Fandom: Originali
Genere: Introspettivo/Romantico
Rating: R
AVVISI: Lime.
- Una ragazza, due ragazzi, ed una sensazione che somiglia ad una distorsione temporale...
Commento dell'autrice: Eccolo qua, il mio shoujo *-* Se ci pensate bene, gli elementi ci sono tutti XD La protagonista che è in un modo all’inizio ed in un altro alla fine, i due ragazzi che se la contendono (ovviamente biondo-angelo di perfezione/moro-donnaiolo e pervertito XD), l’amica del cuore rompicazzi ma matura… c’è tutto XDDDD Però tutto sommato mi piace è.é Era una cosa a cui pensavo da un sacco, che ha preso ispirazione da un balletto in cui veniva rappresentata la scelta di un’anima (ragazza vestita di grigio) tra bene e male (ragazzo in bianco + angeli e ragazzo in nero + diavoli). Tutto sommato piacevole da scrivere è.é
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Lose My breath

- Non ci posso credere! Finalmente sei TORNATA!
Certe volte penso davvero che Claudia si troppo affettuosa. Il che è strano, dato che ci conosciamo da una vita e lo scambio di abbracci fraterni dovrebbe essere perfettamente normale.
- Si, eccomi qui…
Forzo un sorriso. Vorrei dirle che, fosse stato per me, sarei rimasta in montagna anche per sempre. Ma costringo me stessa al silenzio.
- Allora, Cri, com’è andata la settimana bianca? Conosciuto qualche ragazzo carino?
Mi prende a braccetto e cominciamo a camminare verso l’aula immerse nel solito baccano da inizio scuola.
- Macché… e poi sarebbe stato impossibile, visto come i miei genitori mi pedinavano…
Che poi, a dire proprio la verità, non è che mi siano stati particolarmente addosso… è che mi seccherebbe davvero moltissimo dire a Claudia che non ho conosciuto ragazzi perché non mi interessava per niente, come attività. Sarò frigida, chissà.
- Qui invece che è successo?
Incredibile. Non riesco neanche a simulare curiosità. Chissà se lei si è accorta che non me ne frega niente, qualsiasi cosa possa dire…?
- Oh, vedrai! E’ arrivato uno studente nuovo dalla Francia! Si chiama Daniel. Puoi crederci? E’ un giovane scrittore! Ed è carino da morire…
No, non se n’è accorta.
- Daniel, dici?
- Si… Daniel Daudet, sta in terza H. i suoi genitori non sono ancora riusciti a trovare una casa, stanno qui da poco, ma pensa un po’? Sono talmente ricchi che soggiornano al Delle Palme! Ho già detto che ha sedici anni? No, forse no. Comunque adesso l’ho detto.
Scoppia a ridere.
Claudia è così. Basta pronunciare il nome di uno, uno qualsiasi, e lei ti narra per filo e per segno vita, morte e miracoli. Certe volte mi sono chiesta come faccia, ma ho lasciato perdere perché in fondo non mi interessa davvero.
- Comunque te lo farò conoscere a ricreazione… - dice baciandomi su una guancia nel momento esatto in cui suona la campanella che dà il via a quella che sarà, come al solito, un’orrenda giornata scolastica.
- Ok. – dico atona. Poi ci separiamo.

*


La mia vita mi annoia a morte.
Non ho problemi ad ammetterlo con me stessa. Chissà perché, però, mi scoccia molto che se ne accorgano gli altri, quindi cerco di mascherare la mia ormai patologica indifferenza come posso.
Inutile fare il conto delle volte in cui non mi riesce.

*


- ECCOTI qua!
Claudia mi corre incontro stampandomi un bacio rumoroso su una guancia.
- Si, eccomi… mi aspettavi?
- Ma non ti ricordi??? Ti avevo detto che ti avrei presentato Daniel!
Faccio un po’ mente locale.
Cristo, la noia era stata tale che me n’ero completamente dimenticata.
- Ah, già, certo… - sussurro imbarazzata.
- Ed allora VIENI, no? Sono già le undici e cinque!!!
Il suo entusiasmo è trascinante. Nel senso che, proprio, ti prende fisicamente e ti travolge, e tu, volente o nolente, ti lasci condurre dalla piena. Che senso avrebbe, poi, resistere?
Mi afferra una mano portandomi verso la terza H. Quando arriviamo lì, c’è un nugolo di persone tanto fitto, attorno a un banco, che non si riesce a vedere nulla. Claudia si fa avanti, a grandi passi.
- Ma vergognatevi! Sembrate tutti in calore!
Conosce tutti. Ed usa quel tono con tutti. Certe volte è insopportabile. Ma è il suo carattere, allegro ed espansivo, com’è che si dice in questi casi? Le voglio bene anche per questo.
Mi suona come una buffonata.
- Daniel! Daniel!!!
La guardo mentre arpiona qualcuno in mezzo alla folla. Mi viene quasi da ridere.
Poi, lui ne esce fuori.

