In coppia con Nainai.
Genere: Romantico, Comico, Erotico.
Pairing: BrianxMatthew
Rating: NC17
AVVERTIMENTI: Language, Lemon, RPS.
- Brian non ha la febbre. Brian sta morendo di febbre! Ma quello stupido idiota del suo uomo, Matt Bellamy, sembra non curarsene, e sembra importargli solo dello stupido premio fasullo che gli consegneranno in televisione da lì a pochi minuti! E quindi, cosa potrebbe esserci di meglio da fare che non cercare di tenerlo a casa lamentandosi...?
Commento dell'autrice: L'idea di questa fanfiction è stata di Nai ù_ù E in effetti ha cominciato lei a scriverla, e per molti versi la fanfiction è ancora totalmente sua XD Anche perché, a conti fatti, lei ne ha scritto molto più di me :O Il mio ruolo, all'interno di questa storia, è stato darle un titolo (utilizzando un'adorabile canzone dei Gym Class Hero <3) e un bel pezzetto porno XD che è tipo la cosa più ESPLICITA che io abbia mai scritto fino ad ora ù_ù E per questo la amo XD
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ATTENZIONE: il seguente scritto non è stato redatto né pubblicato a scopo di lucro, i personaggi ivi utilizzati, pur portando il nome di persone vere, sono solo personaggi e NON fanno alcuna delle cose qui raccontate (non lamentatevi con noi), non intendiamo offendere nessuno con quanto qui scritto e siamo abbastanza sane di mente da renderci conto da sole che sono giochi per bambini e non cose serie.
A parte questo bla bla bla, aggiungete un po’ tutte le rassicurazioni di cui sentite la necessità U_U

L’Easily Forgotten Love e, più precisamente, i suoi membri Lisachan e Nainai, sono lieti di presentarVi:

Cupid's Chokehold


-Trentanove e mezzo. Però!- Matthew buttò il termometro sul comodino e lo guardò.- Direi che hai la febbre, Brian.
Lui arricciò il naso. Aveva le guance rosse e gli occhi lucidi, e questo, insieme con i capelli che sfoggiavano l’ennesimo taglio asimmetrico da donna, ma privo di forma dopo le ore passate sotto le coperte a sudare, e gli ricadevano sul viso in ciocche improponibili, contribuiva a dargli l’aria di un moccioso imbronciato. In generale era…carino, pensò Matt Bellamy sorridendo. Fu un grosso errore.
-So benissimo di avere la febbre!- ruggì Brian Molko, affatto intenerito alla vista di quel sorriso.
Incrociò le braccia sul petto e lo fissò con un tale sguardo omicida che Matt pensò per un momento che sarebbe davvero riuscito a dargli fuoco. Però non si mosse, seduto ancora al suo fianco sul grande letto che occupava la loro camera nell’appartamento che condividevano a Londra. Troppo di rado, si disse vagamente l’inglese, per poi tornare a spostare l’attenzione sul proprio compagno.
-Sei tu – e qui rimarcò quella parola come se stesse sputando fuori un insulto.- che sembri ignorare le mie condizioni e ti prepari ad abbandonarmi qui da solo e bisognoso di cure!
Matthew sospirò pesantemente.
-Vado via solo per qualche ora, Bri, basta che resti buono buono a letto, a riposare, e non te ne accorgerai nemmeno.- tentò di farlo ragionare.
Ma fu inutile, l’unica cosa che ottenne fu che Brian cominciasse ad agitarsi come un pazzo appena lui si alzò per tornare al tavolo da toilette e finire di preparasi.
-Tu non mi ami! Se mi amassi riterresti stare con me mentre muoio più importante di ogni altra cosa!!!- strillò il cantante dei Placebo, irritando la povera gola già messa a dura prova dalle placche della febbre.
Terminò la propria invettiva con un colpo di tosse e, sfinito, si lasciò ricadere sul cuscino, dardeggiando da lì contro il povero Matthew.
-Non stai morendo.- ribatté ragionevole quest’ultimo.- Hai solo l’influenza.
-Ed il mal di gola!- ribadì Brian, con una tale espressione sconvolta da far credere che questo avrebbe davvero potuto segnare la sua fine.- E tu sei un insensibile mostro!- aggiunse poi per sicurezza, mettendo da parte l’aria sconvolta per tornare ad adottare lo sguardo di fuoco assassino.
Matthew si concesse un secondo sospiro pesante, ma non si voltò mentre sistemava la camicia e, allo specchio, si assicurava di essere finalmente pronto per uscire.
-Bri, tesoro, cerca di capire.- tentò comunque di spiegarsi, mantenendo quel tono controllato.- Devo lavorare, non lo faccio per divertimento.
Ovviamente questo suo palese disinteresse non poteva che montare alla testa di Brian, che a quel punto non trovò di meglio che saltare fuori dalle coperte come una biscia e scagliarglisi contro più di quanto non stesse già facendo dal proprio “letto di dolore”.
-COME OSI DIRE CHE DEVI LAVORARE!!!- gli ruggì contro inferocito. Matt lo guardò, sollevò le braccia portandole ai fianchi ed attese.- DEVI SEMPLICEMENTE ANDARE…IN QUEL POSTO A FARTI DARE UN PREMIO CHE TU E QUELLA PATETICA IMITAZIONE DI BAND ROCK NON MERITATE AFFATTO!
-Ma non avevi mal di gola?
Brian s’interruppe, fissandolo come se non riuscisse davvero a capacitarsi. Lui stava morendo, era chiaro…era lampante! Ed il suo uomo sembrava completamente insensibile a questa cosa! Ed aveva mal di gola! E Matt lo abbandonava per…
-E’ una premiazione televisiva, Bri.- ricominciò Matthew, avvicinandoglisi ed approfittando di quel momento di totale smarrimento per prenderlo gentilmente per le spalle, farlo voltare e ricondurlo verso il letto.- Durerà forse un paio di ore,- ribadì con dolcezza, facendolo stendere e sistemandogli le coperte.- tante chiacchiere,- aggiunse scostandogli i capelli dalla fronte e controllando la sua temperatura.- tante idiozie, un premio assolutamente privo di senso dato sulla scorta dei soldi pagati dalla Warner al canale televisivo,- proseguì amabilmente rimboccandogli lenzuola e coperte e sorridendogli.- poi mollo tutto e scappo via per tornare da te.- promise.- Non resto nemmeno per il party dopo lo show.
