Genere: Romantico, Erotico, Introspettivo.
Pairing: Alexandre Despatie/Tom Daley/Matthew Mitcham.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: PWP, Slash, Lemon, Threesome, Underage.
- Matthew ed Alexandre preparano un regalo a sorpresa per Tom, in occasione del suo quindicesimo compleanno. Il problema è che la sorpresa è una sorpresa anche per loro. Seguito di Handle With Care.
Note: Continua a non essere colpa mia!!! Seriamente: non ho idea di cosa mi abbia spinto a scrivere ancora su questi tre – probabilmente il fatto che li amo, ecco XD e che sono contenta di mandare Tommy un po’ avanti negli anni. Risparmiamo quanta più galera possibile ai due innocenti che sono stati trascinati in questa follia senza un perché che non sia ritrovabile nella bellezza intrinseca (di Alex, che è la caratteristica per cui lo appaierei con chiunque) o in un’altrettanto intrinseca gaytudine (per Matthew). Non lo so. Però la amo questa storia XD
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Nuvole E Lenzuola


Quando atterra a Plymouth, sono le dieci di sera, ed Alex è lì che lo attende con quel suo sorrisetto a metà fra il simpatico e l’irritante, un borsone da viaggio gettato morbidamente sulla spalla e i capelli disordinati sulla testa che ricadono in ciocche morbide sulla fronte.
- Stanco? – gli chiede, ridendo appena, mentre si sporge a baciarlo lievemente sulle labbra. Matt non ha il tempo né la voglia di ritrarsi.
- Un po’. – risponde, - Il jet lag mi ucciderà entro domani, bada di disporre bene del mio corpo.
- La necrofilia non rientra fra le mie preferenze sessuali. – risponde Alex con un sorrisino beffardo.
- Al contrario della pedofilia. – lo rimbecca Matt, prendendolo in giro. Alex ride, tirandogli una spallata giocosa.
- Tieniti ben sveglio. – gli consiglia, facendogli una linguaccia, - Hai già sentito Tommy?
Matthew annuisce e, invece di ripensare a quanto triste sembrasse Tom al telefono quando l’ha sentito qualche ora prima, per assicurarsi che non sospettasse niente del loro arrivo, pensa a quanto si senta in colpa per aver mentito a Lachlan per l’ennesima volta quest’anno. E pensa anche che è tutto un po’ ridicolo, perché a conti fatti lui, Tom ed Alex si saranno visti quante volte, tre?, da Roma in poi, e non è neanche sicuro che una relazione del genere possa essere considerabile tradimento. Però sì, insomma, quando Lachlan gli dice che lo ama e lui risponde “anch’io”, sta mentendo. E quindi forse è quello che lo fa sentire in colpa.
- Ehi. – lo richiama al presente Alex, spintonandolo un po’ mentre prendono posto nel taxi, - Allora?
- Sì… l’ho sentito. – risponde alla fine con uno sbuffo, appoggiandosi con finta distrazione alla sua spalla, stando bene attento che il tassista non sospetti niente.
- Come ti è sembrato che stesse? – chiede ancora Alex, nella voce un pizzico di preoccupazione che non manca di sorprendere Matt, quando se ne rende conto.
- Un po’ giù. – ammette, - Credevo fosse una mia impressione, ma… è sembrato anche a te?
Alex annuisce lentamente e gli fa passare un braccio sopra le spalle, fulminando con un’occhiataccia il tassista quando quello li spia sul riflesso dello specchietto retrovisore.
- È che è tornato a scuola, il mese scorso. – sospira alla fine, guardando fuori dal finestrino ed osservando una minuscola pioggerellina primaverile cadere silenziosa sulla città.
Matt annuisce a propria volta, sistemandosi comodamente contro di lui.
- Hai già qualche idea sul regalo? – chiede quindi con un sorrisetto, cercando di stemperare la tensione.
Alexandre sorride a propria volta, stringendo la presa sulla sua spalla.
- Faremo decidere a lui.