*


Sapete quando si parla di tutti al cuore? Quando ci si sente mancare il respiro? Talmente leggeri che si potrebbe volare via?
Davanti ai miei occhi…
…c’è un angelo…
- Piacere, mi chiamo Daniel!
- Io… io sono Cristina… piacere…
- Bene, le presentazioni sono completate, adesso andiamo a mangiare, sto morendo di fame!
Claudia, perché non sparisci…?
NO. NO! Devo tornare in me. In fondo, è solo un ragazzo.
…con due ali sulla schiena e un’aureola sopra la testa, anche se solo io riesco a vederle… NO!!!
Ok, esco dall’estasi.
- Si, andiamo. – Sorride lui. Io seguo loro.
Lo guardo. Ha i capelli biondo grano e gli occhi assurdo cielo. E veste di bianco. Il che mi porta a pensare che o è un angelo sul serio o è talmente ben travestito da poter ingannare perfino Dio.
Fa ridere, sembra quasi uscito da un manga.
D’improvviso, si volta a guardarmi. Io mi agito tutta: sicuramente s’è accorto che lo fissavo! Ma lui sorride, cielo! Scopre una fila di denti bianchissimi e regolari, ed ha un paio di labbra che…
Imbambolata come un’adolescente alla prima cotta – cazzo! Lo sono! – continuo a guardarlo rapita, per tutto il tempo. D’altronde, lui non dà cenno neanche di accorgersene, mentre parla allegramente con Claudia. Lo sento ridere – una risata limpida, cristallina – quando lei parte ad imitare le più oche, che hanno già dato prova di sfacciataggine attaccandosi a lui per le prime tre ore. Daniel minimizza, ma no, dice, stanno con lui soltanto perché non l’hanno mai visto prima, non perché sia particolarmente interessante. Bello, anche modesto. Avrà qualche difetto? Non credo proprio.
Scrive! Ha scritto un sacco di racconti brevi su una rivista, e sta preparando un libro! E per farlo con più tranquillità si è trasferito in Italia e ci rimarrà almeno per tutto il resto dell’anno! Già solo per questo è fantastico averlo incontrato. Nell’ascoltarlo parlare mi lascio prendere da un’eccitazione che mi è completamente nuova.
Insomma, solitamente la mia indifferenza è addirittura esagerata, mi spaventa quasi. Ed invece questo biondino bellissimo mi carica d’interesse.
- E di cosa parlerà il tuo libro? – chiedo con sguardo sognante appoggiando il viso alle mani. Lui si volta a guardarmi stupito, e dopo un attimo scoppia in una risata gioiosa.
- E’ un piacere sentire la tua voce!
Realizzo solo adesso che non ho ancora aperto bocca da quando, appoggiati al muretto della scuola, ci concediamo il lusso di un sandwich da due euro sonanti.
Arrossisco imbarazzata.
- Mi spiace…
- Fa nulla… comunque… non so ancora, di preciso, di cosa parlerò. Per adesso sto solo raccogliendo varie sensazioni vaghe, ispirate da passeggiate o gite in campagna… noioso, non ti pare?
Mi affretto a negare, agitando una mano.
- Ma no, che dici? Io lo trovo molto interessante!
In questo preciso istante suona la campanella e, un po’ a malincuore, osservo Daniel dirigersi all’interno del grigio edificio, dopo aver salutato educatamente. Quando è scomparso, Claudia mi pizzica un braccio.
- Puoi anche asciugare la bava e chiudere la bocca, adesso!
- C-Che cosa? Ma che dici, Clà?
- Si, si raccontala ad una che non ti conosce da dieci anni… non ti ho mai vista così!
- Così come?
Mi volto, cominciando a percorrere la strada che mi separa dalla classe, ed ascolto fingendo disinteresse.
- Eri tutta imbambolata a fissarlo… e poi… “oh, no! Io lo trovo così interessante!”…
Claudia mi fa il verso, con qualche smorfia e parecchie moine. Davanti all’aula mi saluta con un bacio, dandomi appuntamento all’uscita.

*


Quando suona la campanella, mi lancio fuori dalla classe neanche ad attenderci ci fosse Brad Pitt, scendo le scale come un fulmine col rischio di spezzarmi l’osso del collo e, dopo essere uscita da scuola, mi getto temeraria nel mezzo dell’enorme folla che preme sulla spiraglio del cancello per uscire. Ed io detesto le folle. Appena riesco a liberarmi guardo tutti attentamente ed individuo al volo Claudia, che agita un braccio per farsi notare da me. Corro al suo fianco, e poi passo sotto scansione visiva tutti coloro che ci stanno intorno.
Ci metto un po’ a rassegnarmi all’idea che Daniel non sia accanto alla ragazza, e nemmeno nei dintorni.
Claudia deve intuire la mia delusione da come la guardo.
- Santo cielo, Cristina, oggi sei davvero incredibile!
- Come? Cosa?!
- Non mi hai neanche salutato, si vede che hai occhi solo per Daniel! Bè, mi dispiace deluderti, ma non c’è pane per questi tuoi libidinosi dentini!
Scoppia a ridere dopo aver simulato di essere offesa per qualche secondo.
Mi chiedo chi me lo faccia fare; lasciarmi prendere in giro così…
- Ehm… scusa… è che…
Non so neanche io come spiegarle che quel ragazzo m’ha mandata fuori di testa.
Lei agita una mano, sbuffando.
- Non lo vedrai prima di domani, temo… è andato via.
- Di già?!
Lo chiedo con un tono che non ho mai sentito, proveniente dalla mia bocca.
- Si, di già! Oh, cielo, Cri, non sclerare! Domani!
Abbasso lo sguardo, imbarazzata. Passano pochi secondi prima che io risenta la sua voce, con un tono, stavolta, malizioso.
- Piuttosto… stasera hai da fare?
- Uh?
- Si, puoi andare un po’ in giro stasera?
- Per locali?
- Si. Voglio portarti in un posto… ti farò conoscere qualcuno che ti farà dimenticare all’istante il francesino!
Non lo credo possibile. Ma questo non lo dico.
Alzo le spalle, sbuffando.
- Si, non vedo perché no…
- Non dovresti chiedere il permesso a papi e mamy? – ridacchia lei.
Non capisco, in un primo momento. Da quando in qua ho bisogno di chiedere il permesso ai miei per…
Poi realizzo. Quella mattina stessa le avevo dato a intendere di avere i genitori più iperprotettivi sulla faccia della terra…
Rido imbarazzata, cercando di metterci una pezza.
- Oh… s-si, hai ragione… farò meglio a chiedere prima… ti chiamo io!
Lei sorride.
- Ok. A dopo!

*


Arrivo a casa, pranzo e mi affretto a chiamare Claudia. Ho deciso di uscire, stasera, niente mi fermerà.
Anche perché lo smagliante sorriso di Daniel non mi lascia in pace, e qualsiasi cosa possa distrarmi è bene accetta.
- Bene! Ci vediamo al Cerchio alle dieci, ok?
Ho appena accettato e già mi pento. Il Cerchio non mi piace, fanno musica orribile. Ma ormai è fatta, temo.
Dopo cena mi vesto, non particolarmente sexy né tanto meno elegante, appena diversa dal normale, una mini un po’ più corta, una scollatura più profonda, giusto qualche centimetro di tacco per gli stivali ed una giacca che assomiglia più ad un cappotto ma in realtà è molto leggera, nera. Neanche mi trucco. Lego i capelli in una lunga e liscia coda alta dietro la testa, una spruzzata di profumo alla mora e sono già sulla moto diretta in centro.

