Genere: Introspettivo
Pairing: Justin/Brian, Justin/Ethan.
Rating: R
AVVISI: Boy's Love.
- “Caro stronzo, spero tu stia sputando sangue e bile da qualche parte, nascosto nell’angolo buio di una strada o piegato sul cesso sporco del Babylon.
Commento dell'autrice: La mia prima flash-fic O.o O almeno, la prima che mi accorgo di scrivere XD Non che avessi programmato di farla venir fuori così corta, solo che sinceramente non mi sembra ci sia altro da dire, e be’, non è colpa mia se la cosa si risolve in meno di 850 parole XD Comunque, un raccontino che, nella sua semplicità, apprezzo abbastanza. Non ci sono tanti giri di parole, chi pensa a chi e in che modo è abbastanza chiaro e buonanotte XD Beninteso, non credo affatto che Justin abbia provato meno che amore per Ethan, solo che il sentimento per Bri è cooooooooosì profondo e totalizzante che supera qualsiasi altro sentimento possa o potrà mai provare per qualcun altro in tutta la sua vita TçT Ok, basta fangirling XD Spero vi piaccia è_é
PS: Scritta per la True Colors Community.
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DEAR EX-BOYFRIEND…
#5 I hope your wish came true; mine betrayed me


“Caro stronzo, spero tu stia sputando sangue e bile da qualche parte, nascosto nell’angolo buio di una strada o piegato sul cesso sporco del Babylon.”

- Just? Che fai?
Chiuse la posta elettronica con uno scatto isterico, saltando sulla sedia.
- Niente, Ethan, non preoccuparti…
Aspettò che il suo ragazzo si avvicinasse a lui e lo baciasse lievemente sulle labbra, cingendogli le spalle con entrambe le braccia.
- Tempo da perdere?
- Già. – ridacchiò, - Tu? Esercitazione?
- Stavo giusto prendendo il violino. Ti do fastidio se suono sul letto?
- No, no, fai pure. Sai che mi piace ascoltarti.
Ethan sorrise e si separò da lui, raggiungendo il letto a grandi falcate e cominciando a suonare quasi subito.
Lui riaprì la posta elettronica.

“Caro pezzo di merda, spero tu ti stia rotolando nel tuo letto, in preda ai dolorosissimi spasmi di una malattia mortale rarissima e incurabile che affligge solo gli stronzi come te, abbandonato da parenti, amici e amanti e costretto a guardare Sex and the City giorno e notte.”

- Ma che hai da battere così sulla tastiera? – chiese Ethan, scoppiando a ridere, - Fai un casino assurdo!
Imbarazzato, Justin si strinse nelle spalle e sorrise.
- Non preoccuparti, sto solo scrivendo una mail.
Ethan annuì e sorrise, ricominciando a suonare.
Justin rilesse e cancellò quello che aveva scritto fino a quel momento, e ripartì da zero.

“Cara testa di cazzo, voglio che tu sappia che meglio di come sto non potrei stare, e che penso che mollarti sia stata la cosa migliore che mi sia mai capitato di fare; e voglio che tu sappia anche che spero tu invece stia annegando nel senso di colpa e nel disgusto per te stesso, che sarebbe anche il minimo, dopo quello che mi hai fatto passare. Inoltre, voglio che tu sappia che non ti rimpiango neanche per un cazzo, e che ormai stai diventando più insignificante di un ricordo idiota di millenni fa.”

- Just, si romperà se continua a pressare i tasti così.
La voce di Ethan lo risvegliò dalla trance in cui era piombato, e lo costrinse a cancellare in fretta e furia le righe colme di rancore che apparivano sullo schermo, senza neanche rileggerle.
- Scusa… - mormorò, passandosi una mano sugli occhi e stiracchiandosi.
- Dev’essere importante! – ridacchiò Ethan, stendendosi sul letto e posando il violino nella sua custodia.
Justin lo guardò.
- Mh… ma no… - disse sorridendogli e alzandosi per raggiungerlo.
Ethan rispose al sorriso – quell’appartamento era pieno di sorrisi, per quanto neanche la metà fossero reale espressione di gioia - e si scostò lievemente per fargli posto accanto a sé. Justin si lasciò stringere fra le braccia, ed Ethan gli permise di nascondere il viso sul suo collo, godendo del contatto del suo respiro caldo sulla sua pelle fredda d’inverno.
- Tutto a posto? – gli chiese, accarezzandogli i capelli.
Justin annuì, strofinandoglisi contro come un gattino affettuoso, ed Ethan capì che stava pensando a Brian. Avrebbe potuto lasciarsi sopraffare dalla gelosia e rodersi in silenzio, oppure avrebbe potuto incazzarsi e andare via, mollandolo lì, solo, sul letto, senza neanche una spiegazione, ma non sarebbe servito a niente, la sua mente sarebbe stata ancora tutta un concentrato di Brian e per lui, in quel cervellino tormentato, non sarebbe rimasto neanche un posticino minuscolo per una minuscola dichiarazione d’affetto, perciò preferì restare, chinarsi su di lui, baciarlo e sfiorarlo sotto i vestiti, nella speranza di riuscire, almeno per una ventina di minuti, a rendersi esclusiva dei suoi pensieri.
*

“Caro Brian. In realtà sono triste. In realtà mi sento solo. In realtà Ethan mi consola ma non mi aiuta. In realtà non ho mai desiderato che fra noi due finisse così, e in realtà ora che è successo mi sento impantanato nel rimpianto e nei ricordi di te, che mi restano aggrappati addosso come zavorre e non mollano. In realtà, Bri, non sognavo che tu mi chiedessi di sposarti, né volevo legarti a me controvoglia e per sempre in qualche altro subdolo modo. In realtà, per esempio, non mi passava neanche per la testa di costringerti ad essermi fedele, o ad adottare un bambino e cose simili. In realtà mi bastava che mi stessi accanto fino a quando avresti potuto, mi bastava che permettessi a me di restarti vicino ogni volta che ne avessi avuto bisogno.
I miei sogni si sono dissolti come le bolle di sapone degli schiuma party in discoteca, sono esplose lasciandosi dietro un profumo agrodolce di nostalgia che mi rintontisce, e uno strato vischioso di ricordi che è ancora lì, e sul quale continuo a scivolare.
Il suo sogno è sempre stato un’ostinata, ingiustificata ed eterna affermazione d’indipendenza. E io spero che almeno tu sia soddisfatto.”


Ethan mugugnò nel sonno. Justin si voltò a guardarlo e desiderò essergli accanto al più presto possibile, prima di fare qualche pazzia.
Spense il computer dal pulsante sull’hard-disk, infischiandosene dei pericoli che correva il delicato e costosissimo apparecchio, quando non spento nella giusta maniera, e se ne tornò a letto.
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