Genere: Comico, Demenziale, Parodia.
Pairing: Bill/Tom.
Rating: R
AVVERTIMENTI: Slash, Incest, Crack.
- "Cosa diamine sarebbe il twincest?!"
Note: I cuoricini che escono dalle orecchie sono della nee-chan XD Li ho usati a sua insaputa e spero non le dispiaccia XD
Per il resto, una storia lol e visibilmente cretina, ma capitemi, io non posso fare a meno di fare interagire gli omini che amo col magico mondo del fangirling XD Mi serve per sentirmi a posto con me stessa XD Spero faccia almeno un po’ ridere >_<
Per inciso, la fic KaulitzxMolko ESISTE. Ed è russa. E forse prima o poi l’avrete anche voi XD
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DO THE TALKING

- Twincest.
Sollevò lo sguardo, rabbrividendo da capo a piedi.
- Come, prego?
Bill sospirò e ripeté, stando bene attento a scandire ogni lettera.
- E cosa diavolo significherebbe?
Bill sospirò ancora, roteando gli occhi.
- Quanto è pessimo il tuo rapporto con l’inglese?
- Tanto. – rispose con naturalezza il biondo, - Troppo. Non ricordi chi faceva i compiti per me?
Il moro annuì stancamente, rabbrividendo al ricordo dei lunghi pomeriggi passati a studiare sia per sé che per suo fratello.
- Allora? Cosa significa twincest?
- È una contrazione, chiaramente. Twin ed incest.
- …ossia…?
- Tom!
- Ossia?!
Bill si lasciò andare a quello che sembrò il millesimo sospiro della sua giornata.
- Gemelli. E incesto, ovviamente.
- …non dire “ovviamente”!!! “Ovviamente” si può dire solo del sole che sorge al mattino, e anche in quel caso non bisogna mica metterci la mano sul fuoco, perché poni il caso che sei, che so, tipo in Norvegia, e per sei mesi sei costretto a sorbirti il sole ad ogni ora del giorno e della notte, e quindi chiaramente non sorge, e poi per altri sei mesi-
- Vuoi sapere in che altro modo lo chiamano?
Tom deglutì.
Non era proprio certo di volerlo sapere.
Ma annuì.
- Kaulizest. – rispose Bill con un risolino estremamente divertito.
- …ok. A chi devo fare causa, per questo?
Il lungo catalogo dei sospiri di Bill si arricchì di un nuovo elemento. Un sospiro sbuffante e vagamente infastidito.
- Adesso piantala. La stai prendendo troppo seriamente.
- Troppo?!
- Ma sì. Sono fangirl. Sono innocue.
- Innocue?!
- La pianti di farmi l’eco?
- ECO?!
Per un attimo, Bill pensò di sospirare ancora. Poi capì che sarebbe diventato presto banale e fin troppo monotono, e si limitò a roteare gli occhi, esasperato, per la seconda volta.
- Non dovrebbe preoccuparti così. Voglio dire, se non c’è niente di vero dietro, il problema neanche si pone. Giusto?
- Certo!
- E allora è tutto a posto.
- Ma… Bill! Non ti dà fastidio che vadano in giro dicendo… cose!... non vere?!
Bill scrollò le spalle, lanciando uno sguardo rapido allo schermo del pc, ancora placidamente fisso sulla fanfiction che stava leggendo prima di venire interrotto dalle domande di suo fratello, il quale, quando si annoiava, non poteva fare a meno di ficcare il naso nella sua vita, così, per movimentare un po’ la propria – come se avesse avuto bisogno di essere movimentata più di quanto già non fosse.
- Tanto si capisce che sono cose surreali. – disse in tono neutro, scrollando la pagina giù fino alla fine, - Figurati che in una ci hanno appaiati perfino a Brian Molko.
Le sopracciglia di Tom si sollevarono così tanto che sfiorarono quasi il cappello che portava ben calcato sulla testa.
- Brian Molko?! Il frontman dei Placebo?!
Bill annuì, con aria sognante.
- Dovremmo esserne orgogliosi: è un uomo così bello…
- Semmai è una bella donna. – ribatté Bill, acido, - E di sicuro non rientra nelle mie preferenze sessuali!
- Ma hai appena detto che è una bella donna…
- E che significa?! Trovo anche te una bella ragazza, - ghignò crudelmente, - ma questo non significa che vorrei scoparti!