*


- Cristina! Sono qui!
Sono tentata di scuotere la testa nell’avvicinarmi a Claudia. È esagerato… il trucco è pesante, il vestitino troppo corto e trasparente in maniera imbarazzante… senza parlare poi di quegli stivali alti fino a metà coscia!
- Ciao Cla… sei qui da molto?
Scuote la testa facendo frusciare la chioma fulva, fresca e profumata di shampoo.
- No, sono appena arrivata! D’altronde sono ancora le dieci meno un quarto… bè, tanto meglio! Entriamo? Lui di sicuro avrà quasi già finito…
- Lui…? – ridacchio maliziosa, - Vuoi farmi conoscere il tuo ragazzo?
- Si, magari… dai, vieni.
L’interno del locale è ampio, ma saturo di fumo, persone, sudori, suoni. Sembra che le mura non riescano a contenere il miasma che si sprigiona dalla folla accalcata a ballare sulla pista.
D’un tratto, il volume della musica s’abbassa, lasciando posto ad una suadente voce maschile.
- Il vostro JD vi saluta, per adesso, lascio il campo alla mitica Stella… per chi volesse risentirmi, a domani alla stessa ora! E adesso vado a godermi anche io un po’ la serata, se capite cosa intendo…
Vedo Claudia ridacchiare, ma non ci faccio particolarmente caso. Rimango, invece, ad osservare la postazione del dj, inspiegabilmente curiosa di scoprire a chi appartenga quella voce.
È un bel moretto. Abbronzato. O almeno così sembra dal basso. Fisico atletico, slanciato. Deve essere, tra l’altro, particolarmente alto.
Scende le scale in tre balzi e si getta nella folla, fuoriuscendone subito dopo.
- Ma guarda chi si vede! - dice correndo incontro a Claudia e baciandola su entrambe le guance. – Accidenti, sei splendida stasera!
- E tu troppo galante! – risponde lei ridendo. Fa la modesta ma si capisce che un complimento da lui la rende felice, ha cambiato tono di voce.
- Dorian, ti presento Cristina, la mia migliore amica.
Si volta verso di me. Io mi congelo. Detesto essere osservata, soprattutto quando non mi sento a mio agio. E l’indossare una minigonna – per me già esagerata dal momento che solitamente indosso pantaloni talmente larghi d chiedersi dove siano le mie gambe in mezzo a tutta quella stoffa – è un motivo abbastanza valido, per me.
Lui mi squadra tutta dall’alto verso il basso, ed io faccio lo stesso, ma in maniera più discreta.
È proprio carino. Non c’è che dire. E nel pensarlo torno subito a Daniel, con la memoria, e mi chiedo se regga il suo confronto, questo nuovo arrivato. Mi rispondo subito di no, più per rassicurarmi che perché ne sia convinta. Ma dal momento in cui me lo dico comincio a crederci davvero.
In ogni caso ha un aspetto stravagante. I capelli nerissimi e lunghi, ma sottili, scendono leggeri sul collo. La lunga frangetta copre le sopracciglia e, in parte, i profondi occhi scuri, e poi scende morbida dietro le orecchie, attirando l’attenzione sui tre brillanti indossati in fila sul lobo sinistro. Le labbra sono sottili e piegate in un affascinante sorriso ironico.
Il ragazzo apre bocca solo dopo avermi osservata per bene.
- Niente male, davvero!
Esclama entusiasta. Io non posso fare a meno di sentirmi offesa.
Claudia ridacchia complice. Vorrei picchiarla, dannazione… la maledico per avermi portata qui.
- Sapevo che ti sarebbe piaciuta!
- Allora l’hai portata per regalarmela?
- Ehi…!
Provo ad intromettermi, ma quella che dovrebbe essere la mia migliore mica mi ferma mettendomi una mano sulla spalla.
- Tranquilla, Cri… NO, DORIAN, te l’ho portata perché la ragazza qui ha bisogno di distrazione, “se capisci cosa intendo”…
Lui torna a guardarmi, sorridendo malizioso.
- Distrazione…? Storia finita male?
- Peggio: cotta adolescenziale!
- Ah!
Scuote la testa, incrociando le braccia sul petto ed assumendo una buffa posa saggia.
- Queste cose vanno incoraggiate e coltivate. Non posso distrarla!
La sua protesta dura poco, il tempo che Claudia nomini Daniel. Io mi faccio prendere dall’imbarazzo e non capisco più nulla, vedo solo cambiare l’espressione di Dorian che, da sorridente, s’incupisce. Poi, lo vedo circondarmi le spalle con un braccio.
- Stasera, dunque, sei nelle mie mani… - dice con un sorriso che non ha nulla di rassicurante.
Claudia svanisce sulla pista da ballo.

*


Non capisco perché sia al suo fianco a bere birra, se non voglio. Vorrei essere uscita con Daniel, stasera. Anzi, vorrei essere a casa.
Lui è tranquillo, ha uno sguardo particolare che sembra dire al mondo “non disturbatemi, sono occupato!” ed a me “sono a tua disposizione, parla pure!”, ed io sono confusa da tutto questo. Sono confusa da quest’attenzione.
- C’è qualcosa che non va? – mi chiede facendosi più vicino.
- No, no! – rispondo io per gentilezza con un sorriso di circostanza stampato sul volto.
Lui sorride, è affascinante. Io sono brilla.
- Ho capito, ti porto a casa…
Sembra gentile, in fondo; si comporta da bravo ragazzo, eppure ho come l’impressione che sia un atteggiamento improntato su misura per me, artefatto. Mi dico “non può essere così luminoso, c’è troppo nero intorno a lui”, e penso “devo essere proprio ubriaca per soffermarmi su certe cazzate”.
Fuori dal locale lo guardo ancora. Il modo in cui si veste mi piace, ma maglietta aderente crea un sensuale contrasto con i jeans scuri larghissimi. I capelli sembrano stare su senza gel, ha un’aria naturale.
- Claudia non si dispiacerà se andiamo via senza avvertirla?
- Ma no…
Lui ride.
- Se la conosco bene starà già rimorchiando qualcuno in pista!
“E la conosci bene?”, ho voglia di chiedere, ma taccio.
Ci fermiamo davanti alla sua moto, io mi lamento perché la mia è più lontana, ma lui mi sorride ancora.
- Salta su, ti ci porto io, e poi ti scorto fino a casa.
Lo fa sul serio.
Davanti al portone sono infastidita quando lo vedo scendere dalla moto ed avvicinarsi a me, ma è una sensazione che svanisce subito.
- Lo sai che sei carina? È stata una bella serata.
E come a volerlo confermare mi da un bacio in punta di labbra. Io lo trovo dolce. Glielo dico, pensando che se non fossi così brilla l’avrei schiaffeggiato, e mi viene un po’ da sorridere. Lui ride e non capisco perché. Ho sonno e vedo tutto come in un flashback, ma le sensazioni sono amplificate. Come il suo calore che m’è rimasto sulle labbra, o la sua voce terribilmente sensuale.
Lo saluto.
- A presto? – mi chiede.
Sorrido. Rientro in casa senza rispondere.

