Genere: Romantico
Pairing: Sana/Akito
Rating: G
AVVISI: OOC.
- Sana ed Akito, come andrà a finire la loro storia dopo il torneo di arti marziali?
Commento dell'autrice: Insomma, è la mia prima storia, e si vede. Quando l'ho scritta (più di due anni fa! Ci credereste mai?) non ero guidata da un'ispirazione particolare, semplicemente avevo appena finito di guardare l'ultima puntata di Kodocha in tv, e (come tutti coloro che l'hanno vista, penso) ero rimasta così delusa che ho preso carta e penna ed ho scritto ^_^ Poi ho trasposto al computer. Quando ho aperto questo sito ero indecisa se metterla o meno... non è che io ne vada così orgogliosa... oddio, ho usato anche i nomi Mediasettini... ma alla fine ho deciso che di un autore non si devono leggere soltanto le meraviglie, ma anche le schifezze. Quindi beccatavela ^_^
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Grazie ad una cintura nera
Rossana era nella sua stanza, distesa sul letto. Ripensava all’ultimo giorno di scuola.
[Flashback]
Heric: E’ l’ultimo giorno. Anzi, abbiamo proprio finito, perché ci hanno già dato i diplomi.
Fanny: Dai!!! Non farne una cosa tragica! Ci rivedremo l’anno prossimo!
Rossana: Non è questo. Credo che sia perché l’anno prossimo saremo già al liceo. Saremo più grandi e più maturi…
Heric: Per te non credo proprio: tu sei sempre immatura ed hai un fisico da bambina.
[Heric si avvicina con l’intenzione di toccare il seno a Sana come sempre per vedere se è cresciuto]
Rossana: Non ti avvicinare. Non provare nemmeno a fare quello che sta per fare!
[E lo colpisce col martello di gomma]
Terence: Possibile che voi dobbiate sempre litigare??!
[Fine flashback]
Un sorriso salì alle sue labbra. Era dall’inizio delle vacanze che non rivedeva più i suoi amici. L’era passato per la testa di andare a trovare Alyssa o Fanny un’infinità di volte, ma tra i suoi impegni di lavoro era difficile trovare un po’ di tempo libero per le sue migliori amiche. Più che altro, però, voleva evitare i discorsi su lei ed Heric che sicuramente quelle due avrebbero fatto. In fondo, lei ed Heric non stavano ancora insieme. Ed il torneo per la cintura nera sarebbe cominciato l’indomani. Sana si voltò su un fianco con mezza testa affondata nel cuscino. Chiuse gli occhi e pensò: ’Devo andare a vederlo, domani? Potrebbe non volermi vedere…’
“Uffa!” disse ad alta voce “Detesto i problemi di cuore…”. In quel momento squillò il cellulare. Driin. Rossana si voltò a guardare il telefonino. Chi poteva essere? Driin. Squillava di nuovo. Rossana si mise in ginocchio sul letto. Da lì non riusciva a vedere chi era. Il cellulare era sulla scrivania. Driin. A Rossana batteva il cuore. Poteva essere Terence, o Alyssa, o forse Fanny. Il pensiero che potesse essere Heric nemmeno la sfiorò. Driin. Aveva già squillato quattro volte, ma Sana non si era ancora decisa ad andare a rispondere. Non riusciva a capire perché. Aveva forse paura dei suoi compagni? Driin. Aveva squillato ancora. Rossana lentamente si alzò, ed ancora più lentamente si diresse verso la scrivania. Intanto il telefonino aveva smesso di squillare. Prese il cellulare in mano e lesse nel piccolo schermo: “Chiamate perse: una. HERIC”. Rossana urlò: “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH! Ma come mi è saltato in mente di non rispondere!!! Devo essere impazzita… devo chiamarlo.” Compose il numero di Heric ed attese. Tuu, tuu, tuu… “Pronto?” disse Heric. “Ciao!” rispose Sana. “Mi hai chiamato tu prima, vero?”. “Si, ero io. Ma perché non mi hai risposto?”
