Genere: Commedia.
Pairing: Bill/Tom.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Slash, Incest, Language.
- "Tu vestito così non esci."
Note: *delira* No, l’orario non vi inganna. Sono davvero quasi le cinque del mattino. *piange* L’insonnia non mi dà tregua. E comunque, questo è il regalo che ho messo su per augurare i migliori ventuno anni possibili alla mia adorata neechan <3
…e, sì, anche per parlare male dei vestiti di Bill ai Comet di quest’anno. Nonché per nominare gratuitamente Bushido senza alcun motivo, ovvio. *ri-piange*
Basta! Ho concluso è_é Grazie per aver letto questa vaccata X’D
E buon compleanno Ana :*******************************
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DURCH DEN GARSTIGKEIT

- Tu vestito così non esci.
Bill sollevò lo sguardo dall’impercettibile imperfezione della scia d’ombretto scuro sotto l’arcata sopraccigliare e lo portò sul riflesso del proprio fratello, proprio lì a fianco, sulla superficie lucida e pulita dell’enorme specchio parietale di fronte al quale stazionava da mezz’ora per gli ultimi ritocchi stilistici prima di andare.
- Tomi…? – si azzardò a richiamarlo, arricciando indispettito le labbra.
Suo fratello gli si avvicinò e si chinò su di lui, finché il suo volto riflesso nello specchio non apparve proprio accanto a quello di Bill.
- Sembri una troia. – spiegò deciso, - Costosa, d’accordo. Ma sempre troia.
Il moro si tirò in piedi, indignato.
- Tomi! – lo rimproverò, intrecciando le braccia sul petto.
- Non dire Tomi! – sbraitò a propria volta il rasta, fuori di sé, - Guardati! Sei disgustoso! Che diavolo sarebbe questa maglia? Che colore è, argentato?! E la sciarpina abbinata, poi…
- Tomi… - mugolò pietoso lui, inarcando le sopracciglia.
- Se ripeti ancora una volta il mio nome, con questa sciarpina del cazzo ti ci strozzo. – concluse secco suo fratello, fissandolo a due centimetri di distanza da lui.
Bill sospirò e scosse il capo.
- Qual è esattamente il tuo problema? – gli chiese a quel punto, inclinando il capo nel modo in cui mostrava al mondo un palese disinteresse falsamente nascosto da un velo di curiosità. Insomma: suo fratello gli stava dicendo che, qualsiasi fosse stato questo famigerato problema, l’avrebbe bellamente ignorato per fare, come sempre, di testa propria.
- Il mio problema te l’ho detto. – ringhiò Tom, sempre più infuriato, - Sembri una troia.
Bill ghignò sadico, inclinando il capo dall’altro lato.
- E…?
- …non c’è nessun e!!! – strillò, - Che e vuoi che ci sia, sembri una troia, è indecente!
Bill scrollò le spalle e tornò a controllare l’ombretto, sistemandolo con la punta del pollice lievemente umettata di saliva.
- …non vorrai mica assistere alla cerimonia di premiazione conciato in questo modo?! – chiese ancora Tom, cercando di scrollare il fratello da quella calma irritante.
- Certo che no, Tomi! Che razza di idea. – sbottò Bill, tirandosi dritto ed allontanandosi dallo specchio per raggiungere la propria valigia ancora aperta sul letto, - Questo è solo per il red carpet. Poi in camerino mi cambio.
- Ah! – s’illuminò speranzoso il rasta, avvicinandosi a propria volta al bagaglio ed osservando Bill pasticciarne il contenuto diligentemente ordinato, - Meno male. E cosa ti metti?
Bill tirò orgogliosamente fuori dalla valigia una magliettina nera che innalzò i livelli di speranza nella buona fede del mondo di Tom fino alle stelle.
E, subito di seguito, gli mostrò un’accoppiata di catene e collari argentati che, per contro, affossarono quella povera speranza maltrattata fin sotto terra.