*


Quando mi risveglio, l’indomani mattina, sono nel mio letto al calduccio. La sera precedente mi sembra tanto lontana da farmi pensare di averla sognata. Cerco sulle labbra una qualsiasi traccia della presenza di Dorian, ma non ne trovo. Davvero, solo un sogno?
Quasi me ne convinco, uscendo di casa per andare a scuola.

*


- Allora, ti sei divertita ieri sera?
Claudia, maliziosa, mi investe con le parole e con le braccio, fermandomi mentre, con gli occhi, cerco Daniel. Mi fermo e rispondo di mala voglia.
- Abbastanza.
- Carino Dorian, eh?
- Un po’.
- Meglio di Daniel?
La guardo in cagnesco e riprendo la mia attività di Daniel-radar.
- Lo cerchi? Lui non è stato capace di fartelo dimenticare?
Sembra sinceramente stupita. Perché non la pianta con queste domande del cazzo?
- Ehi, ehi… dimmi un po’… vuoi dire che non siete finiti a letto?
Sono io che mi blocco di scatto e la fisso, chiedendomi cosa diavolo voglia dire. Sul suo viso persiste quell’espressione meravigliata.
- Dico sul serio… sei la prima che io gli presenti che non riesca a portarsi a letto…

*


Il mistero di questo ragazzo mi sconvolge. Dunque avevo ragione la sera prima quando pensavo che quell’atteggiamento gentile fosse solo una maschera! Per un po’ mi arrabbio. Però sono incuriosita.
- Va là ogni sera alle nove?
- Si… ah, ma allora ti interessa!
La verità è che non lo so.

*


- Cristina…?
Mi piace questo modo che ha di pronunciare il mio nome alla francese, è dolce. Gli sorrido tranquilla, spontanea.
- Ciao Daniel!
- Ciao Dani! - mi fa eco Claudia aggrappandoglisi ad un braccio.
Detesto questo suo fare civettuolo.
Ci sediamo sul muretto parlando del più e del meno. Sto troppo bene in sua compagnia, mi sento strana.
- E… sei andato un po’ avanti col libro?
Lui sorride chiudendo gli occhi.
- Un po’ si… ho trovato la protagonista!

*


Non so neanche come, sono davanti la porta del Cerchio alle nove e mezza, in trepidante attesa.
Non so, mi sento strana. Ho messo un vestito estivo corto con le bretelline sopra un maglioncino in ciniglia nero, aderente e col collo alto; ho gli stivali; mi sono truccata ed ho appuntato i capelli con un fermaglio argentato dietro la testa.
Entro nel locale immergendomi in quella sua atmosfera fumosa, e subito alzo lo sguardo sulla consolle del dj. Dorian è lì, con un completo felpa-pantaloni in acrilico rosso con strisce laterali gialle ed un cappello dalla strana forma calcato sulla testa. Si muove a ritmo. Bè, è sexy.
Mi accorgo di essere entrata, stasera, con una disposizione d’animo tutta diversa rispetto al giorno prima. Cosa mi aspetto? O meglio, cosa mi fanno aspettare le parole di Claudia che ricordo tanto distintamente?
Compro una lattina di birra e mi ci attacco, continuando a guardare in alto verso di lui. All’improvviso, la sua voce interrompe il flusso di note e lui lascia posto al dj successivo. Mentre scende le scale mi adocchia, sorride, è sicuro di sé.
- Sei tornata… - mi dice con un sorriso quando mi è ormai di fronte. Io ridacchio imbarazzata, scendendo dallo sgabello sul quale mi sono appollaiata tenendomi ferma la gonna con una mano.
- Non me l’aspettavo – continua, e fa un gesto al barista che gli lancia una lattina dal contenuto a me ignoto.
- Bè, ieri sera mi sono divertita…
Ancora sorride, non mi stacca gli occhi di dosso.
- Mi fa piacere…
Piombiamo nel silenzio, ed io non oso osservarlo. Mi chiedo se quello che ha detto Claudia sia vero, mi chiedo anche, se è vero, perché non con me? Forse non sono abbastanza carina o interessante? Forse per questa mia apatia? No, mi dico, ultimamente sono tutto meno che apatica, soprattutto nei confronti dei ragazzi.
- Non hai da fare adesso, vero?
Scuoto la testa in fretta. Lui mi guarda con occhi indecifrabili.
- Ok… allora andiamo a fare una passeggiata.

*


- Ma tu quanti anni hai?
- Sedici… - rispondo senza pensarci. Per un attimo ha un sussulto, ed io mi spavento. Credo sia più grande di me, e molto.
- Tu?
- Venti.
Non è poi tantissimo, mi dico mentre mi stringo nel cappotto nero lungo di piuma d’oca.
- Hai freddo?
Si avvicina, sento il suo calore.
A che gioco stiamo giocando? Di sera, con lui, mi sembra di essere tutt’altra persona rispetto al giorno. È strano, non mi sono mai sentita così.
- Un po’…
- Senti…
Ci fermiamo, mi guarda negli occhi.
- Dio, sono agitata.
- Vuoi salire da me? Ho un monolocale poco distante da qui.
La prospettiva di poter rifiutare neanche mi si para davanti agli occhi.