“Non ha importanza” disse lei “ma dovevi dirmi qualcosa?”
“Veramente si. Domani ti andrebbe di venire a vedermi al torneo di Karate?”. A Rossana brillavano gli occhi. Non aspettava altro. “Certamente! A che ora?”
“Comincia un po’ prestino…” disse Heric. “Alle sette”
“Ma certo, ci sarò”
“Ma, arriverai in orario?”
“Contaci!” disse Sana sorridendo. Poi entrambi riattaccarono. Rossana ebbe un attimo di calma, ma poi saltò sul letto e cominciò a cantare una canzone che da qualche parte aveva sentito.
Fino a quella sera
Non mi avevi notato mai
Tutto è cambiato
Me ne rendo conto
Mi hai coperta di complimenti
Ed io non capivo perché
Mi c’è voluto un po’
Per comprendere che era
ERA AMORE!!!
Poi cadde distesa sul letto e si mise a ridere come una pazza.
Dal piano di sotto, sua madre ascoltava le sue risate sorridendo a sua volta, ma questo Sana non poteva saperlo. Quando Sana scese per la cena, Robbie si ritirò a casa. Era stato fuori tutto il giorno in cerca di nuovo lavoro per Sana ed aveva un’aria distrutta. “Ciao Robbie!!!” disse Sana al settimo cielo. ‘Ah, bene, è già felice! Ma lo sarà ancora di più quando le dirò quello che ho fatto oggi!”. “Signora Patriciaaaaaa! Cosa c’è per cena?”
“Riso alla cantonese e pollo alle mandorle”
“Bene! Oggi si cena cinese!!! Non potrei essere più felice!!!”. Quando tutti si furono seduti a tavola, Robbie fu il primo a parlare. “Sana: ho una notizia per te! Ti vogliono per girare una ventina di spot pubblicitari!”
“Bene: lavoro duro! E quando si comincia?”
“Bè, il primo spot è su un hotel qui vicino: ti dovrai vestire in maniera molto chic e parlare molto bene del suddetto Hotel. Si comincia domani alle sette…” Rossana, che stava sorseggiando un’aranciata, sputò tutto in faccia a Robbie e disse: “Ma sei impazzito a prendere impegni prima di interpellarmi? Come ti sei permesso? Sei un fallito!In ogni modo puoi benissimo andare a dire al produttore che domani non se ne fa niente. Tanto ho già un impegno!”. Poi si alzò e salì di sopra in camera sua. Sua madre si alzò da tavola. “Signora Katherine, mi aiuti…” bisbigliò Robbie. “Mia figlia ha perfettamente ragione: fallito!”. Poi salì sulla sua macchinetta, premette un pulsante di modo che le scale diventassero una specie di strada e salì anche lei di sopra a cercare sua figlia. “Ma cosa ho fatto…”. In quel momento entrò la signora Patricia con la cena. “Ma come mai non c’è nessuno?” “Non credo che si mangerà stasera, può mettere tutto in frigo.”. Disse Robbie.
Toc, toc! Sana si voltò verso la porta. Era seduta sul letto ed era ancora furiosa con Robbie. “Chi è?” chiese. “Sono la mamma, posso entrare?”
“Certo” disse lei. La signora Smith entrò. “Sana, cosa è successo?”
“Tu credi che sia più importante la mia carriera della mia vita?”
“Non lo so cara. Probabilmente sono tutte e due molto importanti, anche perché in un certo senso, la tua carriera è la tua vita.”.
“No! Qui vi sbagliate tutti!” disse Sana alzandosi di scatto dal letto e guardando negli occhi sua madre. “La scuola è la mia vita! La mia famiglia è la mia vita! I miei amici sono la mia vita! Heric…” disse bisbigliando “…lui è la mia vita… Ma non certo la mia carriera! Quella è solo un lavoro! Una distrazione! Probabilmente non starei male senza lavoro, ma senza voi, senza tutti quelli che mi stanno accanto, io starei male!”
