Genere: Introspettivo, Romantico, Erotico.
Pairing: Shiloh/Maddox.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: (kind of) Incest?, Lemon, Het, Underage.
- "Spogliati."
Note: No, non ho giustificazioni. XD La voglia di scrivere su questi due che combinano robe in realtà risale all'altra fic che scrissi sui pargoli di casa Jolie-Pitt, ma in realtà la Shiloh ed il Maddox ritratti in quella storia non c'entrano niente con questi, e questa fic è pertanto considerabile una storia a sé, che con l'altra non ha nulla a che vedere. E quindi, cioè, boh.
Scritta per il COW-T, sesta settimana, Missione 2, prompt mare, ed anche come prima entry per il 730 Fest @ dietrolequinte, su prompt Blinds, dal Deffae!Set.
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MOVING THROUGH ME
like sand in the sea

Shiloh fa paura. Non è che sia cattiva, naturalmente, e comunque, anche se lo fosse, probabilmente per Maddox non sarebbe un problema gestirla in ogni caso, è solo che ha quindici anni, e come tutti i quindicenni tende ad essere irrazionalmente arrabbiata. Più o meno con tutti, poi. E tutto. Non le serve che qualcuno le faccia del male, per arrabbiarsi, tant’è che può odiare con la stessa intensità sia Vivienne che s’intrufola di nascosto in camera sua per mettere le mani fra le sue cose, sia il tostapane che, al mattino, pare sempre metterci troppo tempo a fare il suo lavoro, e ogni volta sembra che lo faccia apposta per fare arrivare in ritardo lei – e poco importa che la lentezza del tostapane rallenti i programmi mattutini per tutti, in casa Jolie-Pitt, perché ogni volta che Shiloh se ne lamenta il mondo che l’ascolta ha sempre l’impressione che lei creda fermamente che il tostapane, quel giorno che ha deciso di cominciare a impiegare due minuti invece di uno a tostare le fette di pane imburrato, stesse pensando proprio a un modo per mettere i bastoni fra le ruote a lei soltanto.
Shiloh, poi, s’infastidisce per un niente, e quando il qualcosa che la disturba non è un essere vivente – e lei non può, perciò, far pesare sul soggetto in questione tutto il proprio disappunto – finisce sempre che ad andarci di mezzo è uno a caso dei suoi fratelli, quello più a portata di mano, e questo capro espiatorio casuale, ultimamente, sembra essere sempre lui.
Maddox ha vent’anni e nessuna voglia di star dietro alle sue sorelle, specialmente quelle adolescenti. E arrabbiate. E pazze. Come Shiloh. Perciò, quando lei, dopo aver sbuffato per mezz’ora sotto l’ombrellone distesa sul suo telo da spiaggia nero come la pece, si volta a guardarlo con le labbra piene piegate in una smorfia incattivita, lui comincia a pregare tutti i santi in cui in realtà nemmeno crede perché mandino sulla terra in quel momento e proprio su quella spiaggia un cataclisma non tragico ma sufficientemente sconvolgente per distrarre Shiloh abbastanza da permettersi di afferrare le infradito e darsi alla fuga fino al primo aeroporto, dove potrebbe anche prendere il primo volo diretto per qualche isola sperduta nel Mediterraneo dove fermarsi qualche settimana, o mese, o anno, possibilmente fino alla prossima vita.
- Spogliati. – dice Shiloh, la voce priva di particolari inflessioni, dimostrando di non degnare della minima attenzione tutti i piani di fuga che Maddox ha concepito nella propria mente nello spazio di quei pochi istanti. Maddox glielo perdona, è evidente che non può incolparla di ignorare piani di cui non le ha detto niente, ma non può perdonarle altrettanto facilmente quello che le ha sentito dire, e che, piani o non piani, conosciuti o meno, suona come la follia definitiva.
