Genere: Introspettivo, Romantico.
Pairing: Davide/Mario.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Slash, Flashfic, Fluff.
- "È la prima volta che porta Davide a Palermo."
Note: Testimonianza palese della mia idiozia perenne e surreale, questa storia era stata scritta per il Decapiter alla Coppa delle Lande, ma mi sono dimenticata di postarla per tempo, e quindi sono uscita XD In compenso, sono felice di averla scritta perché ultimamente everything is RPF Calcio and nothing hurts, e io sono molto contenta di starmi pian piano riappropriando di questi uomini che amo alla follia e che non potrò fare a meno di sentire sempre un po' miei. Specie questi due ragazzini, che ormai stanno crescendo e si stanno facendo uomini, ma resteranno per sempre i miei ragazzini ;_; *si aggrappa a Mario e Davide come non ci fosse un domani*
Per cercare di consolarmi dalla mia imbecillità, almeno la storia partecipa al round di aprile/maggio della Zodiaco!Challenge. Sconfiggeremo la malvagia volpe Fez a suon di prime/ultime volte.
Pairing: Davide/Mario.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Slash, Flashfic, Fluff.
- "È la prima volta che porta Davide a Palermo."
Note: Testimonianza palese della mia idiozia perenne e surreale, questa storia era stata scritta per il Decapiter alla Coppa delle Lande, ma mi sono dimenticata di postarla per tempo, e quindi sono uscita XD In compenso, sono felice di averla scritta perché ultimamente everything is RPF Calcio and nothing hurts, e io sono molto contenta di starmi pian piano riappropriando di questi uomini che amo alla follia e che non potrò fare a meno di sentire sempre un po' miei. Specie questi due ragazzini, che ormai stanno crescendo e si stanno facendo uomini, ma resteranno per sempre i miei ragazzini ;_; *si aggrappa a Mario e Davide come non ci fosse un domani*
Per cercare di consolarmi dalla mia imbecillità, almeno la storia partecipa al round di aprile/maggio della Zodiaco!Challenge. Sconfiggeremo la malvagia volpe Fez a suon di prime/ultime volte.
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HEAVEN COMING DOWN
- Mario. – Davide sbuffa sonoramente, disegnando ghirigori senza senso sulla sabbia coi piedi, - Mario, seriamente, siamo qui da quattro ore. Non è che non sia entusiasta di questa tua passione per gli orizzonti, i tramonti, i paesaggi suggestivi e tutto, ma quattro ore. Abbi pazienza.
Le labbra piene di Mario si piegano in un sorriso quasi canzonatorio, ma non si volta neanche a guardarlo. Resta lì, seduto sulla sabbia – Davide ha steso il telo, ovviamente, appena arrivato, ma Mario non ha voluto saperne di sedersi accanto a lui, e questo nonostante ci fosse spazio a sufficienza anche senza stringersi; Davide avrebbe preferito stringersi, comunque – gli occhi scuri fissi sulla linea dell’orizzonte sempre netta, sempre uguale, che cambia tinta man mano che il sole si abbassa sulla superficie trasparente del mare.
- Chiedi a me di avere pazienza? – lo prende in giro, le ginocchia al petto, mentre segue distrattamente la traiettoria in linea retta di una nave in partenza all’orizzonte, - A me sembri tu quello impaziente.
- Sì, sono impaziente di tornare in albergo. – sospira Davide, stropicciandosi gli occhi e poi socchiudendoli un po’ quando li sente bruciare: non ha fatto neanche un bagno (Mario gliel’ha sconsigliato, dice che ci sono ancora troppe alghe vicino alla battigia in questo periodo, e che comunque l’acqua è ancora troppo fredda; siamo ancora a maggio, dopotutto), ma l’aria è talmente satura di mare che gli è rimasta la salsedine appiccicata addosso. Ha bisogno di una doccia. – Mario… - riprende a pigolare lamentoso, - Andiamocene, mi sto annoiando.
- Lo sai che ti annoi con una facilità impossibile? – commenta Mario, il tono lieve, rilassato, inspirando ed espirando profondamente il profumo dell’acqua salmastra, della spiaggia riarsa dal sole che solo adesso comincia a scottare un po’ meno, e quello più dolciastro delle creme abbronzati e di quelle protettive, dell’olio protettivo, del balsamo per capelli, del cocco venduto dagli ambulanti, del gelato preso al bar di fronte all’entrata della spiaggia.
- Quattro ore. – ripete Davide, - Fammi il nome di qualcuno che non si sarebbe annoiato a morte dopo quattro ore di immobilità in spiaggia. – Mario si volta appena a lanciargli un’occhiata ironica e divertita, - Qualcuno a parte te. – borbotta Davide, e poi sospira. A dispetto dei consigli di Mario, un sacco di gente del posto ha fatto il bagno, e ci sono alcuni temerari che continuano a farlo anche adesso, nonostante in effetti l’approssimarsi della sera abbia reso l’aria decisamente più fresca. – Sai che non l’avrei mai detto? – dice soprappensiero, osservando le lunghe, languide carezze delle onde sulla sabbia bruna e pesante in riva, - Dico, che fossi un tipo da tramonti.
- Com’è un tipo da tramonti nella tua visione del mondo? – ride Mario, mentre sposta lo sguardo al cielo e si gode le evoluzioni dei gabbiani sullo sfondo rosato del cielo.
Davide scrolla le spalle, imbarazzato.
- Non lo so, un tipo più romantico. – biascica, - Tu non sei molto romantico.
Il sorriso sulle labbra di Mario si fa, per un attimo, perfino più soddisfatto. Scompare del tutto, però, assumendo una sfumatura più seria, quasi grave, quando si volta verso Davide, lo guarda negli occhi e si concede per un secondo di sentirsi scorrere un brivido lungo la schiena quando si rende conto di quanto è ancora capace di farlo arrossire solo con un’occhiata più intensa delle altre. Poi si piega su di lui, posa le labbra sulle sue e lo bacia lentamente, godendosi il suo sapore misto a quello dell’aria salmastra.
È piacevole.
È la prima volta che porta Davide a Palermo. A Mondello. In questo posto che, pur non rappresentando davvero un legame con le sue origini, è quello che più di tutti lo trascina in quel luogo forse fittizio, ma assolutamente irrinunciabile, in cui può essere semplicemente se stesso, senza darsi troppo peso, senza darne agli altri. Tenendo da conto solo le cose che contano.
Si allontana da lui con un sorriso giocoso, premendogli il pollice contro il naso per riscuoterlo dallo stato di torpore in cui quel bacio l’ha ridotto.
- Romantico abbastanza? – domanda con una mezza linguaccia di accompagnamento.
- Cretino. – sbotta Davide, tirandogli uno schiaffo sulla spalla senza nemmeno fingere di volergli fare male, - Possiamo andarcene, adesso?
Mario ridacchia, lancia un’ultima occhiata all’orizzonte. Il sole è già scomparso per più di metà, si intravede perfino qualche stella in alto, verso le montagne.
- Sì.