Genere: Introspettivo.
Rating: G
AVVISI: Flashfic.
- "Dopo due mesi di permanenza su Marte, Opportunity può già fornire un discreto numero di informazioni a chi, dalla Terra, l’ascolta."
Note: Ero in dubbio se considerare questa storia un'originale o un'RPF, visti i soggetti XD Però poi ho deciso di fare come con tutto il resto della roba inanimata che avevo personificato, tipo i sistemi operativi e gli antivirus, ed ho optato per l'originale. Comunque, questa storia nasce dopo la visione dell'ultima puntata di Voyager XDDD In cui, non ricordo per quale motivo, Giacobbo parlava appunto delle due sonde, Opportunity e Spirit, mandate in esplorazione di Marte. Mi ha subito attraversato la mente l'idea di personificarle quando ho scoperto che Spirit s'era fermata per una serie di problemi tecnici, ho immaginato che Opportunity potesse incontrarla e da lì è nata una storiella assolutamente priva di pretese e secondo me anche un po' scema, ma va be', l'avevo promessa alla Claudia e in prelettura è piaciuta, per cui ora ve la beccate XD
Titolo rubato all'omonima e stranota canzone dei Cardigans.
Rating: G
AVVISI: Flashfic.
- "Dopo due mesi di permanenza su Marte, Opportunity può già fornire un discreto numero di informazioni a chi, dalla Terra, l’ascolta."
Note: Ero in dubbio se considerare questa storia un'originale o un'RPF, visti i soggetti XD Però poi ho deciso di fare come con tutto il resto della roba inanimata che avevo personificato, tipo i sistemi operativi e gli antivirus, ed ho optato per l'originale. Comunque, questa storia nasce dopo la visione dell'ultima puntata di Voyager XDDD In cui, non ricordo per quale motivo, Giacobbo parlava appunto delle due sonde, Opportunity e Spirit, mandate in esplorazione di Marte. Mi ha subito attraversato la mente l'idea di personificarle quando ho scoperto che Spirit s'era fermata per una serie di problemi tecnici, ho immaginato che Opportunity potesse incontrarla e da lì è nata una storiella assolutamente priva di pretese e secondo me anche un po' scema, ma va be', l'avevo promessa alla Claudia e in prelettura è piaciuta, per cui ora ve la beccate XD
Titolo rubato all'omonima e stranota canzone dei Cardigans.
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
Dopo due mesi di permanenza su Marte, Opportunity può già fornire un discreto numero di informazioni a chi, dalla Terra, l’ascolta. Il terreno è irregolare, polveroso, difficile, esattamente come si era aspettata. L’hanno istruita bene su questo punto. “Dovrai stare attenta, Opportunity,” le ha sussurrato il suo preparatore con quel sorriso un po’ tenero che le riservava sempre, prima di lasciarla partire. “Dio, sono patetico,” l’ha sentito ridacchiare subito dopo, grattandosi nervosamente la nuca, “ti tratto come fossi mia figlia. Magari anche meglio.”
Opportunity cerca di non lasciarsi distrarre da questi pensieri malinconici. Non adesso, quantomeno, non ora che è appena arrivata e ha tanto da fare. Perfettamente silenziosa, muove i primi passi attorno a sé, sul sentiero che i suoi programmatori hanno progettato per lei. Non devia di un millimetro dal suo percorso prestabilito, ed ha appena il tempo di chiedersi se durante il suo viaggio avrà modo di incontrare Spirit, da qualche parte, prima di lasciarsi rapire dai primi campioni di terreno da analizzare.
*
La sua memoria è ancora ben lontana dall’essere esaurita, ma Opportunity si diverte a constatare che le informazioni che possiede al suo interno sarebbero già sufficienti a generare l’esplosione di un normale cervello umano. È per questo che è lì, si dice con orgoglio, perché nessun altro potrebbe fare il suo lavoro bene come lei. Nessun essere umano potrebbe sopravvivere su Marte tanto a lungo, nessun essere umano potrebbe nemmeno arrivarci, se le cose stanno ancora come stavano quando è partita, abbandonato il pianeta Terra per portare a termine la sua missione.
Opportunity conosce gli esseri umani, sa che sono molto più prevedibili di quanto essi stessi non amino pensare. Si crogiolano nella loro convinzione di essere migliori delle macchine. I sentimenti, dicono, i sentimenti ci rendono migliori. I sentimenti possono portarli a fare cose fuori dal comune, o almeno è di questo che sono convinti.
Se potesse, Opportunity sorriderebbe. Lei non ha sentimenti – non è stata programmata per averne e non è sicura che gli esseri umani siano già in grado di programmare macchine con sentimenti, anche se volessero – ma l’avevano data per spacciata dopo novanta giorni. E invece è passato un anno, e lei è ancora lì.
