Genere: Romantico, Erotico, Introspettivo.
Pairing: Alexandre Despatie/Tom Daley/Matthew Mitcham.
Personaggi: Alexandre, Tom, Matthew.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: PWP, Slash, Lemon, Threesome, Underage.
- Mentre sta rilassandosi in piscina in compagnia di Matthew, Alex ha un'idea. Non la espone ma la impone. E Tom ci finisce di mezzo. Più o meno.
Commento dell'autrice: Tutto questo è naturalmente colpa di Fae e Def, due esseri demoniaci che Satana ha inviato sulla terra perché mi costringano a cimentarmi nei più opinabili plot possibili mandando a puttane tutti i miei complessissimi piani per i quali dovrei riuscire a scrivere tipo sette fic per il BBI. Non è che io segua i tuffi con tutto questo straordinario trasporto – ok, amo Alexandre Despatie. Ma, voglio dire, è Alexandre Despatie!!! – ma ho dovuto scrivere questa storia. Primo, perché Alex è bellissimo. Secondo, perché Matthew è l’amore. E terzo perché Tom è UN PUCCIO E IO MI SONO INNAMORATA DI LUI. E sono diventati un’OT3 nella mia testa ;_; Salvatemi.
Also, perdonate l’underage STRAVOLGENTE per il quale mi toccherà postare lucchettando su DLQ. Mai successo prima. Sono molto turbata da me stessa. Ma non posso farci niente, io vivo per ribaltare i preconcetti, e se la gente intorno a me dice “ma è troppo piccolo per slasharlo!” e poi aggiunge “e comunque con Despatie non ce lo vedo”, io sento il bisogno fisico di dimostrargli che un mondo migliore è possibile invece può essere il contrario. E insomma. *lacrime*
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Handle with care


Matthew spalanca gli occhi così all’improvviso che il getto della doccia lo colpisce in pieno, facendogli perfino male.
- Come, scusa? – sillaba confusamente, voltandosi a guardare Alex che, dal canto proprio, sembra perfettamente a suo agio, come non avesse appena detto una delle cose più assurde che Matt abbia mai sentito nel corso della propria intera esistenza – e ne ha sentite parecchie, insomma, è australiano ed è gay, solo un altro australiano gay potrebbe gareggiare con lui quanto ad assurdità.
- Il ragazzino. – ripete quindi Alex, girando la manopola e scrollandosi l’acqua dai capelli, - È carino, mh?
- Il… - balbetta Matthew, seguendolo a bordo vasca e poi in acqua per una nuotata rilassante, - Il ragazzino?
- Ma sì. – annuisce distrattamente lui, immergendosi e poi riemergendo per prendere una boccata d’aria, prima di appoggiarsi contro la parete della vasca, galleggiando pigramente, - Daley.
- Carino? – chiede ancora Matt, vagamente sconvolto, fissandolo negli occhi e galleggiando al suo fianco, - Ha quindici anni!
- …non ti ho chiesto se è maggiorenne. – ride Alex, rilassando il capo all’indietro, - So da me che non lo è. Ti ho chiesto se è carino.
Matthew sbuffa, immergendosi quasi fino al naso ed esprimendosi in una serie di bollicine a pelo d’acqua che lo rendono possibilmente ancora più ragazzino del ragazzino di cui si sta parlando.
- E quello non lo sai da te? – chiede in un borbottio incerto. È a disagio, la situazione gli sembra torbida. E Despatie non lo conosce nemmeno tanto bene da poter stabilire se fidarsi o meno di lui, perciò cerca di mantenere le distanze il più possibile, senza mostrare difficoltà eccessive.
- Okay, riformulo. – sghignazza Alexandre, stendendo indietro le braccia per stiracchiarsi e poi intrecciandole dietro la nuca, - A te piace? – specifica con un sorrisetto sornione.
- A me – comincia Matthew, un po’ a corto di fiato, - sembra un minorenne! Alex, non-
- Oh, andiamo. – lo interrompe lui, facendo spallucce, - L’età del consenso l’ha raggiunta.
- Veramente! – precisa Matthew, riemergendo del tutto, forse con troppa enfasi, - Gli manca ancora un anno! E non mi pare che lì da te in mezzo alle cascate il limite sia diverso!
Alexandre ride ancora, morbido, senza guardarlo, il capo reclinato contro il bordo umido della vasca e tutti i muscoli rilassati che affiorano appena sulla superficie dell’acqua.
