Genere: Romantico, Erotico.
Pairing: Rin/Ai.
Rating: NC-17.
AVVERTIMENTI: Slash, Lemon.
- "Comincia a sentire i gemiti fin dal corridoio."
Note: Non è Notte Bianca se non do almeno una prova al mondo che il RinAi è the kinkiest ship who ever sailed, a soprattutto che qualsiasi versione di Rin non lo dipinga come un disperato affamato di cazzo a cui piace prenderlo TANTISSIMO è una versione inaccurata del suo personaggio. Evviva me.
Scritta sul prompt "RinAi, Ai scopre che a Rin piace masturbarsi davanti allo specchio - e, di conseguenza, anche farci porcate davanti". Mi è piaciuto perché è così IC che volevo piangere dalla bellezza XD
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MIRROR MIRROR ON THE WALL
(who's the gayest of them all)

Comincia a sentire i gemiti fin dal corridoio. Mentre il desiderio gli stringe lo stomaco in una morsa dolorosa, si chiede distrattamente se al senpai non importi essere ascoltato, mentre fa queste cose. D’altronde, come l’ha sentito lui avrebbe potuto sentirlo chiunque altro. Sarebbe stato imbarazzante se fosse stato Mikoshiba senpai a trovarlo, al suo posto. Ma Matsuoka senpai continua a gemere senza ritegno, e sembra che di essere scoperto non gli importi davvero più di tanto, perciò Aiichiro si avvicina alla porta della stanza e la schiude discretamente, spiando all’interno attraverso lo spiraglio.
Il senpai è in piedi davanti allo specchio, e si tocca piano, lentamente, appena con la punta delle dita. È completamente nudo, e la curva della sua schiena è una linea ipnotica dalla quale Aiichiro non riesce a staccare gli occhi.
Attraverso le tende bianche e semitrasparenti tirate sulla finestra, la luce del sole passa senza difficoltà, rischiarando la stanza. Brilla sulla pelle lievemente abbronzata del senpai, mettendo in evidenza le linee nette e decise dei suoi muscoli mentre si tendono e si contraggono nello sforzo di tenere il piacere sotto controllo, per impedirgli di esplodere all’improvviso finché non è arrivato il momento giusto.
Aiichiro trattiene il fiato e deglutisce rumorosamente, o almeno così gli sembra, ma il senpai non si accorge di niente, e continua a fissare la propria immagine nello specchio attraverso le palpebre socchiuse. Si scruta con occhi pesanti di voglia, ed Aiichiro si ritrova a leggersi addosso quello stesso desiderio quando scorge il proprio riflesso nello specchio, assieme a quello del senpai.
Le dita strette attorno alla maniglia, Aiichiro si sente tremare, e poi si sente morire d’imbarazzo e vergogna nel momento in cui il senpai si china sullo specchio, appoggia la fronte sulla superficie riflettente e poi ruota lentamente il capo, voltandosi a guardarlo.
- Entri o no? – chiede, la voce arrochita dal desiderio ascoltando la quale Aiichiro non può fare a meno di ripensare ai gemiti che gli ha sentito pronunciare fino a un minuto prima.
Annuisce velocemente, entrando in camera e chiudendosi la porta alle spalle in un gesto affrettato e nervoso. Poi torna a voltarsi verso il senpai, come non volesse togliergli gli occhi di dosso neanche per un secondo, anche se non è chiaro nemmeno a lui se sia semplice voglia o una certa paura.
Il senpai, comunque, smette di curarsi della sua presenza molto presto. Restando appoggiato allo specchio, torna a guardarsi pochi istanti dopo, riprendendo il movimento lento delle dita lungo la propria erezione. Non si può neanche dire che si stia davvero masturbando, perché continua a sfiorarsi solo distrattamente, strofinando appena i polpastrelli contro la pelle arrossata e tesa di desiderio. Aiichiro non capisce se stia aspettando qualcosa o se semplicemente gli piaccia spingersi fino al limite massimo oltre il quale il piacere diventa un imperativo piuttosto che un diversivo.
Non è la prima volta che lo vede nudo, ma per qualche motivo si sente come se lo fosse. È la situazione, si dice, profondamente diversa rispetto a quello che è stato dividere lo spogliatoio con lui dopo un allenamento, o rispetto a quello che è giornalmente svegliarsi insieme e cambiarsi d’abito nella stessa stanza senza nessun imbarazzo.
Forse perché in questo momento il senpai non è solo nudo, ma esposto. Perché si sta toccando e non prova nessun imbarazzo neanche a mostrargli una cosa privata e segreta come quella. Perché gli sta mostrando proprio tutto, perché dove non arrivano gli occhi affamati di Aiichiro viene loro in aiuto lo specchio, che riflette la sua espressione persa, gli addominali tesi, i pettorali contratti, il bicipite gonfio nello sforzo di allungare il braccio e poi ritrarlo, seguendo la linea decisa della sua erezione.