*
“Affacciati alla finestra”, digita velocemente Alex al cellulare. Tom sbuca da sotto la serranda alzata solo per metà dopo meno di un secondo, ha già negli occhi e nel sorriso tutta la gioia che è così tipica dei ragazzini della sua età quando ricevono un regalo davvero inaspettato.
- Oddio… - lo sentono sillabare mentre porta entrambe le mani a coprire la bocca spalancata. Poi scompare, e quando riappare, pochissimi minuti dopo, è avvolto in un impermeabile dentro al quale le sue forme acerbe si perdono del tutto, ed è raggiante come fosse la giornata più bella della sua intera esistenza. E invece piove, e invece, al telefono, fino a poche ore prima, era triste.
- Piccolo! – lo saluta Alex, spalancando le braccia, e Tom vi si fionda in mezzo, nascondendo il viso contro il suo petto e cercando con un braccio il collo di Matthew, che si lascia trovare, afferrare e avvicinare, immergendosi completamente in quell’abbraccio a tre che lo riscalda nonostante la pioggerellina ghiacciata gli infastidisca il collo e la nuca.
- Avvertiti mamma e papà? – chiede, baciandolo morbido su una guancia. Tom ride, separandosi da loro solo per finta, perché in realtà una sua mano stringe la destra di Alex e l’altra la sinistra di Matthew, così che tutti e tre continuano a toccarsi, visto che Alex e Matt sono così vicini da sfiorarsi a vicenda le spalle.
- Sanno anche che dormo fuori stanotte! – dice con entusiasmo, cominciando ad avviarsi lungo la strada, sotto la pioggia. Alex ride, tirandoselo contro e scompigliandogli i capelli fradici di pioggia, mentre Matthew sospira ed inarca un sopracciglio.
- Non comincerà ad essere un po’ sospetta, questa cosa? – chiede più al cielo grigio inglese che non ai due cretini che si fanno il solletico in mezzo alla strada davanti a lui.
I due cretini di cui sopra, naturalmente, scrollano le spalle come se il problema non li riguardasse minimamente, e perciò a Matthew non resta che sospirare ancora e scrollare le spalle a propria volta. Evidentemente no, evidentemente non è un po’ sospetto proprio per niente. E, anche quando, chi se ne frega.
*
Non c’è nessun albergo, a questo giro, perché Tom ha deciso che vuole un posto carino, Alex ha deciso che il posto carino è un Bed&Breakfast – “che è anche più intimo, volendo” ha commentato con semplicità, scatenando una risatina in Tom ed un momento di angoscia in Matthew – e Matt, per concludere, ha deciso che opporsi è vano, tanto perderebbe. Perciò è in un Bed&Breakfast che si infilano, e Tom comincia a squittire non appena l’enorme matrona di origine italiana che lo gestisce mostra loro la camera.
- Ha le tendine arancioni! – saltella indicandole, - Ricamate! Al mattino faranno i disegni sulle pareti! – ipotizza estasiato, ed Alex ride, divertito a livelli probabilmente illegali.
La signora Bolzoni chiama Matthew vicino e gli chiede se siano parenti o amici. Matthew sospira e risponde “siamo fratelli”, e si augura che basti. La signora lo guarda male ma se la beve, e quando va via Alex gli lancia un cenno di approvazione, mentre Tom si getta sul letto e si mette a saltare sul materasso per saggiarne la consistenza.
Non passa molto tempo prima che le graziose copertine fiorate che ornano il letto finiscano quasi del tutto rovesciate per terra, mentre Tom cerca aria a fatica fra le bocche di Alex e Matthew, che non gli lasciano tregua un secondo, perché non assaggiano il suo sapore da troppo tempo per poter aspettare ancora. Matthew si perde nel profumo della sua pelle – sa perfino di latte, probabilmente ne stava bevendo un po’ prima di uscire, e questa è una cosa indecente, una cosa bellissima, una cosa divina – e si interrompe, a fatica, solo quando sente rintoccare la mezzanotte dal campanile della chiesa in fondo alla strada.
