Genere: Comico, Romantico.
Pairing: BrianxMatthew.
Rating: PG-13
AVVISI: Boy's Love.
- Matthew vorrebbe che Brian si trasferisse da lui, perché in sua assenza sente molto la sua mancanza, ma Brian non sembra granché intenzionato ad accontentarlo.
Commento dell'autrice: Matrimoni gay XD E no, non pagherò le cure del vostro dentista X’D Questa è di sicuro la cosa più romantica che abbia scritto da un bel po’ di tempo a questa parte è_é *me è persa fra le angst su Fullmetal Alchemist e le stupidaggini di “A Little Respect”* Spero solo non sia eccessivamente zuccherosa o melensa -_- Allora, come dicevo all’inizio, i credit per questa storia (che si va ad unire alla, per ora, breve lista di fic scritte su Brian e Matt e ispirate alle 100Songs – settimo tema, per l’occasione) vanno alla splendida nai (e se non avete ancora letto “Follie di una mattina di inizio inverno”… che aspettate? :O). L’espediente della chitarra rapita è infatti di sua ideazione (e per la verità l’ha già anche usato nella fic di cui sopra XD) ma io ho voluto dargli, diciamo, un’utilità diversa X3 Piccola curiosità :O Il titolo riprende una canzone (senza senso XD ma comunque adorabile) dei Muse: “Forced In” è_é che tra l’altro è una canzone in cui Matt implora qualcuno di obbligarlo a fare qualcos’altro, quindi ditemi se, facendo gli opportuni ribaltamenti, non è perfetta XD
Pairing: BrianxMatthew.
Rating: PG-13
AVVISI: Boy's Love.
- Matthew vorrebbe che Brian si trasferisse da lui, perché in sua assenza sente molto la sua mancanza, ma Brian non sembra granché intenzionato ad accontentarlo.
Commento dell'autrice: Matrimoni gay XD E no, non pagherò le cure del vostro dentista X’D Questa è di sicuro la cosa più romantica che abbia scritto da un bel po’ di tempo a questa parte è_é *me è persa fra le angst su Fullmetal Alchemist e le stupidaggini di “A Little Respect”* Spero solo non sia eccessivamente zuccherosa o melensa -_- Allora, come dicevo all’inizio, i credit per questa storia (che si va ad unire alla, per ora, breve lista di fic scritte su Brian e Matt e ispirate alle 100Songs – settimo tema, per l’occasione) vanno alla splendida nai (e se non avete ancora letto “Follie di una mattina di inizio inverno”… che aspettate? :O). L’espediente della chitarra rapita è infatti di sua ideazione (e per la verità l’ha già anche usato nella fic di cui sopra XD) ma io ho voluto dargli, diciamo, un’utilità diversa X3 Piccola curiosità :O Il titolo riprende una canzone (senza senso XD ma comunque adorabile) dei Muse: “Forced In” è_é che tra l’altro è una canzone in cui Matt implora qualcuno di obbligarlo a fare qualcos’altro, quindi ditemi se, facendo gli opportuni ribaltamenti, non è perfetta XD
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FORCED IN MARRIAGE
Song#7. There you’ll be
Era sveglio già da un po’, ma s’era forzato a tenere gli occhi serrati fino a quel momento. Quel giorno, mentre restava a pancia sotto, coperto appena dal lenzuolo, godendo dell’adorabile venticello fresco che scappava dalle persiane e lo raggiungeva a letto, rinfrescando l’aria afosa della tarda mattinata estiva, non poteva fare a meno di pensare che non dovesse esistere al mondo niente di più piacevole che rimanere in quella posizione ad ascoltare il respiro calmo e lento di Brian ancora addormentato accanto a lui.
Lanciò uno sguardo allarmato alla radiosveglia sul comodino. I grandi e squadrati numeri rossi su sfondo nero gli ricordarono che fra cinque minuti sarebbe scattata la sveglia, Brian si sarebbe alzato e poi…
…e poi sarebbe andato via.
Lui detestava quella situazione. Il solo pensiero di doverlo vedere uscire dalla porta del suo appartamento per tornare a casa a farsi la doccia e cambiarsi lo metteva così di malumore che alla mattina era irritabile e scontroso, e qualsiasi parola di Brian diventava automaticamente un’offesa o un attacco, nella sua testa, e lui si sentiva in diritto – in dovere – di rispondere con altrettanta violenza.
