Titolo originale: id.
Autrice: bleepbloopbanana
Genere: Introspettivo, Romantio.
Pairing: Bill/Bushido.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Violence (lieve), Slash, Traduzione.
- Bushido viene picchiato e deve consolare Bill. ...cosa c'è di strano in questo?
Note: Ma ciao *_* Mi era così mancato il fluff di Banana T___T A voi no? E poi il suo Bushido è La Tenerezza ed Il Lol, sul serio X’D Ha questo vizio di perdersi senza rimedio all’interno della propria testa, che è un groviglio, ammettiamolo, ed è semplicemente delizioso X3
Tradotta in due giorni – il secondo dei quali ha visto una sessione di traduzione cominciata all’una e un quarto e terminata mezz’ora dopo circa – soltanto perché so che Fedy non vuole pubblicarsi addosso. Ed io invece voglio la terza PWP del ciclo di Leatherpants, perciò, figliola, ora non hai più scuse XD Pubblica!
E voi amate questa storia palesemente amore e lasciate tanti commenti, che poi Banana li vuole tradotti u.u
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PAINKILLER

Bushido sputa la birra dalla propria bocca alla lattina dalla quale l’aveva presa, quando la porta della sua camera d’albergo si apre per mostrargli un Bill Kaulitz dall’aspetto semplicemente esausto. Tossisce e sputacchia un po’ intorno e poggia velocemente la lattina sul tavolo prima di fare qualcosa di ancora più imbarazzante tipo riversarsene il contenuto addosso.
- Bill. – dice mandando giù un altro colpo di tosse e cercando di mostrarsi composto, - Questa sì che è una sorpresa.
Ciò che realmente vorrebbe dire è “cosa cazzo ci fai qui?” e “chi diamine ti ha fatto entrare?”, ma conosce già la risposta, almeno alla seconda domanda. Le sue bodyguard sono affezionate a Bill quanto lo è lui, e non altrettanto brave a nasconderlo, purtroppo.
- Voleva esserlo. – Bill entra nella stanza e chiude la porta con un colpo di tacco. – Non avevi alcuna intenzione di dirmelo, vero?
- Non dovresti avere un concerto a Parigi in questo preciso istante? – è una patetica scusa per evitare il discorso, e Bushido si giustifica con se stesso dicendosi che stava giusto cominciando a stare meglio e Bill ha rovinato tutto sorprendendolo e tirandolo fuori da quello stato di grazia. Si volta un po’, quanto può prima di sembrare uno col collo deforme, di modo che il largo livido viola che corre dalla guancia alla mandibola non sia così evidente.
Bill gira attorno al divano fino a fronteggiarlo e Bushido si chiede se sia il caso di sollevare distrattamente una mano e coprire il livido ala vista. Poi nota il tremito praticamente invisibile del labbro inferiore del proprio amante e butta il pensiero fuori dalla finestra.
- Non fare così. – sospira, afferrando Bill per la cintura ed avvicinandolo a sé finché le loro ginocchia non cozzano le une con le altre, - Sto bene.
Una mano perfettamente curata si solleva ad accarezzare l’aria sopra la sua pelle; Bushido la cattura e la porta alle labbra.
- Non sembra che tu sia bene.
- Sembra peggio di com’è. – prova a convincerlo, e quando le sopracciglia corrugate di Bill non si distendono Bushido maledice il non avere mai imparato come si rassicurino le persone. Bill lo fissa negli occhi nello stesso modo in cui faceva sua madre quando voleva capire se stesse mentendo o meno, e ci vuole un gran sforzo da parte sua e più di un po’ di forza d’animo per riuscire a reggere quello sguardo. Quando Bill prende fra le dita l’orlo della sua camicia, Bushido neanche prova a fermarlo.
Il rantolo strozzato che fuoriesce dalle labbra di Bill quando nota la grande macchia violacea sul suo petto lo fa trasalire. La mano di Bill si sposta sulle labbra e i suoi occhi si spalancano saettando dal suo petto al suo viso, e Bushido decide di provare di nuovo con la cosa del conforto.