Ora, Maddox è consapevole di dover fare come fece suo pare ai tempi quando sua madre gli chiese il settimo figlio. Sa che dovrebbe prendere Shiloh per le spalle, guardarla intensamente negli occhi e dirle “Angelina, ti faccio ricoverare se me lo dici un’altra volta”, solo cambiando Angelina in Shiloh, per ovvi motivi, ma in qualche modo, forse a causa del sole che batte sulla spiaggia, forse per il rumore delle onde del mare, o forse ancora per lo stridio dei gabbiani in lontananza, non riesce ad essere pronto abbastanza da pronunciare quelle poche parole, e si limita a sbiancare in volto, spalancando gli occhi e fissandola come se fosse un alieno e gli avesse appena chiesto di sottoporsi a un intervento a cuore aperto da sveglio per vedere come funziona il suo apparato cardiocircolatorio.
- Cosa…? – balbetta allucinato, sollevandosi sui gomiti per guardarla meglio. Lei si sistema addosso la canottiera e i pantaloncini chiari corti al ginocchio, e poi si china a ripulirsi i piedi dalla sabbia giusto per darsi qualcosa da fare.
- Spogliati. – gli ripete, stavolta senza guardarlo negli occhi, ed è evidente che doverlo dire un’altra volta le causa molto più imbarazzo di quanto gliene abbia causato il doverlo dire la prima.
- Cosa… no! – dice Maddox, riscuotendosi all’improvviso e scattando a sedere, teso e sulla difensiva, - Shiloh, che cazzo?
Lei gli lancia una mezza occhiata raggelante, interrompendo le operazioni di pulizia solo per un paio di secondi, prima di riprendere come se lui non avesse detto niente.
- Siamo soli, no? – domanda lei, placida, stringendosi nelle spalle, - Mica ti vergogni?
- Eh, già, perché dovrei? – ironizza lui, inarcando un sopracciglio, e poi sospira, scuotendo il capo. – Perché vuoi che mi spogli?
- Perché voglio vederti nudo. – ribatte istantaneamente lei, anche con una certa ovvietà. – Che razza di domanda sarebbe? Perché dovrei chiederti di spogliarti, altrimenti?
- Non lo so… - esala Maddox in un sospiro lamentoso, - Per mettermi in imbarazzo, per annunciare al mondo in modo originale che sei in pre-me e per la prossima settimana dovremo aspettarci da te solo follie, perché hai visto che in acqua c’è una borsa di Emily the Strange e vuoi che te la recuperi gettandomi fra i flutti di questo solitario golfo di mare…?
Shiloh si limita a continuare a guardarlo, le sopracciglia che vanno inarcandosi sempre di più ad ogni parola, e quando lui ha finito dimostra di essere sempre la solita se stessa prendendo tutto il suo discorso e schiacciandolo sotto una pressa per comprimerlo e tirarne poi fuori solo quello che le fa più comodo.
- È una richiesta che ti mette in imbarazzo? – chiede, e Maddox allarga le braccia ai lati del corpo.
- Non lo so, tu come pensi che dovrei sentirmi? Come ti sentiresti tu se io ti chiedessi di fare lo stesso? – ritorce. Lei porta immediatamente le mani alla cintura borchiata che le stringe i pantaloni in vita.
- Vuoi che mi spogli? – si offre immediatamente, stendendosi sul telo e sollevando il bacino mentre sfila la fibbia abbastanza da lasciare i pantaloni liberi di scivolare giù per la curva appena accennata dei suoi fianchi stretti e ancora acerbi.
- No! – strilla immediatamente Maddox, agitando le braccia ed avventandosi su di lei per immobilizzarla, impedirle di spogliarsi, rimetterla seduta e poi tornare a distanza di sicurezza, - No, Dio mio, Shiloh! Ma si può sapere che ti prende?