Brian lo guardava. Matt si illuse per un momento che potesse aver capito o, almeno, essersi arreso all’idea che lui dovesse necessariamente uscire. Ma poi riconobbe il lampo che attraversò gli occhi dell’altro e che diede una luce assolutamente folle agli occhi chiari e si preparò ad un nuovo scoppio d’ira violenta.
-…tu- iniziò Brian con una calma sibilante che fece venire i brividi a Matt, tanto bene ormai la conosceva.- ti sei messo schifosamente in tiro!- terminò in un ruggito il leader dei Placebo.
Bene. Di tutto il suo discorso non aveva sentito una parola, ma del vestito di Matthew aveva registrato anche la piega dei pantaloni ed il colore dei bottoni della giacca rossa. Matt resistette per miracolo all’impulso di infilare le dita tra i capelli in un gesto sconfortato, si ostinò a tenerle serrate contro i fianchi e mantenne un’aria tranquilla, nonostante l’esasperazione che sentiva risalire dallo stomaco.
-Bri, io sono in ritardo.- si decise a far notare.- Dovevo essere in quei dannati Studi circa un’ora fa e sono ancora qui a perdere tempo con te.
Si rese conto da solo del madornale errore appena commesso, per cui non si stupì troppo di vedere Brian saltare su fuori dalle coperte un’altra volta e cominciare, in piedi sul letto, a rovesciargli addosso tutti gli insulti che potevano venirgli in mente.
-PERDERE TEMPO CON ME?! BELLAMY!!! IO STO MALE E TUUU- e qui gli puntò contro il dito in un gesto teatrale.- MI ABBANDONI!!!
Matthew lo guardò. Contò fino a trenta, prese fiato, si rilassò e gli sorrise.
-Brian, tesoro, potresti rimetterti sotto le coperte e stare buono per queste due fottutissime ore?- domandò con calma.
-Non ho alcun bisogno di stare sotto le coperte! Sto benissimo!- ribatté Brian, incrociando le braccia sul petto in un chiaro tentativo di farlo impazzire del tutto.
-Non stai per nulla “benissimo”!- ringhiò Matt, costretto ad arrampicarsi sul letto a sua volta per afferrarlo e rimetterlo giù a forza.- Hai la febbre alta, la gola rovinata e la messa in piega sfatta!- elencò stringendogli le coperte intorno al corpo per assicurarsi che non fuggisse ancora.
-Cosa diamine c’entra la mia messa in piega?!- scattò Brian, divincolandosi inutilmente.- Io sto benissimo! E starei meglio se tu e quei due idioti dei tuoi amici non aveste ricevuto immeritatamente quel premio! E tu non fossi un verme traditore fedifrago che si mette in tiro per andare alle premiazioni! E…
Matt gli tappò la bocca con un bacio. Brian soffocò, protestò ancora qualche istante e poi, semplicemente, smise e ricambiò il bacio. Siglandolo con un’occhiataccia appena Matthew si staccò da lui per tirarsi dritto.
-Io vado, tu stai qui buono e non farmi preoccupare.- redarguì per l’ultima volta il frontman dei Muse, tirando la giacca sul petto e sistemandola prima di lasciare la stanza.
Brian rimase a rosolarsi nella stizza e nel calore confortante delle coperte fino a che non sentì i passi di Matt lasciare l’appartamento e la porta richiudersi, poi tirò via lana e lenzuola con un calcio e si alzò.
A piedi nudi si trascinò fino al divano nel salotto. Si arrotolò tra i cuscini, prese il telecomando, accese la TV mettendo il volume al minimo ed allungò una mano a recuperare il cordless sul tavolino lì accanto. Compose il numero, avvicinò il telefono all’orecchio sollevando il telecomando per fare zapping, ed attese il segnale dall’altro lato della linea.
Una voce pacata e modulata, decisamente piacevole, gli rispose dopo un paio di squilli. Brian la riconobbe ed arricciò il naso con aria disgustata.
-Non voglio parlare con te, piattola!- sbottò dando voce al proprio fastidio. Ed ordinò subito dopo- Passami il mio Stefan!
Uno sbuffo, il telefono passò di mano e Brian sentì la stessa voce pacata e modulata annunciare “E’ Brian, mi ha chiamato “piattola” e vuole parlare con il suo Stefan”, poi Stefan gli rispose.
-Ciao, Brian.- salutò la voce del bassista- Potresti, per favore, evitare di chiamare “piattola” Vin?- s’informò con cortesia.- Questa cosa non aiuta la mia relazione.
-Lui è una piattola.- liquidò in fretta Brian.- Ed io sto morendo.- annunciò lapidario.
Stefan sospirò all’incirca allo stesso modo di Matt per tutta l’ora precedente.
-Sto arrivando.- concesse rassegnato.
Brian lo sentì voltarsi verso Vincent e dirgli “Devo andare a salvare Brian da una delle sue solite crisi di idiozia acuta” e la cosa lo indispettì ancor più di quanto non fosse.
-NON E’ UNA CRISI DI IDIOZIA!- gli gridò attraverso il telefono- HO IL MAL DI GOLA!
Poi buttò giù e, bestemmiando contro il fatto che nessuno lo amava in quel freddo e crudele mondo, si rincantucciò meglio sul divano e riprese a fare zapping.
Quando il campanello suonò, la trasmissione a cui partecipava Matt era già iniziata da circa una decina di minuti. Brian gettò un’occhiata trasversale alla porta e poi allo schermo e si decise ad alzarsi per andare ad aprire, ritrovandosi davanti un pacatissimo Stefan che lo squadrò da capo a piedi e lo spinse nell’appartamento.
-Sei a piedi nudi.- notò immediatamente lo svedese.