- Davvero, non è così grave. – si schiarisce la gola e poi si dà un colpetto al livido, come per provare la veridicità di ciò che sta dicendo. – Visto?
Bill serra le labbra e sfiora gentilmente il gonfiore. Il livido è così ampio che tutta la sua mano bene aperta non riesce a contenerlo tutto, anche se spiega le dita. È calda e soffice sotto il suo palmo, e Bill fa scivolare la mano in ciò che può essere inteso solo come una carezza. Il contrasto fra le sue dita pallide e lunghe e la pelle scura del suo petto fa tremare qualcosa dentro Bushido.
- Come l’hai scoperto?
Bill lo accarezza con cautela, i polpastrelli che scorrono appena sulla sua pelle, e Bushido capisce improvvisamente cosa intende la gente quando parla di farfalle nello stomaco. Anche se, da ciò che sta sentendo volare là sotto, scommetterebbe sul fatto che ci sia qualche enorme uccellaccio, piuttosto che farfalle.
- David ci ha mostrato il filmato. E ci ha fatto tutta una enorme paternale sulla sicurezza sul palco. – risponde quietamente Bill, e Bushido si prende un momento per pensare “cazzo, c’è un filmato?” prima di fissare l’attenzione sui lineamenti tesi e lo sguardo stanco di Bill. C’è qualcosa che non torna nell’immagine; è tutto un po’ sfocato, e ci vuole un po’ perché la sua mente non così lucida si rimetta in moto abbastanza da capire cosa. Potrebbe darsi un cazzotto da solo per non averlo capito prima.
Bill non sta sorridendo.
Lo tira a sé, fra le proprie braccia ed immediatamente sul proprio grembo, baciandolo appena apre la bocca per dar voce ad una lamentela. Sente dolore su tutto il corpo, e la sensazione delle labbra di Bill sulle sue rende tutto ancora più intenso, ma il modo in cui si dimena e cerca di scappare è così dolce che Bushido non può che stringerselo contro con più decisione. Bill è sempre un ottimo anestetico, pensa mentre cerca di trattenere la propria lingua dal ricadere e immobilizzarsi.
La birra e gli antidolorifici lo fanno sentire un po’ stordito, che era esattamente ciò che voleva, ma rendono anche difficile baciare con la bravura che lo contraddistingue di solito. Al momento sospetta fortemente di stare sbavando un po’ ovunque nella bocca di Bill, ma dai soffici suoni compiaciuti che il ragazzo emette Bushido intuisce che la cosa non deve infastidirlo granché.
Bill si separa da lui con uno schiocco bagnato, e la sua espressione inebetita gli fa gonfiare un po’ il petto con orgoglio. È una bella scossa al proprio ego, sapere di potergli ancora rubare il fiato anche se è mezzo ubriaco e mezzo sedato. Si sporge per catturare ancora quelle belle labbra fra le proprie, ma Bill scuote il capo e lo spinge indietro.
- Ti è venuto addosso… - sospira, e sembra così disperato che Bushido quasi non riesce a riconoscerlo. – Ti ha… buttato a terra, e avresti potuto battere la testa e procurarti una commozione cerebrale-
Bill si interrompe con un suono strozzato e Bushido ha ancora abbastanza raziocinio da capire che non è proprio il momento di dirgli che in effetti la commozione se l’è procurata davvero. Gli strofina le braccia, invece, tracciando con la punta del naso la via fino alle sue clavicole, mentre Bill continua a parlare.
- A che cosa ti servono le guardie del corpo, comunque, se non possono proteggerti? Che cosa intendono fare la prossima volta che uno psicopatico prova a farti fuori? Lo… l-lui poteva spezzarti l’osso del collo-
- Ehi. – Bushido batte le palpebre, - Mi ha solo preso alla sprovvista. In un combattimento vero, quello stronzo non avrebbe avuto la minima possibilità contro di me.