Confuso dal movimento, stordito dai gemiti del senpai che ben presto cominciano a riempire il silenzio imbarazzato della stanza, Aiichiro si avvicina. Si solleva appena sulla punta dei piedi, spiando il riflesso del senpai nello specchio da sopra la curva della sua spalla. Vi appoggia sopra il mento e poi piega il capo, affondando il naso fra i capelli del senpai. Odorano di shampoo alla vaniglia. Il senpai deve avere appena fatto la doccia.
- Ti piace guardarti nello specchio, senpai? – gli domanda all’orecchio, aggrappandosi alle sue spalle e strofinando la punta del naso lungo la linea del suo collo, - Perché?
- Perché non dovrebbe? – risponde secco lui, piegando appena il capo, cercando un bacio.
Aiichiro esita, resta a pochi centimetri da lui. Poi deglutisce ed arriccia le labbra, sporgendosi verso di lui. Il senpai lo bacia senza grazia, mordendogli la lingua, le labbra, e poi il mento e una guancia.
Aiichiro geme, e lancia un’altra occhiata all’immagine riflessa nello specchio. Adesso il senpai non è più da solo, non c’è più solo lui a sfiorarsi guardandosi, adesso sono insieme, ed Aiichiro può guardarsi sfiorare il petto del senpai con le dita, può guardarsi mordergli una spalle, baciargli il collo. Può guardarsi mentre scivola con la punta della lingua lungo la linea netta della sua mascella, e la vista lo eccita.
- Sei bello. – gli sussurra addosso. Il senpai ringhia, irritato.
- Sta’ zitto. – gli dice, - Non rovinare tutto dicendo stronzate.
- Scusa. – risponde subito Aiichiro, arrossendo imbarazzato. Non sa cosa fare, vorrebbe chiedere al senpai ma ha paura di venire rimproverato ancora. Lui e il senpai non sono mai stati così vicini, e gli piace la naturalezza con la quale invece si sono avvicinati stavolta. Gli piace sentire il calore della pelle del senpai contro la sua, sentire il suo profumo così vicino, sentirsi vibrare la sua voce addosso, dentro, anche quando gli parla bruscamente. Non vuole interrompere questo contatto, e perciò non fa niente per cambiare la situazione.
- Ai, sei irritante. – dice il senpai dopo un po’, ed Aiichiro arrossisce ancora, agitandosi. Il senpai però non sembra arrabbiato, solo infastidito. – Spostati un po’… - gli dice, ed Aiichiro si allontana di qualche centimetro, lasciandogli giusto lo spazio per muoversi.
Al senpai non ne serve molto, comunque. Appoggia entrambe le mani aperte contro la parete, ai due lati dello specchio, si china in avanti e solleva il sedere, schiudendo le gambe.
- Se-Senpai…! – balbetta Aiichiro, guardando confusamente la sua schiena piegata e poi il suo viso riflesso nello specchio, come aspettandosi una risposta.
Il senpai fa schioccare la lingua, infastidito, e gli lancia un’occhiata severa.
- Hai bisogno dei sottotitoli? – domanda ruvido.
Aiichiro deglutisce, scuotendo il capo. No, non ha bisogno dei sottotitoli. Sembra tutto troppo bello per essere vero, eppure è anche tutto troppo fisico, troppo reale per essere un sogno. La pelle del senpai è calda e morbida sotto i suoi polpastrelli, il suo profumo è forte e piacevole, il suono della sua voce è intenso, penetrante, ed Aiichiro si sente svenire mentre pensa che il senpai gli sta chiedendo di fare questo, si sta piegando per lui, si sta esponendo per lui, vuole che sia lui a dargli piacere, e adesso non gli importa nemmeno che glielo stia chiedendo solo perché lì intorno non c’è nessun altro, lo farà e basta, perché lo vuole da impazzire.
Si sistema dietro di lui, appoggiando entrambe le mani ai suoi fianchi sodi. Il senpai schiude le gambe un altro po’, gli lancia un’occhiata indecifrabile attraverso lo specchio e poi si appoggia indietro contro di lui, strusciandosi contro la sua erezione, ancora imprigionata dai pantaloni della tuta. Se ne libera velocemente, quasi con fastidio. Si appoggia sul senpai e si lascia scivolare fra le sue natiche, comprimendole lateralmente perché si chiudano attorno alla sua erezione, avvolgendola. La pelle del senpai è caldissima e lievemente umida, e muovendosi Aiichiro percepisce la propria erezione sfregarsi contro la sua apertura. La sente muoversi al suo tocco, schiudersi appena quando la stuzzica con la punta del pene, quasi ad invitarlo ad entrare.