*


- E’ carino qui…
E’ piccolo, ma ben arredato, molto sobrio e decisamente impersonale. Appena entrati, subito accanto alla porta, c’è un soppalco, circondato da un paravento attraverso il quale s’intuisce un letto.
Non smette un secondo di sorridere, stasera. E non mi sembra che sia ubriaco, però.
- Dammi il cappotto, su…
- Si, bè, resto appena il tempo di scaldarmi un po’, non vorrei che i miei si preoccupassero…
Lui annuisce, è tranquillo. Io mi convinco: non vuole niente da me, è solo gentilezza.

*


- Dimmi una cosa… io ti piaccio…?
Io quasi neanche lo sento. Imbarazzata da una domanda come quella in un momento come quello, taccio.
- Ehi…
Lo vedo sorridere cattivo.
- … guarda che se non mi rispondi mi fermo…
E per rendere più concreta la minaccia rallenta subito il ritmo del movimento della sua mano nelle mie mutandine. Spinta dalla possibilità che si fermi sul serio, mi aggrappo a lui e faccio appello a tutte le mie forze per rispondere, tra un ansito e l’altro.
- S-Si…
Non so come, due minuti dopo sono sul suo letto. Non mi chiede nulla, sa esattamente dove mettere le mani… e la bocca… ed anche tutto il resto di questo suo dannato bellissimo corpo. Io neanche me ne accorgo, quando comincia a spogliarmi, so solo che ad un certo punto mi trovo nuda, ed anche lui è ad un passo dall’esserlo. Ed ha fatto tutto da solo! Io non ho fatto altro che stringermi a lui, intontita com’ero dal suo tocco. Il primo tocco di un uomo sul mio corpo.
Mi passa una mano sul viso, scende lungo il collo, poi giù sul petto, a ricalcare il contorno del mio seno, la vita, il ventre, per qualche centimetro della coscia…
Con un tocco leggero separa le mi gambe e si spinge fra di esse, esitando ancora qualche attimo. Sento il suo sesso premermi deciso contro, e mentre cerco di concentrarmi su questo lui cerca ancora di distrarmi giocando con la lingua a stuzzicarmi l’orecchio. Sto già quasi per non pensare più all’affare che mi si insinua fra le gambe quando, un momento prima che cominci a considerarlo indesiderato, eccolo. Lui è lì. O sarebbe meglio dire “qui”. Insomma, è dentro.
Mi avevano preparato a torture inimmaginabili. “La prima volta? Oddio!”. Ed invece mi sta piacendo. Sarà perché sono così incredibilmente eccitata da chiedere solo soddisfazione senza badare ad altro, sarà perché lui è proprio bravo ed ha esperienza, ha un tocco deciso ma gentile; sarà che Dorian mi piace proprio tanto e non capisco perché, e questo mi affascina. Fatto sta che è bello, e non me ne pento neanche per un secondo. Chiudo gli occhi e godo, ansimando. Mi accorgo che anche lui è venuto perché, d’un tratto, si fa più veloce, poi mugugna qualcosa ed infine mi si accascia addosso, il suo viso tra la mia spalla ed il mio collo. Ho ancora gli occhi chiusi, e respiro il suo profumo, è buono anche se un po’ acre per via del sudore; non mi risulta per nulla fastidioso.
Lo sento sorridere.
- Sai di buono… è stato bello, sai?

*


La cosa che mi dà fastidio è dovermi separare da lui, con tutto ciò che ne consegue. Dovermi alzare e rivestire, osservarlo mentre fa lo stesso, rimettermi il cappotto, uscire nel gelo della notte buia, affrontare il ghiaccio di una corsa in motorino, salutarlo col terrore che noti l’imbarazzo che si palesa sulla mie guance, dover perfino subire la cazziata dei miei genitori che ah, se sapessero…

*


Tutto il senso di colpa che non ho sentito la sera prima, ecco che si fa vivo quando sono al cospetto dell’angelo Daniel.
Lui mi piace moltissimo. Ed invece adesso Dorian mi sembra così lontano, con tutti i suoi anni e la sua esperienza… chi mi ha portato a donare a lui la mia verginità? Non ha senso! Se mi piace qualcuno, come posso scopare con un altro? Inammissibile.
- Mi sembri strana oggi, Cristina…
Sorrido, fingendo di essere a posto.
- Ma no, Daniel… sul serio…
Lui è calmissimo, come sempre.
Claudia mi squadra in cagnesco.

*


Sa di gelosia l’interrogatorio che mi riserva una volta sola con me. Vuole sapere il come, il dove ed il quando.
- Sei stata da lui ieri sera, vero?
Si morde le labbra.
- A casa sua, vero?
Muove qualche passo nervoso.
- L’avete fatto, no? E poi lui s’è addormentato?
La guardo stupita.
- No, abbiamo parlato un po’ e poi mi ha accompagnata a casa.
- Cosa? Avete parlato? Che t’ha detto?
Mi lascio andare al primo ed unico mezzo sorriso sincero della mia giornata.

*


- Pronto?
- Pronto, chi è?
- Ehm… Cristina?
Lo riconosco dal modo in cui pronuncia il mio nome.
- Daniel! Ciao!
Sono entusiasta. Ieri sera non sono andata al Cerchio, oggi è domenica e non ho alcuna intenzione di vedere Dorian. Comincio a chiedermi seriamente se penso che lo rivedrà in futuro. Accantono il pensiero concentrandomi sull’allegra voce di Daniel.
- Ciao… mi chiedevo se avessi da fare, oggi…
Credo che mi si siano illuminati gli occhi. Spero che non mi vedano i miei.
- O-Oggi? Ma… ma no! Perché?
- Pensavo di fare una passeggiata in centro, io non conosco bene la città e quindi…
- Oh, si! Che fortuna, io abito proprio in quella zona! Possiamo vederci già in piazza, se vuoi!
- Ehm… la “piazza” sarebbe…?
- Ah, scusami, hai ragione… piazza Politeama, è proprio in fondo alla strada sulla quale sta il tuo albergo… devi andare a destra, appena uscito dall’edificio…
Posso immaginare il suo sorriso.
Accidenti. Sono felice.
- Bene, allora… se ci vedessimo lì alle quattro? La piazza è grande, facciamo davanti al McDonald?
Lui rimane in silenzio un attimo.
- Oh, si, ho capito dov’è! Per me va bene.
Ci salutiamo e chiudo la conversazione. Sono stata naturale, spigliata ed intraprendente. Apatia? Nessuna traccia. Sono fiera di me.

