Genere: Erotico
Pairing: Batiatus/Spartacus
Rating: NC-17
AVVISI: Angst, Flashfic, Lemon, Slash.
- "Uomini e bestie, Spartacus, hanno la stessa natura, e sono costanti prede degli stessi pensieri. Gli uomini, però, riescono a dominarli, mentre le bestie ne sono succubi."
Commento dell'autrice: Scritta per il mio set di 10 Emotions su K&P. E questa è la mia coppia preferita in tutta la serie *o* *suono di pianoforti che cadono in successione sulla folla* Sì, lo so che se si conosce lo svolgimento della vicenda si sa che fra questi due non può (e non potrà mai) esserci niente, ma... voglio dire, ANGST, D/S, HATE!SEX. E ho detto tutto. *volteggia via nell'amore*
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Guilty
004 Senso di colpa


- Mi ha stupito che tu si sia inchinato di fronte a Glaber. – sorride soddisfatto Batiatus, sfiorando con la punta delle dita l’orlo della coppa colma di vino della miglior qualità, - Non ti nascondo che per un secondo ho temuto che gli saresti saltato al collo per sgozzarlo. – aggiunge in una risata tonante.
Spartacus tira un sorriso sulle labbra secche e un po’ screpolate. È esausto e riesce già a scorgere come la serata potrebbe concludersi. Stringe i pugni lungo i fianchi, cercando di non dare troppo a vedere quanto sia nervoso. Batiatus, fortunatamente, è troppo soddisfatto dei risultati della serata, per accorgersene.
- Mentirei se dicessi che l’idea non mi ha attraversato la mente, Dominus. – ammette sinceramente, senza troppa fatica. Batiatus ride di gusto, invitandolo a sedersi ed offrendogli un bicchiere di vino.
- Non è questa la differenza fra gli uomini e le bestie, d’altronde? – considera pensoso, - Uomini e bestie, Spartacus, hanno la stessa natura, e sono costanti prede degli stessi pensieri. Gli uomini, però, riescono a dominarli, mentre le bestie ne sono succubi. – gli rivolge un sorriso orgoglioso, sollevando il calice per un brindisi, - Sono fiero dell’uomo che sei diventato, a partire dalla bestia che eri.
Spartacus sorride ancora, sollevando il proprio bicchiere in legno intagliato.
- Dominus. – brinda, chinando appena il capo in segno di rispetto.
Batiatus si alza in piedi, ordinando alle sue guardie di lasciare la stanza. Quando gli si para davanti, Spartacus china il capo con maggior convinzione, riverente. Batiatus lo invita a risollevarlo, accarezzandogli la linea della mascella fino al mento e spingendolo a guardare in alto.
- La tua forza illumina questo Ludus, Spartacus. – dice, e gli occhi gli brillano, - La potenza del tuo corpo e del tuo spirito rende grandi tutti noi. Rende grande me.
- Dominus. – ripete Spartacus, e fa per chinare nuovamente il capo, ma Batiatus lo ferma, stringendogli con forza il mento. Lo guarda a lungo, gli occhi torbidi di voglia, e quando lo lascia andare Spartacus sa già cosa si aspetta da lui.
Scivola sulle ginocchia, poggiando le mani sui suoi fianchi per non crollare a terra privo di forze. Scosta la toga che indossa – a Batiatus piace che sia lui a farlo, lo fa sentire desiderato – e prende in bocca la sua erezione già svettante fra le cosce, chiudendo gli occhi e cercando di non pensare. Mentre la sua lingua scivola lentamente per tutta la sua lunghezza, accarezzandone la punta e la base cercando di perdersi nel suo calore e nel suo sapore provando ad ignorare a chi appartengano, Spartacus giura per l’ennesima volta che laverà col sangue questo assieme a tutti gli altri affronti che, a causa sua, ha dovuto subire.
Fino ad allora, però, è così che continuerà ad espiare la sua colpa.
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