Genere: Romantico.
Pairing: Rin/Ai.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Slash, Fluff.
- "Non può dire che trovarlo in piscina a quest’ora lo stupisca più di tanto, in realtà."
Note: Scritta per la Notte Bianca #2 della pagina No, ma io Free! lo guardo per la trama, eh? (♥) su prompt RinAi. Bacio sott'acqua nella piscina della Samezuka. Di notte.
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NIGHTSWIMMING

Non può dire che trovarlo in piscina a quest’ora lo stupisca più di tanto, in realtà. Quando s’è svegliato e si è ritrovato solo in camera – dopo aver sbirciato giù dal proprio letto ed aver trovato quello del senpai vuoto – ha capito subito che il senpai doveva essere uscito, e vista l’ora non c’era altro posto che la piscina in cui potesse trovarsi.
L’ha fatto spesso, il senpai, recentemente. Svegliarsi di notte per andare a nuotare da solo in piscina, cioè. Aiichiro lo sa— be’, non perché l’abbia spiato, ovviamente. Seguire qualcuno per vedere dove va perché si è preoccupati che possa fare qualcosa di stupido non conta come spiarlo, no? E poi non è che sia rimasto lì nascosto a guardarlo notare. Il più delle volte, almeno. Ecco, sì, il più delle volte l’ha semplicemente seguito fino in piscina – per assicurarsi che stesse bene, ovviamente – e poi è tornato in camera – dopo aver continuato ad assicurarsi che stesse bene almeno per una decina di minuti; o anche mezz’ora –, non è mica mai rimasto a guardarlo nuotare così a lungo da dover poi scappare via in fretta per evitare di farsi scoprire un minuto dopo che il senpai uscisse dalla vasca. Almeno, non più di un paio di volte, ecco.
In ogni caso, il senpai ultimamente è andato spesso in piscina di notte, da solo, per nuotare, ed Aiichiro non sa bene perché, ma gli piace che il senpai lo faccia, perché ha una bella espressione mentre galleggia immobile, dondolando sulla superficie, con gli occhi chiusi e un sorriso largo e soddisfatto a piegargli le labbra. È proprio carino— non che Aiichiro lo direbbe mai al senpai, naturalmente. Il senpai si arrabbierebbe ed Aiichiro non vuole farlo arrabbiare. Anche perché il senpai, quando si arrabbia, lo minaccia di cambiare stanza, ed anche se questa minaccia ha cominciato a diventare più un gioco a due che una minaccia vera, negli ultimi tempi – “Ai, sistema la scrivania o cambio stanza!” “Ai, pulisci per terra o cambio stanza!”, “Ai, fai tutti i tuoi compiti o cambio stanza!” “Ai, butta qualcuna di quelle orribili statuette a forma di mucca o cambio stanza!” – ad Aiichiro non piace sentirglielo dire, e perciò cerca di fare il possibile per non farlo arrabbiare.
Così com’è adesso, le braccia larghe ai lati del corpo, le gambe appena divaricate, il capo lievemente rovesciato all’indietro, i capelli che galleggiano appena sotto la superficie dell’acqua, allargandosi in una chiazza rossa scura attorno alla sua testa, il senpai sembra fluttuare nel vuoto, ed è bellissimo. Sembra così libero, così felice. Aiichiro sa che è importante, per lui, e cerca di non disturbarlo. Sa che dovrebbe andare via, se non vuole che finisca come tutte le altre volte— no, come quelle due volte che è rimasto troppo a lungo ed ha rischiato di farsi scoprire, ma non riesce a muoversi. Il senpai è così bello. Aiichiro sogna di essere bello nello stesso modo, un giorno. Anche se forse non è essere così bello che vorrebbe, forse vorrebbe solo poter dire “è mio” quando pensa a quanto bello è il senpai.
- Ai. – dice il senpai all’improvviso, ed Aiichiro sente il cuore arrampicarsi fino in gola e soffocarlo, - Vieni fuori, dai.
Per un attimo, Aiichiro accarezza la possibilità di fingere di non trovarsi lì, voltare le spalle e scappare. Il senpai non può averlo visto, forse, se corre via, alla fine si convincerà di esserselo immaginato. Ma le sue gambe si muovono come dotate di una volontà propria, rispondendo alla richiesta del senpai nell’unico modo possibile, ed Aiichiro viene fuori dal suo nascondiglio, vergognandosi come mai in vita sua, stringendosi nelle spalle e guardando fisso il pavimento, avanzando a passettini minuscoli, come un bambino colto in flagrante a fare qualcosa che gli era stato esplicitamente proibito di fare.
