Genere: Commedia.
Pairing: Rin/Ai, Makoto/Haruka.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Slash.
- "L’idea della cena a quattro era stata di Makoto, inizialmente. O forse era stata di Haruka e Makoto l’aveva soltanto assorbita per osmosi, e l’aveva poi proposta come propria per risparmiare ad Haruka la fatica di farlo da sé."
Note: Scritta per la Notte Bianca #2 della pagina No, ma io Free! lo guardo per la trama, eh? (♥) su prompt MakoHaru e RinAi. I quattro cenano insieme. Finiscono a parlare di sesso e Makoto e Haruka pensano di essere molto spinti, ma quando Rin e Ai iniziano a raccontare quello che fanno loro, il mondo crolla, una roba plottata con la Caska basandosi sull'headcanon per il quale la vita sessuale di tutte le coppie di Free! è assolutamente vanilla se paragonata a quella del RinAi.
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
INVITO A CENA CON DELITTO

L’idea della cena a quattro era stata di Makoto, inizialmente. O forse era stata di Haruka e Makoto l’aveva soltanto assorbita per osmosi, e l’aveva poi proposta come propria per risparmiare ad Haruka la fatica di farlo da sé. Era per questi dettagli, d’altronde, che la loro relazione funzionava così bene, quella speciale telepatia alla cui esistenza Rin, inizialmente, si era rifiutato di credere, ma della quale, sulla lunga distanza, non aveva potuto che ammettere l’esistenza, con conseguenze che poi si erano sostanzialmente risolte nel rimescolare un po’ la loro routine, costringendo sia lui che Haruka a smettere di inseguire il sogno di una relazione che li avrebbe sicuramente resi due psicopatici nel giro di due mesi, per trovare qualcosa di meglio, che li facesse stare bene.
Non si erano mai serbati rancore a vicenda, tantomeno Rin ne aveva mai serbato nei confronti di Makoto. Odiare Makoto, aveva scoperto col passare dei mesi, era letteralmente impossibile. Quando anche, ogni tanto, si comportava in modo fastidioso, o si trincerava dietro uno di quegli atteggiamenti da martire penitente che Rin gli avrebbe volentieri strappato di dosso a unghiate, bastava guardarlo anche mezzo secondo in viso e il suo sorriso, di qualunque tipo fosse – triste, divertito, dolce –, era in grado di farti dimenticare ogni cosa. Makoto era una di quelle persone che non odi mai, che potrebbero farti di tutto ma tu torneresti sempre comunque a perdonarle. In più, Makoto non faceva mai letteralmente niente di male, per cui anche quella di perdonarlo era una fatica che non dovevi mai fare. Se c’era una persona con la quale Rin potesse convivere pacificamente era lui, perciò interrompere ogni rapporto per un motivo ridicolo del tipo “mi ha portato via il ragazzo!”, quando poi non era nemmeno vero, non era mai stata neanche un’opzione.
Per Haruka le cose erano lievemente più complesse, ma d’altronde lo erano sempre state. La sua idea di Rin era l’idea di qualcosa di passeggero che invece lui avrebbe voluto ancorarsi addosso, in qualsiasi forma purché ci riuscisse, per cui era spaventato, onestamente spaventato dal pensiero che la loro nuova “organizzazione sentimentale” – come amava chiamarla Rei, dichiarando di non volerci avere niente a che fare quando Nagisa gli proponeva di chiudere il cerchio infilandosi nel suo letto a sorpresa durante la notte entrando attraverso la finestra – potesse dare a Rin un qualche motivo per sparire di nuovo.
Da cui, l’idea delle attività in comune. Da cui, la cena.
