Genere: Comico, Romantico.
Pairing: Bill/Tom.
Rating: R
AVVERTIMENTI: Incest, Language, Slash.
- Non fate parlare ad Ana delle sue teorie alle tre e mezzo di notte. Soprattutto quando l'indomani mattina dovete svegliarvi presto. Questo è un consiglio personale. A parte questo, ciò che c'è da sapere sulla storia sta negli avvisi, nella compresenza dei nostri nomi fra le autrici e nell'adorabile banner. Comunque, se proprio voleste qualche informazione in più, è presto detto: Bill è alle prese coi soliti problemi estetici, Tom è alle prese coi soliti problemi sessuali e Jost... be', lui vorrebbe solo dormire. Buona lettura <3
Note (di Ana): Salve, qua è Ana che vi parla sebbene la storia sia di liz.
La ragione per la quale sono io a scrivere le note è semplice: è tutta colpa mia.
Erano le 3.31 di mattina, io e la neechan avevamo appena deciso di andare a nanna ma io mi sono ricordata di doverle dire l'ennesima mia teoria. Questa teoria si basa sugli incisivi di Bill, sul fatto che se sono sporgenti significa che da bambini si è stati abituati a succhiare il pollice e sul fatto che, secondo me, negli ultimi tempi i denti di Bill sembrano decisamente più sporgenti.
E visto che la mia mente non è normale ha pensato a una zozzeria.
E ovviamente anche quella di liz.
E quindi, alle 3.33 invece di dirmi 'buonanotte', liz mi ha detto 'oddio la DEVO scrivere, flashfic, ora, subito, *apre word*'
E ovviamente io sono dovuta rimanere alzata ad aspettarla. Sono le 3 e 49, il mio winamp sta seriamente rompendo il cazzo perchè tra 565 brani random non può continuare a rifilarmi i Tokio Hotel ad ogni secondo brano-.-... dicevo? Ah, ho appena finito il banner (figo, neh?) e spero che liz sia a buon punto perché io dovrei svegliarmi tra *breve calcolo* 280 minuti.
Il bello è che non posso manco dire la mia opinione sulla storia poiché non l'ho manco letta ancora ma conoscendomi l'amerò così come l'amerà liz e quindi speriamo che l'amiate anche voi.
La morale della storia è che le mie teorie sono il male... sebbene spesso risultino vere, come può testimoniare anche meg, infatti durante la premiazione agli Otto il piccolo Bill stava facendo 'ciao ciao' dai pantaloni, non ero scema io, stava succedendo sul serio!!
Che altro dire? Buckteeth in inglese significa denti sporgenti.
E basta.
E speriamo che liz posti in verdana!! (:P *ndliz*)
PS: Non mangiate pizza tirolese a cena, perché poi avrete una sete pazzesca per tutta la notte.
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BUCKTEETH

Era da almeno mezz’ora che Bill si stava fissando nello specchio del bagno, voltando il capo da un lato e dall’altro come stesse andando alla ricerca della più piccola imperfezione del mondo, ben determinato a farla sparire.
Generalmente, che suo fratello si fissasse nello specchio non era qualcosa che lo turbasse più di tanto. Ovvero, era abituato ad osservarlo rimirarsi di continuo, senza pause, per ore intere. Gli piaceva perfino. Bill era molto bello. Quando si fissava nello specchio, Tom poteva vederlo contemporaneamente sia di fronte che alle spalle, il che gli offriva in totale una panoramica niente male. Oltretutto, Bill poteva arrivare a raggiungere livelli di insopportabilità veramente elevati, soprattutto quando si metteva a chiacchierare di cose senza il minimo senso e delle quali a lui non sarebbe fregato un accidenti, se le parole non fossero uscite scivolando tra quelle labbra rosa dal disegno perfetto, che lo facevano impazzire.
Quindi, in genere, era piuttosto felice quando Bill si metteva il cuore in pace e stava semplicemente lì a guardarsi.
Ma in una situazione come quella, proprio no.
Non mentre era riuscito miracolosamente a sgattaiolare in camera sua senza che qualcuno lo vedesse – e cominciasse istantaneamente a sfottere, come quei due bastardi di Georg e Gustav, o a rimproverarlo, come quell’altra piaga di Jost.