“Ma mi spieghi perché domani non vuoi andare a girare quello spot? Cosa devi fare? Se non ti va non è un problema…”
“Non è che non mi va! Domani io devo vedermi con Heric alle sette!”
“Bè,” disse Katherine “se ti ama ti saprà aspettare”
“E il problema è proprio questo! Io non posso causargli altri problemi col mio lavoro! Gliene ho già causati fin troppi! Io col mio lavoro l’ho fatto soffrire parecchio! E non voglio che lui soffra! Perciò” disse Sana con aria decisa “io domani andrò a quell’appuntamento e nessuno mi fermerà”
“Sono d’accordo con te” disse Katherine sorridendo. Le diede un bacio sulla fronte e poi si avviò all’uscita “Buona notte tesoro mio”
“Buona notte mamma”. ‘Che bello sapere che ho ragione!’ pensò Rossana. Poi s’infilò la camicia da notte, si mise a letto e si addormentò felice.
L’indomani quando la sveglia suonò, Rossana stava per fermarla e riaddormentarsi di nuovo quando pensò a Heric ed al suo appuntamento. Sgranò gli occhi, scattò a sedere e guardò la sveglia. Erano ancora le 6:30. Bene! Si alzò ed andò in bagno. Si lavò, si vestì e poi scrisse un biglietto a sua madre dove diceva che era già uscita e che sarebbe tornata nel pomeriggio. Poi uscì e di corsa raggiunse il luogo del torneo. Non conosceva nessuno e si sentiva un po’ sperduta. Poi però scorse Heric e dopo aver urlato il suo nome lo raggiunse e lo salutò. “Come mai sei ancora fuori?”
“Sei in anticipo di cinque minuti. Com’è possibile?”
“Hahahaha! Sei spiritoso!!!” disse Sana colpendolo col martello. “Guarda! Cominciamo ad entrare!” continuò lei. Heric poteva leggere la felicità nei suoi occhi. Ora doveva pensare a farla veramente felice: doveva vincere quella cintura nera! Appena furono dentro l’edificio, Heric disse: “Ora ti devo lasciare, mi devo andare a cambiare. Tu cerca un bel posto in prima fila, eh?”
“Certo, voglio vederti bene mentre batti tutti i concorrenti!” disse lei. Poi sorrise ed andò a cercarsi un bel posto dove sedersi. Heric invece andò negli spogliatoi. Lì lo accolse un coro di ragazzi festanti. Erano i suoi compagni di palestra. “Ehi Heric, chi è quella bella ragazza che c’è con te?”
“Chi, Rossana?”
“Oh, ma guarda un po’, la ragazza di Heric si chiama come un’attrice della tv!”
“Ragazzi, ma è lei, è Rossana Smith.”.
“Wow! Il nostro Heric è fidanzato con una diva!”
“Ma no! Non è ancora la mia ragazza!”. ‘Non ancora…’ pensò lui. Questo pensiero lo rendeva felice.
[Flashback]
Heric bacia Rossana a tradimento. Dopo un po’ lei si stacca e gli molla un calcio.
Rossana: “Sei sempre il solito. Dai tutto per scontato tu!”
Rossana se ne va imbestialita e si avvicina alla porta.
Rossana: “Heric…”
Heric: “Si….”