Di fronte all’usuale piatto di sgombro arrosto, quella sera, Rin ed Aiichiro presero posto di fronte a Makoto ed Haruka e si lasciarono scivolare serenamente nel più imbarazzato dei silenzi, interrotto solo ogni tanto dal rumore delle forchette contro i piatti e dei bicchieri che venivano sollevati e riposati sul tavolo quando qualcuno aveva sete. Nonostante Ai fosse recentemente diventato una specie di estensione di Rin, e nonostante questo processo di assorbimento all’interno del suo corpo come un terzo braccio o qualcosa di ugualmente ridicolo ma irrinunciabile fosse stato genericamente accolto bene un po’ da tutti, contenti, per una volta, di vedere Rin in grado di relazionarsi in maniera sana con un altro essere umano che non fosse il proprio riflesso nello specchio, la sua presenza portava ancora un po’ di imbarazzo, nel gruppo, specie quando finiva involontariamente per ridurre a zero gli argomenti di conversazione – dal momento che Rin aveva tassativamente proibito agli altri di parlare del loro comune passato di fronte ad Ai, per non farlo sentire tagliato fuori o meno importante.
Fu Haruka, esasperato da un silenzio durato ormai più di mezz’ora, il primo a spezzarlo.
- Insomma. – disse a bassa voce, il viso composto nella solita maschera di indifferenza, - State insieme da quanto, ormai?
- Sette mesi. – rispose trionfante Aiichiro, sorridendo felice come faceva ogni volta che poteva discutere del suo argomento di conversazione preferito, ovvero l’epica battaglia che aveva combattuto contro “i demoni del passato di Matsuoka-senpai”, come gli piaceva chiamarli, per conquistare il suo amore, - E venticinque giorni.
- Quanta precisione. – rise Makoto, terminando il suo sgombro, - Fai il conto alla rovescia per celebrare l’ottavo?
- Naturalmente. – annuì Aiichiro, entusiasta.
- Ai. – sospirò Rin, aggrottando le sopracciglia, - Ti prendono in giro.
- Solo un pochino. – rispose Haruka, senza cambiare espressione, sollevando una mano ed avvicinando il pollice e l’indice per indicare quanto poco.
- Lasciatelo in pace. – sorrise Rin, allungando una mano ed appoggiandola sulla testa di Aiichiro, scompigliandogli appena il caschetto, - Lo sapete com’è.
- Ma è divertente. – rise Makoto, e poi si voltò a guardare Ai, sorridendo gentilmente, - Lo facciamo per affetto, eh. – si affrettò a rassicurarlo, - È bello vedervi insieme. Sembrate felici.
- Siamo più che felici. – ribatté Rin, - Felici e soddisfatti, grazie mille.
Haruka aggrottò lievemente le sopracciglia, lanciando a Rin un’occhiata indecifrabile da sotto in su. Aveva accettato senza troppi problemi l’idea che Rin potesse mettersi con qualcuno e che quel qualcuno non potesse in alcun modo essere lui, ma non si poteva comunque dimenticare il fatto che, per anni, Rin fosse stato il suo unico chiodo fisso a parte l’acqua, in un modo o nell’altro. Questo sentimento così vecchio a tratti ritornava a galla senza che lui potesse fare niente per fermarlo, senza che nemmeno se ne accorgesse, e questo lo portava, ogni tanto, solo ogni tanto, ad infastidirsi. Il che portava poi sempre a casini vari ed eventuali, perché Rin ed Haruka non erano in grado di gestire in maniera normale neanche una fisiologica irritazione da gelosia. Ogni cosa finiva per trasformarsi in una competizione di qualche tipo, e infatti Makoto non si stupì particolarmente di sentire pronunciare ad Haruka il commento che pronunciò. Lo temette, ma stupirsene, no, non più di tanto.
- Noi siamo più felici. – dichiarò con ingiustificabile sicurezza, - E più soddisfatti.
Rin aggrottò le sopracciglia, fissandolo astioso.
- Che vorrebbe dire? – borbottò.
- C’è un così bel tempo, fuori! – disse Makoto, battendo le mani, - Non pensi anche tu, Nitori-kun?
- Uh—? – biascicò Aiichiro, guardandolo con smarrimento, - Ma piove.
- Potremmo uscire tutti insieme a fare una passeggiata. – insistette Makoto, sperando che ciò fosse sufficiente a deviare la conversazione prima che avesse il tempo di trasformarsi in una guerra mondiale. Ma nel vedere che né Rin né Haruka sembravano inclini a smettere di fissarsi con rabbia, aggiunse – Potremmo andare a nuotare da qualche parte! – convinto che, di fronte a questo, Haruka avrebbe ceduto senza alcun dubbio.
E invece no.
