Fandom: Originali
Genere: Romantico
Rating: PG13
- Un'altra fantasia...?
AVVISI: Girl's love.
Commento dell'autrice: ^_* Uuuuuh, quanto volevo dare un seguito a “Darling” XD Che poi, anche questa, non è che sia qualcosa su cui mi sono fermata a ragionare o chissà che… altra fantasia ricorrente XD
Nota: Questa storia ha partecipato alla sedicesima edizione del concorso dell'EFP, ed è arrivata seconda ^_^ E' inoltre il seguito di Darling, un altro racconto originale che ho scritto. E' dunque consigliabile leggere quello prima di procedere con la lettura di questo.
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Brividi


Questi sospiri sono quanto di più atrocemente abbia desiderato in vita sua. Quanto di più bello ed osceno potesse immaginare. Se anche adesso si fermassero ai soli baci potrebbe dirsi tranquillamente soddisfatta. Una sensazione di pienezza accompagna la sua lingua e spinge i suoi sussurri, “Wendy, Wendy…”. Lei non la chiama, ma ha gli occhi chiusi e l’espressione rilassata, e questo, per Luna, è già abbastanza.
Le riverserebbe addosso una quantità infinita di “ti amo”, ma non è il momento, lei lo sa, non è il momento di stringersi a lei e dichiararle amore eterno con le lacrime agli occhi; ciò che fino a poco tempo fa non era altro che sogno, o fantasia ad occhi aperti, adesso è reale, tremante di piacere sotto di lei. Il sentimento di Luna è torbido e confuso, c’è qualcosa di sbagliato, ne è certa, però è tanto felice.
Improvvisamente, nella lacrima sottile che scende sulla guancia della sua amante, Luna comprende. Si ferma. Wendy apre gli occhi di scatto, affrettandosi a cancellare i segni del pianto e guardandola fissa con espressione interrogativa.
- Wendy… - la voce di Luna è soffice e calda, le sue mani giocano con le punte dei suoi capelli, raccogliendoli in gruppo e poi spargendoli scomposti sul cuscino. – Vuoi che mi fermi?
Wendy è confusa, non lo sa. Sa che le piaceva, fino ad un secondo prima, ma sa anche che ad un certo punto si è sentita persa nella tristezza e le è venuta voglia di piangere. Sa che Luna muore dalla voglia di farlo, sa che lei stessa muore dalla voglia di essere stretta fra le braccia, ma non riesce ad identificare la persona che la cingeva nelle sue fantasie prima che lei aprisse gli occhi.
Era proprio Luna? Era un fantasma del passato? O era qualcuno di completamente nuovo e quasi sconosciuto?
Mentre pensa così, sente le mani di Luna addosso, e sono gentili. Anche prima lo erano. Erano tranquille, nulla di concitato, così piacevoli, come se ormai la conoscesse così bene, così intimamente, da sapere esattamente cosa fare e come farlo. Una sensazione totalmente rassicurante.
- Wendy, vuoi che mi fermi?
La sua voce la riporta alla realtà; è meno vellutata di prima, più impaziente, le stringe il cuore.
E lei come dovrebbe rispondere? Come, a questi occhi colmi di passione e desiderio?
Piange.
- Scusami…
Esce da sotto le coperte. Che freddo.
Corre via. Abbandona il corpo sulla porta ormai chiusa, lo sente vacuo e pesante, lo sente estraneo. Solo le lacrime le sembrano sue, così profondamente da spaventarla.

*


Luna è rimasta a letto. Guarda il soffitto da qualche secondo e si sente solo una stupida. Si fa pena. Si fa rabbia. Afferra l’abat-jour, con un colpo secco stacca la spina e poi lo scaglia lontano contro il muro. Una pioggia di porcellana in pezzi, tutta per terra.
Ha una gran voglia di distruggere ogni cosa. E lo fa. Bè, non tutto, ma un neanche due minuti, fra strilli soffocati e lacrime, del letto non rimane che uno scheletro di legno, la rete abbattuta, il materasso abbandonato poco distante, lenzuola e cuscino ammonticchiati ai suoi piedi. E piange ancora, forte. Sa che Wendy la sente, ed è per questo che fa così, come se avesse lo stomaco imprigionato fra le corde vocali.