- Voglio solo vederti nudo. – scrolla le spalle lei, con una tranquillità che Maddox vorrebbe attribuire a una sorta di infantilismo prolungato fuori tempo, ma che invece ha tutta l’aria di essere motivata da una determinazione oggettivamente spaventosa, - Non mi sembra una richiesta assurda.
- Ah, no? – rantola lui, massaggiandosi le tempie, - Certo, paragonata a quando hai chiesto a Zahara di stare tutto il giorno a testa in giù perché volevi vedere se sopravviveva, o quando hai chiesto a Knox di rinunciare al suo latte e cereali perché allora eri convinta che dentro le stelline di zucchero mescolate ai Cheerios vivessero degli alieni che colonizzavano le menti dei bambini biondi e con gli occhi azzurri…
- Smettila. – lo ferma lei, infastidita, - Sai benissimo che questo non c’entra niente con quelle storie. Ero ancora una bambina.
- E invece adesso no? – chiede lui, tagliente, inarcando un sopracciglio, e la reazione di Shiloh è talmente violenta da fargli paura: la osserva scattare in piedi e stringere i pugni lungo i fianchi con tanta forza che tutto il suo piccolo corpo trema, le spalle, le braccia, i fianchi, le ginocchia.
- Io non sono una bambina. – soffia fra i denti, e Maddox deglutisce.
- Ok, ok. – dice, alzandosi in piedi a propria volta e mettendole una mano su una spalla, stringendo piano per calmarla, - Senti, facciamo così. – propone, abbozzando un sorriso ancora un po’ nervoso, - Rientriamo. Fa troppo caldo, qui fuori. Torniamo a casa, - elenca, indicando con un cenno del capo la villa che si sono lasciati alle spalle scendendo in spiaggia quella mattina, - ci riposiamo un paio d’ore e quando ti sarai risvegliata il mondo sarà un posto migliore, e se vorrai vedere un giovane maschio nudo farai come tutte le tue coetanee ed andrai su YouPorn.
- Io non voglio vedere un giovane maschio nudo e basta! – insiste Shiloh, recuperando in un gesto innervosito il proprio telo e tirandoselo in spalla senza prima spolverarlo, ottenendo come unico risultato quello di dare il via ad un tornado di sabbia tutto attorno alla propria persona che finisce irrimediabilmente per accecare, soffocare e debilitare fisicamente e mentalmente Maddox, che staziona a meno di un metro di distanza da lei, - Voglio che sia tu.
Recupera lo zaino e il proprio telo e, sputacchiando un po’, la segue, in una sinfonia di lagne insofferenti.
- Ma perché io? Ma cosa te ne fai di uno come me? Guarda che non sono nemmeno tutto questo granché, da guardare, te lo giuro. – protesta abbattuto. Lei sale i primi due gradini dell’impalcatura in legno che conduce al sentiero che si inerpica fino alla villa, e poi si volta a guardarlo, inchiodandolo dove si trova con un’occhiata gelida.
- Non si tratta solo di guardare. – butta lì, prima di dargli nuovamente le spalle e percorrere il resto del vialetto di corsa, entrando in casa senza più voltarsi indietro.
Maddox ci mette cinque minuti a riportare la mascella all’interno dei propri cardini, ed altri cinque a rientrare in casa, muovendosi con evidente fatica perché ovunque guardi, adesso, tutto il mondo gli sembra si sia tramutato in un luogo ostile, brutto e cattivo, pieno di mostri con la faccia di Shiloh che lo inseguono, cercando di artigliarlo con ditina ungulate per spogliarlo e torturarlo fino alla morte.
Che diavolo vorrebbe dire che non si tratta solo di guardare?
Quando entra in camera di Shiloh, la trova sdraiata sulla schiena sopra il letto ancora rifatto. Ha le gambe piegate e accavallate – Maddox osserva il suo piedino bianco dondolare come un’altalena e vorrebbe lasciarsene ipnotizzare abbastanza da cadere in trance e svegliarsi quando lei avrà trent’anni e sarà già sposata, piena di marmocchi e totalmente disinteressata a fare con lui cose che presuppongano una sua nudità di un qualsiasi tipo – e tiene le braccia incrociate dietro la nuca, fissando il buio con un’espressione vagamente accigliata.