Bill lancia una lunga occhiata al livido sul suo petto, che sembra starsi fottutamente espandendo.
- Ovviamente non hai visto tutto il “filmato”. – borbotta Bushido, offeso da una tale palese mancanza di fiducia nella propria prestanza fisica, - Altrimenti mi avresti visto dargli un cazzotto dritto in faccia. – uno, o anche due, tre, o una dozzina, pensa fra sé, ma giudica poco saggio dire a Bill che la security ha dovuto preoccuparsi più di tenere lui lontano dal ragazzo che non viceversa.
- Sei comunque ferito. – sussurra Bill, e tutto ciò che trattiene Bushido dall’uscirsene con un qualche commento sarcastico è la traccia di dolore che scorge nei suoi occhi.
- Sì. – dice invece, - Capita. Mi dai un bacio per farmi stare meglio?
Lo dice quasi per infastidirlo, e si sorprende quando invece viene fuori come una richiesta speranzosa ed intimidita dal bisogno. Bill affonda quegli adorabili denti sporgenti nel proprio labbro inferiore e, quando si avvicina, Bushido si aspetta una leccatina da gatto sulla guancia, di quelle che Bill gli concede quando ha voglia di giocare piuttosto che di farsi scopare. L’esitante strofinarsi delle sue labbra contro il livido affiora confusamente nella sua consapevolezza offuscata e, quando sente quelle labbra tremare, la sua pelle pizzica.
- Bill… - comincia, e si lascia andare ad una pausa insopportabilmente lunga quando lui guarda nella sua direzione, colmo di aspettativa. Cazzo, non ha la minima idea di cosa dovrebbe dire. La sua definizione di “conforto” è una virile pacca sulla schiena e un gioioso “non stare a pensarci”, ma qualcosa gli dice che non è esattamente il tipo di frase che Bill potrebbe prendere bene. Scarta dozzine di risposte nella propria mente e Bill continua a guardarlo, e si schiarisce la gola quando lo osserva chinare lievemente il capo, aspettando palesemente una qualche parola da parte sua.
Per un attimo accarezza l’idea di ripetere “sto bene”, ma Bill non gli ha già creduto la prima volta e non c’è nient’altro che ripeterlo ancora possa fare, se non farlo sembrare più ubriaco di quanto non sia in realtà. Potrebbe dire “avresti dovuto vedere quell’altro”, ma la curva delicata delle labbra tese di Bill gli suggerisce il ragazzo non sia dell’umore di prendere bene un po’ d’ironia. La sua mente palesa l’opportunità di un “ti amo”, ma Bushido scarta immediatamente l’ipotesi. Non lo dice così spesso, ma quando lo fa è perché lo intende, ed usarlo come una distrazione renderebbe quella frase qualcosa di disgustoso, qualcosa cui rifiuta di esporre Bill.
- Cosa? – Bill comincia a dare segni di affanno, e Bushido suppone non sia qualcosa di così ingiustificato, considerando che è rimasto lì seduto a fare “uuuh” per chissà quanto. – Che c’è? Stai bene?
- Sì. – riesce a gracchiare alla fine, - Adesso sì.
Fanculo le parole, decide quindi. Sono inutili quando può dire con un bacio tutto ciò che vuole esprimere e tutto ciò che Bill vuole sentire da lui. Perciò è questo, quello che va – intreccia una mano ai suoi soffici capelli neri e pressa la bocca sulla sua più soffice, sigillando la sua risposta.
Non c’è niente che abbia un sapore più dolce dell’arrendevolezza di Bill, e Bushido lo ricompensa con un bacio profondo quando lui riesce finalmente a rilassarsi fra le sue braccia. Lo ascolta mormorare nella sua bocca qualcosa che ricorda vagamente un “non possiamo”, ma la sua mente semplicemente si rifiuta di registrare espressioni come “non possiamo” o “non dovremmo”.
