’è già il web invaso dalle foto…
Il ragazzo si passò una mano sugli occhi, comprendendo improvvisamente il perché di tutto quel disastro.
- Le ha viste…?
- Le ha viste. – annuì Bill, battendogli cordialmente una mano sulla spalla.
- Non cercare di sfuggire alle tue responsabilità!!! – gridò David, afferrandolo nuovamente per la collottola e rimettendolo in piedi, - Adesso ricordi quali erano i termini dell’accordo?
Tom sospirò.
- Dare corda alle fangirl. – esalò, demoralizzato.
- Più precisamente?
Il ragazzo sospirò ancora, e lanciò uno sguardo strappalacrime a suo fratello, che si limitò a scuotere le spalle e guardare altrove, come dire “che ci vuoi fare, lo sai che è così”.
Tom si rassegnò a rispondere.
- Dal momento che siamo gemelli… - iniziò.
- …sì? – lo incitò il manager, stringendo minacciosamente la presa sul suo collo.
- …e dal momento… ossignore…
- Parla!
- …dal momento che alle ragazze… senti, David, lo so io e lo sai tu, mi dici che motivo ho di ripeterlo?!
- Devi imparare la lezione! Tu, ottuso ragazzino sessualmente iperattivo!
Tom socchiuse gli occhi e incurvò le spalle.
- Dal momento che alle ragazze piace immaginare il twincest… - mormorò, - …Dio ci salvi e ci perdoni, twincest è ciò che dobbiamo dare loro.
- Esatto! – esclamò trionfante David, lasciandolo finalmente andare, - Anche perché, se dovessimo affidarci alla vostra musica per vendere, rimarremmo poveri in canna fino alla fine delle nostre vite, e sareste costretti a prendervi cura di me fino a quando non sarò vecchio come il cucco e semi-decomposto!
- Ew, David, un po’ di delicatezza, mi sono appena svegliato… - si lamentò Bill, con una smorfia di disgusto.
- E non è tutto! Vivremmo sotto un ponte e dovreste cambiare i miei pannolini della vecchiaia, e puzzerei come una carogna, e sarebbe solo per farvela pagare!
I due fratelli chinarono il capo ed annuirono ubbidienti – come ci fosse qualcosa cui annuire.
- Quindi, qual è la morale della fiaba? – chiese il manager per concludere, sollevando un dito con fare minaccioso.
Tom e Bill sollevarono una mano.
- Promettiamo di fare i bravi, da oggi in poi. – dissero all’unisono.
David approvò con un deciso cenno del capo.
- Benissimo! Ora possiamo tornare tutti a nanna, e ci rivediamo domattina, freschi e riposati, alle otto in punto!
Dopodiché, scomparve oltre la porta, lasciando i due poveri gemelli ancora un po’ sconvolti sull’uscio di casa.
- Bill… - lo chiamò Tom, lamentoso, - Ricordami perché abbiamo deciso di formare un gruppo?
Gli occhi del ragazzo si fecero immensi e brillanti come palle da discoteca.
- Ma perché la Musica è la nostra vita, ovviamente! – dichiarò appassionato, giungendo le mani sul petto poco prima di rientrare in casa, saltellando come uno stambecco.
Tom fissò la porta ancora spalancata con un misto di rassegnazione e disperazione negli occhi.
Era totalmente perduto.
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