- Queste! – gioì tranquillamente il frontman, tintinnando tutto mentre si agitava compiaciuto.
- …ma non se ne parla!!! – strillò Tom, sconvolto. – Passino gli stivali sadomaso, passi l’acconciatura da dark-lady, ma le catene proprio no, Bill!!!
Il moro, per contro, sospirò esasperato e rimise tutto in valigia, allontanandosi da lui con fare stanco.
- Dove stai scappando?! – ruggì Tom, saltellandogli frettolosamente accanto.
- In un qualsiasi luogo in cui i tuoi deliri non mi raggiungano, Tomi. – spiegò paziente Bill, senza neanche degnarlo di un’occhiata.
- Ti ho detto di non chiamarmi Tomi! – si lamentò lui, affrettando il passo per frapporsi fra suo fratello e la porta, - È irritante quando lo fai anche quando sai palesemente che mi stai disubbidendo!
- Tu non sei mio padre. – si limitò a fargli notare, quasi distrattamente.
- Sì, ma – grugnì Tom, spalancando le braccia a coprire la visuale della porta dietro di sé, ed osservando Bill fermarsi a pochi passi da lui, - sono comunque quello che ti si porta a letto. – biascicò imbarazzato.
Bill lo fissò sconvolto per qualche secondo, immobile sul posto, il capo lievemente reclinato, come un cucciolo stordito e confuso.
- Sei un impiastro. – commentò alla fine, intrecciando le braccia sul petto, - Non solo ti comporti come un ragazzino, ma dici le cose nel peggiore modo possibile. – sospirò, - Dio, se anche avessi detto “però scopiamo insieme”, sarebbe stato meglio di “sono comunque quello che ti si porta a letto”. Cos’è, una benevola concessione? Sei diventato il filantropo del sesso? Povero Billi che non scopa mai, aiutiamolo a venirne fuori in tutti i sensi?
- …aspetta un po’! – sbottò Tom, sconvolto dal fiume in piena delle rimostranze del fratello, - Stai delirando troppo in fretta!
- Ah! – borbottò Bill, roteando gli occhi, - Ora sono io, quello che delira! Cos’è, Tomi, sei geloso o cos’altro?
Tom aggrottò le sopracciglia e gli si avvicinò minaccioso.
- Insomma. – mugugnò confusamente, afferrandogli i polsi con entrambi le mani e sciogliendo il nodo delle sue braccia strettissimo sul petto, - Ti… ti guarderanno tutti. – mugolò pietosamente.
- Lo fanno sempre. – scrollò le spalle Bill, annoiato.
- Sì, ma stavolta ti si vorranno fare proprio tutti! Ma tutti tutti! E…
- …e?
- …
- Tomi…
- E ci sarà anche lui, ecco! – si arrese il rasta alla fine, confessando il proprio sdegno.
- Ossignore! – esultò finalmente Bill, allargando le braccia ai lati del corpo, - Finalmente ci stiamo arrivando! Ora, Tomi, ripeti dopo di me: visto che ci sarà anche Bushido, non mi va tu sia più bello del solito, perché sono geloso.
- Io non sono geloso! – si difese Tom, ritraendosi terrorizzato, - Almeno, non di Bushido!
- Tu sei mortalmente geloso. – corresse Bill, piegandosi supponente verso di lui, - Soprattutto di Bushido.
- …perché ci flirti!!! – motivò, agitandosi come un galletto in trappola, - Quindi vedi un po’ tu, vestito da zoccola e col tuo tipico atteggiamento da zoccola! Sono terrorizzato, non puoi farmene una colpa!
Bill si lasciò andare ad un sorrisetto soddisfatto, tornando ad intrecciare le braccia sopra il ventre e sporgendosi ancora un po’ verso di lui.
- Ah-ha. – miagolò seducente, - Come sei carino, Tomi!
Suo fratello roteò gli occhi e si voltò, esasperato, verso la porta.