Brian arricciò il naso. Trotterellò verso il divano e tornò a rannicchiarsi ritirando le gambe sotto il corpo e fissando malevolo il nuovo arrivato.
-Non dirmi cose che già so! Mi è bastato Matt ed il suo “hai la febbre”! Certo che ho la febbre! Sto morendo!- attaccò subito a lamentarsi.- Ma a lui questo non sembra interessare affatto!- affermò mentre recuperava il telecomando ed adocchiava Matt, appena inquadrato dalla telecamera, tra il pubblico della trasmissione. Alzò il volume e continuò imperterrito- Lui preferisce starsene lì a farsi…adorare senza motivo da folle di ipocriti, che restare qui a prendersi cura di me…
Mentre il suo cantante continuava imperterrito la propria invettiva, Stefan richiuse la porta dietro di sé, si liberò del cappotto e si guardò intorno facendo mente locale su quello che era necessario e più urgente fare. Brian stava ancora elencando in modo circostanziato tutti gli elementi che gli permettevano di affermare con sicurezza che Matthew non lo amava affatto ma si divertiva solo a scopare con lui, che lo svedese entrava nella stanza da letto, recuperava il termometro ed una coperta e tornava nel salotto.
-Metti questo.- ordinò passando il termometro a Brian dopo averlo abbassato.
-Io ho il mal di gola e lui meglio di chiunque dovrebbe sapere che razza di tragedia sia!- proseguì intanto Brian, facendo come Stefan gli aveva chiesto e sistemando il termometro al sicuro sotto il braccio.- Ma invece di restare al mio fianco e piangere con me è lì!- Ed indicò lo schermo puntandolo con il telecomando. Stefan gli buttò un’occhiata distratta e tornò a voltarsi, ripiegando la coperta intorno al corpo di Brian. Lui lo lasciò fare, spostandosi docilmente per permettergli di rimboccargli la lana e lasciando ricadere le braccia sul soffice con un suono ovattato. Ed intanto continuò a parlare senza interruzioni.- Ti rendi conto? È…è la cosa peggiore della mia vita! Non sono mai stato così palesemente poco amato! Lui è lì con quei due…idioti accanto, che ridono tutti e tre come degli ebeti e fanno…”ciaociao”! con la manina alla telecamera!
-Sì, certo, è un’indecenza Brian.- affermò Stefan atono.- La teiera è al solito posto, vero?- s’informò poi procedendo verso la cucina.
-Sì.- rispose Brian e, quando si accorse che lo svedese era sparito oltre la porta, proseguì nella “filippica” alzando il tono di voce per essere certo che lo sentisse.- Che poi! Non so se ti rendi conto? Hanno premiato i Muse per il loro ultimo album! Ma stiamo scherzando?!- gridò.- Tu hai sentito il loro ultimo album?!- pretese quindi di sapere.
Stefan lo assecondò, mentre versava l’acqua nel bollitore e lo metteva a riscaldare sul fuoco.
-No, Brian, non l’ho ancora sentito, perché?- Cercò due tazze nella credenza ed il the nel mobile affianco.
-Perché è una lagna! È ossessivo, ripetitivo, palloso, noioso, stizzente!!! E Matt…urlacchia più del solito! Dio, quell’uomo è insopportabile!
Stefan si disse che quanto ad uomini insopportabili lui cominciava ad avere un’ampia esperienza e poteva affermare con quasi totale certezza che gli “urletti” di Matt in sala di registrazione erano decisamente molto lontani dal farlo classificare come “uomo insopportabile”. Si concesse un nuovo sospiro, ma non obiettò e continuò ad ascoltare mentre Brian asseriva che per lui “quella dannata mania di Matthew di svegliarlo all’alba solo per fargli sentire la roba che aveva composto, era un chiaro ed evidente segno di quanto desiderasse in cuor suo ucciderlo per togliere di mezzo un rivale!” E questo dimostrava - a detta di Brian, incontestabilmente - che non lo amava affatto, ma era tutta una manovra per eliminare lui ed i Placebo dalla scena musicale.
Stefan finì di preparare il the e tornò nel salotto, dove Brian sedeva nell’identica posizione in cui lo aveva lasciato, continuando a fissare la televisione con uno sguardo acceso e vivo che la febbre tendeva a rendere assolutamente folle ed ossessivo. Si sedette accanto a lui, posò una delle due tazze sul tavolino al proprio fianco, passò l’altra a Brian e si fece restituire il termometro.
Bene, quasi quaranta. Stava davvero male alla fin fine.
-Quindi,- riprese Brian dopo il primo sorso di the bollente, mandandolo giù e constatando che non era così spiacevole e leniva almeno in parte il dolore che sentiva alla gola.- concorderai con me che si tratta di una mera operazione commerciale. Quel premio non lo hanno vinto perché sono bravi!- affermò sinteticamente Brian, alzando ancora visto che la tizia alla TV aveva appena annunciato l’esibizione dei Muse- Lo hanno dato a loro perché così doveva essere nel “balletto” delle majors discografiche!
-Certo, Brian.- concordò brevemente Stefan, appropriandosi della propria tazza e disponendosi a seguire anche lui la band alla televisione.
Matt, Chris e Dom raggiunsero il palco approntato per loro e si sistemarono agli strumenti musicali. Stefan si accorse del fatto che Brian, con la scusa del continuare a bere il proprio the, sembrava aver deciso di acquietarsi un momento, si voltò a guardarlo e lo vide concentrato ed attento, gli occhi puntati su Matt che raggiungeva il microfono, dopo aver imbracciato la chitarra, e lo sistemava con pochi gesti esperti. Sorrise, voltandosi di nuovo allo schermo e sentendo le prime note della canzone rombare nello Studio gremito di pubblico. Per essere una mera operazione commerciale, sospirò lo svedese già dopo le poche note iniziali, era davvero ben fatta.
-Dio!- sentì sibilare alla voce di Brian.
