Fandom: Originali
Genere: Dark/Introspettivo
Rating: R
- Amore...? Tradimento...? Senso di colpa...? Menzogna...? Sarai tu l'angelo che mi giudicherà e mi condannerà all'inferno?
AVVISI: Het, Self, Lime.
Commento dell'autrice: Storia difficile sul "tradimento" più mentale che reale, e sugli effetti che ha sul cuore innamorato che lo attua e sulle relazioni. Può distruggere. O può essere un nuovo inizio. Ispirato da parecchie situazioni reali, ovviamente ingigantite ed amplificate al massimo tanto da non ritrovarcene, alla fine, nemmeno una.
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braciere

Sono un essere davvero orribile. Non sono degna di calcare questo mondo, di respirare questa aria, per quanto entrambi siano impuri e rivoltanti… io lo sono di più.
Dio… cosa sto facendo? Cosa sto perdendo?
- Ehi, vieni a vedere, è qui!
Mi precipito al fianco della mia migliore amica.

No, non è vero. Non sono indegna né orribile. Sono una principessa vestita di bianco e rosa, e vado incontro al mio destino con l’innocenza delle vergini. Guardatemi, sono così felice che splendo, così pura che abbaglio.
Come nella più bella storia d’amore, il mio sguardo regale si posa sul corpo affascinante del mio principe, che avanza dal fondo del corridoio portando con sé gli occhi chiari ed il sorriso seducente. Sento il mio corpo sciogliersi, quando sento quel sorriso posato su di me ed il suo saluto allegro ma distaccato. Mi ha salutata. Sono felice come una ragazzina al primo appuntamento, e conservo ancora la mia divina purezza.
Ma… se sono ancora una principessa quando chiedo all’insegnante il permesso per andare in bagno… se lo sono ancora quando varco la soglia e mi appoggio al muro cercando di evitare la sporcizia per terra… se in quel momento lo sono ancora… è quando lascio vagare i pensieri e le mani scivolano audaci sotto i vestiti, che divento puttana? O magari lo sono sempre e mi sento tale solo in quel momento?
… eccomi qui, sono una persona orribile. La principessa puttana dei miei sogni erotici.
**

- Ciao.
Ciao. Ciao amore. Vita, cuore, anima, gioia, tesoro, tutto. Ciao, mio tutto.
- Ciao… com’è andata oggi?
Mi chiedi nascondendo un colpo di tosse.
- Bene. Tu stai ancora male?
A volte penso di fare tutto solo per espiare questa mia colpa. Tutto quello che faccio per te solo per far bruciare di meno il carico dei miei peccati. Perché sei un angelo ed aiutare te mi avvicina al paradiso. Poi mi ricordo che è perché ti amo.
- Bè, potrei stare meglio.
- Poverino…
Mi avvicino, sorridendo, e ti bacio leggermente sulle labbra mentre con una mano ti tocco la fronte.
- Sei ancora caldo… dovresti stare a letto…
Perché? Perché questa febbre non ti passa più? Ti prego, torna presto mondo, senza di te sto perdendo la bussola.
- Ma no, dai, sto meglio…
- Sicuro?
- Si… vuoi vedere?
Io ti ho già capito. Però così passerai l’influenza anche a me…
NO, non è una protesta, baciami, svelto.
In questo momento dimentico perfino me stessa. Dimentico il mondo, i guai, le ossessioni, per concentrarmi unicamente sulla chiara figura che mi possiede interamente, tu, lode a te perché esisti. Perdo di vista anche il mio senso di colpa, che importa se questo mi rende una persona peggiore, non hai ancora smesso d’amarmi. Ed è questa la cosa stupefacente. Il fatto che, ogni santa sera, io ringrazi un dio in cui nemmeno sono sicura di credere perché tu mi hai ancora baciata, perché mi vuoi ancora.
E lo sento. Lo sento sulle tue labbra calde, che mi vuoi ancora.
**

Quando ti svegli, ti guardi intorno cercandomi con gli occhi. Ed è una cosa che fai sempre. Io sorrido, osservandoti, perché la tua figura un po’ assonnata tra le coperte mi trasmette una tenerezza incredibile.
- Mh? Che ci fai già sveglia?
- Avevo voglia di scrivere…
Indico con un cenno del capo il quaderno e la penna sulla scrivania, sperando che tu non ti accorga del fatto che il bianco vuoto del foglio è uguale a quello dell’interno della mia testa. Per la verità mi sono alzata con l’intenzione di scrivere. Ma non mi viene in mente nulla.
- No, dai, vieni a letto…
- Magari fra un po’. Tu riposa pure.
Sono tassativa. Più di quanto non vorrei. E tu scompari di nuovo nell’oscurità forzata della tua febbre.
**