Le persiane accostate riempiono la stanza di lunghe strisce di luce. Avanzando verso di lei, Maddox le attraversa, e sentire la consistenza fisica dei raggi del sole sulla pelle un po’ sudata in qualche modo lo rassicura.
- Shiloh? – la chiama, esitando. Lei non risponde, e allora lui avanza ancora, sedendosi sulla sponda del letto e guardandola per qualche secondo in silenzio, prima di parlare ancora. – Vuoi dirmi cosa c’è?
Lei sbuffa contrariata e si gira a pancia in giù, afferrando il cuscino fra le braccia e sprimacciandolo fino a renderlo abbastanza gonfio da potervi appoggiare sopra il mento comodamente.
- C’è questo ragazzo che mi piace… - racconta in una serie di cupi grugniti imbarazzati, - Ma è un po’ più grande di me e ha un sacco di esperienza. Io invece non… - sospira, - non mi sento per niente pronta a farmi toccare. Allora ho parlato con Sasha, - dice, mentre Maddox riporta alla memoria con una certa fatica l’immagine della bimbetta di cinque anni che ricorda correre in spiaggia con Shiloh e cadere ogni tre passi, un milione di secoli fa, - e lei mi ha consigliato di provare prima con qualcun altro. Giusto per entrare in confidenza col mio corpo e con quello che si fa fra… fra un uomo e una donna. Così dopo potrò provarci con lui.
- Shiloh… - protesta Maddox, passandosi le mani sul viso e poi fra i capelli, tirando indietro la cresta, - a parte il fatto che sono abbastanza convinto che Sasha non stesse parlando di me, quando ti ha consigliato di provare ad andare a letto con qualcuno, sei consapevole della marea di stronzate che questo discorso esonda? È uno tsunami di idiozia che ci porterà tutti alla morte nel giro di venti secondi. Sappilo.
- Se la smetti di dare involontariamente della deficiente alla mia migliore amica, magari… - borbotta Shiloh.
- No, ma togli pure l’involontariamente. – precisa Maddox, ed all’ennesima occhiata mortifera di sua sorella risponde con un altro gemito abbacchiato, piegandosi in due fino a poggiare gli avambracci sulle ginocchia, la schiena che forma un arco perfetto e la testa ripiegata sul petto. – Shiloh, noi siamo fratelli. Te lo sei dimenticato?
- Non siamo fratelli davvero. – dice lei, sollevandosi sulle ginocchia ed appoggiandosi alla sua schiena come faceva quando era più piccola e lui era giù molto più alto di tutti gli altri ed a lei piaceva tantissimo, ma proprio tantissimo, andare in giro a cavalcioni sulle sue spalle.
Maddox sospira, piegando indietro il capo ed appoggiandolo nell’incavo del collo di Shiloh, lanciandole un’occhiata un po’ risentita.
- Siamo fratelli davvero, invece. – ribadisce. Lei sbuffa, nascondendosi contro di lui.
- Senti, lo so che Sasha non mi stava consigliando di venire a letto con te, - ammette riluttante, - ma ci ho pensato un sacco, e tu sei l’unico dal quale potrei farmi toccare senza mettermi a strillare e a tirare calci. Mi sento a mio agio, con te.
- Questo è perché siamo fratelli. – insiste Maddox, sollevando una mano per accarezzarle i capelli e la nuca, - Ma rischiamo di mandare tutto a puttane, facendo questa cosa. Dopo non sarà più come prima.
