Fandom: Originali
Genere: Introspettivo/Drammatico
Rating: PG13
- "Quante volte ancora dovrò ripetertelo, prima che tu lo capisca...?"
AVVISI: Nessuno.
Commento dell'autrice: Neanche una pagina e mezzo <.< Mah, comunque, nato dopo aver visto un documentario alla televisione su un’attrice del cinema muto, Gloria Swanson, che è stata praticamente violentata dall’uomo con cui stava mentre lui era ubriaco e che, giustamente, ha lasciato subito dopo. Lei è una figura affascinante, bellissima, altera, sprezzante ma debole, infatti ha passato l’intera sua vita aggrappandosi agli uomini che l’amavano o dicevano di amarla, semplicemente perché non era in grado di farcela da sola. Ma il suo orgoglio s’è fatto sentire spessissimo. La detestavano tutti, ad Hollywood XD Spero di averla resa bene… e di aver reso bene l'assoluta pazzia ed incoerenza del suoi pensieri XD
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Non T’Intoni Col Colore Dei Miei Capelli


- Piantala di seccarmi.
Hai davvero rotto, ragazzo mio.
Prima di tutto, chi ti ha dato il permesso di venirmi a trovare qui in camerino? Guarda che IO sono un’attrice famosa, sono IMPEGNATA, non posso mica perdere tempo dietro ad uno sciocchino come te!
- Non mi hai più chiamato, e…
Stai lì, quasi sulla soglia, tutto stretto in quelle tue esili e sottili spallucce da adolescente anche se hai già passato i venti! Sei patetico!
- “E”?
Uso il tono più freddo di cui sono capace, lo stesso gelo che ho usato spesso con te, nell’ultimo periodo. Da quando ti ho lasciato. Perché non ti rassegni?
- E quindi ho pensato… di venirti a parlare di persona… per… ecco…
- Non abbiamo nulla da dirci.
- G-Gloria, ascolta… io… mi dispiace moltissimo per la scorsa settimana, ma…
Mi alzo in piedi di scatto, nervosa. Tutto ad un tratto, tremo. E non capisco perché.
- Non c’entra niente l’altra notte! – urlo con voce stridula che mi ferisce le orecchie.
Tu ti fai di nuovo minuscolo, stringi fra le mani il cappello che hai tolto appena entrato qui.
- Ma… allora… perché?
Quante volte devo dirtelo? Quante volte ancora dovrò ripeterti le stesse identiche cose, prima che tu le capisca? Accidenti a te!
E non provare più ad aprire bocca su ciò che è successo quella notte, perché ti ho già detto che non è nulla, non è importante, l’ho già dimenticato!
Sospiri, abbassando lo sguardo.
- Gloria, non puoi farti di me quell’idea… è tanto che ci conosciamo, ed io ho… esagerato… solo in quell’occasione! Ma ero ubriaco, Gloria, come puoi…
- ZITTO! BASTA, SMETTILA, ZITTO! Vuoi smetterla di parlare di quello? Non è per questo motivo che ti lascio!
Per qualche secondo, i tuoi occhi verdi s’infiammano di una strana luce, e si puntano dritti nei miei. Io ricambio lo sguardo con un’occhiata dura, come un pugno in pieno viso, ma tu, bastardo, la reggi.
- Non c’è altro motivo, Gloria! Non prendermi in giro.
…vorresti farmi persino credere di stare sbagliando? Tu, stupido uomo? Non osare.
Trasformo ancora il mio sguardo. Non più rabbia, né una traccia di violenza. Solo ghiaccio, tagliente, appuntito, e disgusto. Questo non puoi reggerlo. Ed infatti torni a guardare per terra.
- Adesso lasciami in pace, ho da fare. Vai via.
- Gloria.
- CHE C’E’?! – ti urlo in faccia, spazientita.
Tu hai un’esitazione, fai un leggero movimento all’indietro, schiacciandoti contro la porta della stanzetta, ma trovi il coraggio per parlare ancora.
- Se… se non è per quello che ti ho costretta a fare, da ubriaco, la scorsa notte… perché mi lasci? E ti prego, non ripetere le sciocchezze che mi hai detto ieri, credo di meritare almeno una spiegazione sensata…
Sciocchezze? Ma quali sciocchezze?! L’unico sciocco, qui, sei tu, caro mio, che non hai ancora capito malgrado io te l’abbia già detto.
Ma guardati… guarda la tua pelle chiara, puntellata di lentiggini, il tuo fisico esile, quegli arruffatissimi capelli rossi e quegli strani occhi che non sono neanche completamente verdi, vedi?, sono contaminati da scaglie castane!
E poi guarda me, la mia figura elegante, i miei lineamenti duri, perfetti, i miei occhi profondi ed espressivi. E poi questo corvino, questo colore che mi appartiene e che è un po’ come se fossi io stessa.
E il tuo rosso? No, mio caro, mi spiace.
Te l’ho detto ieri, e te lo ripeto oggi, e te lo dico fra le lacrime, ma non pensare che sia perché soffro per qualcosa che non ti voglio dire, perché te lo giuro, LO GIURO, l’altra sera non è successo niente, basta non pensarci più, e ti prego, non PARLARNE più… ma devo riprendermi, basta piangere; devo ricomporre la mia maschera senza espressioni, riacquistare il mio tono freddo e dirtelo, semplicemente.
- Ti ho lasciato… perché non ti intoni col colore dei mie capelli.
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