Rossana: “Se prenderai la cintura nera… anch’io ti devo parlare”
[Fine flashback]
‘Si’ pensò Heric ‘quando avrò vinto la cintura nera…’. I suoi pensieri furono disturbati da un suo compagno che diceva “Fra cinque minuti si esce!”. Il ragazzo era al culmine dell’eccitazione. Il cuore batteva a 2000. Si mise velocemente la divisa di karate ed uscì. Fuori l’arbitro stava già chiamando per nome i concorrenti. Heric non ascoltava. Pensava a Sana. ‘Devo, DEVO vincere oggi… Non ci sono scuse…’. “Akito Heric” l’arbitro lo chiamò e lui salì sulla pedana. I concorrenti erano molti. Tutti con gradi di cintura diversi. C’erano i pivellini della cintura bianca che gareggiavano per la cintura verde, i mediani della cintura verde che gareggiavano per la cintura marrone e quelli come lui, che la cintura marrone l’avevano già e gareggiavano per la fatidica cintura nera. Per molti quella cintura rappresentava qualcosa di molto importante. Ed Heric era deciso più che mai. Dopo la chiamata, i ragazzi si andarono a sedere sulle panchine e l’arbitro chiamò i primi due concorrenti. Heric non fu chiamato. ‘Peccato’ pensò lui ‘volevo combattere. ’. Rossana salutò con un cenno della mano Heric e lui rispose semplicemente guardandola. Non l’avrebbe salutata. Non adesso, in mezzo a quella folla. Poi l’incontro cominciò. Heric passò i restanti incontri a esaminare quali fossero le migliori tecniche di attacco e di difesa in funzione dell’avversario che avrebbe dovuto battere. Rossana ogni tanto lo guardava con la coda nell’occhio e le veniva quasi da ridere vedendolo così attento. Finalmente arrivò il turno di Heric. Doveva battersi con un ragazzo della sua stessa palestra. Non era uno molto forte. Certamente non quanto lui. La battaglia era vinta in partenza. Heric cominciò in difesa. Per sicurezza avrebbe osservato i movimenti del compagno. Dopo un paio di minuti, però cominciò ad annoiarsi ed allora passò lui all’attacco. La velocità di Heric spaventò il ragazzo che si trovò completamente alle strette. Dopo un paio di calci era già K.O. Heric aveva vinto il primo incontro. E Rossana urlava di gioia dagli spalti. La gara passò tranquilla. Heric vinceva incontro su incontro e Rossana era sempre più felice. Si avvicinava il momento in cui il suo Heric avrebbe preso la cintura nera. Finalmente arrivò la finale. Heric doveva combattere contro Arisagawa Kamei, un ragazzo che come lui aveva vinto tutti gli incontri. Era forte. Molto forte. Heric si ritrovò a temere di perdere. Anche Rossana aveva questo brutto presentimento, ma cercò di non pensarci. Non poteva andare male. Heric doveva vincere, per se stesso e per lei. L’incontro incominciò. Heric pensò che sarebbe stato meglio attaccare a tutto spiano per dare a Kamei minori possibilità. Mossa avventata. Kamei era veloce e schivava tutti gli attacchi di Heric. Non sembrava nemmeno che facesse sul serio. E poi aveva uno strano sorriso sul viso. Come se lo stesse prendendo in giro. A Heric questo non faceva piacere, anzi… Era letteralmente infuriato. Attaccava sempre più velocemente e Kamei schivava senza problemi eccessivi tutti i suoi attacchi. Poi accadde quello che Heric non si sarebbe mai aspettato: Kamei gli fermò il pugno a mezz’aria e sempre con quell’orrendo sorriso sul volto tramortì Heric con un potentissimo pugno sullo stomaco. Heric era sorpreso e il dolore era forte. E cadde a terra. Rossana urlò “HERIC!” veramente spaventata. L’arbitro cominciò a contare. Uno… Heric non riusciva a credere di essere caduto a terra con un pugno solo. Due… voleva rialzarsi ma non riusciva a muoversi. Tre… cosa stava pensando Sana di lui in quel momento. Quattro… sicuramente che era un perdente, un fallito. Che non voleva uno come lui. Cinque… poi la voce di Rossana giunse chiara alle sue orecchie anche in mezzo alle altre voci. “Non osare perdere Akito! Se tu perdessi non te lo perdonerei MAI! Hai capito? MAI!!!”. Sei… Heric aprì gli occhi e si rialzò di scatto. Ma com’era potuto cadere così! Lui! Heric Akito. Intanto l’arbitro aveva smesso di contare. “L’incontro può continuare!”. Kamei partì subito all’attacco. Poi si avvicinò a Heric fermandogli ancora una volta i due pugni a mezz’aria e gli disse a bassa voce “La ragazza che ti ha incitato è molto carina, come si chiama?”