- Senpai… - biascica, fermandosi a bordovasca e guardando altrove, - Mi dispiace.
Il senpai continua a sorridere, galleggiando indisturbato, e non apre nemmeno gli occhi, per rispondere.
- Ti sembro arrabbiato? – chiede.
No, il senpai non sembra arrabbiato. Ed Aiichiro lo sa com’è il senpai, quando si arrabbia, perciò scuote il capo. Poi si ricorda che il senpai non può vederlo e, un po’ imbarazzato, ripete la propria risposta ad alta voce. Troppo alta, forse, perché il suono riecheggia fastidiosamente, rimbalzando sulle pareti piastrellate e ritornando alle sue orecchie distorto.
Il senpai apre gli occhi, e finalmente lo guarda. Ma non smette di sorridere.
- Sei nervoso? – domanda.
Aiichiro guarda altrove, scrollando le spalle senza rispondere perché sa che, se parlasse, la sua voce finirebbe per tremare, tradendolo.
- Ti va di nuotare con me? – domanda il senpai, ed Aiichiro non riesce a trattenersi dal voltare di scatto il capo per guardarlo ed assicurarsi che stia dicendo sul serio. Da quando ha riallacciato i rapporti coi suoi amici d’infanzia, il senpai è diventato una persona molto meno complicata, da gestire, ma Aiichiro non l’ha mai visto così sereno, così disponibile, così completamente felice e rilassato. È una cosa preziosa, scopre all’improvviso, questo sorriso così tranquillo. Anche nei suoi momenti migliori, prima di adesso il senpai ha sempre avuto qualcosa di cupo, negli occhi e nel sorriso, qualcosa che tradiva immediatamente il suo nervosismo, la sua insoddisfazione, la sua infelicità.
Non c’è più traccia di quell’ombra sul suo volto, adesso, e nel notarlo, nel rendersene conto, Aiichiro arrossisce, e non ha più bisogno di ammettere niente, perché quello che prova diventa immediatamente così chiaro, dentro di lui, da non rendere necessaria nessuna confessione.
Annuisce impercettibilmente, con un movimento minuscolo che però il senpai nuota lo stesso, e sfila la maglietta ed i pantaloni del pigiama. È un po’ imbarazzato all’idea di nuotare indossando la biancheria intima, ma in questo momento non potrebbe rifiutare un invito del senpai neanche se fosse una richiesta assurda e impossibile, per cui decide di ignorare l’imbarazzo e, dopo essersi seduto sul bordo, lasciarsi scivolare all’interno della piscina.
Si immerge completamente, restando al di sotto della superficie per qualche secondo per godersi il calore dell’acqua sulla pelle. Può ancora percepire il senpai muoversi da qualche parte attorno a lui, ondeggiare appena le gambe e le braccia per rimanere a galla.
Quando riemerge, il senpai quasi sembra aspettarlo. I capelli bagnati gli si appiccicano addosso, sulle guance e sul collo, ed Aiichiro deve combattere l’impulso di scostarglieli di dosso solo per toccarlo, perché non l’ha mai visto più bello di così.
- Come… - domanda, la voce un po’ arrochita dall’imbarazzo e dal prolungato silenzio, - Come facevi a sapere che ero lì?
- Non sei molto discreto, quando segui le persone. – ride il senpai, ed anche la sua risata riecheggia per tutta la piscina, come la voce di Aiichiro, ma al contrario di quello della sua voce ad Aiichiro sembra il suono più piacevole di sempre. – Ho sempre saputo che venivi a spiarmi.
- Non ti spiavo! – protesta animatamente lui, aggrottando le sopracciglia, - Volevo solo essere sicuro che stessi bene, senpai!
- Cosa pensavi che avrei potuto fare? – ride ancora il senpai, allungando una mano a scompigliargli il caschetto bagnato sulla testa, - Ti sembro uno che fa cose stupide? Ti preoccupi sempre per delle cose ridicole.
Imbarazzato, Aiichiro abbassa lo sguardo.