E Makoto capì che non c’era più niente da fare – e si rassegnò al pensiero – quando, di fronte alla prospettiva di andare a nuotare, fosse anche in una pozzanghera, Haruka non aveva nemmeno distolto lo sguardo.
- Ieri, - disse Haruka, senza cambiare espressione, - Stavo cucinando lo sgombro. Indossavo il costume, e sopra il costume solo il grembiule. Makoto è tornato a casa dopo aver fatto la spesa e, appena mi ha visto, ha lasciato cadere le buste per terra e mi ha scopato sul ripiano della cucina.
- Ha—Haru! – urlò Makoto, voltandosi a guardarlo all’improvviso e coprendosi il viso con entrambe le mani per tentare di nascondere l’imbarazzo che gli arrossava le guance, - N—Non dire queste cose!
- Perché? – domandò Haruka, scrollando le spalle, - È vero. E se Rin dice di essere più felice e soddisfatto di me, deve dire qualcosa di almeno altrettanto bello.
Per un paio di secondi, Rin sembrò sul punto di rispondere qualche cosa. Aiichiro, seduto educatamente al suo fianco, le belle sopracciglia sottili aggrottate a disegnare una linea perfetta sopra i suoi occhi azzurri, lo fissava intensamente, aspettando diligente la sua risposta.
Dopo quel paio di secondi, però, Rin si limitò a distogliere lo sguardo, scrollando le spalle.
- Hai ragione, - disse, - Siete più felici e soddisfatti voi.
Haruka stava per concedersi uno sbuffo ed un’espressione altezzosa per festeggiare la propria vittoria, quando Aiichiro batté entrambe le mani contro il tavolo.
- Cosa?! – strillò, - Ma— Matsuoka-senpai!
- Riuscirai mai ad abituarti a chiamarmi Rin?
- …ma mi hai detto che ti piace quando ti chiamo Matsuoka-senpai, soprattutto quando—
- Ai! – lo rimproverò Rin con un’occhiataccia, ma Aiichiro, infastidito, scosse il capo e lo fissò con ostinazione, ben deciso a non lasciarsi zittire sul punto.
- No! – disse, - Rin. Non è vero. – poi si voltò verso Haruka, sorridendo. – Ieri io e il senpai siamo andati in piscina di notte, mentre tutti dormivano. Il senpai mi ha legato alla scaletta con gli occhialini, mi ha infilato la cuffietta appallottolata in bocca e poi mi ha scopato in acqua! Subito dopo, io mi sono immerso e gliel’ho preso in bocca in apnea! Cinque minuti interi!
- C—Cosa? – biascicò Makoto, arrossendo ancora, mentre Haruka, al suo fianco, spalancava gli occhi.
- E il giorno prima! – proseguì Aiichiro, - Il giorno prima, quando sono tornato in camera dopo il mio allenamento pomeridiano, ho trovato il senpai che strillava al telefono con Kou-chan, rimproverandola per aver lasciato in camera sua il suo costume da bagno, e allora gli ho chiesto di indossarlo e lui l’ha fatto, e poi mi ha chiesto di scoparlo con ancora il costume addosso, ed io l’ho fatto, ed è stato bellissimo!
- Ma— Ma il costume da bagno di Kou! – strillò Makoto, lanciando sguardi ormai quasi isterici a Rin, ad Haruka e poi di nuovo a Rin.
- E il giorno prima ancora! – continuò Aiichiro, ormai inarrestabile, - Quando il senpai è tornato dalla mensa io avevo appena finito di riordinare la mia scrivania, e lui mi ha detto che ero stato così bravo da meritarmi un premio, per cui mi ha fatto piegare in avanti e mi ha leccato per quarantacinque minuti, facendomi venire senza neanche masturbarmi! O, aspetta. – si interruppe, dubbioso, - Forse questo è stato all’inizio della settimana, forse due giorni fa abbiamo usato il dildo a due teste…? – chiese, lanciando a Rin un’occhiata genuinamente curiosa.
- Adesso basta! – sbottò lui, premendo la propria mano contro la bocca di Aiichiro per impedirgli di continuare a parlare, nonostante il ragazzino continuasse a borbottare contro la sua pelle parole incomprensibili, - Basta così. – sospirò, prima di voltarsi a guardare Haruka.
