Genere: Commedia, (vagamente) Romantico.
Pairing: Usagi/Rei (accennato come una cosa molto accennata).
Rating: PG
AVVERTIMENTI: Shoujo-ai (accennatissimo), (triplo) Drabble.
- "Tira fuori la lingua!"
Note: Scritta per la Notte Bianca @ maridichallenge, su prompt Sailor Moon, Usagi/Rei; "La mia lingua è più lunga della tua.".
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LOVE TO SEE YOU CRY

Si fermò all’improvviso, ritraendo la lingua mentre Usagi ancora si ostinava a spingerla fuori dalle labbra, accompagnando il tutto con mugolii e mugugni che nelle intenzioni avrebbero dovuto essere molto offensivi, ma nei fatti risultavano solo parecchio ridicoli e pure un po’ scemi.
- La mia lingua è più lunga della tua! – disse Rei, dopo aver studiato quella di Usagi per qualche inquieto secondo. – Guarda! – e così dicendo la afferrò per un braccio e la trascinò fino allo specchio sopra la toletta, spingendola verso la superficie riflettente fin quasi a farle sfiorare il vetro freddo con le guance, e tirando fuori la lingua.
- Ma che diavolo ti prende! – sbottò Usagi, lanciando un’occhiataccia irritatissima al suo riflesso, - Lasciami andare.
- Tira fuori la lingua! – insisté Rei, spingendola di più verso lo specchio e poi tornando ad avvicinarsi e tirare fuori la propria.
Usagi mugugna qualcosa di incomprensibile, ma alla fine si rassegna. La sua lingua piccola e rosa saetta fra le sue labbra. Rei la osserva, si avvicina al suo viso, tira di nuovo fuori la propria. In effetti, è appena più lunga. Non sa perché, ma le sembra una cosa stranissima, e le viene da ridere. Non lo fa, però. Cerca nella mente un qualche modo per inquietare Usagi, medita se tirarle i capelli o pizzicarle il naso, ma quando nota che lei è ancora lì con la lingua fra le labbra, intenta ad arrovellarsi per cercare di capire per quale motivo Rei abbia insistito tanto per fargliela tirare fuori, un sorriso malizioso le si apre sul viso, e capisce cosa deve fare.
Si avvicina e ne morde la punta. Piano piano, un morsicino appena accennato, giocoso. Usagi ritira immediatamente la lingua e si copre la bocca con entrambe le mani, fissandola con occhi acquosi per un paio di secondi prima di scoppiare a piangere.
- Ma perché l’hai fatto? Perché? – si lagna e strepita ed agita le manine chiuse a pugno mentre scuote la testolina buffa, i codini che le vorticano attorno e grosse lacrime gonfie e pesanti come quelle dei bambini le rotolano lungo le guance arrossate. Rei trattiene a stento un sorriso, mentre la rimprovera di essere più piagnucolona di una mocciosa viziata. In realtà, vederla così le piace un mondo. Ecco perché continua a farla piangere.
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