Genere: Introspettivo, Triste, Romantico, Erotico.
Pairing: Cesc/Carlota.
Rating: NC-17.
AVVERTIMENTI: Het, Lemon, Incest, Angst (lieve).
- Dopo una faticosa giornata passata a giocare coi cuginetti a Londra, prima di Natale.
Note: Dunque, innanzitutto ci terrei a specificare cheè tutto vero niente di quanto descritto in questa storia è mai accaduto bla bla a parte il fatto che Carlota è davvero dal fratello coi cuginetti. Perché ho scritto questa fic? A parte l'ovvio motivo della loro bellezza intrinseca? Perché Cesc ha detto su Twitter che intende godersi i parenti che ha in visita. E, come dire. *si sotterra* Il titolo è questo solo perché ho cominciato ad ascoltare la canzone omonima di Vasco Rossi dieci secondi dopo aver cominciato a scrivere, e non ho più smesso. *cade*
Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia, su prompt RPF CALCIO Carlota Fàbregas/Francesc Fàbregas, divano.
Pairing: Cesc/Carlota.
Rating: NC-17.
AVVERTIMENTI: Het, Lemon, Incest, Angst (lieve).
- Dopo una faticosa giornata passata a giocare coi cuginetti a Londra, prima di Natale.
Note: Dunque, innanzitutto ci terrei a specificare che
Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia, su prompt RPF CALCIO Carlota Fàbregas/Francesc Fàbregas, divano.
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REWIND
RPF CALCIO Carlota Fàbregas/Francesc Fàbregas, divano
Carlota si lascia andare di peso addosso a lui, le gambe penzoloni oltre il bracciolo e la faccia affondata nel cuscino. Sbuffa di stanchezza, ma Cesc riesce a intravedere un angolo della sua bocca sollevarsi in un sorriso soddisfatto, fra gli sbuffi di stoffa e le ciocche di capelli lisci e lunghissimi che si aprono a ventaglio tutti attorno al suo viso, scoprendole la nuca. Solleva una mano e gliela appoggia sulla vita, massaggiando piano, quasi sovrappensiero. Non bada a ciò che sta facendo, ma Carlota li lascia sfuggire un mugolio compiaciuto, perciò lui sorride a propria volta e comincia ad accarezzarla con più metodo, stando bene attento a cosa tocca, come e quando.
- Sei riuscita a metterli a letto? – le chiede. Carlota si sposta, sistemandosi meglio contro il suo corpo ed avvicinandosi abbastanza da poter nascondere il viso non più contro il cuscino ma contro il suo braccio, appoggiato mollemente sul divano.
- Sì. – risponde, la schiena che si inarca involontariamente sotto i suoi tocchi, - Si vedeva lontano un miglio che erano esausti, eppure continuavano a saltellare di qua e di là senza fermarsi. I bambini sono incredibili.
- Adesso… - la prende in giro lui, tirandole un debole schiaffo contro il fianco lasciato scoperto dal maglioncino stretto, - tu eri uguale. E comunque sei ancora una bambina anche tu, piantala di fare la donna navigata.
Non faccio la donna navigata… - si lamenta Carlota, sollevandosi abbastanza da puntare i gomiti sul divano e poggiare il viso sui palmi delle mani aperte, per lanciargli un’occhiata vagamente risentita. – E comunque sono cresciuta. Direi che, se non lo sai tu, non lo sa nessuno.
Cesc sorride intenerito, allungando una mano a sfiorarle il profilo del viso.
- Mi somigli incredibilmente. – si lascia sfuggire in un sussurro appena percettibile.
- In bella copia. – ride lei, rigirandosi su un fianco e guardandolo a lungo, i capelli che le scivolano lungo le spalle, una ciocca che cade sul davanti e si srotola lunghissima e vagamente arricciata in punta, fino al seno. Cesc si inumidisce le labbra, ravviandole i capelli dietro un orecchio e poi scivolando per tutta la lunghezza. La sfiora e lei si perde in un brivido, gli occhi scuri che si fanno liquidi e più luminosi.
- Quando hai detto che arrivano mamma e papà? – le chiede, deglutendo forzatamente.