Lo guardò di nuovo, sedeva ancora con gli occhi fissi sullo schermo, il busto spostato leggermente in avanti e le dita serrate intorno alla tazza. Aveva un’espressione indecifrabile, una via di mezzo inspiegabile tra cipiglio offeso ed una sorta di adorazione stizzita. Stefan inarcò un sopracciglio perplesso, guardò nuovamente Matt, registrò il fatto che stava facendo un’esibizione ottima – anche migliore del solito – registrò anche che quella sera era decisamente… “splendente” - se poteva permettersi un’espressione simile - e si domandò cosa esattamente stesse dando tanto fastidio a Brian.
-Dio!- ribadì lui intanto, sporgendosi ancora così avanti che Stefan temette di doverlo riafferrare prima che cadesse a terra.- E’ disgustoso! È così disgustosamente in tiro che mi stupisce non lo abbiano arrestato per offesa al pubblico pudore!- inveì alzando progressivamente il tono.
Ah, ecco cos’era che gli stava dando fastidio.
Stefan sospirò, posò la propria tazza di the, allungò una mano e riportò Brian seduto contro lo schienale del divano.
-Sì, Bri.- concesse nel frattempo.
-Guardalo!- indicò lui, agitandosi come impazzito- No, dico! Guardalo! È lì che si struscia sul microfono, che fa l’idiota, che ansima e mugola e…
-Non sta scopando davanti alle telecamere, Brian.- lo interruppe Stefan preoccupato dalla piega che stavano prendendo i pensieri dell’altro.
-Oooh, ma ci manca poco!- ribatté lui con aria saccente. Indicando ancora lo schermo con un gesto ampio e teatrale.- Lo conosco io! E lui lo sa! Si è messo in tiro sapendo che lo avrei guardato! Si è messo in tiro perché è una…puttana!- asserì, ormai urlando.- Si è messo in tiro per uscire senza di me!!!- concluse quindi in modo isterico.- Dio! Lo ammazzo! Lo ammazzo con le mie mani! Lo…
-Brian!- scattò Stefan, seccato, quando lui, agitandosi, finì per sparpagliare ovunque schizzi di the bollente.
L’altro lo ignorò. Ma smise comunque di muoversi a casaccio e ricadde contro lo schienale, riprendendo a bere e a fissare malevolo lo schermo. Stefan si accorse che aveva adottato l’aria imbronciata delle grandi occasioni, quella da cucciolo infuriato che sfoggiava con lui o con Matt quando pretendeva la loro attenzione esclusiva. Beveva dalla tazza e gettava sguardi feroci allo schermo. La voce di Matt riempiva il silenzio tra loro e Stefan ne registrava le variazioni perfette, osservandole riflesse nell’ammirazione che Brian non poteva nascondere neppure dietro la propria stizza.
Si ritrovò a dirsi che Brian era proprio innamorato. Perso. Quanto tempo era che non lo vedeva così preso da qualcuno? Probabilmente l’ultima volta era stata con lui. Sorrise. Gli faceva piacere vederlo così, anche se si riduceva a vagare per casa a piedi nudi, con la febbre a quaranta, in cerca della persona che amava. E poi Matt si sarebbe preso cura di lui, lo sapeva.
-Da non crederci, ti giuro! Io non ci credo!!!- riprese a borbottare Brian appena la voce della chitarra si fu spenta in un riff graffiante. La presentatrice si avvicinò sorridendo sui tacchi alti e Brian strinse gli occhi e la fulminò con uno sguardo semplicemente feroce.- E’ una zoccola! Vedi! Vedivedivedi!!! – ribadì sempre più esaltato. Stefan scattò a togliergli dalle dita la tazza ormai semi vuota e Brian gliela lasciò per poter avere le mani libere e riprendere ad indicare con foga la televisione.- E’ una zoccola!-gridò voltandosi verso lo svedese per poter avere conforto da lui.
-Chi dei due, Brian?- s’informò Stefan gettando un’occhiata allo schermo, su cui la tipa aveva appena terminato di scambiarsi un bacio affettuoso con Matt, dopo che il pubblico lo aveva richiesto a gran voce.
-MATTHEW!- ruggì Brian al colmo dell’isteria.
-Certo, Brian- concordò pazientemente Stefan sistemando con cura la tazza e voltandosi poi a rimboccargli nuovamente la coperta, che l’altro aveva fatto cadere.
Brian si lasciò andare ad uno sbuffo di furia assassina e di totale resa e si lasciò ricadere per l’ennesima volta contro il divano, riprendendo a fissare la televisione e concedendo all’amico altri trenta secondi di pace per le orecchie.
Stefan li impiegò per alzarsi ed andare a cercare la tachipirina nel mobile dei medicinali, tornò con sciroppo e cucchiaio e si sedette in attesa del momento migliore per somministrare il farmaco a Brian, leggendo intanto con pazienza le indicazioni del dosaggio.
La presentatrice stava spiegando le ragioni per cui avevano deciso di assegnare il loro premio ai Muse e Matt la ascoltava sorridendo sicuro di sé, con un’espressione talmente serena e padrona da riuscire a dargli un fascino tutto particolare.
Eh, sì, notò infine lo svedese guardandolo appena, si era proprio messo in tiro.
-Gli piace andarsene in giro senza di me, eh!- esclamò Brian al suo fianco, sorridendo cattivo.- Lo diverte stare lì a fare il bagno di folla, a ricevere premi che non si merita affatto, a sentirsi amato da tutti! Non gli è nemmeno saltato per testa che potevo esserci qui io a morire, che magari tornando a casa non mi avrebbe più trovato…
-Hai l’influenza.- provò ad interromperlo Stefan, alzando il viso dal foglietto illustrativo.
E Brian proseguì senza nemmeno accorgersene.
-…o peggio! Mi avrebbe trovato, ma riverso a terra, ucciso dalla febbre e dal mal di gola! Morto triste, solo e depresso per causa sua!- tratteggiò il cantante mostrando anche una certa cura nel dettaglio.- Ma cosa gliene importa a lui?! Lui avrebbe avuto il suo premio! Avrebbe avuto il suo “bacetto” dalla zoccoletta in tacchi alti! Avrebbe avuto…
Nel frattempo la tipa, che aveva terminato il proprio discorso, lasciò il microfono, sollevò e si avvicinò a Matthew per consegnarglielo. Lui le sorrise di nuovo, lo accettò e ottenne a sua volta un microfono per poter ringraziare.