Non mentre, saltando alternativamente su un piede e poi sull’altro, era riuscito a spogliarsi integralmente in due secondi, prima di saltare gioioso sul letto in attesa della propria mezz’ora di gloria fra le lenzuola.
Non mentre – dannazione – era nudo come un verme su un letto completamente ghiacciato in una camera d’albergo priva di riscaldamento nella notte germanica da meno cinque gradi centigradi più rigida di ogni fottutissimo tempo a memoria d’uomo!!!
- Bill. – scollò irritato, strizzando un cuscino fra le mani per resistere all’impulso di picchiare qualcosa, - Bill, non è per disturbarti, ma, insomma, giusto per sapere, hai intenzione di scopare, stanotte?
Bill fece una smorfietta inorridita, allontanando gli occhi dal proprio riflesso per guardarlo solo per un attimo, prima di ricominciare le operazioni di osservazione.
- Tom, sei un porco.
- Non è una novità. – ammise lui senza problemi, mettendosi in ginocchio sul materasso, - Bill, per carità, sono eccitato come un mandrillo, vuoi darti una mossa e-
- Sei la causa di tutti i miei problemi, Tom. – lo interruppe allora il moro, sospirando pesantemente e socchiudendo gli occhi, per poi dirigersi verso di lui, spegnendo la luce e chiudendo la porta del bagno al passaggio.
- Anche tu dei miei. – ritorse lui, facendogli spazio sul materasso perché potesse sedersi, - Per esempio, come ti dicevo prima, adesso sono eccitato come un mandrillo e tu-
- Non parlavo di problemi sessuali!!! – strillò a quel punto Bill, afferrando un cuscino e spiaccicandoglielo di prepotenza sul volto.
- …uh? – inquisì curioso Tom, quando gli riuscì di liberarsi, - E di che tipo?
- Cose più… profonde.
Oh.
Oddio.
A volte succedeva, dannazione.
A volte c’erano dei giorni in cui, mah, forse entrava in calore o qualcosa del genere, e ogni volta che guardava Bill l’unica cosa a cui pensava era “sesso ora subito immediatamente” o anche qualcosa di meno articolato come “wah!” o “gh”, quando proprio era al limite, e quindi, magari, quando in quei giorni suo fratello decideva di farsi una sega mentale delle sue, la twintelepatia non funzionava e si ritrovava alla sera con un povero Bill triste perché lui non era stato un fratello abbastanza sensibile da accorgersi di che meccanismo contorto stesse causando turbamenti al suo piccolo cervellino.
Inarcando le sopracciglia verso il basso, gli si avvicinò, poggiandogli le mani sulle spalle e cercando di consolarlo.
- Scusa, non mi sono accorto che avevi dei problemi… lo sai che con me puoi parlare di tutto, avanti!
Bill gli lanciò un’occhiata incerta, stringendosi comunque contro il suo petto.
- Rideresti fino a morire, e allora anche il tuo problema di insaziabile appetito sessuale sembrerebbe una bazzecola…
Tom sospirò, sorridendo lievemente ed abbracciandolo con più tenerezza.
- Non riderò. Promesso. Allora, di che tipo di problema si tratta?
- Mmmh… - mugugnò Bill, guardando altrove, imbarazzato, - È un problema… di natura… estetica.
Silenzio.
Per qualche secondo, solo l’ululato del gelido vento nordico, fuori dalle finestre.
- Bill, Cristo!!! – esplose infine il biondo, lasciando andare il gemello per buttarsi a capofitto fra le lenzuola e cominciare a rotolare con la testa fra le mani, nel tentativo di dare una misura fisica del proprio dolore interiore, - Mi dici di avere un problema, io mi preoccupo al punto da mettere il sesso in secondo piano, in secondo piano, capisci?!, e poi viene fuori, chessò, che stamattina non sei riuscito a sistemare bene le sopracciglia con le pinzette e io, povero fratello allupato innocente, devo subirne le conseguenze?!
Bill aggrottò le sopracciglia, alzandosi in piedi, offeso.
- Sapevo che avresti frainteso. – scoccò freddo, incrociando le braccia sul petto.
- Ma cosa c’è da fraintendere, mi spieghi?! – continuò a strillare Tom, sempre rotolando, - Parli di problemi estetici!!! Quando tu parli di problemi estetici sono sempre cose talmente irrilevanti da farmi dimenticare che sei maschio anche se posso dire di aver visto coi miei occhi la portata della tua virilità!!!
