Genere: Dark/Triste
Rating: NC17
AVVISI: Angst, Incest.
- Nella notte perenne di un appartamento chiuso.
Commento dell'autrice: Un racconto sull'incesto (un altro??? Comincio a pensare di essere ossessionata O.o), molto forte e parecchio più maturo rispetto a "Brothers...?". Non si vede tutto l'itinerario che porta i due ad amarsi, che è solamente accennato, ma soltanto l'effetto devastante che ha sulla loro vita, sulla loro quotidianità. Tanto devastante da portarli a chiudersi in una stanza all'insaputa di tutti e lasciarsi morire (spero che questo particolare si colga...).
Rating: NC17
AVVISI: Angst, Incest.
- Nella notte perenne di un appartamento chiuso.
Commento dell'autrice: Un racconto sull'incesto (un altro??? Comincio a pensare di essere ossessionata O.o), molto forte e parecchio più maturo rispetto a "Brothers...?". Non si vede tutto l'itinerario che porta i due ad amarsi, che è solamente accennato, ma soltanto l'effetto devastante che ha sulla loro vita, sulla loro quotidianità. Tanto devastante da portarli a chiudersi in una stanza all'insaputa di tutti e lasciarsi morire (spero che questo particolare si colga...).
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
Avvertenza: Questo racconto ha come tema centrale l'incesto, ed è ricco di riferimenti di natura sessuale. Se non siete sicuri che questo non vi offenda, non leggete.
Non saprei quantificare il periodo di tempo da quando ci troviamo qui. Qui, intendo, in questo appartamento, in questa stanza, in questo letto. Ho smesso di contare i giorni arrivata al secondo della terza settimana. Da quel momento in poi, potrebbero essere passato ore, giorni, settimane e non ne ho assolutamente idea. Se dovessi seguire il mio istinto e le mie sensazioni, però, direi che è passato fin troppo.
Faccio capolino tra le lenzuola, uscendo dalla loro oscurità confortante ed immergendomi in quella più fredda e paurosa della grande stanza da letto col soffitto alto, tanto alto e scuro che mi sembra il cielo di notte, ed ho paura perché non c’è neanche il bagliore d’una stella.
- Ben svegliata…
Mi volto a guardarti, un po’ stupita dal sentire la tua voce stanca. Sorridi come sempre. Hai uno sguardo dolce e gli angoli delle labbra piegati teneramente verso l’alto.
Cristo, sei distrutto. Sei talmente provato che, per quanto ne so, potresti sfaldarti e crollare in polvere al minimo tocco, come i vampiri nei film quando vengono investiti dalla luce del sole. E mi rendo conto di quanto questo paragone sia ironico, dato che non apriamo neanche più le finestre, figuriamoci uscire di casa. Altro che sole. Se… se non riusciamo nemmeno ad alzarci da questa prigione di lana e piuma d’oca…?
Nonostante il tuo cedimento fisico – cazzo, sei troppo magro e troppo pallido. E cosa diavolo sono quelle macchie sulle braccia? Ah, per carità, puoi smetterla di torturarti le labbra con i denti? Odio sentire il sapore ferruginoso del tuo sangue in bocca – sei bello. Ancora tanto da confondermi se ti guardo d’improvviso o mi fissi intensamente. Come adesso.
- Grazie… sei sveglio da molto?
Poso le mie labbra sulle tue, e non è per abitudine che lo faccio, ma proprio perché ho voglia di baciarti. E posso farlo. Qui, nella notte perenne di questa camera che ormai odora di noi, solo qui posso baciarti, fratello.
Yuhuu…!
Ciao, sono la principessa di un mondo oscuro dove puoi essere chi vuoi ed amare chi vuoi. Sono qui per farti immensamente felice.
Ti giuro, ogni momento mi è prezioso più di oro e gioielli, se posso passarlo con te. Vorrei che tu mi dicessi che provi lo stesso. Ma ho ormai rinunciato a farti parlare dei tuoi sentimenti. So per esperienza quanto puoi essere chiuso.
- Ma no… piuttosto, come stai?
Non capisco perché me lo chiedi. Fino a poco prima di addormentarmi eri talmente affondato dentro di me da potermi toccare il cuore. E adesso mi chiedi come sto? Senza capire autonomamente che se ti guardo negli occhi mi scoppia il petto dalla felicità? Non ci credo. Secondo me vuoi solo parlare perché il silenzio è pesante.
Hai ragione. Posso accontentarti.
- Sto bene, tranquillo…
- Sicura?
- Ma si…
Mi accorgo che non sono abbastanza convincente se non sorrido, quindi lo faccio. E lo faccio in maniera allegra, non come se stessi parlando con il mio amante, ops, mio fratello, ops, l’uomo che amo, te. Allora anche il tuo sorriso diventa più tranquillo, e mi passi un braccio intorno alle spalle, e mi avvicini a te. Io ti poso una mano sul petto. Voglio che ogni centimetro della nostra pelle sia in comunicazione.
- Hai ancora un po’ sonno?
Mi chiedi.
- E’ il buio che me lo fa venire.
Rispondo. E penso, ti prego, non accendere nessuna luce.
