Genere: Introspettivo, Triste, Erotico.
Pairing: Leo/Zlatan, cenni (neanche troppo velati) Zlatan/José.
Rating: R/NC-17
AVVERTIMENTI: Slash, Lime, PWP, Angst, Flashfic.
- "Non gli chiederai scusa, speri che capisca che vorresti e se lo faccia bastare."
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (FC Barcelona), Leo/Zlatan, "Ma non sei lui.".
Pairing: Leo/Zlatan, cenni (neanche troppo velati) Zlatan/José.
Rating: R/NC-17
AVVERTIMENTI: Slash, Lime, PWP, Angst, Flashfic.
- "Non gli chiederai scusa, speri che capisca che vorresti e se lo faccia bastare."
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (FC Barcelona), Leo/Zlatan, "Ma non sei lui.".
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No Excuses
Gli lasci scorrere addosso le mani sentendo la sua pelle umida scivolare sotto i tuoi polpastrelli quasi senza attrito. Sa ancora di sudore, dell’erba del Camp Nou e del tessuto delle maglie da allenamento. Sei quasi certo che, se avessero un odore, la sua pelle saprebbe anche delle incitazioni del mister, delle urla dei pochi tifosi che sono riusciti ad intrufolarsi allo stadio per osservare l’allenamento, delle risate di Boji e Gerard e di Viva La Vida riproposta volta dopo volta dopo volta dagli altoparlanti disseminati un po’ ovunque, per l’unica soddisfazione di Guardiola e di pochi altri.
A te i Coldplay non piacciono. Non è che li odi, solo che non ti dicono niente. E non sei ancora abituato ad allenarti a ritmo di musica, quando tutto ciò che scandiva i tuoi salti e i tuoi scatti e le tue corsette di riscaldamento a Milano era la voce profonda e un po’ strascicata di José, uno, due, tre, salta Ibra.
- Zlatan… - chiama Leo a bassa voce, contorcendosi sotto le tue dita mentre stringi piano la sua erezione, massaggiando lentamente, - Di più…
Sorridi e ti chini a sfiorargli il collo con le labbra, sentendo il suo respiro crescere un bacio dopo l’altro, e tutto quello che pensi è che il sapore non è lo stesso, la consistenza non è la stessa, il colore non è lo stesso, la grana non è la stessa, nemmeno il suono della voce che ti chiama è lo stesso, come non è uguale la sensazione che provi entrando dentro di lui e scavandoti a fatica uno spazio fra le sue gambe, cercando di replicare quello che avevi un tempo e che avevi finito per considerare un tuo diritto, salvo poi osservarlo dissolversi nel niente appena hai messo un piede fuori dal regno dell’unico sovrano dal quale tu abbia mai accettato di lasciarti sottomettere nel corso della tua intera esistenza.
Ti accasci contro di lui e Lionel gioca con le dita fra i tuoi capelli, solleticandoti la nuca.
- È stato-- - accenni incerto, e cerchi le parole, - bello, ma-
- Ma non sei lui. – completa Leo per te. Lo senti sorridere appena contro una guancia, ma non interrompe la carezza. Chiudi gli occhi. Non gli chiederai scusa, speri che capisca che vorresti e se lo faccia bastare.