Lo trovò bianco in volto, praticamente cereo, gli occhi azzurri ormai diventati due pozze enormi che quasi sembravano mangiargli via metà della faccia.
- È… - domandò Haruka, deglutendo a fatica, - È tutto vero? Quello che ha detto?
Rin rifletté per qualche secondo sulle proprie possibilità, prima di decidere cosa rispondere. E ad annunciare l’arrivo della decisione fu un sospiro arreso.
- No. – ammise con tono lamentoso, - No, Ai vi stava solo prendendo in giro. Era una piccola vendetta per averlo preso in giro perché fa la conta dei giorni. – si voltò a guardare Aiichiro, liberandogli la bocca, - Non è così, Ai?
Aiichiro lo guardò per un paio di secondi, sbattendo le lunghe ciglia ricurve e poi sospirando e abbassando lo sguardo.
- È così. – biascicò, chinando il capo verso Haruka e Makoto, - Vi chiedo scusa, è stato un comportamento infantile da parte mia. Non lo farò più. Mi dispiace di avere inventato cose così imbarazzanti. Perdonatemi!
Prima di dire qualsiasi cosa, Makoto si voltò a guardare Haruka, e si permise di sorridere solo quando vide il suo volto riacquistare colore.
- Non preoccuparti. – disse quindi, rivolgendosi ad Aiichiro, - Stavamo solo giocando.
Rin annuì, e poi si alzò in piedi.
- Adesso è il caso di andare via. – disse, - Siamo in ritardo.
Aiichiro annuì a propria volta, alzandosi in piedi per seguirlo.
Makoto ed Haruka li osservarono allontanarsi sulla soglia della porta, Haruka perfettamente immobile, Makoto agitando una mano in segno di saluto.
- Dildo a due teste, mh? – rise Makoto, - Non poteva che essere uno scherzo.
Haruka gli lanciò un’occhiata incerta e poi sbuffò, scrollando le spalle.
- Vado a farmi un bagno. – dichiarò. Makoto ritenne opportuno non insistere.
*
- Matsuoka-senpai? – lo chiamò Aiichiro, e Rin lasciò andare uno sbuffo lamentoso, lanciando uno sguardo supplice al grigio cielo invernale sopra le loro teste.
- Rin, - sbottò infastidito, - In che lingua te lo devo dire? Chiamami Rin quando siamo in pubblico!
- Ma siamo solo noi due, adesso, Matsuoka-senpai. – ribatté Aiichiro con un sorriso sereno che non ammetteva repliche mentre lasciava scivolare le mani attorno al suo gomito, prendendolo a braccetto, - Comunque, perché hai mentito?
- Eh? – borbottò Rin, passandosi una mano fra i capelli.
- Le cose che ho raccontato erano tutte vere. – rispose Aiichiro, - Ma tu hai detto che stavo solo scherzando. Perché hai mentito?
Rin sollevò gli occhi al cielo un’altra volta, scuotendo il capo.
- Quello che Haruka non sa non lo spinge a lasciarsi consumare dall’acqua fino a sciogliersi come un ghiacciolo. – rispose, e poi aggiunse, sorridendo, - Lasciamogli credere di essere più felice di noi, se ne ha bisogno.
- Oh. – disse Aiichiro, annuendo appena e lasciandolo andare. Rin riuscì ad avanzare solo di qualche passo prima che la voce di Aiichiro lo fermasse, chiamandolo. – Senpai! – disse, correndogli dietro. Quando giunse accanto a lui, aveva le labbra piegate agli angoli da un sorriso da monello che diede a Rin dei brividi nient’affatto spiacevoli. – Resta il fatto che hai mentito. – disse, - E quindi dovrò punirti, una volta che saremo tornati in camera.
Rin sorrise a propria volta, annuendo impercettibilmente.
Aveva giusto voglia di provare un po’ di spanking.
back to poly

Vuoi commentare? »





ALLOWED TAGS
^bold text^bold text
_italic text_italic text
%struck text%struck text



Nota: Devi visualizzare l'anteprima del tuo commento prima di poterlo inviare. Note: You have to preview your comment (Anteprima) before sending it (Invia).