Fandom: Originali
Genere: Romantico/Malinconico/Triste
Rating: PG13
- In fuga.
AVVERTIMENTI: Nessuno.
Commento dell'autrice: Dunque, questa fanfic è stata ideata e scritta mentre mi trovavo in uno stato d’animo particolarmente battagliero per via della situazione odiosa che stava passando la mia adorata moglie ;_; Questa fanfiction è tutta dedicata a lei, tanto più che ho preso un po’ d’ispirazione dalla sua “Plants”. Credo di aver immaginato cosa sarebbe successo se i protagonisti di quel racconto fossero scappati insieme, ed è venuto fuori questo.
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NEVERENDING


- Avanti, non possiamo fermarci qui…
Il ragazzo si avvicinò alla ragazza afferrandole la mano.
- Alessia! Ascoltami…
Lei gettò la testa all’indietro.
- D-Dario… non… non ce la faccio più…
- No, no, aspetta, ti do un po’ d’acqua…
- E quel che è peggio…
Continuò lei aprendo gli occhi.
- … è che non ce la faremo mai…
Si fissarono.
- Non dire così.
Le disse. Provò a tirarla su da terra, ma lei oppose resistenza.
- Dico davvero, Dario! Sono… sono a meno di una trentina di chilometri da noi, ci prenderanno in una giornata!
Urlò.
- No, Ale… ascoltami adesso… se ci facciamo prendere dallo sconforto…!
Lei si alzò in piedi di scatto e cominciò a correre nella direzione opposta rispetto a quella nella quale avrebbero dovuto andare. La rincorse.
- Ale!
- Lasciami stare, và via!
- Ale, cazzo, adesso stai ferma!
- No! Vaffanculo, ci ammazzeranno!
- Ti ho detto di stare ferma!
- No, no, no! Vuoi andartene?
- NO!
La afferrò saldamente per le spalle.
- Smettila di comportarti come una testa di cazzo, ok? Smettila!
Notò che piangeva.
- Ale…
Gli si aggrappò con tutta la forza che le restava nelle braccia.
- Ci ammazzeranno, Dario! Non avranno pietà…!!!
Lui la tenne stretta.
- Ehi… adesso calma…calmati… ne parliamo…
- Che c’è da parlarne? Smetteranno di inseguirci, forse, se ne parliamo?
Lei pianse ancora più forte. Lui non aveva più lacrime da accompagnare alle sue, né abbastanza forze per fermarle.
- Ale… facciamo così… adesso noi ci mettiamo a camminare, ok? Cosa succederà poi…
- Va bene.
Disse lei riprendendo il controllo di sé stessa.
Ripresero il cammino, mano nella mano.
- Avremmo fatto meglio a starcene zitti…
Disse lui con un accenno di sorriso amaro sulle labbra.
- Già… però… insomma, non sono pentita di… aver deciso di stare con te…
- Neanche io. Però… cavolo… potevi sceglierti un altro mestiere, tu…
- Ehi…
- Ok, scusa, è stata cattiva questa…
- …
- …
- …
- Ale! Mi dispiace!
- Si, lo so… volevo stare a guardare la tua faccia preoccupata.
Disse ridendo. La sua risata gli riempì il cuore.
- Tu mi vuoi morto…
- Smettila, dai!
Strinsero di più la presa delle mani.
- Dario… vuoi promettermi una cosa?
- Cosa?
- Promettimi che quando ci prenderanno darai un pugno a quel bastardo con la mano sinistra.
La guardò, mentre mimava il gesto con una faccia buffa. Aveva le lacrime agli occhi.
Avrebbe voluto urlarlo. Urlarlo in faccia al suo protettore. Non gli interessava che lo sapesse il mondo, ma almeno lui.

Si, ok, è una prostituta, ma ci amiamo e non me ne frega niente se la cosa non ti conviene! E prova a toccarla di nuovo anche solo con un dito e te lo spezzo io, il braccio!

- Si, te lo prometto.
Rimasero a sguardo basso.
- Senti, Ale.
- Mh?
- Ti amo.
- Anche io.
- Non voglio che ci prendano.
- Neanche io.
Strinse la presa.
- Puoi correre?
Lei lo guardò, sorridendo tristemente.
- Corriamo.
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