- Auguri. – soffia Alex sulle labbra di Tom, e Tom ridacchia mentre lo stesso augurio finisce in un bacio sulla sua nuca, da parte di Matthew. – Abbiamo sicuramente un regalo per te, ma non sappiamo ancora cos’è. – continua il canadese, disegnando il profilo del suo viso con la punta del naso, - Qualche idea?
Tom si prende qualche secondo per piantare gli occhi castani prima in quelli di Alex e poi in quelli di Matthew. Poi deglutisce, si inumidisce le labbra ed arrossisce come il ragazzino che è.
- Posso… - comincia incerto, - guardarvi? Solo un pochino…
Matthew ci mette un po’, ad avviare il cervello. In parte perché Tom è così vicino che quasi non riesce a vedere nient’altro, in parte perché c’è una mano di Alex che gli sta accarezzando distrattamente il fianco in maniera piacevolissima, in parte anche perché Tom non è stato specifico, nella richiesta. Guardarli? Mentre fanno cosa?
Il mistero lo risolve Alex, che lascia scivolare fra le labbra una risatina divertita ed afferra Tom da sotto le ascelle, come fosse un bambino piccolissimo, per spostarlo sui cuscini alla testa del letto. Matthew li guarda entrambi con aria curiosa, chiedendosi cosa esattamente stia succedendo nel mondo intorno a lui e perché lui non riesca a capirlo senza un suggeritore, e poi Alex si volta a guardarlo, lo attira a sé per la nuca e posa le labbra sulle sue, forzandole quasi subito con la lingua e mordicchiandogli con insistenza il labbro inferiore per costringerlo a rilassarsi. Prima di provarlo, non avrebbe mai detto che i morsi sarebbero stati un buon modo per mettersi tranquillo e lasciarsi fare di tutto, ma così pare che sia e chi è lui per opporsi, d’altronde?, non si oppone più a niente da mesi, ormai, il mondo non cambierà certo perché lui si lascia ribaltare sul materasso ed Alex scende con la lingua lungo la sua schiena, seguendo in una traccia umida il disegno in rilievo della sua spina dorsale.
Quando la lingua di Alex scende ad accarezzarlo fra le natiche, facendosi strada piano piano dentro di lui, Matthew stringe con forza le dita attorno al lenzuolo ed allarga le gambe il più possibile, inarcando la schiena in una curva strettissima che Tom si perde ad osservare, così rosso in volto da sembrare ancora più in confusione di quanto già non sia, gli occhi che brillano di voglia e curiosità e le labbra ancora umide e gonfie e arrossate dai baci che le hanno tempestate fino a pochi minuti prima.
- A-Alex- - lo chiama con difficoltà, ed Alex affonda ancora dentro di lui, succhiando un po’ ed obbligandolo a gemere un’altra volta mentre Tom trattiene il respiro e poi lo lascia andare tutto in una volta, pesantemente, lasciandosi scivolare una mano in grembo e poi fra le cosce, incapace di resistere oltre.
Alexandre si rimette dritto e lo accarezza distrattamente, prima di cingerlo per i fianchi ed entrare dentro di lui in più spinte lente, e Matthew non riesce a capire se sia per delicatezza nei suoi confronti o per lasciare a Tom tempo e modo per guardare tutto il più attentamente possibile. Mentre si solleva sulle ginocchia e getta indietro un braccio per allacciarlo al collo di Alex, che parte subito a tempestargli il collo di baci e morsi, sa perché lo sta facendo. Perché la mano di Alex lo sta accarezzando con lo stesso identico ritmo col quale la mano di Tom sta accarezzando se stesso, e Matthew vuole che lo veda. Vuole che si senta lì con loro anche se sta solo guardando. È il suo regalo, vuole che sia splendido. E va incontro ad Alex con la stessa forza con la quale Alex spinge dentro di lui, chiamandolo piano per nome e cercando le sue labbra piegando il collo il più possibile, mentre Tom ansima a propria volta, si mette a quattro zampe e gattona incerto verso di loro, un lamento inespresso nel broncio che gli increspa le labbra.