- Ehi, sta arrivando!
Sembra quasi un rituale voodoo. È incredibile. Lei mi chiama, io la raggiungo sulla soglia della porta, mi fermo, aspetto, lo adocchio, lo fisso, mi ci perdo come una stupida, ricambio il saluto con un sorriso idiota, fremo, fantastico, volo in bagno.
La mia amica sarà preoccupata per me, immagino. Nel momento stesso in cui, nella mia immaginazione, le mani dello sconosciuto si posano sul mio ventre, non ci penso più.
Volete una prova del mio peccato? Volete la vita di questa puttana?
Eccola qui, la prova, è su di me, sulle mie dita, è bianca ed il suo bianco è falso come il mio cuore stronzo. Guardala, la prova della mia infedeltà, amore, e dimmi che mi odi, ti prego.
**

Non mi va assolutamente di vederti, oggi. Mi dispiace, ma rischio di piangere. Per cui, a casa.
**

- Pronto?
Colpi di tosse. Ti ho riconosciuto, tranquillo.
- Ciao…
- Ciao… come stai?
- Boh… mi sembra che la febbre si sia un po’ alzata…
Si, PERFETTO!
- Davvero? L’hai misurata?
- No, sono a letto e proprio non mi va di alzarmi…
- Mh. Capisco…
- …
- …
- Ehi…
- Si?
- …mi manchi… perché oggi non sei venuta?
- Avevo molto da fare.
- …molto da fare? Bè… allora potresti venire a trovarmi adesso, no…?
- Ho ancora molto da fare.
- …per favore… ho bisogno di te…
Volevo essere fredda. Fredda, dura, distaccata, dolorosa. Un cristallo di ghiaccio. Ma perché non mi riesce?
Voglio spezzarti il cuore. Fartelo in mille pezzettini. Distruggerti e poi guardarti soddisfatta, come se il tuo annullamento fosse il migliore dei miei capolavori. Voglio guardarti quando ti avrò spezzato. E voglio che tu lo sappia. Così finalmente mi odierai.
**

L’oscurità di questa stanza è impressionante, te ne rendi conto? O pensi sia normale vivere al buio?
Perché ti sei lasciato andare a questa non luce, da quando stai male?
- Scusa se non posso accoglierti degnamente, ma questa dannata influenza ha deciso di uccidermi…
- Ma no… piuttosto, torna a letto e riposa.
Guardami. Non sto neanche sorridendo come dovrei…
- Vado a letto solo se vieni anche tu con me… ma solo per starmi accanto, perché non ho la forza per fare nulla…
Tu ridi ed io riesco appena a sogghignare.
Niente. Non ho voglia di stare allegra.
Comunque ci vengo, a letto con te. Mi distendo proprio al tuo fianco, e riesco a sentire il tuo odore che è rimasto buono.
- Devi cercare di rimetterti, non puoi rimanere in queste condizioni per sempre…
Sorridi, ed hai una mano sugli occhi.
- Sei preoccupata?
- Certo!
È vero.
Piano, ti volti e mi guardi. Cos’è questo sorriso triste?
Ne sono sicura. Mi guardi dentro. Mi leggi l’anima e passi in rassegna tutti i miei peccati. Sarai tu l’angelo che mi giudicherà e mi condannerà all’inferno?
- Stai tranquilla…
Ma tranquilla di che…
- Mi rimetterò.
Ho paura. Paura di smettere d’amarti. Paura che il desiderio che mi prende quando vedo quel ragazzo mi allontani da te. Paura che un gioco stupido diventi nocivo per la cosa più importante che ho.
Perché riesco a pensare a queste cose solo quando ti sono accanto?
- E non solo…
Rialzo lo sguardo, fissandoti. Adesso mi perdo nel verde. Che è così luminoso malgrado l’oscurità generale. Sembri animato dalle stelle.
- Eh?
- Non solo mi rimetterò. Ma t’impedirò di attuare la tua autodistruzione, ed impedirò che questo diventi la mia morte e la morte del nostro amore.
Ti fisso, spalancando gli occhi.
Non sei umano. Creatura aliena, da dove provieni?
- Perché ti amo. Non ci faremo del male, tranquilla…
Dal paradiso. Dal paradiso.
- No, non piangere…!
- Come faccio a non piangere se mi dici cose del genere?!
- Non volevo renderti triste…
- Ma non l’hai fatto! Scemo!
Abbracciami, ti prego.
È meraviglioso. Sono immersa, completamente immersa in te e tutto il resto è scomparso.
- Come puoi amarmi? Sono così… così…
- Ssh… non voglio sapere l’opinione che hai di te stessa perché è falsata… è falsata dal tuo senso di colpa…
- Ma tu… tu cosa sai?
- In pratica assolutamente nulla. Ma immagino che per soffrire così tu debba essere proprio schiacciata dal senso di colpa, quindi…
Piango ancora qualche lacrima, aggrappandomi forte alla tua maglietta bianca.
Come ho potuto perderlo di vista? Io ti amo. Ti amo più di tutto.
Nemmeno i miei pensieri hanno importanza paragonati a questo sentimento. E se tu sei così divino da perdonare…
- Ok?
- “Ok” cosa?
- “Ok” che ce la faremo. Ti fidi?
- Mi fido…
Mi fido. La fiducia che ho in te è tale che non riesco a trattenerla dentro, devo farla uscire fuori. Ed è luminosa come il fuoco di notte. Solo che, toccandola, non restiamo bruciati, ma solo dolcemente riscaldati.
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