*


Un pomeriggio a dir poco splendido. Abbiamo passeggiato per tutto il centro, preso una cioccolata calda in un locale bellissimo e l’ho aiutato a scegliere un regalo per sua madre che, a quanto mi ha detto, fra due giorni fa il compleanno.
- Bè, Palermo ti piace? – chiedo curiosa.
- E’ molto affascinante, si… è un bel luogo per scrivere un libro ed anche su cui scrivere un libro. E poi c’è un sacco di gente interessante.
Mi faccio cullare dal pensiero che, in parte, si riferisca a me.
Si sono fatte le sette e penso che dovrei tornarmene a casa. Lui è più svelto di me.
- Adesso purtroppo devo tornare in albergo…
Io sorrido.
- Faccio la stessa strada! Ti accompagno per un po’!
Lungo il tragitto parliamo del più e del meno. È proprio piacevole stare in sua compagnia, è così naturalmente allegro e sereno… quando sto con lui non penso ad altro che a lui.
Arriviamo davanti al Delle Palme e mi piange il cuore al pensiero che ci si debba separare.
Ma succede l’impensabile.
- Mi sono molto divertito, oggi!
- Anche io! – rispondo sorridendo solare. Lui mi sorride di rimando.
- Mi piacerebbe poter uscire con te anche qualche altra volta…
Sono semi-sconvolta. Che mi stia facendo capire che gli interesso?
Si avvicina, mi mette una mano sulla spalla ed un’altra sotto il mento. Protende le labbra.
Ed io mi ritraggo.
Riesco solo a biascicare uno “scusa” e corro via verso casa.
Cosa diavolo è successo? Lui mi piace, no? Ed allora perché non mi sono fatta baciare? E perché il viso di Dorian, prima lontanissimo, torna a farsi vivo nei miei pensieri?

*


Cammino a piedi da circa due ore, con lo sguardo basso e senza pensare a dove vado. Sento le lacrime bruciarmi negli occhi, ma non piango. Eppure vorrei. Sono triste.
Non tanto per aver rifiutato il bacio di Daniel o per aver dato la mia verginità a Dorian senza pensarci nemmeno un secondo, non è per questo che vorrei piangere. Io… sono sempre stata molto sicura di me. Anche se con gli altri mi comporto in maniera impacciata, di quello che sono, di quello che sento, sono sempre stata sicura. Ma ci sono questi due ragazzi, adesso, che mi fanno agire sconsideratamente, fuori da ogni logica, ed io ho paura di stare perdendo troppa consapevolezza di me stessa.
Chi mi piace? Chi amo? Cosa voglio?
…ed alla fine, chi sono io? Cosa rimane di me se non ho più certezza di niente?



CHI CAZZO VIENE A SBATTERMI ADDOSSO MENTRE RIFLETTO?!
- Stia un po’ attento a… DORIAN!
Sollevo lo sguardo sul suo viso dall’espressione stupita.
- Che ci fai qui? Tu abiti davanti…
Mi guardo intorno e capisco cosa ci faccia lì: camminando senza meta sono finita nel suo quartiere.
Quando torno a dargli la mia attenzione lo trovo che sorride ironico.
- Bè? Che ridi?
Dico fingendo di offendermi e sperando di risultare credibile. Lui non si scompone.
- Ciao! – mi dice tranquillamente – Ti va di salire un po’ da me?
Annuisco piena di riluttanze; ma è già sera, a Daniel non penso più e Dorian invece è proprio davanti a me…

*


Un attimo prima di farmi entrare in casa sua, Dorian ha un’esitazione, ma gli passa subito.
- Accomodati pure…
Senza pensarci mi seggo sul divanetto azzurro in un angolo della stanza. Dopo poco, lui si siede accanto a me.
- Speravo di vederti al Cerchio, ieri sera…
- Non… non avevo tanta voglia di uscire…
- … o non avevi per nulla voglia di vedermi?
Arrossisco, imbarazzata.
- N-No! Non è come pensi! – dico agitando una mano.
Lui mi ferma e mi guarda negli occhi.
- Si che è come penso… - conclude poco dopo. – Ma non te ne faccio una colpa. Come stai?
- Intendi…?
- …fisicamente…
- Ah! Be-Benone! Non ho problemi di alcun tipo, ecco!
- Ne sono felice. Così almeno se non volessi rivedermi più la cosa non sarebbe complicata…
Mi si stringe il cuore.
- Non… non devi pensare male, non è che tu non mi piaccia…
Sincera, sincera, Cristina devi essere sincera!
Chiudo gli occhi. Inspiro. Espiro. Mi lascio andare.
- Sai, Dorian… c’è un ragazzo che mi piace, a scuola… e lui… è un così bravo ragazzo, allegro, gentile, cordiale, ed è bello, e… e poi ci sei tu… ho sempre creduto fosse impossibile volere due persone con la stessa intensità, ed invece eccomi qua che non riesco a capire chi dei due io preferisca… e mi sento un po’ una stronza a dirti queste cose, però stasera voglio essere sincera…
Mi mette un dito sulle labbra, zittendomi.
- Non preoccuparti di dirmi quello che vuoi, vuol dire che ne hai bisogno, e poi la sincerità è una cosa che apprezzo. Riguardo alla tua scelta, bè… il “finale” lo devi scrivere tu!
Non so perché, mi fa pensare a Daniel. Ma al di là di questo, sono sopraffatta da un incredibile moto di tristezza. Appoggio il capo sulla sua spalla e chiudo gli occhi sorridendo un po’. Lui sussulta lievemente.
- Cristina…
- Ssh… sto così solo un po’, adesso me ne vado, promesso…
Mi piace come pronuncia il mio nome, ha un bel suono.

*


Trascorro una notte agitata, non riesco a dormire. Penso e ripenso… provo a fare chiarezza.
Sono entrati nella mia vita quasi contemporaneamente, e sono rimasti per tutto il tempo ben distinti e separati. Daniel di giorno occupa i miei pensieri, ed al tramonto Dorian prende il suo posto.
È imbarazzante che io non sia ancora riuscita a capire nulla dei miei sentimenti. Cos’è che mi ferma?
Eppure Daniel è un ragazzo perfetto… solo perché non mi sono sentita in animo di baciarlo non vuol dire che lui non mi piaccia…
Apro gli occhi di scatto. La soluzione è qui, ad un passo da me. Con Dorian è tutto diverso. A lui mi abbandono, fisicamente e mentalmente. È come un balsamo, per me. Con Daniel manca qualcosa, che invece con Dorian c’è, ed è quel “non so che” che separa una cotta da una storia d’amore.
Daniel mi piace, ma è di Dorian che sono innamorata.
La soluzione è nelle rinunce che vale la pena fare.