Anche se magari nelle parole di Brian, di violenza, non c’era nemmeno la minima traccia.
Questo, immaginava, doveva farlo sembrare un lunatico con seri problemi a controllare le sue emozioni.
…e dato che in fondo lo era, non poteva lamentarsi troppo.
Mentre cercava di rigirarsi fra le lenzuola senza far cigolare troppo il letto, il silenzio venne infranto dalla voce gracchiante della radiosveglia.
Puu, puu, puu.
Lasciò scattare la mano e zittì il dannato affare con una botta sulla testa, per poi voltarsi a guardare Brian con terrore.
Lui sospirò, cambiò posizione e sembrò continuare a dormire.
Matt sapeva che sarebbe durato solo pochi secondi. Era già sveglio, stava solo crogiolandosi nel tepore delle lenzuola, cercando di prolungare lo stato di intontimento in cui ti riduce il dormiveglia.
Doveva fare qualcosa, doveva assolutamente fare qualcosa.
Veloce, il suo sguardo si fissò sulla Jaguar mollemente appoggiata alla parete, accanto al letto. Brian l’aveva messa lì la sera prima, spaventato che gli smottamenti del letto la facessero cadere, progettando di riprenderla appena avessero finito di fare l’amore e dormire con lei, come faceva sempre.
Fortunatamente, avevano finito tardi ed erano entrambi esausti, quando erano ricaduti sul materasso, e s’erano addormentati quasi subito, senza che Brian ricordasse i suoi propositi – cosa della quale Matt era stato indescrivibilmente felice: aveva potuto tenerlo tutto per sé per tutto il resto della notte.
Brian adorava quella chitarra.
Spesso Matthew aveva perfino avuto paura che lui potesse cercare di coinvolgerla in qualche assurdo giochetto sessuale, tanto le era attaccato.
Come illuminato dalla benedizione divina, spalancò gli occhi e resistette a stento all’impulso di lanciare uno “yay!” di vittoria.
Quella poteva essere una soluzione!
Fulmineo, si sporse oltre il corpo ancora inerte del suo amante e afferrò la chitarra, stringendosela al petto, in attesa che fosse Brian a fare la mossa successiva.
Cosa che avvenne puntualmente pochi secondi dopo.
- Matt… - mugugnò l’uomo, la voce ancora impastata dal sonno, - che diavolo stai combinando…?
Matthew non disse niente, serrando le labbra e, già che c’era, anche le braccia attorno alla chitarra.
Non sentendo alcuna risposta, Brian aprì gli occhi.
Quando vide la sua adorata Jaguar fra le braccia di qualcuno che indubbiamente non era lui, si sollevò con uno scatto isterico, puntellando le mani sul materasso e facendosi male alla schiena ancora rilassata per il lungo sonno.
- Ah- Bellamy! Che cazzo fai con la mia chitarra?!
Matthew fece una smorfia, sbuffando contrariato.
- Avevo dimenticato quanto potessi essere gentile appena sveglio. – commentò, con fare annoiato, stringendosi contro la Jaguar.
- Sono gentilissimo, quando non si toccano le mie cose! – rispose, allungando una mano verso il manico.
Matt si tirò indietro.
Brian spalancò gli occhi.
- Bellamy. – disse seccamente, incrociando le braccia sul cuscino, - Quali sono le tue condizioni?
Matt lo fissò deciso.
- Trasferisciti qui.
Se possibile, gli occhi di Brian si fecero ancora più grandi, incollandosi magnetici ai suoi mentre dischiudeva le labbra in segno di sorpresa.
Matt si sforzò di non pensare a niente di sconveniente e socchiuse gli occhi, guardando un punto imprecisato della parete oltre il suo corpo.
- Prego? – chiese l’uomo, torturando un lembo del lenzuolo fra le mani.
- Voglio che tu ti trasferisca qui.
- Che diavolo-
- Vuoi sposarmi?
Sembrava che di Brian fosse rimasto solo l’involucro vuoto del suo corpo, e che il suo cervello invece fosse uscito per una passeggiata a tempo indeterminato.
- Matthew, cosa-
- Possiamo farlo! Non c’è nessuna legge che ce lo vieti, anzi!