Un secondo cuscino venne afferrato saldamente da due mani perfettamente laccate di nero, e subito dopo utilizzato per bloccare definitivamente i movimenti del maggiore fra i gemelli Kaulitz, mentre il minore si lasciava andare ad imprecazioni del tipo “E soffoca, una buona volta, pezzo di cretino che non sei altro!”.
Quando la situazione fu riportata alla normalità – con Tom che aveva ottenuto la libertà giurando di non riprendere a rotolare e delirare, e Bill che aveva ottenuto l’attenzione del gemello giurando di spiegarsi, in modo da non sembrare necessariamente una femmina in preda ad insicurezza pre-appuntamento, soprattutto visto che di appuntamenti in programma non ce n’era neanche l’ombra – i due tornarono a sedersi sul letto, l’uno accanto all’altro, guardandosi con curiosità.
- Hai presente cosa mi ha detto il dentista quando siamo andati in vacanza da papà la prima volta e lui ha deciso che doveva sottoporci ad un check-up completo perché non gli sembrava che mamma stesse facendo un buon lavoro nel crescerci sani e forti?
- Uh. Ah-ha. – rispose intelligentemente il rasta, annuendo, - Che per i denti davanti sarebbe servito l’apparecchio, perché avevi succhiato il pollice troppo a lungo e sporgevano dall’asse del resto dei denti.
- Appunto. – disse quindi Bill, annuendo a propria volta. – Ora, senti: non ti sembra che i miei denti ultimamente siano un po’… come dire… più sporgenti del solito?
Tom spalancò gli occhi ed anche la bocca, ma per qualche istante non riuscì davvero a parlare, fulminato come si ritrovò dalla palese assurdità di quanto stava sentendo.
- Non dirmi che poco fa in bagno ti stavi fissando i denti per capire se sporgessero di più! – sbottò, sperando che Bill negasse e lo rassicurasse sulla propria sanità mentale.
Ovviamente, Bill non fece niente del genere.
- Be’, sì. – si limitò a confermare, - Ed a me sembra davvero che sporgano di più!
- Santo cielo, Bill. – esalò allora il chitarrista, stremato, massaggiandosi le tempie, - Dormo con te quasi ogni notte, ti fisso dormire fino a quando non prendo sonno anche io e posso giurarti che non hai ripreso il vizio, tranquillo.
Fu allora che Bill abbassò lo sguardo ed arrossì, prendendo a torturare nervosamente un lembo del lenzuolo sul quale era seduto.
- Non pensavo al pollice… - sussurrò quindi, nascondendo il volto sotto la cascata di capelli che gli cadde addosso, quando abbassò ulteriormente il viso.
- Eh? – chiese Tom, inarcando le sopracciglia, - E a cosa diavolo…? Scusa, capisco mangiare le caramelle gommose, ma non mi pare proprio tu stia a succhiarle per tanto tempo da-
- Non pensavo neanche alle caramelle gommose, Tom!!!
- Ma allora cosa?! – riprese a strillare lui, sempre più confuso, - Cosa cazzo stai a succhiare tanto da…
- …
- Da…
- …appunto, Tom. Cosa cazzo.
A quel punto, pure una persona poco riflessiva come Tom avrebbe capito che ad entrambi serviva una pausa per riordinare le idee e riorganizzare i propri pensieri. A Tom sarebbe servita per capire se suo fratello stesse realmente insinuando che i loro giochino notturni potessero essere la causa dei suoi denti storti. Ed a Bill sarebbe servita per capire se davvero volesse andare avanti nella difesa di quella teoria.
- Tu sei un cretino. – disse invece Tom, senza fermarsi a pensare nemmeno per sbaglio, - Quello che ti do da succhiare, neanche te lo meriti!!!
- Che schifo, Tom!!! E comunque, non che per meritare il tuo uccello servano particolari doti, a quanto ne so.
- Non ricominciare con la storia della gelosia! Tu sei tu, le groupie sono le groupie!
- Seh, io sono io, le groupie sono le groupie e tu sei un porco, visto che non riesci a ritenerti soddisfatto né solo con me né solo con loro!
- Ma scusa, è un peccato volere sempre il meglio dalla vita?!
