Genere: Introspettivo.
Pairing: Dave/Kurt.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Slash, (triplo) Drabble, Spoiler per la 3x14.
- "Potrebbe mandare tutto a quel paese e fregarsene, in fondo continuare a ignorare ciò che prova è ancora un’opzione valida, lo è stata per tanti di quegli anni fino ad ora che non vede per quale motivo dovrebbe smettere di esserlo adesso."
Note: Scritta per la quarta settimana del COW-T @ maridichallenge, Missione 1, prompt: indecisione.
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HOW TORTURE WORKS

Dave Karofsky non aveva mai conosciuto davvero il significato della parola “tortura”, prima di incontrare Kurt Hummel. Naturalmente avrebbe potuto esporlo, avrebbe potuto dire in cosa la tortura consistesse, avrebbe probabilmente anche potuto fare degli esempi storici, contestualizzarli, insomma, non si sarebbe potuto dire che non avesse idea di cosa si stesse parlando, ma la tortura, la tortura vera, no, non la conosceva.
Poi ha visto lui, ed il significato di quella parola prima di quel momento così lontana ha improvvisamente assunto caratteristiche reali. Fisiche, in realtà. Si è trasformata in un’emozione, più che una nozione, si è convogliata nel dolore alla bocca dello stomaco ogni volta che gli posava gli occhi addosso, si è incarnata nel desiderio di fuggire ogni volta che i loro sguardi si incrociavano nel corridoio, si è concentrata sulla punta delle sue dita come energia elettrica per imprimere più forza ad ogni spinta quando, senza il minimo riguardo per lui o per se stesso, lo mandava a sbattere contro gli armadietti in corridoio.
Si trasforma adesso in paura e dubbio mentre stringe il primo dei biglietti di San Valentino che intende fargli trovare nell’armadietto. Ha studiato tutto nei minimi dettagli e l’idea di farlo comunque lo terrorizza ancora. Potrebbe mandare tutto a quel paese e fregarsene, in fondo continuare a ignorare ciò che prova è ancora un’opzione valida, lo è stata per tanti di quegli anni fino ad ora che non vede per quale motivo dovrebbe smettere di esserlo adesso.
Dondola a sinistra e a destra sulla sedia davanti al computer, si allontana appena dalla scrivania e il cestino della carta straccia, nascosto in un angolo, sembra quasi fargli l’occhiolino e poi spalancare la bocca, affamato.
Potrebbe buttare via questo biglietto, e finirebbe tutto qui. Né vincitori né vinti, una guerra mai partita, nessun ferito, specialmente non lui.
Sarebbe molto semplice. Così semplice.
Forse troppo.
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