-…avrebbe avuto la sua folla festante! Poi, io non ci sarei più stato ma, dico, vuoi mettere! Lui avrebbe mosso un altro passo sul gradino della popolarità! – sbottò Brian ignorando bellamente che la scalata ai gradini della popolarità i Muse l’avevano iniziata già molto prima di quella sera.
Mentre Matt sciorinava i propri ringraziamenti, Brian sciorinava le proprie lamentele. Con la stessa aggraziata nochalance.
-Che non è che nemmeno chiedessi tanto, mi sarei accontentato di vederlo almeno interessato a me! Di vederlo esitare e chiedermi “Bri, sei sicuro di poter restare qui da solo? Non preferisci che io rimanga?”. Io gli avrei detto che non c’era bisogno, che doveva lavorare e che sarei senza dubbio riuscito a resistere per quelle due ore, anche se mi sarebbe costato molto.- spiegò con ragionevolezza il leader dei Placebo. E Stefan non dubitò nemmeno un istante che sarebbe gelato all’Inferno prima che Brian mostrasse una tale lucidità ed una simile maturità quali quelle descritte. Ma ovviamente non lo disse.- Anche se, voglio dire, per ricevere un premio che non ti meriti e che non vale niente…potevi anche rinunciare e mandarci i due idioti da soli! Ma la verità incontestabile è che io valgo meno di quell’orrore di metallo lucido che sta reggendo tra le mani tanto tronfio! Che preferisce quell’obbrobrio…che ora pretenderà anche di sistemare qui in casa! a me! Che…- Matt sollevò effettivamente l’obbrobrio, fissò la telecamera conta tanta intensità che i suoi occhi blu parvero lì, davanti a loro, e non a chilometri di distanza e nascosti dietro uno schermo, e dedicò la propria vittoria al “suo cucciolo, che era a casa ammalato invece di essere lì con lui in quel momento, ma che gli mancava in ogni istante in cui non poteva essere al suo fianco”.
E Brian si sciolse.- …che è la cosa più adorabile del mondo…- mormorò fissando la televisione a bocca aperta e con sguardo sognante. Si voltò verso Stefan di scatto, fissandolo con occhi lucidi di febbre e d’amore.- Non è la cosa più adorabile del mondo?!- domandò pressante, indicando Matthew mentre lasciava il palco e tornava a sedere tra il pubblico.- Guardalo! È…è…è…
-Sì, Brian.- concesse Stefan.
Si voltò e gli porse il cucchiaio pieno, di cui Brian ingoiò il contenuto senza fare domande, troppo concentrato su quell’“amore infinito che era il suo uomo”. Che era poi semplicemente bellissimo quella sera. Non lo trovava bellissimo anche Stefan? Lui lo trovava bellissimo. Ed aveva fatto un’esibizione deliziosa! Perfetta! Ah, era proprio bravo, il suo uomo! E lui ci teneva anche a dirglielo! Avrebbe guardato tutta la trasmissione e lo avrebbe aspettato lì, seduto in salotto, per potergli dire che era fiero di lui! Appena Matt fosse entrato sarebbero state le sue prime parole! Sarebbe stato contento di sapere che Brian aveva visto tutta la diretta, ah sì. E gli avrebbe fatto piacere sapere quanto era orgoglioso e…
Mezz’ora dopo Brian, stremato dalla febbre e da tutta quell’agitazione, dormiva beatamente sul divano, appallottolato tra i cuscini, le coperte ben rimboccate fin sotto il mento. Stefan usciva dalla cucina con una tazza di caffè e la porta di casa si apriva con delicatezza, permettendo a Matthew di fare il proprio ingresso di ritorno dalla premiazione. Gli sguardi dei due uomini si intercettarono attraverso la stanza e loro si sorrisero.
-E’ un’idiota.- fu il commento di Stefan. Posò il caffè, recuperò il cappotto dalla sedia su cui lo aveva abbandonato entrando e si avvicinò a Matt.- Cambio.- esordì pacato.- Adesso è tutto tuo.
-Grazie, Stef.- si limitò a dirgli l’inglese.
Una scrollata di spalle, il bassista uscì tirandosi l’uscio di casa e lasciando gli altri due da soli. Matthew posò l’obbrobrio di metallo sul tavolo nel soggiorno, si liberò a sua volta del soprabito e si avvicinò silenziosamente alla figura addormentata sul divano. Brian respirava a bocca aperta, quando si fosse svegliato avrebbe avuto un mal di gola anche peggiore di quello con cui si era addormentato. E comunque non poteva restare lì tutta la notte. Allungò una mano, gli accarezzò il viso scostando le ciocche spettinate e lo chiamò.
-Bri.- Brian mugugnò qualcosa nel sonno, sottraendosi al suo tocco per riprendere a dormire, ma Matt non scostò la mano e non lo lasciò fare.- Brian, tesoro, svegliati che devi venire a letto.- lo chiamò nuovamente.
Lo vide sbattere le palpebre un paio di volte, aprire poi gli occhi per metterlo a fuoco e…
-Matthew!- sbottò Brian appena lo riconobbe.
E meno di mezzo secondo dopo Matt se lo ritrovò addosso, che lo abbracciava e baciava. E le sue labbra, riarse dalla febbre, erano calde come mai e lui sorrise nel ricambiare il bacio.
-Ciao, Bri, sei stanco?- s’informò Matt abbracciandolo e tenendolo stretto.
Brian sorrise maliziosamente, sporgendosi di nuovo a sfiorargli la bocca.
-Non abbastanza.- ridacchiò.
Matthew lo fissò affatto convinto.
-Bri…- lo richiamò piano.
-Beh, cosa?- ritorse lui sempre più malizioso.- Cosa cosa?- incalzò ridendo e spingendolo via per tirarsi in piedi.- Non dovevamo andare a letto?- chiese senza staccare il viso dal suo, ma spingendolo ancora, verso la porta della camera.- Cosi impari a lasciarmi da solo per tutto questo tempo!