- Perché? – domanda lei, sollevandogli addosso un’occhiata spaurita e incerta, - Sono sicura che invece non cambierebbe niente. Anzi, - insiste, sentendolo probabilmente cedere sotto le dita come sempre l’ha sentito cedere in passato di fronte a tutti i suoi capricci, - te lo prometto! Ti prometto che farò in modo che non cambi niente. – conclude, annuendo a se stessa come a dar forza al proprio proposito.
- No, Shiloh, così è peggio. – risponde Maddox, concedendosi una mezza risata vagamente intristita mentre lascia scivolare la mano lungo il profilo ancora tondo e adolescente del suo viso. – Sei così bella, potresti avere chiunque. Non hai un amico bello quanto te che nel caso di gravidanza indesiderata possa darti figli meravigliosi e che peraltro non si porterebbero a finire al tribunale della Santa Inquisizione come invece farebbero i miei?
- Non ci saranno figli, di mezzo, Maddox… - borbotta Shiloh, roteando gli occhi, e lui ride ancora. Ogni accesso di risa è uno scuotersi delle sue spalle, ed uno sfregarsi delle punte dei piccoli seni di Shiloh contro la sua pelle umida da sotto la leggera canottiera di cotone che indossa. Se ne rende conto solo adesso, di quanto è incredibilmente vicina. E già rendersene conto suggerisce ai suoi sensi un po’ intontiti dal sole e dall’aria di mare pesante sulle loro pelli, che una decisione è già stata presa.
- Stenditi. – le dice. Lei esita un paio di secondi, ma poi, dopo aver stretto un’ultima volta la presa attorno alle sue spalle, si allontana, e si sdraia sul materasso. Maddox si alza in piedi senza guardarla, raggiunge la finestra e chiude le imposte, assicurandole bene coi ferri. Non che abbia paura di poter essere spiato o visto, la villa è isolata e ben protetta e i suoi genitori e i suoi fratelli non saranno di ritorno fino al giorno successivo – ed evidentemente il malessere che Shiloh ha avanzato come pretesto per non partire assieme a tutti gli altri, chiedendogli poi di restare con lei nel caso dovesse sentirsi peggio con l’avanzare del weekend, doveva essere stato inventato apposta per arrivare ad una situazione come questa – ma l’idea di fare questa cosa alla luce del giorno lo disturba anche più della semplice idea di farlo in generale, perciò quantomeno si occupa di immergere Shiloh e se stesso nel buio più perfetto, prima di avvicinarsi nuovamente a lei e sedersi al suo fianco, accarezzandole i capelli. – Potrebbe fare male. – la avverte. Sotto le sue dita, Shiloh annuisce silenziosa. – E potrebbe non essere per niente bello. Forse ti toglierà questo peso, ma forse no. È un rischio che ci stiamo prendendo senza sapere cosa sarà di noi due dopo che sarà tutto finito. Vuoi farlo davvero?
Shiloh annuisce ancora. Il suo respiro, nel buio che li circonda adesso, è pesante e incerto. Maddox sospira e si solleva sulle ginocchia, scavalcandola con una gamba e sorridendo appena nel sentire il gridolino acuto che le sfugge dalle labbra quando capisce cosa sta succedendo.
- Scusami. – biascica Shiloh dopo un breve colpetto di tosse. Lui sfila la maglietta dalla testa in un gesto unico, e poi posa le proprie mani sulle sue, portandole all’altezza del proprio petto e premendosele contro.
- Non ti faccio niente, ancora. – la rassicura, - Toccami.
- Cosa? – domanda lei, con aria un po’ persa, e lui sospira.
- Non è solo il tuo corpo quello con cui devi prendere confidenza. – le spiega, conducendo le sue mani lungo il proprio corpo, dal petto agli addominali al bordo dei pantaloncini, - Ma anche quello dell’altra persona. Quando si fa l’amore, devi tenere presente che siete in due a farlo. Anche se tu dovessi decidere di non muoverti e lasciar fare tutto a lui, il suo corpo sarebbe comunque addosso al tuo, sempre premuto contro di te. Quindi devi imparare ad accettarlo. – conclude, lasciando andare le mani di Shiloh (che le ritrae istantaneamente, come si fosse scottata) per sbottonare i pantaloni e sfilarli velocemente.
