Genere: Introspettivo, Romantico, Triste.
Pairing: Thierry/Bojan, accenni Pep/Bojan.
Rating: R
AVVERTIMENTI: Angst, Slash.
- "Prima, ora, per sempre."
Note: La verità pura è semplice è che la Jan dovrebbe amarmi molto più di quanto non mi ami già. Hah. (A parte questo, però, il Thiejan mi ha preso dolorosamente bene e-- e oddio, Boji, da quanto sognavo di farti chiamare principessa da qualcuno. *piange lacrime di commozione pura*)
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PRINCESA


“Patti chiari, amicizia lunga, principessa,” gli aveva detto la prima volta che i suoi baci s’erano fatti troppo audaci per non urlare a gran voce la voglia di farsi più profondi, preferibilmente su un letto o su qualunque altra superficie orizzontale, “io non amo te, tu non ami me. È soltanto una cosa che facciamo.”
Bojan aveva grugnito deluso, poggiandogli le mani sulle spalle per costringerlo a chinarsi abbastanza da tornare alla portata della sua bocca.
“Smettila di chiamarmi principessa,” aveva risposto lagnoso, ignorando la sua raccomandazione e preferendo di gran lunga allacciarlo al collo e strofinarglisi contro, bollente di desiderio, prima di sfiorare le sue labbra con le proprie.
“Ma lo sei,” aveva sussurrato Thierry, ridendo di quel suo broncio infantile e spingendolo contro una parete, schiacciandosi con forza contro di lui prima di allontanarsi di qualche centimetro, solo per inginocchiarsi al suo cospetto in un gesto teatrale mitigato nelle intenzioni e nella serietà solo dal suo sorriso estremamente divertito. Godendo della sorpresa di Bojan, enorme in quei suoi occhi spalancati così impossibilmente da bimbo, aveva preso una delle sue mani fra le proprie e se l’era rigirata fra le dita, guardandola da ogni lato con devozione quasi bruciante. “Prima, ora, per sempre,” aveva continuato, baciandone il dorso con le labbra umide e appena dischiuse.
Gli occhi di Bojan avevano brillato, solo per un attimo. Thierry ne aveva colto il bagliore improvviso ma non vi aveva dato troppo peso. Aveva immaginato dovesse essere normale, un ragazzino così piccolo, un ragazzino così innamorato, anche se non di lui, non poteva che rimanere colpito da un gesto simile, da una dichiarazione simile.
Gli aveva sorriso, rimettendosi in piedi e traendolo a sé in un abbraccio in parte giocoso e in parte protettivo.
“Grazie,” gli aveva sussurrato Bojan sulle labbra, chiudendo gli occhi ed abbandonandosi all’ennesimo bacio mentre Thierry lasciava scivolare le mani sotto il tessuto leggero della sua maglietta, “Grazie davvero.”
*

Sono passati quasi due anni da quel giorno, e la cotta di Bojan nei confronti di Guardiola – quella cotta che l’aveva quasi reso pazzo due anni prima, quella cotta folle e assurda e indomabile che poi era stata il motivo che aveva spinto le mani di Thierry a posarsi sul suo corpo, prima che il ragazzino desse di matto del tutto – è ormai scemata quasi del tutto. Thierry non s’è accorto di cosa stava accadendo, non è nemmeno riuscito a prevederlo in tempo, e ora la mano pallida di Bojan scivola fra le sue e lui ne bacia il dorso con la stessa passione di due anni prima, ma Boji è steso sul letto accanto a lui, e piange.
- Non c’è niente che posso fare per trattenerti? – chiede a voce bassa. Parla così perché sta cercando in tutti i modi di non fargli capire quanto copiosamente stia piangendo, ma Thierry non ha bisogno di guardarlo per capire che ha ragione, e in realtà nemmeno di ascoltarlo. Le lacrime di Bojan se le sente scorrere sulla pelle, sono calde e umide e salate e sanno di nostalgia, e lui sarebbe felice di poter dire di non sentirle così profondamente, ma purtroppo sarebbe una menzogna.
- No, principessa. – risponde con un mezzo sorriso, le labbra ancora premute contro la sua mano, - È passato il tempo in cui si poteva fare qualcosa per impedirlo. O forse non è mai venuto.
Bojan singhiozza con forza, tutto il suo corpo si scuote in uno spasmo doloroso contro il fianco di Thierry, e lui non può farci proprio niente.
- Ma io—
- Io non ti amo. – dice Thierry, voltandosi a guardarlo e sentendosi torcere lo stomaco ad ogni parola, - E tu non ami me. – gli ricorda, forzando un sorriso triste. – Patti chiari, amicizia lunga, principessa.
Bojan si morde un labbro, si asciuga le lacrime con la manica della maglietta enorme che indossa e poi annuisce ostinato, come un bambino orgoglioso di mostrare al papà quanto sia diventato coraggioso mentre lui era via.
- Però smettila di chiamarmi principessa. – si acciglia, poggiando il capo contro la sua spalla.
Thierry ride, passandogli un braccio dietro la schiena e stringendolo forte.
- Ma lo sei. – ripete, giusto nel caso Bojan abbia deciso di dimenticarlo, - Prima, ora, per sempre. – perché lui no, non ha davvero intenzione di dimenticare alcunché.
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