*


Stranamente, nonostante sia giorno, ho la mente chiara. Buon segno: credo di essere veramente innamorata. Sono abbastanza entusiasta, nonostante tutto.
- Ehi! Questo sorrisone non ti si addice!
Claudia. Non parlo con lei da quando le ho detto quello che ho fatto con Dorian. Eppure sembra tranquilla.
- Ciao, Claudia…
- E allora? Un attimo sorridi, l’attimo dopo ti incupisci… che hai?
La guardo per un po’. Sembra non ricordare niente…
- E’ che… pensavo a sabato… a quello che ci siamo dette…
Lei spalanca gli occhi, ma poi sembra realizzare.
- Ah, già! Eh, ma non è che devi farne una questione talmente importante…!
- Ma come…? A te non…
- Si, Dorian mi piace. E ci sono stata a letto, se è quello che ti stai chiedendo…
Effettivamente, me lo stavo chiedendo.
- …ma bè, lui con te si comporta in maniera diversa, a quanto ho capito. Credo che tu gli interessi, sai? Cioè, già il fatto che ti abbia detto che gli è piaciuto stare con te…! Non l’ha mai fatto, con nessuna, e credimi, ne conosco tante che siano state con lui…
A dirla tutta, questa fama da donnaiolo che ha Dorian mi infastidisce alquanto, ma in ogni caso ormai il danno è fatto, sono innamorata.
- D’altro canto… nonostante lui mi piaccia i desideri degli uomini non si possono controllare. Non posso scegliere di chi fare innamorare Dorian…
Lo dice con un sorriso triste che mi stringe il cuore.
Ho sempre pensato che Claudia fosse una persona frivola e superficiale, fastidiosa, insopportabile. Credo che il velo di noia di cui mi circondavo distorcesse in maniera sensibile la realtà e le persone. Si dimostra matura, ed intelligente.
- Scusa.
Sento il bisogno di dirglielo.
- Ma di che ti scusi? L’amore ti ha rincoglionita, guarda!
Ridiamo assieme per un po’, e poi ci separiamo per andare in classe.
Io devo assolutamente parlare con Daniel.

*


In un primo momento, non so che dire. Davanti a lui riprovo le stesse sensazioni che provavo fino al giorno prima, un senso di contentezza. E… mi piace, che posso farci? Però c’è dell’inquietudine, in fondo ai miei pensieri. E, quando me ne accorgo, in me si fa strada, potente, il profumo di Dorian.
- Daniel, dobbiamo parlare…
Lui mi sorride imbarazzato. Un tacito invito ad andare avanti.
- Mi… mi dispiace moltissimo per quello che è successo ieri… io di te penso tutto il bene possibile, ma…
Mi interrompo, abbassando lo sguardo.
Lui mi si avvicina, solleva il mio viso con due dita.
- L’ho capito, sei innamorata di un altro. È… un vero peccato, si da il caso che… ecco, tu mi piacessi veramente…
Abbasso ancora lo sguardo, e non riesco che a mugugnare un “mi dispiace” in cui credo e che non potrò commutare in nient’altro. Ancora adesso, penso a Dorian.
Sento un bacio leggero sulla fronte.
- Grazie… - mi dice.
Ed io? Sto… piangendo?

*


Eppure, c’è ancora qualcosa che non capisco e che mi sfugge. Ho detto che Daniel e Dorian sono sempre stati distinti e separati, ma non è del tutto vero. C’è qualcosa… qualcosa che li lega.

*


La sera stessa vado al Cerchio, ma Dorian non c’è. Sono impaziente di parlargli, chiedo al barista.
- Dorian? – mi dice – Ha telefonato verso pranzo per dire che per stasera non sarebbe venuto.
Sono stupita. Glielo dico.
- Anche io! Solitamente non manca mai!
“Pazienza”, penso fra me e me, “sarà a casa, si sarà preso un malanno”. Sorridendo alla prospettiva di improvvisarmi infermiera, decido di andarlo a trovare, ma quando arrivo a casa sua e suono al citofono lui non risponde. È buio e non leggo bene l’etichetta, mi chiedo se non ho sbagliato pulsante. Ma no, ricordo bene che è il primo dall’alto.
Bè, evidentemente non c’è. Ripenso a quello che mi ha detto Claudia e provo una fitta di pura gelosia allo stomaco.
In ogni caso c’è ben poco che io possa fare a quest’ora… non ho neanche il suo numero di cellulare, e non saprei dove cercarlo.
Però mi manca. Vorrei che fosse qui.
Non è una sensazione completamente spiacevole, così come non è completamente piacevole. Però sorrido.

*


Quando torno a casa, sono più o meno le undici. Ho un po’ sonno e vorrei andare a dormire, ma prima preparo lo zaino per l’indomani; e mentre sistemo i libri me ne accorgo: c’è una busta bianca formato A4, ben chiusa. La apro, e ne tiro fuori un fascicolo di fogli semplicemente rilegati a scritti al computer, ed una lettera. Attirata dal gran numero di fogli, comincio a sfogliare il fascicolo.
Con stile fresco e ricco di particolari, su cinquantadue pagine sono riportati fedelmente gli ultimi cinque giorni della mia vita.