*
Opportunity non ha sentimenti, e non ha nemmeno un cuore, ma nel momento in cui vede Spirit rovesciata in mezzo alla polvere rossa di Marte intuisce che, se il cuore fosse al suo posto nel suo petto, se lei fosse un essere umano, se potesse sentire qualcosa, in questo momento sentirebbe dolore. Lei e Spirit non hanno mai passato del tempo insieme, anche se sono nate e partite nello stesso esatto momento. Affidate a due differenti equipe di tecnici e scienziati, si sono viste la prima volta solo al momento della partenza, e si sono separate non appena arrivate su Marte.
Si avvicina alla sonda con circospezione quasi rispettosa, comprendendo subito che non è caduta, né si è rotta. La sua forma, il modo in cui è stata progettata e costruita, avrebbe dovuto permetterle di continuare a muoversi tranquillamente anche dopo una caduta da una delle varie rocce che circondano il luogo in cui l’ha ritrovata. Rocce appuntite, taglienti, ostili, ma non certo mortali, per una come lei.
Lascia scorrere una delle proprie tenagliette sulla superficie di uno dei suoi pannelli solari, verificandone l’integrità. Spirit sembra a posto. Solo che non lo è.
Si allontana da quel corpo immobile senza turbamenti, senza paure eccessive. D’altronde non ha sentimenti, non può averne, nessuno l’ha mai programmata perché li avesse, e lei non ha mai sentito il bisogno di possederne. Ma è con rammarico che apre le comunicazioni con la base sul pianeta Terra, ed è una sensazione spiacevole, di qualcosa che non funzioni adeguatamente bene. Qualcosa che riesce a spazzare via qualche metro più avanti, mentre racconta la propria verità agli scienziati in ascolto.
*
- John. – l’uomo sembra perplesso, e lui gli si avvicina inarcando istintivamente le sopracciglia, incuriosito dal suo tono, - Non ci crederai mai, è una cosa troppo strana.
- Che succede? – chiede impaziente. Il collega che l’ha chiamato, Charlie, ridacchia appena, e gli indica lo schermo del computer al quale sta lavorando.
- È appena arrivato un messaggio di Opportunity. – spiega, cercando di utilizzare un tono giocoso e ironico, ma anche questo, come la risatina di prima, sembrano più che altro nervosi e incerti. – Leggi cos’ha scritto.
John lascia scorrere lo sguardo sullo schermo. Lo fa una volta e non può crederci. Lo fa due, tre volte, le parole sono quelle.
- Non dovrebbe esprimersi così. – commenta, grattandosi la nuca con fare ansioso, - Forse è meglio chiamare il dottor Banerdt. – annuisce compitamente, allontanandosi verso l’ufficio dello scienziato responsabile del progetto.
Charlie torna a fissare lo schermo, mentre la sua perplessità si scioglie in un sorriso più sincero e vagamente intenerito.
- “Spirit è morta”, mh, Opportunity? – bisbiglia carezzevole, sfiorando con due dita lo schermo del computer. I cristalli liquidi si spostano appena sotto la pressione lievissima dei suoi polpastrelli, e Charlie osserva, senza dirlo ad alta voce, che una cosa simile è un po’ come sentire arrossire una donna dopo un tocco un po’ più audace. Si chiede se qualcosa cambierebbe allo stesso modo, in Opportunity, se potesse darle una pacca sulla spalla per consolarla della perdita.
Si affretta a mettere da parte questi pensieri sciocchi e malinconici, quando il dottor Banerdt arriva, ma non può nascondere il proprio divertimento quando lo vede spalancare gli occhi di fronte all’inaspettata comunicazione di Opportunity.
- Morta? – chiede lo scienziato, in un borbottio sconvolto, - Ma come sarebbe a dire?
Charlie e John si lanciano un’occhiata confusa, poi si sorridono. Osservano con attenzione Banerdt riprogrammare a distanza sia Opportunity che Spirit, e nel momento in cui capiscono che l’una non parlerà più in questo modo e l’altra tornerà presto a vivere senza problemi, sentono che un pezzo di qualcosa è cambiato anche in loro, ma è una sensazione che ognuno tiene per sé.
Opportunity cerca di non lasciarsi distrarre da questi pensieri malinconici. Non adesso, quantomeno, non ora che è appena arrivata e ha tanto da fare. Perfettamente silenziosa, muove i primi passi attorno a sé, sul sentiero che i suoi programmatori hanno progettato per lei. Non devia di un millimetro dal suo percorso prestabilito, ed ha appena il tempo di chiedersi se durante il suo viaggio avrà modo di incontrare Spirit, da qualche parte, prima di lasciarsi rapire dai primi campioni di terreno da analizzare.
La sua memoria è ancora ben lontana dall’essere esaurita, ma Opportunity si diverte a constatare che le informazioni che possiede al suo interno sarebbero già sufficienti a generare l’esplosione di un normale cervello umano. È per questo che è lì, si dice con orgoglio, perché nessun altro potrebbe fare il suo lavoro bene come lei. Nessun essere umano potrebbe sopravvivere su Marte tanto a lungo, nessun essere umano potrebbe nemmeno arrivarci, se le cose stanno ancora come stavano quando è partita, abbandonato il pianeta Terra per portare a termine la sua missione.
