Genere: Erotico, Commedia, Introspettivo.
Pairing: Damiano/Sofia, implied Claudia/Sofia (...) se proprio volete vedercelo.
Rating: R/NC-17
AVVERTIMENTI: Het, Lime, PWP.
- Sofia reagisce malissimo al commento di Claudia sul finale della settima puntata, e Damiano cerca di fare quello che può per evitare che l'intero loft debba riempirsi delle sue lagne.
Note: …Dunque, fino a due giorni fa io odiavo visceralmente Sofia. Voi non potete nemmeno immaginare quanto, era un sentimento di non sopportazione fisica violenta ogni volta che parlava, cantava, si lagnava o anche solo restava immobile senza fare niente. Davvero, una roba devastante, non c’era verso di conciliare la mia e la sua persona, anche perché non la trovavo – e non la trovo neanche tutt’ora, eh – minimamente interessante dal punto di vista musicale.
Poi è successo che, come ha sapientemente riassunto Fae, “solo la Mori poteva essere tanto stronza e più insopportabile da unirci nell’amore per Sofia”. Insomma, è successo che la Mori ha detto quella bastardata tremenda su Sofia che doveva andare al ballottaggio con Silver sul finale della settima puntata, e non lo so, quando il giorno dopo ho visto il daytime che mostrava Sofia scoppiare a piangere dopo quella cosa… mi si è tipo sciolta una cosa sul cuore XD
Ammettiamo inoltre che era da un po’ – almeno un paio di giorni – che la regia shippava Damiano/Sofia (Dafia!), a cominciare da quella cosa del litigio – con conseguente bacino in fronte <3 – di cui nessuno ha capito bene le dinamiche perché, uhm!, non ce l’hanno mostrata XD Ed aggiungiamoci anche che io trovo Damiano incredibilmente figo e stavo giusto aspettando il modo a me più congeniale per shipparlo con qualcuno/qualcosa. Ecco, di certo non mi aspettavo che quel qualcuno/qualcosa fosse Sofia o.o Ma così è stato, e posso solo sperare che anche voi possiate gradire quanto ho gradito io scriverla, sotto gli influssi benefici e carichi di approvazione di Def e Fae <3
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22. "Trouble that can't be named, tigers waiting to be tamed." (Clocks, Coldplay)
10 Emotions – 2° Parte, 001. Consolazione


Giuliano e gli altri ragazzi stanno già dormendo – o almeno questo è quello che spera Damiano mentre attraversa i corridoi del loft – quando trova Sofia raggomitolata sul divano, tanto stretta da non sembrare tanto più grande di un cuscino. Le ginocchia al petto e il viso nascosto fra le braccia, ricorda una ragazzina impaurita e triste – ed alla fine, pensa avvicinandosi silenziosamente, quasi furtivo, non è poi tanto diversa da questo, in fondo. Non fiata, non emette un suono, Damiano quasi arriva a pensare non respiri nemmeno, ed è solo quando si siede al suo fianco con un morbido tonfo che sente l’unico lamento che la ragazza si lascia sfuggire dalle labbra, una sorta di mugolio sofferente e piccolissimo, quasi lagnoso, una roba infantile al massimo e per questo irritante e tenera in modo contorto, oltre la tenda di capelli scuri, sottili e liscissimi, che le ricadono ovunque ai lati del volto, solleticandole il collo.
- Ehi… - la chiama, accarezzandole dolcemente un braccio nudo e scostandole i capelli dalla fronte, cercando in qualche modo di ravviarglieli dietro un orecchio. La pelle che sfiora coi polpastrelli al passaggio è umida e calda, sa di pianto già al tatto, e Damiano sorride intenerito, continuando ad accarezzarla nel tentativo di rassicurarla un po’. – Non stai neanche un po’ meglio? Mi sembrava che ti fossi ripresa, quando è entrato Giuliano.
- Mmhn… - risponde Sofia, piegandosi ancora di più su se stessa e tornando a nascondersi dietro i propri capelli, - Ero contenta che fosse entrato un ragazzo nuovo, però quando mi sono ritrovata da sola, nel mio letto… - si interrompe, deglutendo faticosamente, e poi ricomincia a singhiozzare piano, cercando di non fare troppo rumore.
