Genere: Comico.
Pairing: Travaglio/Belpietro.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Crack, Slash.
- Durante la lunga edizione del TG La7 che ha seguito in diretta i ballottaggi.
Note: Intanto, che sia chiaro che la colpa di tutto ciò non è mia ma della Sara e della Fae. Io non sono che un misero strumento nelle loro mani. Comunque, tutto è nato, appunto, mentre guardavamo il TG La7 sui ballottaggi. C'erano Belpietro e Travaglio seduti accanto e sembravano comportarsi stranamente u.u (Non è vero, Dio mio, mi sto inventando tutto. Per carità.) In origine, secondo richiesta, doveva contenere meno Mentana e più porno, credo, ma non ho avuto cuore. Potevo scriverla solo buttandomi sul comico, e così ho fatto XD Approfittando dell'occasione per aggiungere un tassello alla mia partecipazione al 730!Fest, scrivendo questa storia seguendo il prompt metodo di apprendimento del Deffae!Set.
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KNOW-HOW

Sono entrambi tesi e nervosi, e questo Mentana lo sa. In realtà li ha messi accanto apposta, sapeva che sarebbe stata una giornata gloriosa, una di quelle piene di soddisfazioni, una di quelle che alla sera quando torni a casa ripercorri con la memoria e poi ti lasci andare sul divano con una bottiglia di birra ed un sorriso da un orecchio all’altro. E quindi ha pensato di concedersi un po’ di sfizi, sì. Tra i quali Travaglio e Belpietro seduti accanto dietro il tavolino degli opinionisti, bene impegnati ad ignorarsi a vicenda o concedersi solo un paio di sorrisini freddi e falsamente cortesi. È evidente che vogliono tirare via la giornata fino al momento in cui potranno alzarsi e, finalmente, andarsene. Ed è esilarante vederli così in tensione, osservarli mentre ad ogni pausa pubblicitaria si alzano dal loro posto utilizzando una scusa qualsiasi – e prima la sigaretta, e poi il caffè, e poi ancora sgranchirsi le gambe, e una boccata d’aria fresca, e un po’ d’acqua, e il cesso, e telefono a casa per sentire se è tutto a posto, e qui, e là, e su, e giù, e Mentana ride sotto i baffi, divertito dal siparietto comico continuato che è riuscito a creare in studio, e si sente molto felice e soddisfatto di sé, tutto sommato.
A un certo punto, però, la tensione esplode. Mentana non se ne rende propriamente conto perché sono in pausa pubblicitaria lunga e sta approfittando del momento per chiamare un paio di amici a Napoli e sentire com’è la situazione generale, ma da un momento all’altro si sentono le voci di Travaglio e Belpietro alzarsi di volume e tono, caricarsi d’irritazione e poi esplodere in qualche insulto, che viene immediatamente sopito quando i due abbandonano lo studio, apparentemente per andare a risolvere il loro problema altrove.
Quando tornano, non pare che la situazione sia granché migliorata. Hanno i colletti delle camicie un po’ scomposti e l’assurda cravatta traforata bordò di Belpietro ha il nodo talmente largo che potrebbe scivolargli via dal collo se solo piegasse la testa, per non parlare del respiro affannoso di entrambi. Si saranno presi a pugni? O a schiaffi? Si saranno lanciati addosso i guanti di sfida per poi darsi appuntamento al tramonto per un duello all’ultimo sangue?
Mentana non lo sa, in realtà neanche gli importa, non si diverte altrettanto se quei due litigano fuori dal suo raggio visivo, ma ormai non c’è più tempo per pensarci: il blocco pubblicitario è finito, De Magistris è al 60% a Napoli e Pisapia già al 54% a Milano, il mondo è bello e ci sono notizie gloriose da diffondere in tutta Italia.
Dopo averle diffuse, voltarsi verso la tavolata di opinionisti per porre loro qualche domanda è naturale, e Mentana non ci mette molto ad accorgersi dei lineamenti tesi del volto di Belpietro. Sghignazza fra sé e sé, badando che non si noti da casa, mentre gli posa gli occhi addosso con l’aria di uno che sta per fargli una domanda stronza, e gli chiede se non pensa per caso che questo enorme calo di popolarità sia anche stato colpa dei modi con cui la campagna elettorale prima dei ballottaggi è stata condotta, e riesce a stento a trattenere le risate quando Belpietro si accorge che sì, è proprio con lui che sta parlando, e sì, è proprio a lui che ha posto quella domanda.
Lo osserva con un certo compiacimento mentre si dibatte fra un argomento e l’altro che palesemente non è in grado di padroneggiare, ma man mano che i secondi passano e lui balbetta e si dimena sempre di più sul proprio sgabello, Mentana comincia a capire che c’è qualcosa che non va nel suo agitarsi così scompostamente, e indietreggia di qualche passo per sbirciare sotto il tavolo, e vedere se magari l’hanno messo seduto su uno sgabello con un enorme buco sotto il sedere e una pentola di acqua bollente che cerca di bruciargli le chiappe.