- Ed è un peccato preoccuparsi che i miei denti continuino a crescere ognuno in una direzione diversa fino ad arrotolarsi su se stessi e, chessò, ficcarmisi negli occhi e accecarmi, o perforarmi il cervello?!
- Tu non sei un roditore, Bill!!! – argomentò furiosamente Tom, ormai al limite della sopportazione, - I tuoi denti non continueranno a crescere smisuratamente al punto che dovrai sempre stare a rosicchiare qualcosa, per impedirlo!
- Be’, forse invece qualcosa dovrei proprio rosicchiarla! Così almeno poi non correrei il rischio di beccarmi qualche brutta malattia perché un certo maniaco sesso-dipendente va in giro a darlo a chiunque senza pensieri!
- Io faccio sempre sesso protetto!
- Ma che vai in giro a darlo gratis come fossi un missionario del movimento per i diritti del cazzo è una verità incontestabile!
- Oh, capisco, preferiresti che mi facessi pagare? Magari vorresti pure una percentuale?!
- Magari – strillò una voce decisamente alterata, facilmente riconoscibile come quella del loro manager, David Jost, oltre la porta della camera, - ora la smettiamo di fare i bambini cretini, torniamo ognuno nella propria cameretta e ci mettiamo a dormire, così le persone sane di mente possono fare altrettanto, eh?!
Bill e Tom trasalirono, portando istantaneamente il lenzuolo a coprirsi. Giustamente Tom – che era ancora nudo come quando era venuto al mondo – un po’ meno giustamente Bill, che, per contro, era ancora vestito di tutto punto.
I due attesero in silenzio, aspettandosi di sentire i passi lenti e strascicati dell’uomo allontanarsi lungo il corridoio e poi svanire in dissolvenza quando fosse stato abbastanza lontano, ma non sentirono niente del genere.
- Guardate che sto ancora aspettando! – si premurò allora di informarli Jost, picchiando con una certa insistenza sulla porta, - Non intendo muovermi da qui fino a quando non vi avrò visti ognuno nella propria camera!
Tom sospirò, liberandosi del lenzuolo ed afferrando con malagrazia i propri vestiti sparpagliati sul pavimento, elencando offese irripetibili a metà fra insulti e implorazioni di pietà, mentre si rivestiva.
- Tomi… - mugugnò allora Bill, seguendolo mentre lui raggiungeva a grandi falcate la porta, fermandosi un attimo prima di aprirla, - Senti, mi dispiace, mi sarebbe piaciuto stasera fare qualcosa, ma…
- Ma ti sei lasciato prendere da una paura del cazzo e io adesso dovrò ripiegare sul fai da te!!! – strillò isterico Tom, dimentico del manager oltre la porta, che si premurò di ricordargli la propria presenza battendo ancora un paio di volte col pugno sulla porta, - Sai quanto lo odio, cazzo! – concluse allora il biondo, a voce più bassa, perché nessuno a parte Bill potesse sentirlo.
A quel punto, Bill lo sapeva, c’era solo una cosa che potesse dire per far tornare Tom in sé e mandarlo a letto tranquillo.
- Be’… - sussurrò sensuale, poggiandogli un dito sul petto e scorrendo la linea dei pettorali da sopra la maglia leggera, fino a raggiungere l’ombelico, godendo del respiro di Tom che si faceva affaticato man mano che lui procedeva nella sua discesa, e del suo sguardo ammirato e colmo di desiderio che gli bruciava addosso, - l’importante, però, è che adesso io abbia capito che le mie paure erano infondate. – sorrise sereno, - Sai cosa significa questo, Tomi…?
- …no… - deglutì lui a fatica, - …cosa significa, Bill…?
- …che domani sera avrò tanta voglia di recuperare il tempo perduto. – promise infine, lasciandogli un breve bacetto sulle labbra.
Tom sorrise soddisfatto, evitando di esplodere nel più appropriato “yay!!!” che si stava spandendo dall’interno del suo cervello fino al resto del suo corpo, solo per evitare di causare un’ulteriore dimostrazione di fastidio da parte di David, ancora immobile oltre la porta.
Va bene, per quella notte avrebbe dovuto ripiegare.
Ma sì, in fondo, ancora, la vita valeva la pena d’essere vissuta. Denti storti compresi.
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