“Che ti interessa?” rispose Heric liberandosi dalla stretta. “Niente” disse lui “è solo che dovrò sapere il suo nome quando andrò a consolarla per la tua sconfitta!”. Heric era letteralmente infuriato. “E va bene” disse mantenendo la calma “ma ricorda che mi ci hai costretto tu!”. Kamei probabilmente non riusciva a capire, perché fece una faccia strana. “Il tuo sorrisetto sparirà subito…” disse Heric, e con questo gli mollò un gran colpo sulla testa come quelli che dava a Terence di solito per farlo rinsavire. Kamei cadde quasi subito. Ci fu qualche attimo in cui i presenti trattennero il respiro. Non potevano farsi una ragione di come il ragazzo avesse potuto battere così facilmente Kamei. Poi, però, un boato si alzò dal fondo della sala contagiando anche i primi posti. Tutti stavano ridendo e urlando di gioia per Heric. Anche Rossana saltava per la felicità. Heric non sembrava particolarmente entusiasta, come se sapesse che avrebbe vinto sicuramente. Poi Kamei fu portato via in barella perché non era ancora rinvenuto dopo il colpo, e l’arbitro consegnò a Heric la cintura nera. Lui guardò Rossana e lei ricambiò il suo sguardo felicemente. Per i due ragazzi fu quanto mai difficile uscire, perché tutte le ragazzine ed i ragazzi che partecipavano a dei corsi di karate volevano consigli. Nessuno si era ancora accorto di Rossana. Ma la pacchia finì quasi subito, quando Sana perse gli occhiali da sole. Tutti i ragazzi la riconobbero e le saltarono addosso, mentre le ragazze rimanevano appiccicate a Heric. I due erano in una situazione di imbarazzo reciproco. Finalmente riuscirono a divincolarsi, dopo molta fatica, e s’incamminarono per una strada poco frequentata, per evitare inconvenienti. Non si parlarono per parecchio tempo. Poi Sana esordì con un “COMPLIMENTI! Sei stato grande. ”. “Grazie” rispose Heric. Poi di nuovo il silenzio. Imbarazzati e silenziosi i ragazzi si avviarono quasi involontariamente verso il parco. Il parco che per loro aveva significato molte cose. Quando Sana aveva recitato la parte della madre di Heric. Quando si erano abbracciati al ritorno di Rossana dall’America. Quando poi Heric le aveva fatto capire che in fondo anche Robby le voleva bene. E poi naturalmente la vigilia di Natale dove per la seconda volta Heric aveva preparato per Sana un piccolo pupazzo di neve. Quella volta, se non fossero arrivati Margareth, George, Terence ed Alyssa, probabilmente loro si sarebbero dichiarati. Quando arrivarono al gazebo si sedettero meccanicamente l’uno accanto all’altra. Poi Heric parlò. “Sai, se oggi ho vinto… è solo grazie a te.”.
“Non dire così” disse Sana. “Se hai vinto è stato solo grazie alla tua forza di volontà.”.
“Non è vero. Io stavo… stavo per perdere, ma poi tu mi hai detto che non mi avresti mai perdonato. E io mi sono alzato.” Rossana notò l’espressione seria di Heric. Voleva sdrammatizzare, perciò disse “DAAAAAAIIIII! Fammi un sorriso!”, ma vedendo la riluttanza di Heric a sorridere anche solo un pochino disse. “E va bene! Ti sorriderò io!”. Detto questo si voltò verso Heric e gli rivolse un sorriso splendente. Heric era stranizzato dal comportamento della ragazza. Lei allora disse “Una volta, ho letto su un libro una poesia. Si chiamava “Il valore di un sorriso”. L’ultima strofa era la più bella. Diceva… “E se un giorno incontrerai qualcuno che non ti regala un sorriso, porgigli il tuo: nessuno ha bisogno di un sorriso come chi non sa darlo.”. Poi sorrise di nuovo. “Adesso sorriderai, vero?”. Ed Heric sorrise. La abbracciò e prima di baciarla dolcemente le sussurrò “Ti amo”.
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