Scopre con orrore che niente di tutto questo è reale, perché la verità è, come al solito, molto peggiore di ogni sua fantasia. C’è Travaglio che, sorridendo divertito sotto i baffi e dialogando serenamente con Bocchino a qualche sgabello di distanza, ha seppellito una mano all’interno dei pantaloni di Belpietro, e adesso la sta muovendo verso l’alto e verso il basso in un gesto inequivocabile che non lascia proprio nulla all’immaginazione dello spettatore.
Celermente, si assicura che le telecamere non possano arrivare ad inquadrare sotto il tavolo, o è la volta buona che lo fanno chiudere sul serio, e annaspando cerca di attirare l’attenzione di Travaglio per implorarlo di smetterla. Lui si accorge dei suoi tentativi, ma si limita a sorridere con maggiore convinzione incontrando i suoi occhi, e quando Belietro si tende sul proprio seggiolino, prende fiato e rilascia un grugnito incerto, per poi tornare a rilassarsi con il volto pallido e l’aria di uno che ha visto giorni migliori nella sua esistenza, Mentana capisce che in cinque minuti di monologo blaterante e balbettante Belpietro non è stato capace di esprimere un concetto sensato che fosse uno, il che, anche per i suoi standard, è un record di un certo livello.
Aggrotta le sopracciglia e, alla prima pausa pubblicitaria disponibile, mentre Belpietro fugge in bagno dopo aver chiesto di trovare un bicchiere d’acqua ghiacciata al suo ritorno, si avvicina a Travaglio e lo guarda con una certa severità.
- Ho capito il punto, - annuisce, - ma dovevi proprio fargli una sega qua in mezzo a tutti?
Travaglio ride, scrolla le spalle e non risponde. Ha la faccia di uno che sta vivendo un momento di gloria come pochi altri ne ha vissuti nella vita. Mentana ci si riconosce, perciò si concede un sospiro e scuote bonariamente il capo, prima di tornare alla propria postazione.
Belpietro torna dal bagno pochi secondi prima della fine della pubblicità, ed è scuro come la morte in volto, il che, in un certo senso, gli si addice, per molti motivi. Si siede al suo posto accanto a travaglio e lo fissa in cagnesco, manda giù la propria acqua e si sentono le rotelle storte del suo cervello roteare convulsamente per macchinare un’adeguata vendetta fin da dove Mentana si trova in questo momento. Lui sospira, solleva gli occhi al cielo e spera che Dio gliela mandi buona.
Quando tornano in diretta, la prima cosa che fa è dare la parola a Travaglio, il quale, sorridendo come un bambino, espone la propria opinione su quanto sta accadendo in Italia. Mentana annuisce, interloquisce con lui, e per un po’ sembra andare tutto benissimo, quando a un certo punto Travaglio s’inceppa. Si blocca, tendendosi tutto all’improvviso, e poi prende a sudare, fissando il vuoto ma cercando di recuperare il filo del discorso per non far capire a nessuno che si trova in un momento di seria difficoltà.
- È tutto a posto? – gli chiede Mentana, il quale non ha nessun bisogno di sbirciare sotto il tavolo per capire che Belpietro ha deciso di seguire il suo illuminato esempio e gli ha a propria volta ficcato una mano fra le cosce per masturbarlo in diretta nazionale durante uno dei momenti più drammatici che si sono verificati quest’anno per il partito politico al quale lui e il suo animo da lecchino professionista dovrebbero fare riferimento. E di momenti drammatici ce ne sono stati parecchi, quest’anno.
Mentana sospira, mentre Travaglio borbotta e biascica cose che ben presto cominciano a perdere senso esattamente come a Belpietro era successo poco prima. Scimmia vede, scimmia fa, si dice con rassegnazione, è un metodo d’apprendimento anche questo, dopotutto, probabilmente l’unico abbastanza efficace da superare le barriere del vuoto cosmico e della stupidità cronica che circondano e proteggono il cervello formato tascabile di Belpietro, il quale continua alacremente nel proprio lavoro di rancorosa masturbazione altrui, ghignando soddisfatto come se si fosse improvvisamente ritrovato a vivere il momento più vittorioso della propria intera esistenza, cosa che, peraltro, se fosse vera, non stupirebbe affatto Mentana.
Il tragicomico teatrino si protrae fino a quando Travaglio non serra le mani attorno ai propri documenti, sparsi sul tavolo di fronte a sé, e quasi singhiozza, trattenendo a stento il fiato prima di distendere le gambe e rilasciare poi il respiro tutto assieme, rilassandosi finalmente sul proprio sgabello. La tortura è finita, per lui, ma soprattutto per Mentana e per i telespettatori, che hanno osservato impotenti il filo del discorso di Travaglio perdersi nel vuoto e mai più ritrovarsi.
- Bene, direi che è tutto chiaro. – mente Mentana, sapendo di mentire. E aspetta il prossimo stacco pubblicitario per mandarli entrambi a quel paese.
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