- Sì, ma-
- Avanti, Brian!
- Piantala di interrompermi, Cristo! – strillò, mettendosi seduto per guardarlo meglio negli occhi. – Vuoi spiegarmi perché t’è saltato in mente di chiedermi una cosa simile?!
Matt strinse le mani attorno al manico e prese un respiro profondo.
- Attento alle corde! – strillò Brian, terrorizzato, guadagnandosi in cambio uno sguardo di odio puro e, comprendendo di essere in pericolo di vita, scusandosi subito dopo.
- Ecco, io… - spiegò titubante Matthew, arrossendo, - io non voglio più vederti andare via da questo appartamento e lasciare che ti fermi qui solo una notte o due ogni settimana. Voglio… insomma, non mi soddisfa questa relazione, così per com’è adesso! Mi sembra così campata per aria! Ho paura che tu possa scappare via per sempre dicendomi che in fondo non era niente di concreto o di serio, e in un certo senso sarebbe anche vero, perché viviamo due vite completamente separate! È per questo che voglio sposarti… così potrò svegliarmi la mattina e tu sarai lì, tranquillamente addormentato, e io non dovrò avere a che fare continuamente con questo terrore insopportabile di vederti uscire!
Brian continuò a guardarlo attonito per molti secondi, anche dopo che ebbe terminato la sua arringa.
- Insomma, - disse poi, massaggiandosi le tempie, - dopo tre anni di vita così stai finalmente ammettendo di amarmi e mi stai chiedendo di dimostrartelo sposandoti? – chiese atono.
- Che- io non ho mai negato di amarti!
- Sì, però non l’hai neanche mai detto. – disse Brian con un sorriso, sporgendosi in avanti con fare civettuolo.
- Lo… lo dici tu abbastanza spesso per tutti e due! – si difese, arrossendo fino alla punta delle orecchie.
- Uffa, - si lamentò Brian, deluso, - che razza di proposta di matrimonio è questa? Dov’è l’anello? E dov’è la dichiarazione d’amore eterno?
- Bri…
- Non sei affatto gentile! Rapire la mia povera chitarra per costringermi a diventare tuo marito!
- Ehi!!!
Brian scoppiò a ridere, afferrando il cuscino e tirandoglielo addosso.
- Ah, è mai possibile?! – sbuffò Matt, lanciando lontano il cuscino molesto e tornando a guardarlo, - Puoi essere serio, una volta tanto?
Di nuovo, Brian sorrise, guardandolo fisso negli occhi.
- Se accetto, mi ridai la Jaguar?
- …se nomini ancora una volta questa dannata chitarra giuro che le do fuoco.
L’uomo ridacchiò ancora, avvicinandosi a lui e incurvando un po’ le spalle per guardarlo dal basso.
- Penso che dirò di sì… - sussurrò sensuale, baciandogli lievemente la fossetta sul mento, - …ma solo se anche la Jaguar può sposarsi con noi!
Matthew lo fissò negli occhi, cercando di capire se facesse sul serio.
E sì, faceva sul serio. Brian faceva sempre sul serio.
Si passò stancamente una mano sul viso, sospirando sconfitto.
- Non posso credere che tu stia ponendo davvero una condizione simile…
- Ed ovviamente tu dovrai vestirti da sposa.
- Cosa?! È un matrimonio, non una pagliacciata!
- Matthew, - sospirò Brian, sorridendo paziente, - i matrimoni sono pagliacciate.
- E poi non capisco, sei tu quello col passato da travestito! Io non sono abituato a questo genere di cose!
- Se pensi che siccome mi piace vestirmi da donna allora mi troverò a mio agio in una meringa con lo strascico lungo due metri e mezzo, sei fuori strada.
- …è così che mi dovrei vestire?! Una meringa con lo strascico?!
- Se l’idea non ti va, possiamo anche lasciar perdere. – concluse l’uomo, liberandosi dalle lenzuola e scendendo con un balzo dal letto.
- Cosa?! Brian! Dove diavolo vai?! Non ho ancora finito con te! Ho ancora la tua chitarra in ostaggio! Torna qui! BRIAN!!!
Ma Brian era già in bagno, a contemplare il bicchiere sul lavandino, immaginando quanto sarebbe stato carino vedere il suo spazzolino da denti riposare tranquillo accanto a quello di Matthew.