Genere: Introspettivo.
Pairing: Bill/Tom.
Rating: PG-13.
AVVERTIMENTI: Flashfic, Slash, Incest.
- "Non c’è nulla di equilibrato, in questo."
Note: Prima twincest che scrivo da tempi immemorabili, il fatto che io l’abbia plottata e poi abbia avuto voglia di scriverla e che sia infine riuscita a scriverla davvero è palesemente la risultante di una serie di miracoli che si sono compiuti contemporaneamente indipendentemente dalla mia volontà. Ogni tanto gli astri si allineano e succede anche questo.
In realtà è il regalo di compleanno per la mia adorata Meg :*** E infatti il prompt me l’ha dato lei in occasione dell’OTWMeme. È palese che userò quella lista di prompt come enorme sacchetto dei numeri della tombola dal quale attingere quando ho un compleanno in arrivo e non so cosa regalare al festeggiato XD Il prompt era “impossibilità di un rapporto di coppia”.
Titolo rubato a un verso di Heavy Cross dei Gossip.
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MAKE UP ALL THE RULES

Naturalmente, Tom non ricorda la prima volta che ha visto Bill. Sarebbe assurdo avanzare una pretesa del genere, Bill non è qualcosa in cui è inciampato per strada mentre stava camminando, Bill non era una possibilità che s’è poi trasformata in realtà col passare del tempo, Bill non è arrivato, Bill c’è sempre stato. C’è sempre stato come ci sono sempre certi tipi di malesseri fisici, quelli cronici, come l’emicrania. Magari passi qualche anno ignaro della loro esistenza, e poi all’improvviso esplodono e diventano tutto ciò cui tu riesca a pensare, condizionano la tua intera esistenza e, per dire, se già non stai granché bene quando ti svegli, eviti di uscire con gli amici, perché sai che poi si andrà in posti affollati e rumorosi, sai che puoi anticipare i segnali del tuo corpo e sai già che la serata potrebbe non finire bene.
Ecco, Bill era una cosa così – una specie di dramma. Essendoci sempre stato, Tom aveva imparato a contrastarlo nei modi migliori, aveva trovato da sé tutte quelle piccole medicine che potevano consentirgli in qualche modo di arginarlo, di evitare che diventasse un problema troppo ingombrante.
Fin da quando sono stati piccolissimi, Tom ha passato la propria vita a fissare paletti. Mentre suono, cerchi il più possibile di non toccarmi. Puoi avvicinarti, puoi sfiorarmi, se proprio devi, ma cerchi di non toccarmi. Mentre mangio il mio panino preferito, non mi riempi le orecchie di cazzate, ho bisogno di concentrarmi, per godermelo. Mentre stiamo guardando un film insieme, anche se piangi, non ti soffi il naso rombando come una trebbiatrice, o ti trebbio i capelli. E via così. È importante, quando condividi la tua intera esistenza con qualcuno come Bill – qualcuno che si appropria di tutto ciò che tocca per il semplice fatto che tutto ciò che tocca diventa suo – imporgli limiti simili, confini che non possa attraversare, regole entro le quali possa muoversi. Non può giurarci, per ovvi motivi, ma è quasi certo di aver imposto limiti a Bill perfino quando stavano entrambi nella pancia della loro madre.
Altrettanto naturalmente, niente di tutto questo è mai servito, perché a Bill basta un niente per prendere tutte le regole che faticosamente lui gli ha costruito attorno e passarci sopra, con la grazia di un elefante. Gli basta davvero pochissimo, un sorriso, un tocco lieve sul braccio, giocare distrattamente con le sue nuovissime ciocche bionde, masticare annoiato un chewing-gum o torturare fra le labbra un orsetto gommoso. Gli basta questo e tutte le sue regole svaniscono come un soffio nel vento, si perdono, si dissolvono, non lasciano nemmeno una traccia, come non fossero mai esistite.
E così Bill ha cominciato ad infrangere tutte le sue leggi, una ad una, dalle più stupide alle più importanti.
Quando, una notte, s’è infilato nella sua cuccetta, s’è stretto con forza contro il suo corpo e poi l’ha baciato lievissimo e appena umido sulle labbra calde e un po’ tremanti, Tom ha capito che, da quel momento in poi, cercare di arginarlo ancora sarebbe stato impossibile. Bill s’era preso tutto anche se gli era stato esplicitamente vietato, cosa avrebbe potuto fermarlo adesso che Tom s’era lasciato prendere senza nemmeno opporre un minimo di resistenza?
Ogni tanto ci pensa, e si chiede se lui e suo fratello stiano insieme. Se baciarsi, accarezzarsi, fare l’amore come può fare l’amore solo con Bill, possa significare anche “stare insieme” nel modo normalmente inteso dalla maggior parte della popolazione mondiale – amare solo una persona, desiderare di condividere gioie e dolori solo con quella persona, sempre con quella persona, finché si ha vita nelle ossa e nei muscoli. Ogni tanto se lo chiede, si chiede se quello che condivide con suo fratello sia un rapporto di coppia.
Si risponde presto da solo di no. Sarebbe impossibile. Un rapporto di coppia prevede una sorta di parità fra le due parti. Prevede compromessi, equilibrio, bilanciamenti, scambi equivalenti.
Bill prende, Tom concede.
Non c’è nulla di equilibrato, in questo.
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