- Però adesso non ne ho tanto. Tu?
- No. Neanche io.
E cosa dovremmo dirci, adesso? Dovrei darti la lista della spesa e chiederti di andare a comprare qualcosa mentre faccio il bucato? È logico che la gente pensi che l’incesto sia strano, se lo è perfino per chi lo vive, e forse anche di più. Capisci? È strano che io una mattina mi sia svegliata pensando “Vorrei che fosse qui accanto, che fosse nudo e che avessimo appena finito di fare l’amore”. È strano che ci siamo baciati camminando mano nella mano in un museo. È strano che in quel bacio io ci abbia messo la lingua e tu mi abbia seguito naturalmente. È strano, perché viviamo insieme da tutta una vita, com’è possibile che ci siamo accorti di provare sentimenti del genere solo adesso? Non è per il vincolo, è perché mi sembra irreale, poco vero. La situazione. Non i sentimenti. Quelli sono pugni al ventre, altro che realismo.
Che bello scoprire che per amare devo soffrire. Tu non sai che meraviglia. No, lo sa. Sono una stupida.
Non ricordo neanche più qual è stata l’ultima volta che ti ho visto come un fratello. Intendo un semplice fratello. Non lo ricordo. Adesso, l’unica cosa che so è che ti amo e ti voglio. Infatti, mi volto a guardarti, e credo proprio che la mia espressione sia inequivocabile, perché guarda con che occhi mi fissi, e con che baci mi divori, e con che mani mi modelli.
Certe volte mi chiedo anche con che forza continuiamo a farlo, volta dopo volta. Perché praticamente non mangiamo. E beviamo pochissimo. E dovremmo, probabilmente, già essere morti disidratati, ma invece no. Si vede che la voglia di stare insieme ci tiene lontani anche dalla morte. Potremmo anche vivere per sempre, allora.
Senti che roba… senti come ansimiamo e lanciamo suoni alternativamente acuti e profondi… Vorrei registrarli per poi poterli ascoltare anche quando non facciamo l’amore. Credo che tu sia nato per farmi provare questo tipo di sensazioni, è fantastico. Vorrei urlare ma mi costringo a tener bassa la voce. È più sicuro.
Il momento che preferisco è dopo l’orgasmo.
Cazzo, forse l’ho detto in maniera troppo brusca. Forse non ve l’aspettavate. Forse siete rimasti spiazzati e sconvolti. Se è così, ne sono felice.
Comunque è il momento il cui tu stai ancora dentro di me, e ti muovi, più per inerzia che per altro, e ti fermi solo quando sei stremato e mi crolli addosso, e lo ammetto, certe volte con questo tuo avanti e indietro strascicato riesci anche a farmi venire per la seconda volta. Quando capita te ne accorgi, e per un secondo sembri perfino soddisfatto.
Si, sei un grande amante.
Senti… adesso che hai nascosto il viso sulla mia spalla, che mi respiri addosso, che posso sentire il tuo odore, non mi importa che giorno sia. Né che i nostri genitori ci trovino. Non me ne frega nulla del mondo.
Può sembrare malsano, ma voglio vivere la mia vita fra scopate, carezze e discorsi brevi e dolci. Capito? Quindi, per tutto il tempo che ci resta, scopami, accarezzami e parlami.
In The Dark
Non saprei quantificare il periodo di tempo da quando ci troviamo qui. Qui, intendo, in questo appartamento, in questa stanza, in questo letto. Ho smesso di contare i giorni arrivata al secondo della terza settimana. Da quel momento in poi, potrebbero essere passato ore, giorni, settimane e non ne ho assolutamente idea. Se dovessi seguire il mio istinto e le mie sensazioni, però, direi che è passato fin troppo.
Faccio capolino tra le lenzuola, uscendo dalla loro oscurità confortante ed immergendomi in quella più fredda e paurosa della grande stanza da letto col soffitto alto, tanto alto e scuro che mi sembra il cielo di notte, ed ho paura perché non c’è neanche il bagliore d’una stella.
- Ben svegliata…
Mi volto a guardarti, un po’ stupita dal sentire la tua voce stanca. Sorridi come sempre. Hai uno sguardo dolce e gli angoli delle labbra piegati teneramente verso l’alto.
Cristo, sei distrutto. Sei talmente provato che, per quanto ne so, potresti sfaldarti e crollare in polvere al minimo tocco, come i vampiri nei film quando vengono investiti dalla luce del sole. E mi rendo conto di quanto questo paragone sia ironico, dato che non apriamo neanche più le finestre, figuriamoci uscire di casa. Altro che sole. Se… se non riusciamo nemmeno ad alzarci da questa prigione di lana e piuma d’oca…?
Nonostante il tuo cedimento fisico – cazzo, sei troppo magro e troppo pallido. E cosa diavolo sono quelle macchie sulle braccia? Ah, per carità, puoi smetterla di torturarti le labbra con i denti? Odio sentire il sapore ferruginoso del tuo sangue in bocca – sei bello. Ancora tanto da confondermi se ti guardo d’improvviso o mi fissi intensamente. Come adesso.
