Genere: Introspettivo.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG
AVVERTIMENTI: Gen.
- "I giocatori dell’Inter guardano la partita nella sala comune della Pinetina, al pianterreno."
Note: Durante Roma-Samp. Titolo da Who Is It di Bjork. Prompt: Caos/Ordine @ It100.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG
AVVERTIMENTI: Gen.
- "I giocatori dell’Inter guardano la partita nella sala comune della Pinetina, al pianterreno."
Note: Durante Roma-Samp. Titolo da Who Is It di Bjork. Prompt: Caos/Ordine @ It100.
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CARRY MY JOY ON THE LEFT// (CAOS)
I giocatori dell’Inter guardano la partita nella sala comune della Pinetina, al pianterreno. Non si disperano per il gol di Totti al quindicesimo, e nemmeno gioiscono per quelli di Pazzini al cinquantaduesimo e poi all’ottantacinquesimo. “Manca ancora tanto,” dice Julio subito dopo il primo gol, tremando sulla propria poltrona. Le stesse parole ripete anche il capitano Zanetti subito dopo il secondo, le dita che affondano febbrili sullo schienale della poltrona in cui sta seduto Dejan e sulla quale lui si appoggia, come gli servisse qualcosa cui aggrapparsi per reggere la tensione del momento.
Il loro allenatore ha insegnato loro a non gioire né disperarsi mai prima del fischio finale. Ed è per questo che, solo quando il fischietto di Damato canta tre volte per la fine delle ostilità, saltano in piedi urlando e ballando e mettendo a soqquadro la stanza – che li sentano pure in tutta Italia, ché ora che son tornati in vetta vi si aggrapperanno con le unghie e con i denti, e gli altri provino pure a buttarli giù.
(ORDINE) //CARRY MY PAIN ON THE RIGHT
José Mourinho la partita non la guarda. Non gli interessa più il gioco della Sampdoria, così come non gli interessa quello della Roma, visto che ormai le ha affrontate entrambe. E non gli interessa nemmeno il risultato della partita, visto che – vada come vada – per avere una speranza di vincere il Campionato tutto ciò che l’Inter deve fare è vincere ogni singola partita che la aspetta.
È per questo che, mentre i suoi giocatori saltano tanto forte da dargli l’impressione di voler demolire la Pinetina a pestoni, al piano di sotto, lui resta in camera propria, al piano di sopra. Sorridendo appena, si allunga a recuperare l’iPod abbandonato in un angolo sulla scrivania, ed infila gli auricolari nelle orecchie, perdendosi istantaneamente nel suono della musica e tornando ad osservare le slide di preparazione della prossima partita.
I giocatori dell’Inter guardano la partita nella sala comune della Pinetina, al pianterreno. Non si disperano per il gol di Totti al quindicesimo, e nemmeno gioiscono per quelli di Pazzini al cinquantaduesimo e poi all’ottantacinquesimo. “Manca ancora tanto,” dice Julio subito dopo il primo gol, tremando sulla propria poltrona. Le stesse parole ripete anche il capitano Zanetti subito dopo il secondo, le dita che affondano febbrili sullo schienale della poltrona in cui sta seduto Dejan e sulla quale lui si appoggia, come gli servisse qualcosa cui aggrapparsi per reggere la tensione del momento.
Il loro allenatore ha insegnato loro a non gioire né disperarsi mai prima del fischio finale. Ed è per questo che, solo quando il fischietto di Damato canta tre volte per la fine delle ostilità, saltano in piedi urlando e ballando e mettendo a soqquadro la stanza – che li sentano pure in tutta Italia, ché ora che son tornati in vetta vi si aggrapperanno con le unghie e con i denti, e gli altri provino pure a buttarli giù.
(ORDINE) //CARRY MY PAIN ON THE RIGHT
José Mourinho la partita non la guarda. Non gli interessa più il gioco della Sampdoria, così come non gli interessa quello della Roma, visto che ormai le ha affrontate entrambe. E non gli interessa nemmeno il risultato della partita, visto che – vada come vada – per avere una speranza di vincere il Campionato tutto ciò che l’Inter deve fare è vincere ogni singola partita che la aspetta.
È per questo che, mentre i suoi giocatori saltano tanto forte da dargli l’impressione di voler demolire la Pinetina a pestoni, al piano di sotto, lui resta in camera propria, al piano di sopra. Sorridendo appena, si allunga a recuperare l’iPod abbandonato in un angolo sulla scrivania, ed infila gli auricolari nelle orecchie, perdendosi istantaneamente nel suono della musica e tornando ad osservare le slide di preparazione della prossima partita.