Opportunity conosce gli esseri umani, sa che sono molto più prevedibili di quanto essi stessi non amino pensare. Si crogiolano nella loro convinzione di essere migliori delle macchine. I sentimenti, dicono, i sentimenti ci rendono migliori. I sentimenti possono portarli a fare cose fuori dal comune, o almeno è di questo che sono convinti.
Se potesse, Opportunity sorriderebbe. Lei non ha sentimenti – non è stata programmata per averne e non è sicura che gli esseri umani siano già in grado di programmare macchine con sentimenti, anche se volessero – ma l’avevano data per spacciata dopo novanta giorni. E invece è passato un anno, e lei è ancora lì.
Opportunity non ha sentimenti, e non ha nemmeno un cuore, ma nel momento in cui vede Spirit rovesciata in mezzo alla polvere rossa di Marte intuisce che, se il cuore fosse al suo posto nel suo petto, se lei fosse un essere umano, se potesse sentire qualcosa, in questo momento sentirebbe dolore. Lei e Spirit non hanno mai passato del tempo insieme, anche se sono nate e partite nello stesso esatto momento. Affidate a due differenti equipe di tecnici e scienziati, si sono viste la prima volta solo al momento della partenza, e si sono separate non appena arrivate su Marte.
Si avvicina alla sonda con circospezione quasi rispettosa, comprendendo subito che non è caduta, né si è rotta. La sua forma, il modo in cui è stata progettata e costruita, avrebbe dovuto permetterle di continuare a muoversi tranquillamente anche dopo una caduta da una delle varie rocce che circondano il luogo in cui l’ha ritrovata. Rocce appuntite, taglienti, ostili, ma non certo mortali, per una come lei.
Lascia scorrere una delle proprie tenagliette sulla superficie di uno dei suoi pannelli solari, verificandone l’integrità. Spirit sembra a posto. Solo che non lo è.
Si allontana da quel corpo immobile senza turbamenti, senza paure eccessive. D’altronde non ha sentimenti, non può averne, nessuno l’ha mai programmata perché li avesse, e lei non ha mai sentito il bisogno di possederne. Ma è con rammarico che apre le comunicazioni con la base sul pianeta Terra, ed è una sensazione spiacevole, di qualcosa che non funzioni adeguatamente bene. Qualcosa che riesce a spazzare via qualche metro più avanti, mentre racconta la propria verità agli scienziati in ascolto.
- John. – l’uomo sembra perplesso, e lui gli si avvicina inarcando istintivamente le sopracciglia, incuriosito dal suo tono, - Non ci crederai mai, è una cosa troppo strana.
- Che succede? – chiede impaziente. Il collega che l’ha chiamato, Charlie, ridacchia appena, e gli indica lo schermo del computer al quale sta lavorando.
- È appena arrivato un messaggio di Opportunity. – spiega, cercando di utilizzare un tono giocoso e ironico, ma anche questo, come la risatina di prima, sembrano più che altro nervosi e incerti. – Leggi cos’ha scritto.
John lascia scorrere lo sguardo sullo schermo. Lo fa una volta e non può crederci. Lo fa due, tre volte, le parole sono quelle.
- Non dovrebbe esprimersi così. – commenta, grattandosi la nuca con fare ansioso, - Forse è meglio chiamare il dottor Banerdt. – annuisce compitamente, allontanandosi verso l’ufficio dello scienziato responsabile del progetto.
Charlie torna a fissare lo schermo, mentre la sua perplessità si scioglie in un sorriso più sincero e vagamente intenerito.
- “Spirit è morta”, mh, Opportunity? – bisbiglia carezzevole, sfiorando con due dita lo schermo del computer. I cristalli liquidi si spostano appena sotto la pressione lievissima dei suoi polpastrelli, e Charlie osserva, senza dirlo ad alta voce, che una cosa simile è un po’ come sentire arrossire una donna dopo un tocco un po’ più audace. Si chiede se qualcosa cambierebbe allo stesso modo, in Opportunity, se potesse darle una pacca sulla spalla per consolarla della perdita.
Si affretta a mettere da parte questi pensieri sciocchi e malinconici, quando il dottor Banerdt arriva, ma non può nascondere il proprio divertimento quando lo vede spalancare gli occhi di fronte all’inaspettata comunicazione di Opportunity.
- Morta? – chiede lo scienziato, in un borbottio sconvolto, - Ma come sarebbe a dire?
Charlie e John si lanciano un’occhiata confusa, poi si sorridono. Osservano con attenzione Banerdt riprogrammare a distanza sia Opportunity che Spirit, e nel momento in cui capiscono che l’una non parlerà più in questo modo e l’altra tornerà presto a vivere senza problemi, sentono che un pezzo di qualcosa è cambiato anche in loro, ma è una sensazione che ognuno tiene per sé.