- Stasera ci usciamo insieme. – stabilisce senza chiedere.
- Io sono fidanzato. – prova ad opporsi Matthew.
Alex ride un’altra volta.
- E questa è un’altra cosa che non ti ho chiesto.
*

Come, alla fine, sia riuscito a trascinarlo – a trascinarli entrambi – a spasso per Roma, è un mistero che Matthew non si sente in grado di risolvere, tanto più che non ne ha la minima voglia. Ha rifilato a Lachlan una scusa qualsiasi – qualcosa su un meeting di pace fra avversari, che cazzo, lui non ci avrebbe mai creduto se Lach gli avesse sventolato sotto il naso una tale palese bugia – e non ha avuto neanche il tempo di pentirsene che s’è ritrovato in sa Dio che locale romano dimenticato da ogni essere vivente che non fosse il proprietario a sorseggiare una birra dopo aver offerto della vodka alla fragola a un minorenne. Vodka alla fragola. E non è neanche sicuro che ad allungare il bicchiere a Tom sia stato Alex, dopotutto.
Tutto ciò che sa è che, mentre Tom stava blaterando qualcosa a proposito di FaceBook e Pet Society – roba che Matt non è sicuro di aver compreso appieno – Alex si è sporto verso di lui e gli ha sussurrato “tranquillo, gli piacerà. Faremo in modo che gli piaccia”, e l’ha detto con una tale sicurezza che Matt non si è sentito in diritto di mettersi lì a contestare. “Saprà di cosa sta parlando”, s’è arreso rilassando le spalle, ed è tornato a fissare con un misto di tenerezza, inquietudine ed attrazione il rossore diffuso sulle guance di Tom, che continua a parlare di questi fantomatici quanto meravigliosi giochini e sorseggia la propria vodka con evidente sprezzo del pericolo, cercando di nascondere le smorfie che risalgono naturalmente alle sue labbra quando il sapore dell’alcool si fa troppo intenso.
E poi l’albergo, naturalmente, che è la cosa successiva di cui prende nota. Piccolo, malcagato e pure un po’ troppo periferico e defilato, per i suoi gusti. Ciò che Alex sta complottando è già abbastanza agghiacciante senza che vi si aggiunga uno scenario da brividi, e vorrebbe dirlo ad alta voce, anzi, sta quasi per farlo, ma poi Tom gli si spiaccica addosso stampandogli un bacio infantile e appiccicoso su una guancia e gli sussurra “Grazie… puoi darmi un bacio vero, per favore?” in una serie di balbettii sconnessi impauriti ed eccitati al punto che Matt lascia perdere il problema etico – cui lascerà libera possibilità di ucciderlo l’indomani – e si china sulle sue labbra, assaggiando il sapore di fragola ed alcool mentre Alex sorride accanto a lui ed allunga un braccio ad accarezzare la sua nuca.
Il letto, almeno, è morbido. Tom si stende fra le lenzuola con un abbandono tutto particolare, rilasciando il capo sul cuscino e gemendo a bassa voce quando le sue mani grandi lo accarezzano lungo il petto e i fianchi, giù fino alle gambe che si schiudono con naturalezza disarmante. Alex è lì accanto a lui, in ginocchio sul materasso, e si china a lasciare una scia di baci minuscoli e umidi lungo il suo collo ed il profilo del suo viso. Matt sorride tenero quando le labbra sottili di Tom si sporgono cercando quelle di Alex alla cieca, nel buio della stanza e delle sue palpebre socchiuse.
- Per favore… - mugola il ragazzino, ed Alex lo solleva fra le braccia, i muscoli che si contraggono attorno alla sua vita sottile mentre lo aiuta a sistemarglisi in grembo. Gli sussurra qualcosa all’orecchio – un bacio e un sussurro, confondono Matt che non li sente addosso, può solo immaginare quanto confuso debba sentirsi Tom, e ciononostante sembra presente a se stesso, sembra volerlo davvero, o almeno questo è ciò che pare dire la stretta delle sue mani su quelle di Alex, e la forza con la quale annuisce quando Alex conclude il suo monologo sussurrato sulla sua pelle. Matthew si inumidisce le labbra, Alex si inumidisce le dita.