-Dio, Brian! Sei impossibile!- sbottò Matthew sconvolto.- Ma non stavi morendo?!
Lui ci pensò su. Arricciò il naso in un cipiglio delizioso, portò un dito alle labbra rosse e morbide e poi si limitò rispondere:
-…resuscitato!- con aria divertita e soddisfatta.
Spinse Matthew oltre la soglia e si chiuse alle spalle la porta.
*
Caddero sul letto con un tonfo sordo, e la prima cosa che Matt pensò fu “però, se reagisce così dovrei abbandonarlo a sé stesso più di frequente”.
Brian sembrava un indemoniato. Da quando erano arrivati in camera da letto non aveva fatto che armeggiare con i suoi pantaloni, cercando disperatamente di sfibbiarli senza neanche riuscirci.
- Che diamine… - lo sentì bisbigliare fra i denti, e la cosa lo fece ridacchiare.
- Aspetta, aspetta… - disse dolcemente, scostandoselo di dosso e adagiandolo sul materasso come avrebbe fatto con un bambino dormiente, - Faccio io.
Si alzò in piedi, scendendo dal letto, per raggiungere più facilmente il doppio bottone dei jeans che indossava, e sfibbiò velocemente il primo, lanciando uno sguardo distratto a Brian che era rimasto immobile sul letto e…
Lo guardava.
- Che succede? – gli chiese, preoccupato, - Stai di nuovo male?
Brian scosse il capo, come in trance.
- Non dobbiamo farlo per forza. Voglio dire, se ci sei hai tutta la mia collaborazione, ma Bri, non vorrei che mi svenissi fra le braccia o qualcosa di simile…
Brian si sollevò stancamente, inginocchiandosi sul materasso e guardandolo dal basso. Gli occhi umidi brillavano come quelli di un cucciolo, ed erano offuscati da un velo che Matt non faticò a riconoscere come desiderio.
- Sei… bellissimo. – disse Brian a fatica, sfiorandogli il petto attraverso il tessuto della camicia, - Spogliati lentamente…
Matt rispose con un sorriso malizioso, sfibbiando con un gesto morbido il secondo bottone dei pantaloni e lasciandoli lì, aperti, perché Brian potesse osservarli e decidere se abbassarglieli di colpo e saltargli addosso oppure semplicemente aspettare.
Notò con piacere che il suo uomo sembrava disposto a giocare un po’, perché si sedette comodo contro i cuscini addossati sulla spalliera del letto e rimase a godersi lo spettacolo.
Scivolò lento con due dita sui bottoni della camicia, sfibbiandoli uno a uno con la stessa attenzione che avrebbe riservato alla pelle di Brian, se sotto i suoi polpastrelli ci fosse stata lei. Brian si inumidì il labbro inferiore, stringendolo poi fra i denti mentre portava una mano all’inguine e si accarezzava lentamente, senza staccargli gli occhi di dosso.
Matt sfilò la camicia e la lasciò cadere a terra, arrampicandosi nuovamente sul letto e fermando la mano di Brian prima che potesse concludere la seconda carezza.
- No no… - bisbigliò, a un centimetro dal suo orecchio, - Non pensare che ti lascerò fare tutto da solo… non sono fatto per essere guardato…
Brian si lasciò sfuggire un mugolio frustrato, spingendosi contro di lui e strusciandoglisi addosso.
- Piano, piano… dammi tempo… - mormorò Matt, stringendolo a sé con sicurezza e sollevandolo dal materasso quel tanto che bastava per sfilargli i pantaloni e gettarli lontano, da disturbo qual erano.
- Tempo… - si lamentò Brian, ribaltando le posizioni e salendogli addosso, - Ho aspettato anche troppo.
Matt sorrise felino, e non lasciò che Brian stabilizzasse la nuova situazione, ma lo riportò con decisione sul materasso, stupendosi della sua docilità.
- Te ne approfitti perché ho la febbre…
- Sei tu che mi hai dato via libera, tesoro…
Brian sorrise e ricominciò a strusciarsi contro di lui, mormorando soddisfatto quando la propria erezione sfiorava la fibbia dei pantaloni di Matt attraverso il cotone degli slip.
- Santo cielo, sei proprio impaziente! – ridacchiò Matt, allontanandosi da lui con un veloce movimento dei fianchi, - Non puoi aspettare che sia io a soddisfarti? Devi per forza fare tutto da solo?
- Maaatt… - lo richiamò lui, gli occhi chiusi e il respiro affannoso, mentre spingeva in avanti il bacino alla disperata ricerca di un contatto.
- Ok, ok… - rispose l’inglese, tornandogli vicino, - Ho capito.
Gli scivolò addosso, lasciandosi sfuggire un ghigno soddisfatto mentre osservava la schiena di Brian inarcarsi e il suo capo gettarsi indietro all’istante.
- Matt… Matt, ti prego…
Ma sì, ne aveva avuto abbastanza.
Saltò fuori dai propri pantaloni con tanta velocità che si stupì di sé stesso, e riuscì a spogliare definitivamente Brian nello stesso movimento.
Oh, sì.
Doveva avere voglia.
Decisamente.
- Mmmh, e poi sarei io quello bello… ma guardati… - commentò, chinandosi sul suo petto e scivolandogli addosso con la lingua, - Sei così caldo
Brian sospirò pesantemente, giocando con le dita fra i suoi capelli e spingendolo verso il basso con desiderio neanche troppo celato.
- Il mio bimbo impaziente… - sbuffò Matt divertito, soffermandosi a giocare con le labbra su un suo capezzolo e sfiorando appena la sua erezione con le dita, - Come ho potuto lasciarti qui da solo…?
- Sììì… sei… sei stato terribile…
- Mmmh… eri geloso…?
- Da morire… da morire…
- Ma come…? Io ti sono stato così fedele…
- La… ah… Matt…
- Mmmh…?
- La presentatrice… ci provava con te…
Ridacchiò, circondandolo con una stretta sicura e riprendendo a massaggiarlo dall’alto verso il basso, risalendo con la lingua per torturargli il collo.
