Genere: Introspettivo.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Angst, Gen, Death, Flashfic.
- "Quando si sveglia, l’indomani mattina, suo fratello non è in casa, ma c’è una spada di cartone ad attenderlo proprio sul tavolo della cucina."
Note: Scritta per la Notte Bianca #5 @ maridichallenge, su prompt Death!Fic.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Angst, Gen, Death, Flashfic.
- "Quando si sveglia, l’indomani mattina, suo fratello non è in casa, ma c’è una spada di cartone ad attenderlo proprio sul tavolo della cucina."
Note: Scritta per la Notte Bianca #5 @ maridichallenge, su prompt Death!Fic.
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DOWN MEMORY LANE
Da piccolo, era un bambino molto solitario, anche se forse il termine giusto dovrebbe essere semplicemente solo. Era cupo, addirittura malinconico, distante, a tratti assente. Non sorrideva mai – abitudine che non è più riuscito a staccarsi di dosso – ed anche nelle rare occasioni in cui gli capitava di parlare con qualche altro bambino della sua età, spesso semplicemente loro non erano in grado di capirlo, o lui di farsi capire da loro, ed ogni conversazione terminava come era cominciata, con lunghi silenzi, sguardi imbarazzati, genitori dispiaciuti, e lui, da solo, ai giardinetti, in mezzo alla piscina della sabbia, con la sua paletta e il suo secchiello e un mucchio di giocattoli coi quali neanche gli andava di giocare.
Nel corso di quegli anni, suo fratello non l’ha mai lasciato solo. Mentre Dave cresceva, suo fratello è sempre stato al suo fianco, proteggendolo a suo modo, aiutandolo quando ne aveva bisogno, spiegandogli ciò che gli serviva per imparare a sentirsi grande, a sentirsi autosufficiente anche quando prendersi cura di se stesso da solo sembrava una missione impossibile.
C’è un ricordo preciso che Dave conserva gelosamente, è uno dei primi ricordi che ha. È estate, fa caldo, lui è solo in salotto, seduto sul tappeto, un ventilatore puntato contro. È piccolo, molto piccolo, abbastanza da indossare ancora il pannolino, anche se riesce già a muoversi da solo. Sta guardando un cartone animato in televisione. Il protagonista indossa un costume ridicolo, ma Dave lo vuole. Non sa perché lo voglia, è stupido, ma lo vuole tantissimo. È una tutina rossa, aderente e integrale, con un mantello che svolazza dietro la sua schiena, lungo fino ai piedi, e brandisce una spada lunga, affilata, appuntita e bellissima. Dave vuole anche quella.
Per la tutina aderente fa troppo caldo. Potrebbe andare a prendere uno dei suoi pigiami, ma la sola idea lo fa sudare ancora di più, e si sente già abbastanza appiccicoso, nonostante indossi soltanto il pannolino ed una canottiera di cotone leggero, perciò rinuncia fin da subito.
Il mantello è più semplice. È piccolo abbastanza da trovare facilmente ciò che gli serve: recupera una delle vecchie magliette a maniche lunghe di suo fratello e lega le maniche proprio sotto il collo. Fa un caldo insopportabile, ma è proprio uguale ad un mantello, e Dave la adora.
Gli serve una maschera. Non ne ha, in casa, ma quando prende un paio di mutandine e prova a mettersele sulla testa come una specie di casco nota che l’effetto non è poi così tremendo.
Soddisfatto di sé, comincia a giocare. Salta sui divani, si lancia sul pavimento urlando, fa le capriole, si piazza davanti al ventilatore per far sventolare il mantello e strilla ad invisibili nemici che non li lascerà scappare senza prima combattere.
Poi la porta si apre e suo fratello appare sulla soglia, un sacchetto della spesa per mano e, oltre gli ampi occhiali da sole, l’espressione più sconvolta che Dave gli abbia mai visto addosso.
Istantaneamente, le gambe gli cedono, e lui cade seduto sul pavimento. Il pannolino attutisce la caduta con un morbido poff, e Dave può sentire le goccioline di sudore per il caldo e per l’ansia che gli scivolano lungo la nuca e il collo.
- Ma che stai facendo? – gli domanda suo fratello. Dave deglutisce e poi indica la televisione ancora accesa. Suo fratello osserva le immagini in movimento e il più minuscolo dei sorrisi gli piega dolcemente le labbra. – Ti manca la spada, però.
Dave non vuole fargli capire quanto ci tenga, perciò scrolla le spalle, si alza in piedi aggrappandosi alla seduta del divano e poi caracolla via, scappando in camera propria.
Quando si sveglia, l’indomani mattina, suo fratello non è in casa, ma c’è una spada di cartone ad attenderlo proprio sul tavolo della cucina. È bellissima, anche se è stata palesemente ricavata da una scatola che doveva contenere qualche giocattolo, viste le immagini ridicole stampate su uno dei due lati.
Dave la usa per mesi. Poi si rompe. Si spezza in due con un taglio netto dopo un colpo inferto ad uno dei peluche di suo fratello. Anche dopo quest’incidente, Dave continua ad usare la sua spada, ed anche quando suo fratello gli dice che potrebbe fargliene una nuova, Dave preferisce tenersi stretta questa.
Nella testa di Dave gli anni si susseguono velocissimi, svelti come istanti, ed ora suo fratello è sdraiato per terra, immerso in una pozza di sangue, una spada conficcata nello stomaco, sembra spaccata a metà proprio come quella con cui Dave giocava spesso da piccolo.
Forse è per questo che, adesso, gli viene tanto da piangere.