Genere: Introspettivo.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG-13.
AVVERTIMENTI: What If? Het, Flashfic.
- "Sansa realizza che poteva andarle meglio, che il suo re non è il re di cui aveva sempre sperato di innamorarsi, e che probabilmente non sarà mai felice per davvero, fra quelle mura o in qualsiasi altro posto. Ma non sente dolore, non sente rimpianto – non sente niente di niente, in realtà, e perciò, tutto sommato, poteva anche andarle peggio."
Note: Scritta per il secondo round della Coppa delle Lande, che mi chiedeva di scrivere di qualcosa che, sostanzialmente, piacesse/interessasse a me sola. Ora, Sansa Stark è per mia grande fortuna uno dei personaggi più odiati dal fandom internazionale di GoT, anche se fortunatamente in Italia le va un pochino meglio, e ci sono un sacco di belle donnine che le vogliono bene XD Ed in ogni caso, ho scritto di qualcosa (un what if? in cui Sansa e Joffrey effettivamente si sposino) che - ne sono abbastanza sicura - a nessuno interessa granché vedere realizzato, anzi XD A me invece stuzzica parecchio, a livello narrativo, specialmente per le infinite possibilità di parallelismo fra Cersei e Sansa, che poi sono le due figure di cui mi interessava di più parlare in questa storiellina.
E... niente, è una roba piccolina e sono molto in ansia perché la sola idea di approcciare questo fandom mi spaventa surrealmente XD Ma spero che vi piaccia.
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GOOD RIDDANCE

La prima volta di Sansa non è esattamente come se l’era aspettata. Neanche Joffrey è come se l’era aspettato, non è come se l’era aspettato nei lunghi mesi in cui tutto ciò che aveva potuto concedere al proprio cuore era stato fantasticare scioccamente su di lui, e non è come ha creduto di doverselo aspettare per tutti i lunghi mesi che hanno preceduto il loro matrimonio, da quando vive a King’s Landing.
Non è di certo gentile. Non è di certo appassionato. Non c’è calore nel suo tocco, tutt’altro. Le sue dita sono ferme, salde, i suoi gesti metodici e precisi, quasi chirurgici. Sta portando a termine il suo compito, fa quello che ci si aspetta da lui, proprio come lei.
C’è il gelo nei suoi occhi, lo stesso che Sansa vede riflesso negli occhi di tutti i Lannister, ma è distanza, non odio. Non in questo momento, almeno. Joffrey l’ha guardata con disgusto, con disprezzo, con fastidio, con collera e con distacco, l’ha guardata così tante di quelle volte che Sansa non fatica affatto a riconoscere nei suoi occhi chiari la stessa quantità di freddo e compassato astio che vi ha sempre riconosciuto nei momenti in cui, pur riconoscendo di non aver motivo di essere arrabbiato, teneva comunque ben presente la propria volontà di non voler dividere con lei niente che non fosse una maschera. O una menzogna.
Le basi perfette per un rapporto di coppia.
Mentre Joffrey si allontana da lei dopo aver finito – Sansa l’ha sentito venire fra le proprie cosce, una sensazione un po’ viscida, estranea, abbastanza spaventosa, che ha mandato giù deglutendo forzatamente con un fremito di sollievo – Sansa realizza che poteva andarle meglio, che il suo re non è il re di cui aveva sempre sperato di innamorarsi, e che probabilmente non sarà mai felice per davvero, fra quelle mura o in qualsiasi altro posto. Ma non sente dolore, non sente rimpianto – non sente niente di niente, in realtà, e perciò, tutto sommato, poteva anche andarle peggio.
Si allontana dalle proprie stanze solo quando è certa che Joffrey sia ritornato nelle sue. Le guardie non la fermano, ma d’altronde lei non ha intenzione di allontanarsi troppo. Raggiunge una finestra, la prima abbastanza ampia da fornirle aria a sufficienza, poi si appoggia alla balaustra e, lasciandosi accarezzare dal vento tiepido del Sud, piange, giurando che sarà l’ultima volta.
Cersei la raggiunge qualche minuto dopo. Forse è lì da molto. In ogni caso, Sansa non l’ha sentita arrivare.
- Com’è andata? – le chiede. Non c’è calore nella sua voce. In nessun luogo, dentro Cersei, c’è più calore. Sansa si immagina così, alla sua età. Non fa più nemmeno male.
Non risponde. Cersei annuisce e sorride.
- Meglio così. – commenta, allontanandosi lungo il corridoio.
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