Genere: Triste, Erotico.
Pairing: José/Zlatan
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Angst, Flashfic, Slash, Lemon.
- "When you go, would you have the guts to say "I don't love you like I loved you yesterday.""
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Inter FC), José Mourinho/Zlatan Ibrahimović, "I don't love you like i did yesterday." (My Chemical Romance - I don't love you).
Pairing: José/Zlatan
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Angst, Flashfic, Slash, Lemon.
- "When you go, would you have the guts to say "I don't love you like I loved you yesterday.""
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Inter FC), José Mourinho/Zlatan Ibrahimović, "I don't love you like i did yesterday." (My Chemical Romance - I don't love you).
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Have The Guts
When you go, would you have the guts to say
"I don't love you like I loved you yesterday."
Zlatan si inarca sotto di te, ansimando pesantemente. Il suo respiro sa di passato e nostalgia, lasci che ti sfiori le labbra e lo assaggi sentendoti piccolo e sbagliato per la prima volta nella tua intera esistenza. Ti spingi a fondo dentro di lui, che allarga le gambe per accoglierti più profondamente possibile, ed accarezzi la sua pelle calda e sudata seguendo il percorso definito dai muscoli del petto e del ventre, fino al bacino. I suoi occhi si schiudono, liquidi e annebbiati di voglia. Solleva un braccio – ti concentri sui disegni che ne decorano la pelle perché il suo sguardo s’è fatto inspiegabilmente pesante – e ti accarezza piano il viso, dall’orecchio alle labbra, che sfiora con un pollice. Lo trattieni fra i denti, accarezzandolo con la lingua, mentre stringi la sua erezione fra le dita e pompi, osservandolo inarcarsi ancora sotto i tuoi tocchi, gettando indietro il capo ed esponendo il collo, sul quale ti avventi come fossi assetato del suo sangue. Mordi, baci, lecchi, succhi ogni centimetro di pelle disponibile – questi sono i momenti in cui ti sembra di volergli lasciare addosso un marchio perché lui, con te, non ci riesce più.
Non sai se sia la distanza o il fatto che ormai vi vedete sempre più raramente. Non sai se sia perché ormai non condividete più nemmeno un obiettivo, non sai se sia perché prima era diverso, era sempre al tuo fianco e combattevate per lo stesso motivo, dallo stesso lato della barricata. State ancora combattendo, adesso, solo che l’obiettivo non è più lo stesso, e forse è per questo che ormai tutte le vostre carezze sanno solo di qualcosa di perso che vi rifiutate di lasciare andare del tutto. Chissà poi perché.
Ti allontani da lui subito dopo essere venuto, perché lo senti scottare in maniera fastidiosa sopra e sotto la pelle. Ti stendi al suo fianco e fissi il soffitto, ascoltando il suo respiro tornare normale e la sua pelle tornare tiepida, il sudore che comincia ad asciugarglisi addosso.
Non avete parlato nemmeno una volta, da quando sei lì. Il tuo aereo ripartirà fra poco più di due ore e tu ti sollevi lentamente sul materasso, facendo leva su entrambe le braccia, voltandoti a guardarlo. Zlatan non ti ricambia lo sguardo. Immobile sul letto disfatto, fissa la porta chiusa quasi con insistenza, cupo, le labbra tese in una smorfia addolorata, le sopracciglia lievemente aggrottate e le punte ricce dei capelli umidi a solleticargli le guance e le tempie.
Sospiri profondamente, alzandoti in piedi e cominciando a rivestirti.
Senti la sua voce solo una decina di minuti dopo, a due passi dalla porta.
- Trova almeno le palle per dirmelo. – dice atono, e le tue dita si stringono convulsamente attorno alla maniglia. Tu, però, non trovi il coraggio di voltarti. E nemmeno quello di rispondere.