*


Quando esce dalla camera trova Wendy accucciata contro il muro, le ginocchia strette al petto e lo sguardo basso. Le si siede accanto, distendendo le gambe ed appoggiando il capo alla porta dietro di lei.
- Scusa.
- Ah… - Lei si affretta a parlare, senza però alzare lo sguardo. - …non ti preoccupare. D’altronde, io mi sono tirata indietro all’ultimo momento…
- Non hai capito. Non mi scuso mica per aver cercato di farlo con te.
- …eh?
- Il tuo letto. Temo dovrai comprarlo nuovo.
Finalmente, Wendy solleva il viso, guardandola sconvolta.
- Quindi… quei rumori che sentivo prima…
- …ero io che distruggevo…
- C-COOOOSA?!
Si mette in ginocchio, le afferra le guance e comincia a tirargliele come se si trattasse di un peluche.
- COSA HAI COMBINATO?!?!?! COSA DIRANNO I MIEI?!
- Eh, tu continua ad urlare, così getti al vento la buona sorte che abbiamo e che li ha fatti dormire fino ad ora nonostante tutto.
All’improvviso, Wendy pare fare mente locale; la prende per mano e la conduce di corsa all’interno della stanza.
- Guarda che razza di disastro… dammi una mano, va’!
Insieme afferrano il materasso dai due lati più corti e lo appoggiano con cura sulla rete, risistemando poi le lenzuola. Wendy osserva il risultato con le mani sui fianchi, sul volto uno sguardo dubbioso. Sbuffa poi, scuotendo il capo.
- E’ tutto pendente!
Le due si guardano. Per un lunghissimo istante. E scoppiano a ridere, tappandosi la bocca con una mano nell’estremo tentativo di non svegliare i genitori di Wendy che poltriscono qualche stanza più in là.
Si lasciando andare per terra, sedute schiena contro schiena. Luna lancia uno sguardo ai pezzi di porcellana sparsi per terra, distanti da loro.
- Domani la attacchiamo con la colla.
- Verrà qualcosa di disgustoso.
- Uh… non puoi dirlo prima di vedere il risultato finale!
- Ma scherzi?! Si vedranno tutte le crepe, poco ma sicuro!
- Eh, magari lo decoriamo con un bel pennarello blu fosfo…
- Ma sei scema?! Cosa devo sentire… - dice Wendy sbuffando ancora.
- …stavo dicendo… che non puoi saperlo prima di vederlo pronto…
- …questa tua legge sull’imprevedibilità delle cose è esagerata!
- No, sono realista! Per esempio, tu avresti potuto prevedere questa notte?
- Intendi… te che prendi il treno, ti fai diciotto ore di viaggio, arrivi qui e cerchi di scoparmi distruggendomi poi la camera? No, ammetto che in questo caso avrei avuto qualche difficoltà, se avessi cercato di prevederlo…
-Vedi?
- …ma questo è perché tu sei completamente matta!
- …che… che gentile sei…! Una viene qui per farti un po’ di compagnia…!
Wendy ridacchia, stringendole lievemente una mano.
- Ma io ti sono grata…
- Non si direbbe mica…
- E cosa dovrei fare perché tu mi creda?
- …
- Uhm… domanda pericolosa… ma non la ritiro.
Luna si volta e la guarda.
- Dici sul serio?
Wendy annuisce.
- Ricordi? Il giorno del tuo compleanno ti dissi che se fossi stata qui ti avrei concesso qualcosa di molto più intimo di una manciata di pixel ammucchiati a formare un bacio su MSN…
Luna sospira, chiude gli occhi rassegnata.
- Wendy, non dire cose di cui potresti pentirti…
- Ci starò attenta.
Adesso Wendy le stringe la mano con decisione e le appoggia il capo su una spalla.
- Il letto è tutto storto… però se vuoi possiamo andarci lo stesso.
Luna sorride.
- No. – risponde secca.
- Sapevo che avresti risposto così! – commenta Wendy sbuffando. – Sei assurda!
Luna ridacchia, si volta ed avanza, costringendo Wendy spalle al muro.
- Ehi, ma cosa…?
- Questa estate, quando studiavamo insieme durante le vacanze, c’era qualcosa di simile a questo, nella mia testa.
Wendy è un po’ infastidita.
- Non capisco cosa c’entri. E poi scusa, prima non avevi detto no?
Luna sorride furba.
- Ho detto che non accettavo a quelle condizioni, ma non ho detto che non avrei fatto nulla comunque…
- Proprio non capisco il motivo.
Luna la blocca, le sfiora le labbra con due dita.
- Ma è perché c’è differenza, darling…
La bacia lievemente, sfiorandole il contorno interno della labbra con la punta della lingua.
- …in questo gioco non sei tu a concederti… sono io che ti prendo…
- Non mi piace. Dovresti rispettarmi di più.
Luna si scosta, allontana un braccio lasciandola libera la via.
- Ma io ti rispetto… infatti se vuoi puoi andare…
L’altra mano segue il profilo del suo braccio, abbassandole una spallina della maglietta con un movimento falsamente distratto.
- Non ti ho mai vista così, mi dai i brividi…
Ancora la sua mano, che scorre lungo la coscia verso l’alto, fermandosi poi sull’elastico degli slip.
- Brividi? – sorride mentre lo scosta, - Non è detto che sia un male.
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