- Grazie… sei sveglio da molto?
Poso le mie labbra sulle tue, e non è per abitudine che lo faccio, ma proprio perché ho voglia di baciarti. E posso farlo. Qui, nella notte perenne di questa camera che ormai odora di noi, solo qui posso baciarti, fratello.
Yuhuu…!
Ciao, sono la principessa di un mondo oscuro dove puoi essere chi vuoi ed amare chi vuoi. Sono qui per farti immensamente felice.
Ti giuro, ogni momento mi è prezioso più di oro e gioielli, se posso passarlo con te. Vorrei che tu mi dicessi che provi lo stesso. Ma ho ormai rinunciato a farti parlare dei tuoi sentimenti. So per esperienza quanto puoi essere chiuso.
- Ma no… piuttosto, come stai?
Non capisco perché me lo chiedi. Fino a poco prima di addormentarmi eri talmente affondato dentro di me da potermi toccare il cuore. E adesso mi chiedi come sto? Senza capire autonomamente che se ti guardo negli occhi mi scoppia il petto dalla felicità? Non ci credo. Secondo me vuoi solo parlare perché il silenzio è pesante.
Hai ragione. Posso accontentarti.
- Sto bene, tranquillo…
- Sicura?
- Ma si…
Mi accorgo che non sono abbastanza convincente se non sorrido, quindi lo faccio. E lo faccio in maniera allegra, non come se stessi parlando con il mio amante, ops, mio fratello, ops, l’uomo che amo, te. Allora anche il tuo sorriso diventa più tranquillo, e mi passi un braccio intorno alle spalle, e mi avvicini a te. Io ti poso una mano sul petto. Voglio che ogni centimetro della nostra pelle sia in comunicazione.
- Hai ancora un po’ sonno?
Mi chiedi.
- E’ il buio che me lo fa venire.
Rispondo. E penso, ti prego, non accendere nessuna luce.
- Però adesso non ne ho tanto. Tu?
- No. Neanche io.
E cosa dovremmo dirci, adesso? Dovrei darti la lista della spesa e chiederti di andare a comprare qualcosa mentre faccio il bucato? È logico che la gente pensi che l’incesto sia strano, se lo è perfino per chi lo vive, e forse anche di più. Capisci? È strano che io una mattina mi sia svegliata pensando “Vorrei che fosse qui accanto, che fosse nudo e che avessimo appena finito di fare l’amore”. È strano che ci siamo baciati camminando mano nella mano in un museo. È strano che in quel bacio io ci abbia messo la lingua e tu mi abbia seguito naturalmente. È strano, perché viviamo insieme da tutta una vita, com’è possibile che ci siamo accorti di provare sentimenti del genere solo adesso? Non è per il vincolo, è perché mi sembra irreale, poco vero. La situazione. Non i sentimenti. Quelli sono pugni al ventre, altro che realismo.
Che bello scoprire che per amare devo soffrire. Tu non sai che meraviglia. No, lo sa. Sono una stupida.
Non ricordo neanche più qual è stata l’ultima volta che ti ho visto come un fratello. Intendo un semplice fratello. Non lo ricordo. Adesso, l’unica cosa che so è che ti amo e ti voglio. Infatti, mi volto a guardarti, e credo proprio che la mia espressione sia inequivocabile, perché guarda con che occhi mi fissi, e con che baci mi divori, e con che mani mi modelli.
Certe volte mi chiedo anche con che forza continuiamo a farlo, volta dopo volta. Perché praticamente non mangiamo. E beviamo pochissimo. E dovremmo, probabilmente, già essere morti disidratati, ma invece no. Si vede che la voglia di stare insieme ci tiene lontani anche dalla morte. Potremmo anche vivere per sempre, allora.
Senti che roba… senti come ansimiamo e lanciamo suoni alternativamente acuti e profondi… Vorrei registrarli per poi poterli ascoltare anche quando non facciamo l’amore. Credo che tu sia nato per farmi provare questo tipo di sensazioni, è fantastico. Vorrei urlare ma mi costringo a tener bassa la voce. È più sicuro.
Il momento che preferisco è dopo l’orgasmo.
Cazzo, forse l’ho detto in maniera troppo brusca. Forse non ve l’aspettavate. Forse siete rimasti spiazzati e sconvolti. Se è così, ne sono felice.
Comunque è il momento il cui tu stai ancora dentro di me, e ti muovi, più per inerzia che per altro, e ti fermi solo quando sei stremato e mi crolli addosso, e lo ammetto, certe volte con questo tuo avanti e indietro strascicato riesci anche a farmi venire per la seconda volta. Quando capita te ne accorgi, e per un secondo sembri perfino soddisfatto.
Si, sei un grande amante.
Senti… adesso che hai nascosto il viso sulla mia spalla, che mi respiri addosso, che posso sentire il tuo odore, non mi importa che giorno sia. Né che i nostri genitori ci trovino. Non me ne frega nulla del mondo.
Può sembrare malsano, ma voglio vivere la mia vita fra scopate, carezze e discorsi brevi e dolci. Capito? Quindi, per tutto il tempo che ci resta, scopami, accarezzami e parlami.