Lei sorride appena, mettendosi seduta e poi scavalcandolo e scivolandogli in grembo. Lo allaccia al collo, pressandosi contro di lui – seno contro petto, pancia contro pancia – e lui le stringe i fianchi fra le dita, tirandosela contro.
- Non prima di domani a pranzo. – risponde, la voce dolce, bassa, così involontariamente sensuale da dare a Cesc i brividi lungo tutta la schiena. Insinua le dita oltre l’orlo del maglione, la pelle di Carlota al di sotto è calda e sembra avvolgere in un abbraccio quella gelata dei suoi polpastrelli. Sua sorella rabbrividisce, ma Cesc non è sicuro che sia per il freddo, e serra le cosce attorno al suo bacino, tirandosi indietro abbastanza da dargli la possibilità di risalire fino al seno. Cesc lo stringe fra le dita, così morbido e pieno, lo accarezza scivolando sui suoi capezzoli quasi con distrazione, godendo del modo in cui le sue carezze quasi inciampano su quelle piccole punte dure e tese di desiderio. Carlota geme, gli si struscia addosso, caldissima contro la sua erezione già dolorosa sotto i pantaloni, e Cesc, all’improvviso, si sente mancare completamente il fiato.
- Piccolina, ti prego. – le sussurra sul collo, e lei cerca di tirarsi indietro ancora un po’.
- Ci sono i piccoli di là… - mormora incerta. Lui se la spinge addosso e lei lo sente così duro che si lascia sfuggire un gemito incontrollato. Scivola lungo le sue gambe, spingendosi fino in punta alle sue ginocchia e sollevandosi appena per sfilarsi i pantaloni e le mutandine, e Cesc le tira su il maglione fino al collo, avventandosi sui suoi seni e ringhiando per la frustrazione di non avere abbastanza bocche per stringerli fra le labbra tutti e due, contemporaneamente. Sfibbia i jeans alla cieca, mordendo e leccando e succhiando tutta la pelle che riesce a raggiungere, e Carlota gli appoggia entrambe le mani sulle spalle, sistemandosi sopra di lui e poi calandosi sulla sua erezione in un gesto repentino e fluido, prendendolo dentro di sé fino alla base.
Cesc soffoca un gemito contro il suo collo, stringendole i seni nelle mani a coppa, accarezzandole i capezzoli coi pollici in gesti lenti e circolari. Carlota si solleva e si riabbassa su di lui, così calda e umida che Cesc scoppia di voglia, vorrebbe venire subito e non venire mai, o venire subito e poi ancora e ancora e ancora, a ripetizione, senza dover più uscire dal suo corpo, ma sa di non potere, e questa consapevolezza diventa ancora più evidente quando è le la prima a venire, contraendosi spasmodicamente attorno al suo cazzo teso ormai quasi al limite, e quasi per reazione l’orgasmo gli esplode nel bassoventre, riempiendolo di brividi e portandolo a serrare con forza quasi violenta le mani attorno ai suoi fianchi morbidi mentre si riversa ansimando dentro di lei.
Carlota continua a muoversi lentamente ancora per un po’, accompagnando le ultime scosse di piacere finché non si esauriscono del tutto, e poi appoggia il capo contro la sua spalla, respirando tranquilla ed accarezzandogli in gesti distratti la barba con la punta delle dita.
Casc sorride, stringendo la sua mano nella propria e portandola alle labbra per ricoprirla di baci.
- Non mi hai mai detto se ti piace.
- Cosa? – chiede lei, sollevando il capo e lanciandogli un’occhiata confusa.
- La barba. – ride lui, - Sono completamente diverso quando ce l’ho.
Carlota sorride a propria volta, le sopracciglia lievemente inarcate verso il basso.
- È vero, - annuisce, - ci assomigliamo di meno, così.
La risposta alla domanda resta sospesa nell’aria. Cesc non riesce ad afferrarla quando la sente scivolare attorno a sé come qualcosa di fisico, prima di disperdersi, e quando è passata del tutto non ha nemmeno tanta voglia di riprovarci.