- Non posso fare a meno di preoccuparmi. – ammette, le guance pallide che si colorano appena, - Forse è verso che non sei una persona che fa cose stupide, senpai, ma prima… quando andavi via… e volevi stare da solo… be’, quella era una cosa altrettanto stupida, da fare! – dice, tornando a guardarlo, - Non dovresti mai stare da solo, senpai. Qualsiasi cosa— qualsiasi cosa tu debba affrontare, puoi affrontarla con— con noi.
Il sorriso del senpai di allarga appena, gli occhi che si riducono a due fessure, brillanti come quelli dei gatti.
- Con voi o con te? – domanda, prendendolo in giro.
Indispettito, Aiichiro si immerge nell’acqua fino al naso e borbotta qualcosa. Le sue parole generano un piccolo vortice di bollicine che risale in superficie e poi si disperde, ed il senpai ride ancora, ma il suono della sua risata è diverso, non assomiglia a nessun’altra delle risate che Aiichiro gli ha sentito fare. È un suono dolce. Ed Aiichiro vorrebbe poter dire “è mio” anche di questo.
- Sei proprio scemo. – dice il senpai a bassa voce, - Ti preoccupi di cose sceme, ed inventi scuse sceme per seguirmi ovunque, e quando ti scopro e te lo dico ti imbarazzi e ti arrabbi ed è scemo anche questo.
- Senpai! – borbotta lui, piegando le labbra in un broncio offeso, - Smettila di—
- Ma mi piaci per questo. – dice il senpai, e qualsiasi cosa Aiichiro volesse chiedergli di smettere di fare non ha più senso, al momento, perché questo, questo, il senpai può farlo quando vuole. Può dirglielo quando vuole.
- …cosa… - prova a domandare, ma il senpai non gli lascia il tempo di concludere, e si immerge. Resta sott’acqua un minuto, poi due. – Senpai…? – domanda Aiichiro. Il senpai non riemerge. – Senpai! – strilla, e si immerge anche lui, aspettandosi di trovarlo svenuto o chissà che.
Ma il senpai non è svenuto. Il senpai sorride sott’acqua, e lo guarda con gli occhi bene aperti, e anche stavolta sembra quasi aspettarlo, e Aiichiro non sa bene come dovrebbe prenderla, o cosa dovrebbe fare, ma poi il senpai si avvicina in un movimento fluido, appoggia le mani sulle sue spalle per portarlo alla sua altezza, chiude gli occhi e lo bacia.
Dura pochissimo – e non è affatto come Aiichiro aveva sempre immaginato il loro primo bacio; non che l’abbia immaginato più di un paio di decine di volte, comunque – ma è lo stesso abbastanza per confonderlo come niente ha mai fatto prima. Eppure, allo stesso tempo, in qualche modo rende tutto ancora più chiaro.
Il senpai lo lascia andare ed Aiichiro torna a galla, quasi saltando sulla superficie come una boa. Il senpai riemerge pochi istanti dopo, le labbra tirate in un sorriso divertito, e comincia subito a nuotare verso la scaletta. Aiichiro lo osserva passargli oltre e poi si affretta a chiamarlo, correndogli dietro.
- S-Senpai! – grida, - Aspettami!
Il senpai non lo aspetta in acqua, ma si ferma a bordovasca, e quando anche Aiichiro raggiunge la scaletta gli tende la propria mano per aiutarlo ad uscire. Aiichiro arrossisce, ma accetta il suo aiuto, e poco dopo accetta anche l’asciugamano che il senpai gli porge. Ne aveva portati due. Il pensiero lo fa arrossire ancora.
- Ai. – lo chiama quindi il senpai, e Aiichiro solleva istantaneamente lo sguardo su di lui. Lo trova già voltato di spalle, ma ha piegato il collo in modo da potersi guardare indietro. In modo da poter guardare lui. – La prossima volta che mi segui di nascosto, cambio stanza. – lo minaccia sorridendo.
Aiichiro abbassa di nuovo lo sguardo, stringendo l’asciugamano al petto, imbarazzato.
- Scusa, senpai. – dice.
- E poi non hai bisogno di seguirmi di nascosto. – conclude il senpai, scrollando le spalle e cominciando ad allontanarsi, - Puoi venire con me.
Aiichiro solleva lo sguardo un’altra volta, illuminandosi in viso.
- Senpai… - sussurra, - Grazie!
Il senpai non gli risponde, ma ad Aiichiro va benissimo così.
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