- …
- …
- …
- …mi sarà data una seconda possibilità per rimangiarmi tutto questo, sì?
Bill ridacchiò e tornò a concentrarsi sulla pagina.
Tom cercò di ignorarlo, per un po’. Ma non riuscì molto brillantemente nel compito che si era dato.
- …per curiosità, che c’è scritto?
Bill lanciò un sospiro talmente enorme, e talmente esasperato, che sembrò battere in potenza tutti i precedenti. Di quel giorno, dei giorni che erano passati e perfino di quelli possibili.
- La stai prendendo davvero troppo seriamente, Tom. Lascia stare.
- Come fai a dirmi di lasciare stare?! Stai leggendo una roba in cui ci- ci accoppiano!!! E mi dici di lasciare stare?! Io non capisco se ti rendi conto! A parte il fatto che- eeeeew, ma comunque è assurdo, e poi eeeeew, e inoltre è illegale, e poi ho già detto eeeew? Perché se non l’ho detto lo dico adesso, eeew, e se per caso l’ho detto lo ripeto, eeeeew!!!
Impegnato com’era a lanciare ew a destra e a manca, non si accorse dell’irritazione di suo fratello, che cresceva e cresceva al punto da elettrizzare i capelli già dritti sulla testa grazie al lungo lavoro della parrucchiera.
E non si accorse neanche del fatto che si era alzato e, fulmineo, gli si era parato di fronte.
Lo vide solo all’ultimo momento.
Chinarsi.
Sporgersi.
Baciarlo.
Seguì un silenzio attonito.
- …cosa hai fatto…?
- Ti ho baciato.
Seguì un secondo silenzio attonito.
- …cosa hai fatto…?
Bill sospirò, tanto per cambiare, posando le mani sui fianchi.
- Era solo per farti capire che non conta niente. È una cosa come un’altra.
- …una cosa come un’altra…?
- Sei in grado di dire qualcosa di intelligente?
- …una cosa come un’altra…?
- Santo cielo, Tom, se dietro non c’è niente, non dovrebbe turbarti così!
- Non sono turbato!
- E allora non preoccuparti!
- Sono turbato!!!
- Dio! – sbottò Bill, le mani fra i capelli, - Sei così complicato!
- COMPLICATO?!
- Stai strillando.
- NON STO STRILLANDO!
- Sì che stai strillando. Posso vedere il caps lock nella tua voce.
- NON BLATERARE!!!
- Non strillare.
- MI HAI BACIATO!
- Stai strillando.
- MI HAI FOTTUTAMENTE BACIATO! Mi hai- mi hai- Io non ho ancora avuto una ragazza!!! Nemmeno una volta!
- Cosa c’entra adesso?
- Mi hai baciato!!!
- È stata solo una stupidaggine!!!
- Ma cosa diavolo vuol dire “una stupidaggine”?! Tu hai mai baciato qualcuno?!
Bill portò l’indice alle labbra, e guardò in alto, pensieroso.
- No. – rispose alla fine, come se davvero avesse avuto bisogno di un secondo per riflettere, prima di realizzare, - Cioè, ho baciato te adesso. Ma prima mai nessuno.
- ERA ANCHE IL TUO DANNATISSIMO PRIMO BACIO?!
- Stai strillando di nuovo.
- LO SO, CAZZO!
Bill si chinò di nuovo su di lui, e lo baciò ancora, con la stessa, identica, sciocca e indisponente naturalezza.
Quando si risollevò, lo guardava con occhi sottili e brillanti come quelli di un gatto, mentre un sorriso da predatore gli increspava le labbra.
- Sei turbato? – chiese malizioso, mordendosi il labbro inferiore.
Tom deglutì.
Rifletté.
Inspirò.
Ed espirò.
- No. – rispose caparbio, aggrottando le sopracciglia.
Suo fratello tirò fuori la lingua e si inumidì le labbra, sorridendo… Dio, sorridendo lascivo.
- Allora – disse, stringendosi graziosamente nelle spalle, - possiamo provare ancora due o tre volte.
Seguì un ennesimo silenzio attonito.
E fu il più lungo della serie.
Quando Tom uscì dalla camera, ed era quasi già sera, in molti poterono giurare di aver visto dei cuoricini rosa leggeri come palloncini uscire dalle sue orecchie.
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