Sfila a Bill la gialla e la getta da qualche parte dietro al divano. Urta qualcosa che, dopo l’impatto, cade a terra con un tonfo, ma è troppo impegnato a sbucciare Bill della camicia ed a posare baci umidi e succhiotti sul suo petto per interessarsene. Bill gli si agita in grembo quando i suoi denti si chiudono attorno ad un capezzolo, e squittisce quando lo morde reprimendo il bisogno di grugnire di dolore.
I pantaloni richiedono qualche manovra in più per essere sfilati, e Bushido riesce a farli scendere fino alle ginocchia di Bill prima di arrendersi. Bill sta già ansimando e si sta già lasciando andare a quei soffici mugolii che gli piacciono tanto, e Bushido non riesce a smettere di toccarlo, stregato dal modo in cui gli si agita contro e poi cerca di fermarsi per paura di fargli male.
Vuole veramente ma veramente scoparselo, a quel punto, vuole rovesciarlo sul divano ed affondare nel suo corpo e farlo venire, ma le sue spalle e più o meno tutta la parte superiore del suo corpo strillano di dolore al solo pensiero. Improvvisa velocemente, ed è quasi sul punto di chinarsi e prendere l’eccitazione già mezza gonfia di Bill fra le labbra quando la sua mascella si unisce alla brigata anti-sesso e finisce per pressare il viso contro un ventre piatto e pallido, lamentandosi.
- Cosa? – sussulta Bill, - Oddio, cosa c’è che non va?
“Non penso che potremo fare sesso, perché ho paura di stare per svenire” non sembra una risposta accettabile, perciò Bushido non fa altro che sollevarsi e baciarlo ancora, rammaricandosi di non aver preso qualche antidolorifico in più così da poter rispondere con un “niente” senza dover per forza mentire. Bill si tira indietro con violenza ed evita un ulteriore tentativo di distrarlo con un bacio piegandosi di lato.
- Ti fa male? Oddio, ti sto seduto addosso, ovvio che ti fa male-
- No. – la parola viene fuori in un colpo di tosse e Bushido si ritrova terrorizzato di fronte all’espressione orripilata del viso di Bill. – È solo che… che… torna qui.
Riesce a riprendere Bill proprio quando lui è sul punto di saltare via e non può reprimere un grugnito di dolore quando il ragazzo atterra dritto sul suo petto. Bill soffia come un gatto e si rialza in piedi, con la tipica espressione di uno che non sa se dovrebbe affrettarsi a fargli le coccole o colpirlo sulla testa.
- Piantala!
- Sto bene. – insiste Bushido, provando a baciarlo ancora e ringhiando quando si ritrova rudemente rifiutato, - Sto bene e ti voglio, e se tu smettessi semplicemente di continuare a muoverti-
- Non sono venuto qui per il sesso!
- Ma visto che sei qui…
Bill rimane immobile sul suo grembo e lo guarda dall’alto in basso con più serietà di quanto Bushido sia in grado di sostenere già da sobrio, figurarsi adesso.
- Volevo semplicemente assicurarmi che tu stessi bene.
- Sto bene. – replica, - Sei qui.
- Ero spaventato. – ammette Bill, sistemandosi al suo fianco e spostando tutto il proprio peso sulle ginocchia, - Quando ho visto cosa è successo ho pensato- …a cosa sarebbe potuto accadere…
- Non è successo niente. – Bushido sospira e lo bacia dolcemente per impedirgli di protestare. – Stanotte resti qui. – non è una domanda, ma Bill risponde comunque con un altro bacio. Dura una lunga serie di minuti e ne passano un po’ anche a strofinare naso contro naso e viso contro viso, e poi Bill sfila i pantaloni e si distende sullo spazioso divano, spostandosi fino al bordo per fargli spazio.
Bushido si sistema cautamente al suo fianco e sistema il capo di Bill sotto il proprio mento; la sensazione del respiro di Bill sulla pelle del suo collo lo fa già sentire assonnato.
- E domani, puoi giocare a fare l’infermierina. – mormora fra i suoi capelli, ghignando sul sorriso che Bill cerca di nascondere.
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