- Ci provava con te e tu… Dio… Matt, cazzo, scopami…!
- Oooh… non posso mica farlo così, di punto in bianco… devo prima prepararti…
- Il lub-
- So dov’è il lubrificante, Bri… ma non so, oggi… - gli leccò le labbra, e Brian rispose dischiudendole e offrendosi per un bacio, - …oggi sei buono da mangiare…
Brian rabbrividì sotto le sue dita, e lui smise immediatamente di accarezzarlo.
- …e quindi penso che ti assaggerò tutto…
- Cos- - azzardò l’uomo, ma non ebbe modo di concludere la sua domanda, perché due secondi dopo Matt era lì, fra le sue gambe, che si avvicinava pericolosamente alla sua apertura, sfoggiando un sorriso da predatore che avrebbe dato i brividi anche a un dio del sesso.
- Dio…! – esclamò, coprendosi gli occhi con un braccio, - Non vuoi farlo davvero!
- Oh, sì che voglio…
- Matt! – ma non riuscì a dire altro, perché la lingua del suo uomo lo sfiorò, dapprima con tocchi lievi ed esitanti, e poi via via sempre più sicuri, scivolando umida e calda tutta intorno per poi indugiare appena sulla sua apertura e forzarla con decisione, strappandogli un brivido e un singhiozzo di sorpresa e piacere.
- Aaah… - ansimò, mentre la lingua di Matt si faceva strada dentro di lui, - Oddio…
Matt riemerse dalle sue gambe, tornando a guardarlo con un sorriso soddisfatto.
- Proprio buono, sì. – commentò ironico, facendolo rabbrividire per l’ennesima volta, - E comunque smettila di invocare Dio, cielo… - sbottò, avvicinandoglisi e sfiorandogli le labbra col respiro, - Hai qui me… invoca me…
- …Matt! – riuscì a dire Brian, spalancando gli occhi, - Sei un porco!
Matt ghignò, zittendolo con un lieve tocco sulla sua erezione.
- Come se questo non ti piacesse…
- Ngh… vorrei… vorrei vedere come reagirebbero i tuoi amici se sapessero che sei davvero così puttana
- Mmmh… preferisco che a vederlo sia solo tu. E adesso… - concluse, infiltrandosi fra le sue cosce e sollevandogli il bacino per posizionarsi fra le sue natiche, - …vediamo di recuperare il tempo perduto.
Quando gli fu dentro, Brian lanciò un gridolino a metà fra il dolore e la sorpresa e chissà cos’altro, incrociandogli le gambe dietro la schiena e attirandolo a sé.
- Matt… ah, Matt… sì, scopami…
Matthew si chinò sul suo collo, spingendosi con forza dentro di lui.
- Ti scopo, piccolo, ti scopo… non mi senti…?
- Sì… sì che ti sento…
Sorrise sulla sua pelle, uscendo fino al limite ed osservando divertito Brian venirgli incontro con un movimento imperioso.
- Matt… non ti azzardare…
- Uh… non mi va più di condurre il gioco… ti va di… mh… cavalcare…?
Non gli diede neanche il tempo di domandarsi di cosa diavolo stesse parlando: lo afferrò per i fianchi e ribaltò le loro posizioni sul materasso, costringendo Brian a impalarsi con un gemito strozzato sulla sua erezione pulsante.
- Adesso devi muoverti tu, piccolo…
E Brian non se lo fece ripetere due volte. Prese ad agitarsi come un ossesso su di lui, piantando le mani sulle sue ginocchia e spingendosi a fatica verso l’alto, per poi lasciarsi ricadere verso il basso, rompendosi in sospiri eccitati e ansiosi, aumentando il ritmo mentre Matt gli si spingeva contro a sua volta, totalmente rapito dal suo movimento rapido e dalle gote arrossate da febbre ed eccitazione.
- Matt… - ansimò, - Toccami…
Matthew allungò una mano e circondò amorevolmente la sua erezione, scivolando per la lunghezza al ritmo delle loro spinte, aumentando la velocità quando voleva che anche Brian la aumentasse e diminuendola quando gli sembrava che le cose stessero per concludersi troppo in fretta.
Fosse dipeso da lui, gli sarebbe rimasto dentro per sempre.
Ma era impossibile, e lo sapeva, e perciò non fu deluso come avrebbe dovuto, quando lo sentì liberarsi fra le sue dita con un singulto strozzato.
- Matt… Matt, vienimi dentro… ti voglio sentire mentre vieni…
- Dio, sì! – ansimò lui, mettendosi seduto e afferrandogli il collo tra i denti mentre si svuotava dentro di lui.
Ricaddero entrambi sul materasso, esausti; Matt fra le lenzuola e Brian ancora tutto attorno a lui, disteso sul suo petto, alla ricerca dell’aria che non trovava più.
- Cazzo… - riuscì a commentare Matt quando ne ritrovò la possibilità, - è stato…
- …grandioso! – concluse per lui Brian, guardandolo negli occhi con aria sinceramente stupita, - Davvero! Mai… mai provata una cosa simile! E se lo dico io…
Matthew ridacchiò, stringendoselo contro come un pupazzo.
- Non essere troppo crudele con te stesso…
- Haha, Bellamy, haha.
Gli scompigliò i capelli affettuosamente, godendo del tepore della sua pelle contro la propria.
- Sembra che la febbre ti sia passata… non sei più tanto caldo…
- Probabilmente avevo solo bisogno di sfogarmi! – ridacchiò Brian, circondandogli il collo con le braccia, - Spero solo che adesso non venga a te.
Le ultime parole famose.
*
Matthew aveva un tale, terrificante mal di testa che si sarebbe sentito decisamente meglio se qualcuno, in un atto di sincera pietà, gliel’avesse spiccata di netto dal collo con un bel colpo d’ascia. Ma in alternativa era disposto ad accettare anche una pistolettata contro la tempia.
In una simile condizione fisica e mentale non era particolarmente stupito del trovare la presenza di Brian - cinguettante e felice nel bagno - assolutamente inopportuna. Soprattutto perché lui sembrava, invece, tornato in forma smagliante e ci teneva a manifestare questa cosa cantando la sua gioia come la peggiore principessa disneyana nel più becero dei film per bambini!