È buffo osservarlo mentre li guarda entrambi con aria confusa e impacciata, chiedendosi probabilmente come dovrebbe incastrarsi fra loro per essere anche lui parte di quel gioco che, da lontano – e due centimetri sarebbero ancora troppo lontano – sembra tanto bello e intenso. Alex ride, come sempre, perché è un cretino ed è uno stronzo, e Matthew sorride teneramente, spingendo Tom a stendersi sul materasso di fronte a lui, piegandosi poi sul suo corpo caldo e un po’ tremante, imprigionandolo fra le braccia mentre Alex pompa più lentamente dentro di lui, per rinviare l’orgasmo che vogliono raggiungere in tre.
- Dammi una mano… - sussurra Matthew all’orecchio di Tom, e il ragazzino annuisce ed allarga le gambe, sollevandole per allacciargliele dietro la schiena. Non ci riesce, perché Alex è troppo vicino, quindi è dietro la sua schiena che finisce per allacciarle, e va bene lo stesso, soprattutto mentre Matthew si inumidisce le dita e scende a prepararlo velocemente ma con attenzione, prima di penetrarlo a propria volta.
Tom geme e si inarca sotto di lui, sollevando le braccia per afferrare le sue spalle con una forza tutta nuova, gli occhi chiusi e l’espressione rilassata, ed è una sensazione stupenda, questa, una sensazione che con Lachlan non potrà mai provare, perché lui è un bravo ragazzo ed è dolce e lo ama, forse, okay, ma non può essere ovunque contemporaneamente, non può essere dentro di lui mentre lo accoglie dentro di sé, è una cosa che da lui non può pretendere perché lui è uno solo, e nella confusione del momento – mentre Alex torna a spingersi con forza dentro di lui, mentre Tom si stringe attorno al suo cazzo con un impeto ed una furia quasi soffocanti – Matthew geme ad alta voce e realizza che il problema qui non sono loro, non sono loro che stanno sbagliando, loro tre insieme sono perfetti. È tutto il resto, che è fuori posto. Ed a lui tocca sistemarlo, fosse l’ultima cosa che fa, perché ora sa cosa vuole e, dannazione, intende anche tenerselo.
Alex viene per primo, mordendogli la nuca con forza, e Matthew lo segue come in una catena, spingendosi dentro Tom con più forza possibile, fin quasi al limite del dolore, reggendosi al materasso con entrambe le mani. Tom viene per ultimo, proprio fra le sue dita, e pochi secondi dopo si ritrovano tutti e tre sfiancati e spalmati su un letto troppo piccolo e caldo e scombinato per essere anche comodo, ma tutto è così perfettamente al proprio posto da essere anche troppo perfetto per lamentarsene. Tom respira a fatica contro il petto di Alex e Matthew gioca a disegnare ghirigori invisibili sul suo fianco un po’ umido di sudore. La prima voce che si sente è quella lievemente arrochita di Alex, molti minuti dopo.
- Com’è che va a scuola, in questo periodo? – chiede, esprimendo ad alta voce le preoccupazioni che condivide con Matthew.
Tom si irrigidisce fra loro, sospirando pesantemente.
- …non proprio benissimo. – ammette in un mugolio triste.
Matthew gli sistema i capelli sulla fronte, scivolando in una carezza distratta lungo la sua tempia, la sua guancia e il suo collo.
- Ti danno ancora fastidio? – chiede a bassa voce, sistemandosi più vicino a lui ed Alex.
Tom scrolla le spalle.
- Un po’. – annuisce mesto, - Però sono grande, ormai, posso farcela a-
- Domani ti accompagniamo noi. – stabilisce Alex fissando sereno il soffitto, come ci fosse scritta chissà che risposta fondamentale a chissà che domanda esistenziale.
- Ma- - prova ad azzardare Tom, e Matthew lo zittisce piegandosi svelto sulle sue labbra.