Non passano che pochi secondi, e poi i gemiti di Tom si fanno più rumorosi e affaticati, così come il respiro di Alex si fa più incerto, mentre i suoi occhi si chiudono e le sue labbra si posano in baci minuscoli lungo tutta la linea della spalla del ragazzo, che stringe con forza le gambe le braccia i denti e gli occhi, gettando indietro il capo e cercando di tornare a respirare normalmente senza riuscirci particolarmente bene, e Matthew si fa avanti, posa un bacio lievissimo sulla punta del suo naso e poi comincia ad accarezzarlo fra le gambe.
- Sssh. – sussurra, - Poi passa. Poi diventa bello.
Alex solleva gli occhi nei suoi e gli sorride. Anche Tom schiude gli occhi, un po’ umidi di lacrime, e solleva le braccia ad allacciarlo al collo, nascondendo il viso sul suo petto e respirando affannosamente contro la sua pelle.
Alex stringe la presa sui suoi fianchi – Matthew vede la pelle farsi più chiara in corrispondenza della pressione dei suoi polpastrelli, e poi tornare a prendere colore quando la stretta si fa più lieve o si sposta altrove – e Tom solleva il viso e cerca un bacio in premio perché non sta urlando come vorrebbe, non si sta lamentando come vorrebbe e non sta facendo i capricci come vorrebbe, perciò Matthew si china su di lui e lo accontenta, cercando di seguire con la mano il ritmo che il bacino di Alex impone muovendosi lentamente avanti e indietro, mentre affonda in Tom con dolcezza, con premura, con attenzione e con tutta una serie di accorgimenti che fanno pensare a Matthew che una prima volta del genere l’avrebbe voluta anche lui, nonostante tutto. E non solo perché due uomini al posto di uno solo l’avrebbero probabilmente mandato fuori di testa al solo pensiero.
Comincia a gemere anche lui quando una mano piccola e un po’ tremante si fa avanti fra le sue, di gambe, e comincia ad accarezzarlo incerta, come non sapesse bene cosa fare, come farlo o perché farlo. Alex sorride sul collo di Tom, baciandolo ancora.
- Bravo… - gli sussurra, e Tom arrossisce violentemente, - Così. Diglielo, Matt.
- Sì. – ansima Matthew, accarezzando il viso di Tom e sfiorandogli la fronte con le labbra, - Bravissimo. Più svelto.
Tom annuisce ed obbedisce, e più lui va veloce più va veloce la mano di Matthew, e su quelle carezze di basa il ritmo dei gemiti di Tom, che si fanno via via più alti e decisi e venati da una linea sottile di piacere così genuino che Matthew deve mordersi a sangue il labbro inferiore per non lasciarsi trasportare e perdere il controllo, e in tutto questo Alex torna a chiudere gli occhi e concentrarsi solo sulla curva della schiena di Tom, ormai sempre più stretta mentre il ragazzino si china all’indietro per cercare un bacio che lui gli concede spingendosi dentro di lui più profondamente di quanto non abbia fatto fino a quel momento, costringendolo a liberare un gemito addolorato solo in parte, in seguito al quale Tom si svuota fra le mani di Matthew e Matthew lo segue poco dopo, fra le sue dita piccole e un po’ callose.
Alexandre viene pochi secondi dopo, stringendo i fianchi di Tom con tanta forza che lui si lamenta un po’, prima di lasciarsi andare stremato sul materasso, il viso nascosto dal cuscino e il respiro affannoso che diventa man mano più regolare e tranquillo, finché Matthew non capisce che s’è addormentato e si volta a guardare Alex, una domanda palese negli occhi. Lui scrolla le spalle, incerto.
- Mi dispiacerebbe svegliarlo. – dice in un fiato, alzandosi in piedi e cercando i propri boxer nel mucchio di vestiti mescolati ai piedi del letto. Matthew annuisce.
- Allora passiamo la notte qui? – chiede, - Siamo con la tua macchina. – gli fa notare con una mezza smorfia.
Recuperati i boxer, Alex si stende accanto a Tom e se lo tira contro. Il ragazzino si adatta subito alle forme del corpo dell’altro uomo pressate contro le proprie, e gli circonda le spalle con le braccia, posando il mento sulla sua spalla.
- Il letto è grande. – risponde Alex con un sorriso genuino, il primo che gli veda fare da quando sono usciti ore prima.
Matthew annuisce, stendendosi sul materasso dall’altro lato e circondando la vita di Tom con le braccia. Il ragazzino lascia scendere una mano fino a posarla sopra l’intreccio delle sue, e Matthew sorride ancora, un’ultima volta, prima di addormentarsi.
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