- Oh, insomma, fai quello che vuoi! Vacci pure nudo, in quel cazzo di posto, ed appena vedi Bushido buttati ai suoi piedi e-
Non riuscì a concludere il tragico dipinto, perché Bill lo afferrò saldamente per una spalla, lo costrinse a voltarsi e pressò con forza le proprie labbra sulle sue, soffocando le sue proteste in un bacio famelico e passionale.
- Tomi, sii serio. – ridacchiò poi, separandosi da lui, - Pensi che, con uno come te al mio fianco, uno come Bushido potrebbe mai interessarmi?
Tom rimase a boccheggiare per qualche secondo, cercando di recuperare il fiato che Bill sembrava avergli letteralmente strappato via con quel bacio.
- ...quindi ti piaccio più di lui… - mormorò alla fine, timidamente, vagando a tentoni alla ricerca di una delle rassicuranti ammissioni che Bill raramente gli concedeva.
- Ma è ovvio. – rispose il frontman, ravviando i lunghi capelli dietro le spalle, - Sei uguale a me, perciò sei bellissimo. A confronto, il resto del mondo è un enorme cesso semovente!
Tom lasciò ricadere le spalle e la mascella – ed anche buona parte della propria autostima e di sua sorella là dignità – fissando il fratello con aria sconvolta e afflitta.
- …tu sei il male. – annunciò alla fine, sconvolto, - Pure quando cerchi di fare un complimento a qualcuno, finisci comunque per complimentarti prima di tutto con te stesso!
Bill spalancò gli occhioni bistrati di nero ed arricciò la bocca in un morbido cuoricino color pesca.
- Dici? – mugugnò tristemente. Poi si voltò a guardarsi nuovamente riflesso nello specchio, perdendosi a lungo nella propria immagine. - …è che me lo merito troppo, dai! Cioè, guardami!
Tom scosse il capo e si massaggiò stancamente la fronte, sospirando tristezza e rassegnazione.
- Allora? – insistette Bill, pizzicandogli insistentemente un braccio, - Mi fai uscire così o no?
Tom scrollò le spalle, annuendo distrattamente.
- Tanto non ho niente di cui preoccuparmi. – borbottò, - In ogni caso non guardi al di là del tuo naso. Non ti accorgeresti di nulla neanche se Molko in persona ti s’inginocchiasse davanti e ti chiedesse di sposarlo, figurati. È improbabile che tu mi tradisca con Bushido. Al massimo, con lo specchio. – constatò tristemente.
Bill sorrise malizioso, chinandosi su di lui e sfiorandogli il naso con la punta del proprio.
- Non è così. – miagolò, - È che adoro il modo in cui guardi chiunque mi posi gli occhi addosso anche solo per sbaglio, quando sono così bello. Sembra che tu stia lì a ripetere a tutti quanti “provate solo a pensare e lui, e vi sbrano tutti”.
Tom sospirò, scuotendo il capo.
- Il dramma è non poterli sbranare davvero!
Bill rise e gli si aggrappò al collo, mordicchiandogli le labbra.
- Vuol dire che dovrai accontentarti di sbranare me, quando torneremo a casa, stasera…
Tom spalancò gli occhi e lo fissò, in parte stupito ed in parte un po’ confuso.
Poi lo afferrò per un polso, chiuse in un breve gesto la valigia e prese a trascinare entrambi verso la porta.
Bill, alle sue spalle, rise come un bambino.
- Questo significa che posso uscire anche così. – constatò soddisfatto, - Non vuoi neanche darmi il tempo di controllare se ho preso tutto?
- Giammai! – negò Tom, aggrappandosi furiosamente alla maniglia della porta, - Prima ci muoviamo, prima torniamo!
Bill evitò di fargli notare che l’orario in cui sarebbero tornati sarebbe dipeso comunque dalla durata dello show. Non era importante che suo fratello lo sapesse: il suo scopo, lui, l’aveva raggiunto comunque.
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