- Sei… molto caldo. – commenta Shiloh. Nel buio, Maddox la osserva guardarsi le mani, e poi si china su di lei, scivolando con le labbra dischiuse e un po’ umide lungo il suo collo.
- Anche tu lo sei. – le sussurra addosso. Il brivido che la scuote è tale da costringerla a serrare istantaneamente le mani attorno alle sue spalle, conficcandogli le unghie nella pelle. Maddox soffia di dolore, esitando coi denti attorno al lobo del suo orecchio. – Fai piano. – le sussurra, e Shiloh non riesce a trattenere un gemito di impazienza che lo costringe a sorridere ancora.
- Scusa. – ripete, voltandosi appena per posare una serie di bacetti umidi e un pio’ infantili sulla sua guancia. È talmente vicina che Maddox può sentire le sue ciglia tremare lievissime sulla sua pelle, come il bacio di una farfalla.
- Ci penso io. – le dice quindi, scivolando con entrambe le mani sul suo corpo, disegnandone la forma.
Le slaccia la cintura e le sfila i pantaloni, e Shiloh, in un commovente sfoggio di coraggio, tira via la canottiera da sé, restando ferma sotto di lui con addosso solo le mutandine. Maddox si chiede se dovrebbe baciarla, ma stabilisce che questo sarebbe davvero troppo, troppo strano, anche se non saprebbe dire per quale motivo un bacio lo turbi più dell’idea di entrare dentro al suo corpo o accarezzarla fra le gambe. In ogni caso, non è una cosa che vuole fare, perciò si limita a lasciarle un bacio lievissimo all’angolo della bocca prima di tornare a scivolare lungo il suo collo, mentre le accarezza i seni e gode silenziosamente della pressione deliziosa di quelle sue mani così piccole e fresche sulla propria schiena.
Quando scende a sfiorarle il ventre, soffermandosi sull’orlo ricamato delle mutandine da bimba che non ha mai smesso di indossare, Shiloh schiude istintivamente le gambe per lui, sollevando il bacino per aiutarlo a terminare di spogliarla e poi rimanendo abbandonata fra le sue braccia, schiacciata fra il suo corpo e il materasso, in attesa del resto. Maddox si morde un labbro, perché il desiderio di baciarla adesso si è fatto più forte e sta abbattendo a calci tutta la naturale repulsione che provava fino a poco fa. Si ostina a restare concentrato sulla pelle bianchissima del suo collo. La stringe fra i denti e fra le labbra, la accarezza con la lingua, succhia piano e poi più forte, fino a strapparle dalla gola un paio di gemiti che si fanno più rochi e profondi quando il desiderio e il sapore intossicante della sua pelle costringono tutte le inibizioni che gli restano a nasconderle dove lui non può più vederle, lasciandolo libero di sfiorarla fra le gambe, prima esternamente e poi sempre più profondamente, insinuandosi dentro di lei con un dito mentre la percepisce inarcarsi sotto di sé e sollevare le gambe per avvolgerle attorno ai suoi fianchi, in un disperato tentativo di controllare meglio i suoi movimenti, prima di lasciarle cadere dischiuse e tremanti sul materasso quando si rende conto che, semplicemente, non può.
Si allontana da lei con riluttanza, abbandonando l’abbraccio umido e bollente del suo corpo mentre lei geme infastidita, cercando di stringersi attorno alle sue dita per trattenerle dentro di sé.
- Torno subito. – le dice, lasciandole il più lieve dei baci sul mento, - Vado a prendere—
- Niente. – lo ferma lei, afferrandolo per un polso e tenendolo fermo mentre si allunga ad aprire il cassetto del comodino per tirarne fuori un pacchetto di preservativi. – Niente figli indesiderati coinvolti, abbiamo detto. – dice con un mezzo sorriso imbarazzato, passandogliene uno. Maddox ride, strappando la plastica mentre torna a sistemarsi fra le sue gambe.