-Mattytesoro!!!- si annunciò Brian comparendo sulla porta del bagno, perfettamente lavato, vestito, profumato e truccato, tanto da essere tornato la deliziosa signorina di sempre. Il suo sorriso si allargò incrociando lo sguardo sofferente di Matthew, messo k.o. da un febbrone da cavallo salitogli nella notte ed agonizzante sotto strati vari di lana, nel lettone.- Oh, non temere!- esclamò Brian avanzando minacciosamente verso di lui ed incrociando le braccia dietro la schiena in una posa adolescenziale che Matt giudicò spaventosa.- Mi prenderò cura di te con tanto amore e dedizione che sarai fuori da quel letto per ora di cena!- promise riuscendo ad aumentare a dismisura la percezione di pericolo naturalmente promanante dalla sua figura.
Eh, già! L’altra cosa a cui Brian sembrava tenere terribilmente quel mattino, era ringraziarlo per quanto era stato carino la sera prima con lui e manifestargli il proprio amore incondizionato. Questa cosa riusciva talmente orrorifica per Matthew che provò inutilmente a mugugnare un rassicurante “sto bene, non devi per forza sacrificarti per me, magari è meglio se esci”, ma riuscì ad articolare solo un gemito strozzato. E, colmo della sfiga, Brian lo interpretò come un lamento.
-Oooh! Povero cucciolo!!!- esclamò subito, partecipe del suo dolore. Matt se lo ritrovò addosso prim’ancora di poter realizzare che questo, probabilmente, avrebbe comportato la chiusura definitiva e totale delle sue già ostruite vie respiratorie.- Hai mal di gola, vero? Povero tato, sei così piccolo ed indifeso, contro quei batteri cattivi! Vuoi che ti prepari una camomilla?
“No, vorrei che ti spostassi e permettessi all’ossigeno di raggiungere i miei organi vitali”, pensò Matt pacatamente, soffermandosi piacevolmente sulla vaga possibilità che Brian facesse davvero qualcosa di utile per lui quel giorno. Poi si rimise di buon animo ad aspettare che la morte per soffocamento lo cogliesse.
Ma per sua sfortuna, Brian aveva già avuto un’ottima idea e, con uno slancio che valse a Matt un discreto colpo nello stomaco, si sollevò balzando agilmente giù dal letto e da ciò che rimaneva del proprio compagno.
-Bene! Allora ti preparerò una camomilla calda con tanto miele! E poi!!!- aggiunse con un sorriso enorme ed entusiasta- Avviserò Dom e Chris che non stai bene, così potranno venire a trovarti!
Matt sbuffò. Appena Dom e Chris avessero saputo che lui era a letto con la febbre a quaranta, non solo non si sarebbero fatti vedere a casa prima di un mese, ma sarebbero fuggiti in Polinesia per essere certi di evitare il contagio. Abbandonandolo, peraltro, alle amorevoli cure di Brian.
Rabbrividì.
E fu la seconda peggiore idea della giornata. Come per il gemito strozzato, infatti, il suo premuroso compagno immaginò immediatamente quale potesse essere la causa di una tale manifestazione di malessere e, già correndo in direzione dell’enorme cabina armadio che si apriva su un lato della camera, strillò.
-Ma tu hai freddo!- disse, sparendo all’interno della cabina suddetta, per poi riemergerne con sollecitudine, reggendo tra le mani un piumone così alto e spesso che Matt iniziò a sudare già a vederlo.- Non sia mai che prendi un colpo d’aria.- asserì, maneggiando con sicurezza l’ammasso informe di piume e morbido cotone blu.
Lo spiegò e lo lasciò ricadere su Matthew con lo stesso movimento, prendendo subito a rimboccarne le estremità per essere certo che quest’ultimo svanisse fra le innumerevoli pieghe, e non appena il viso di Matt fu ben coperto dal piumone e di lui non rimase che un ciuffo di capelli castani che spuntava sul cuscino, Brian si tirò dritto, gettò uno sguardo alla sagoma ricoperta ed incrociò le braccia sul petto sbuffando.
-Matty!- richiamò arricciando il naso infastidito.- Smetti subito di fare il bambino!
Sotto la sua tomba di lana e piuma d’oca, Matt si domandò pigramente di cosa stesse parlando. Poi avvertì le dita di Brian scavare tra le coltri ed udì la sua voce fornire una spiegazione stizzita.
-Insomma! Non stavi male?! Potresti anche evitare di…giocare a nascondino! Non penserai mica che io possa passare tutta la giornata qui seduto a badare a te, Matt! Devo preparare il pranzo, scendere a prenderti le medicine…
“No, Brian, hai ragione, ci mancherebbe! Vai pure, amore!”, implorarono gli occhi di Matt.
E non appena Brian intercettò quello sguardo angosciato di lacrime riflesse nell’azzurro splendente, capì che non poteva deluderlo.
Sospirò, si arrampicò sul letto pestacchiando le membra scomposte che gli strati innumerevoli rendevano praticamente invisibili, e raggiunse il proprio lato del materasso.
-Va bene.- gli disse piano, stendendosi al suo fianco e poggiando la testa contro la spalliera del letto. Incrociò le mani in grembo e sospirò di nuovo.- Resterò qui con te.
Matt voltò il capo e fissò il muro davanti a sé. In quel bianco immacolato lesse la propria condanna. Capì che Dio esisteva, e lo odiava! E…
Brian si accoccolò contro di lui, arrotolandosi come un bambino e posandogli la testa sul petto. Matt rimase un attimo stupito. Poi il suo corpo si rilassò sotto quel peso, quasi adattandosi alla forma di quella “presenza”. Sorrise, pensò che era la cosa migliore della sua vita e chiuse gli occhi anche lui.
...Quando Brian si svegliò un paio di ore dopo, lo trovò che dormiva a bocca aperta.
-Uff!- sbuffò paziente- Quando si sveglierà avrà un mal di gola peggiore di prima.
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