*


Ciao Cristina, sono Dorian.
Lo so che probabilmente leggere queste righe ti sembrerà assurdo, e sinceramente spero che tu lo faccia prima di aprire il “libro” che c’è nella busta.
Dubito che tu possa aver capito qualcosa di quello che è successo, voglio essere io a chiarirti le idee. Il questa lettera c’è il mio cuore.
Il mio nome completo è Jermaine-Dorian Daudet. Sono di origine francese. Vivo in Italia già da sei anni. Sono il fratello maggiore di Daniel.
Appena arrivato qui a Palermo mio fratello ha preso contatto con me. “Devo scrivere un libro” mi ha detto, “mi serve un soggetto interessante e sono venuto a cercarlo qua”. E, qualche giorno dopo, “L’ho trovata! È perfetta! Ma mi serve che le movimentiamo un po’ la vita. Claudia te la porta al locale stasera.”. Ti ho riconosciuta proprio perché lei ha nominato Daniel.
Il programma era portarti a letto come facevo con tutte le altre ragazze con cui mi divertivo ogni sera ed osservare le tue reazioni, ma poi… non so… aveva ragione Daniel, eri interessante, mi interessavi.
Sinceramente non mi aspettavo che l’indomani saresti tornata a cercarmi. Mi piacevi, accidenti. Ho deciso di prendere l’occasione al volo, di prendere TE al volo. Mi dispiace, immagino tu ti sia tormentata parecchio pentendoti di essere venuta a letto con me.
Comunque, secondo Daniel non era ancora abbastanza.
Aveva sentito dire da Claudia che tu avevi una cotta per lui, ed ha deciso di sfruttare anche questo, cercando di baciarti. Certo, non si aspettava che tu lo rifiutassi, ma, disse, “Sarà interessante scrivere anche di questo!”. Poi, quella sera, ci siamo incontrati, sei salita a casa mia e ti sei sfogata… io avrei voluto dirti tutto, m tu mi hai fatto segno di tacere ed eravamo tanto vicini ed io… per codardia, si, non ho voluto rovinare quel momento. Mi dispiace anche di questo.
Adesso sai tutta la verità. Nel momento in cui leggi queste righe, io sono in viaggio con la mia famiglia, torno in Francia.
Cristina, sei stata importante. Sei stata l’unica di cui m’importasse davvero.


*


Dunque, sono fratelli. Dunque, in buona sostanza, mi hanno preso in giro. Dunque Daniel non era poi tutta questa perfezione di ragazzo, alla fine. Dunque Dorian neanche se lo meritava il mio amore, dopotutto.
Non esagero quando dico che nei pochi minuti in cui ho fra le mani questi fogli di carta mi crolla il mondo addosso.

*


Mi getto sul letto, non riesco nemmeno a piangere. Vorrei sapere se Claudia sapeva tutto questo e me l’ha nascosto.
Rifletto un po’… non lo credo possibile, sinceramente. Sarà pure iperattiva ed invadente ma non è una cattiva ragazza.
Getto uno sguardo allo specchio sopra la mia scrivania: ho la stessa espressione apatica che avevo fino a poco tempo fa. Questo mi rattrista un po’.
Vorrei almeno… che Dorian fosse qui… per fargli cosa non lo so, ma la sua presenza, almeno…
Avrei dovuto capire prima che erano fratelli. Pronunciavano il mio nome allo stesso modo.

*


- Che faccia hai?!
Claudia mi accoglie preoccupata all’entrata della scuola. Deve aver saputo anche lei della partenza di Dorian e Daniel.
- Non ho dormito bene stanotte…
Lei annuisce.
- Quindi hai saputo che sono andati via, vero…? Incredibile, non avrei mai potuto immaginare che fossero fratelli, erano così diversi! Figurati che Dorian mi aveva perfino confidato di detestarlo, quando gli ho parlato del “nuovo ragazzo che era arrivato a scuola”… mi ha detto “già lo conosco, non mi piace…”… mah…
Non posso fare più che annuire.
Penso a Dorian, non smetto un secondo, ed invece vorrei che scomparisse dalla mia testa così come è scomparso da questa città.

*


- Tesoro, non ti puoi deprimere così! Stasera si esce.
- Claudia, non…
- Non voglio sentire ragioni! E sai dove andremo? Al Cerchio stesso! Terapia d’urto! Così superiamo entrambe lo shock e ci mettiamo a rimorchiare seriamente!
Continuo a pensare che non sia una buona idea, ho paura di mettermi a piangere.
- E se piangessi?
- Chi vuoi che se ne accorga, in quel marasma di gente, santo cielo! Se piangi ti porto via io!
E quella sera siamo al locale. Sento di odiare questo posto. Guardo la consolle del dj, sono le nove e mezza ma non c’è Dorian in postazione. Mi si stringe il cuore. Santo cielo, questo posto non è lo stesso senza di lui.
Oddio, sto per mettermi a piangere.
- Va bene, ho capito, pessima idea – mi dice Claudia mettendomi una mano sulla spalla. – Dai, ti porto via…
- Cristina…?
Un tuffo al cuore. Solo due persone pronunciano il mio nome in questa maniera. Questa persona ha la voce bassa e suadente. Mi volto a guardarlo. Dorian è qui, veste di nero. Non ho parole.
- Ehm… ok, Cri, se mi cerchi fammi uno squillo al cellulare, io mi defilo…
Io e Dorian rimaniamo in silenzio guardandoci. Siamo circondati da decine di persone, ma è come se fossimo completamente soli. Io non sento neanche la musica.
- Credevo… che tu fossi partito…
- Avrei dovuto…
Si avvicina.
- …non volevo, però… se devo essere sincero mi spaventava l’idea di tornare da te… penso che sicuramente adesso mi detesterai, quindi non ha senso restare… però, ecco… ho deciso di giocarmi il tutto per tutto. Mi piaci davvero, Cristina.
Io rimango in silenzio ad ascoltare. Poi sorrido amaramente, e gli mollo uno schiaffo.
Lui rimane intontito per qualche secondo, poi sembra riprendere coscienza di sé stesso. Si volta.
- Ok… ho capito, me lo merito… scusa, ciao…
Fa un passo diretto verso l’uscita, me io lo fermo aggrappandomi alla sua schiena.
- Sei stato un bastardo. Dovrai farti perdonare… quindi non andare via.
Torna a guardarmi, stupito. Poi sorride e mi abbraccia. Quando si allontana, mi sfiora le labbra, in maniera molto sensuale.
- Vuoi venire a casa mia…?
Io sorrido sarcastica.
- Ti ci vorrà ben più di questo! – dico con tono di sfida.
Lui mette le mani avanti.
- Se si tratta di soldi, guarda che sono al verde!
Rido di cuore, come non mi capitava da un po’, e lo prendo per mano.
- Dai, balliamo un po’?
Solitamente ballare non mi piace. Ma ecco, adesso Dorian mi stringe, e sento che posso farlo sorridendo.
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