Si morde un labbro con forza, scivolando ancora una volta fra le sue natiche. Sulla punta della propria erezione può vedere già brillare il riflesso delle prime gocce di liquido preseminale. La afferra con una mano e la strofina con forza contro l’apertura del senpai, lubrificandolo. Il senpai geme, chiude le mani a pugno.
- Scopami. – dice in un ringhio basso, - Adesso.
Aiichiro chiude le mani attorno ai suoi fianchi un’altra volta, e lo tiene fermo mentre affonda in un colpo dentro di lui. Il senpai inarca la schiena, gettando indietro il capo. Aiichiro vede le punte dei suoi capelli rossi solleticargli la nuca e per qualche motivo le trova così eccitanti che non può fare a meno di allungare una mano e stringere qualche ciocca tra le dita, tirandoglieli lievemente.
Il senpai china ancora un po’ il capo all’indietro, accompagnandolo nel movimento, e poi gli lancia un’occhiata arrabbiata.
- Chi ti ha dato il permesso di farlo? – chiede in un grugnito.
- Ne-Nessuno, senpai. – risponde Aiichiro, arrossendo. Poi abbassa lo sguardo sulla curva della sua schiena, e continuare sembra subito meno difficile. – Me lo sono preso. – dice.
Quasi si aspetta che il senpai si arrabbi ancora, che si allontani, che lo rimproveri e gli dica di stare al suo posto, ma il senpai non fa niente del genere. Anzi, in seguito alle sue parole sembra cambiare completamente. Aiichiro lo sente rabbrividire sotto le dita, e poi lo vede muoversi velocemente avanti e indietro, andando incontro alle sue spinte, accogliendolo in profondità dentro di sé. Geme ad alta voce, ogni tanto sussurra il suo nome, e quando Aiichiro capisce che ha dato la risposta esatta, che ha detto proprio quello che il senpai voleva sentirsi dire, è così felice che quasi gli viene da piangere.
Ma non ha tempo né modo di farlo, perché il senpai si muove troppo velocemente, contrae i muscoli attorno a lui, stringendo la sua erezione in una morsa all’interno della quale è quasi troppo difficile perfino muoversi. Lo tiene prigioniero dentro di sé, concedendogli di uscire e rientrare solo per un paio di centimetri ad ogni spinta, e tutto quello che Aiichiro pensa è che vorrebbe continuare così per sempre, tutto quello che vuole è il ripetersi continuo di due istanti infiniti, quello in cui affonda nel corpo del senpai e quello in cui ne esce solo per tornare ad affondare dentro di lui ancora.
Si piega sulla sua schiena, appoggiando il mento alla sua spalla e guardandosi riflesso assieme a lui nello specchio. Il senpai è rosso in viso, ha gli occhi chiusi e la bocca aperta, e con la mano accarezza velocemente la propria erezione allo stesso ritmo delle spinte di Aiichiro. Quando viene, schizza contro lo specchio, una linea biancastra irregolare che taglia in due i loro corpi ancora stretti l’uno all’altro. Poi si ferma, ansimante, stringe le gambe ed aspetta che anche Aiichiro abbia finito.
Quando viene, Aiichiro si allontana da lui a fatica, con le gambe tremanti. Vede il proprio orgasmo scivolare giù lungo una coscia del senpai ed arrossisce subito. Imbarazzato, si copre il viso e scuote il capo.
- Scusa, senpai! – dice, senza neanche sapere per quale motivo si stia scusando.
Il senpai si volta a guardarlo, dritto sulle gambe, apparentemente impassibile. Poi sospira, solleva un braccio e gli appoggia la mano sulla testa, scompigliandogli i capelli in una carezza affettuosa.
- Sei proprio un bambino. – gli dice.
Aiichiro solleva lo sguardo, e quando vede che il senpai gli sta sorridendo non riesce a trattenersi.
- Senpai! – urla, gettandogli le braccia al collo.
- Ai—! – lo rimprovera il senpai, cercando di tenerlo a distanza, - E smettila! Che schifo, siamo tutti appiccicosi, levati!
- Non m’importa! – Aiichiro scuote il capo, nascondendo il viso contro la curva del collo del senpai, ed il senpai sbuffa, smettendo di provare ad allontanarlo. Gli appoggia nuovamente una mano sulla testa, accarezzandogli i capelli, e gli gira un braccio attorno alla vita, stringendolo a sé.
- Va bene… - borbotta, - Solo cinque minuti, però.
Aiichiro decide che se li farà bastare.
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