- Nessuno ha chiesto la tua opinione. – ghigna rimettendosi disteso contro il cuscino. Tom fa solo finta di sbuffare. E poi si rassegna a lasciarsi coccolare.
*
Il giorno dopo piove ancora, naturalmente, e l’umore di Tom è nero come le nuvole che coprono il cielo mattutino di Plymouth. La scuola non è tanto distante dal Bed&Breakfast – per fare conversazione, mentre Alex è al telefono con chissà-che-fidanzata-temporanea dall’altro lato dell’oceano Atlantico, Tom ha detto a Matthew che suo padre preferisce sempre avere tutto a portata di mano, e perciò ogni cosa è vicina a casa. Come il Bed&Breakfast era tanto vicino da dare a Matthew l’impressione che i genitori di Tom potessero spiarli, oltre le tendine arancioni che tanto piacevano al ragazzino e che non hanno avuto modo di disegnare un bel niente sulla parete, visto che sole non ce n’era neanche a pagarlo, anche la scuola è vicinissima, e in tutto, per arrivare, ci mettono il tempo in cui Alex finisce di salutare la ragazza, in francese, senza dar modo a loro di capire un accidenti di ciò che sta dicendo.
Tom esita visibilmente, prima di varcare il cancello della scuola, e servono una rassicurazione sussurrata da Matthew ed una spinta poco delicata da Alex, per convincerlo finalmente a fare il grande passo. Un momento dopo il quale il tempo si ghiaccia e tutti si voltano a guardarlo. Prima lui, poi i due tipi che lo accompagnano, e Matthew può vedere negli occhi di tutti quegli adolescenti farsi strada la comprensione di ciò che sta accadendo, perché magari quello scricciolo lo odiano e lo invidiano, ma sanno bene chi è, lo osservano tuffarsi in televisione, anche solo per rodersi il fegato in solitaria mentre lui vincevincevince qualsiasi cosa, e quindi, per conseguenza, sanno anche perfettamente chi sono loro due. E se non hanno rispetto per lui, non possono proprio evitare di averne per loro. Ed Alex ghigna, mentre si fa avanti nel centro del cortile. Ghigna e lo sa perfettamente.
- ‘Cazzo avete da guardare? – dice con un tono sbruffone che in realtà è lontano anni luce dal suo solito modo di comportarsi. Strafottente, pazzo, scemo, ma bullo no. E però a volte certa gente va ripagata con la stessa moneta, perciò invece di pestare tutti quegli adolescenti come vorrebbe –è già abbastanza adescarne regolarmente uno per portarselo a letto, probabilmente – si limita a comportarsi nello stesso identico modo in cui si comportano loro. Né più né meno che un cretino. Ma è stupendo.
Tutti i ragazzini abbassano lo sguardo e tornano alle loro occupazioni, visibilmente più nervosi di quanto non fossero prima, ed Alex ghigna, tornando a guardare Tom che lo fissa con un’ammirazione sconfinata.
- Non credo che ti daranno più fastidio. – commenta il canadese con un sorriso gioviale e semplicemente idiota, le mani ficcate a fondo nelle tasche, - Sono ancora il tuo eroe?
Tom deglutisce e gli salta al collo, e come sempre, pochi secondi dopo, una sua mano va a cercare Matthew, per stringere anche lui.
- Lo siete entrambi. – sussurra piano, la voce quasi rotta dalla commozione. Alex lo saluta con un breve bacio sulla guancia, sciogliendo l’abbraccio e tirando Matthew per una mano prima che lui, ugualmente commosso, si chini a baciare Tom per salutarlo.
- Ci si vede, piccolo. – lo saluta con un cenno della mano.
Matthew lo saluta a propria volta, sbuffando.
- Ti chiamo stasera! – strilla, e poi si volta verso Alex, - Potevi almeno lasciarmelo baciare! – si lamenta deluso. Alex ghigna.
- La prossima volta. – scrolla le spalle, semplicemente. Matthew sbuffa ancora, e poi – come al solito – si lascia trascinare verso l’aeroporto.
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