- Ti sei proprio organizzata. – la prende in giro, indossando il preservativo ed assicurandosi che non possa sfuggirgli di dosso. Shiloh distoglie lo sguardo, sbuffando imbarazzata.
- Non sono una sprovveduta. – lo rimbrotta, e lui sorride ancora, accarezzandole piano il viso mentre si sistema contro di lei.
- No, non lo sei. – annuisce, premendosi contro la sua apertura e percependola mentre si dischiude per lasciarlo passare.
Shiloh sboccia sotto le sue dita, sboccia attorno a lui in un gemito liquido e caldo, profumata come un fiore primaverile, immatura come un frutto ancora acerbo ma nonostante tutto già dolce abbastanza per poter essere assaggiato.
Maddox geme – non riesce a impedirselo – mentre cerca di controllarsi ed affondare dentro di lei in gesti lenti e misurati, ma Shiloh sembra risucchiarlo dentro di sé, i suoi ansiti spezzati sono più sensuali del canto di una sirena, il suo abbraccio più caldo e dolce di quello di qualsiasi altra donna Maddox non sia mai riuscito a stendere su un letto, il suo profumo, il suo sapore, tutto di lei lo manda fuori di testa, e lui si aggrappa con forza al pensiero che questa situazione lo prende a tal punto solo perché è strana, inusuale ed anche un po’ sporca, si aggrappa con forza a questo come si aggrappa con forza ai suoi fianchi magri quando Shiloh lo implora di darle di più e, per darglielo, lui prende a spingersi dentro di lei più velocemente, toccandola così in profondità da spezzarle in due il fiato.
Quando viene, spalanca gli occhi, terrorizzato. Improvvisamente, tutti i particolari hanno un’importanza maggiore, come quando stai per partire e fai il conto di tutte le cose che dovevi fare per essere certo di averle fatte tutte. Hai chiuso le finestre? Il gas? La porta sul retro? Lui ha indossato il preservativo, prima di entrare dentro di lei? E ha messo le cose in chiaro con Shiloh, prima di perdersi senza rimedio sopra e dentro il suo corpo?
Ansimando pesantemente, si allontana da lei, accogliendo con una sorta di disperata consapevolezza il gemito infastidito che Shiloh si fa sfuggire dalle labbra all’improvvisa sensazione di vuoto che la opprime quando smette di sentirlo dentro di sé. Si sdraia sul letto, al suo fianco, senza toccarla. Fissa il soffitto, e le poche strisce di luce che le persiane, pur serrate, non riescono a trattenere al di fuori del piccolo nido d’ombra che aveva creato per loro due, e che sembrava così sicuro, ma forse non lo è mai davvero stato. Lo era solo perché lui aveva un intenso bisogno di credere che lo fosse. Ma ecco, il sole passa comunque, e loro sono comunque fratello e sorella.
- Hai promesso che non cambierà niente. – le ricorda, e prova un’irritazione irrazionale quando sente quanto infantile e terrorizzata suoni la propria voce. Shiloh, al suo fianco, trattiene il respiro e poi annuisce.
- Non ti preoccupare. – risponde. Il suo tono è tornato freddo com’era quando, ancora in spiaggia, gli chiedeva di spogliarsi per lei. – Grazie.
Alzandosi e recuperando i propri pantaloni per poi fuggire in bagno, Maddox si chiede quand’è che la questione si è ridotta a un mero scambio di favori. Lui le ha dato quello che voleva, lei se l’è preso e poi ha ringraziato. Non c’è nient’altro, non è rimasto nient’altro.
Maddox sa che è esattamente così che doveva andare. Ma non riesce a non rimpiangerlo.
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