- Avanti… - sospira Damiano, sollevando gli occhi al cielo e continuando ad accarezzarla quasi meccanicamente, come fosse un animale domestico o qualcosa di simile, - Adesso non ricominciare, quanto puoi stare male per una cosa del genere? Claudia è praticamente una sconosciuta…
- Claudia non è una sconosciuta! – scatta lei, risollevando lo sguardo quasi con rabbia, le guance rigate di lacrime e gli occhi gonfi e ancora macchiati di trucco ormai sbavato, - Ma ti rendi conto? Hai una minima idea di cosa possa significare per me quello che ha detto? Dopo tutto quello che ho sacrificato, dopo quanto ho provato a farmi apprezzare da lei, dopo tutta la mia fatica, lei-
- Sofia! – la interrompe lui, scattando a coprirle la bocca con una mano e pressando anche un po’, inizialmente, prima di ricordare che dopotutto, nonostante sia Sofia, è un essere umano anche lei, e non può trattarla davverocome fosse un cane o chissà che. – Abbassa la voce, gli altri dormono. – le suggerisce condiscendente, lasciando scivolare la mano fino a lasciare che a serrarle le labbra sia solo un dito, in una pressione tanto leggera da sembrare illusoria.
- …scusa. – biascica lei, imbarazzata. Damiano non allontana il dito, perciò le sue labbra umide scivolano addosso alla sua pelle in una carezza stranamente sensuale, in maniera un po’ ridicola, ma senza dubbio carina. Sorride, accarezzandole la guancia con quello stesso dito in un buffetto tenero e divertito, per poi accomodarsi meglio contro lo schienale del divano ed allargare un braccio in un invito silenzioso.
Sofia continua a guardarlo con quei suoi occhi grandi e scuri e lucidi, come non capisse niente di quanto sta accadendo davanti a lei, e dal momento che dopotutto, nonostante sia un essere umano anche lei, si tratta comunque di Sofia, Damiano sospira teatralmente e scuote il capo.
- Ti serve l’invito scritto per un po’ di coccole? – le chiede in un sogghigno volutamente fastidioso, - Non hai aspettato nessun’autorizzazione per saltare addosso a Giuliano, ma se sono io…
- Ma no! – si affretta a negare lei, gattonando sul divano fino ad accucciarsi contro il suo fianco (esattamente come un gattino o qualche altro cucciolo, quindi probabilmente alla fine Damiano non deve aver sbagliato poi tanto nella scelta dell’atteggiamento giusto da usare nei suoi confronti), per poi stendersi sul suo petto, sciolta e a proprio agio come un pezzo di legno vagante su un fiume immobile. – Non è questo, è che… forse… capisci, per quello che è successo fra noi nella scorsa settimana…
- Perché, cos’è successo? – ride lui, scrollando le spalle, - Io non ricordo niente.
- Sei uno scemo. – si lagna lei, tirandogli un pugno debolissimo contro il petto, - …mi dispiace di aver litigato. È che non so se puoi capire quello che è Claudia per me. Lei mi ha dato una possibilità, ha cercato di capirmi, ed io credevo-
- Alt. – la interrompe lui, poggiandole due dita sotto il mento e costringendola a sollevare il viso fino ad incontrare i suoi occhi, - Adesso non ricominciare, d’accordo? – la rimprovera, mentre lei trattiene il labbro inferiore fra i denti, chiaramente sul punto di piangere ancora, - Sei molto più carina quando stai zitta.
- …non so, forse dovrei offendermi. – borbotta lei, tornando a poggiare il capo contro il suo petto, lasciandosi cullare dal ritmo del suo respiro.
- Perderesti tempo. – ridacchia Damiano, stringendosela contro ed accarezzandole una spalla, sotto la manica corta della maglietta leggera, il pollice che segue quella curva dolcissima e nuda senza trovare impedimenti di qualsiasi tipo – da quant’è che non tocca così una donna? Non è sicuro di volerselo chiedere davvero, non sa se gli va di contare davvero le settimane che sono passate da quando è entrato in quel loft. – E poi, - cerca di riprendersi, deglutendo ed inumidendosi le labbra, - non volevo offenderti. Forse darti un consiglio?
- Aaah, lo so! – mugola lei, strusciando il viso contro il suo petto come una gattina, - Sono sempre esagerata in tutto, quando sono felice, quando sono triste, quando piango, quando parlo-
- Esattamente. – la interrompe ancora, per quella che sembra l’ennesima volta, anche se ormai sta cominciando a diventare quasi divertente.
- Ma sei un bastardo! – si ribella all’improvviso Sofia, sollevandosi sulle ginocchia e tempestandogli il petto e le spalle di pugni convinti a metà, ridendo piano come una monella dispettosa, e Damiano ride a propria volta, giocando un po’ a lasciarla fare ciò che vuole, dal momento che nonostante tutto, Sofia o essere umano o cucciolo o quel che è, una cosa è certa: la ragazza ha bisogno di sfogarsi, e se le parolacce che si sono rivolti in settimana non sono bastate, allora può certo lasciarsi prendere a cazzotti da quelle manine minuscole che un po’ lo spintonano e un po’ gli fanno il solletico, prendendola in giro e lasciandole credere di voler provare a fermarla artigliandola per i polsi, senza riuscirci mai soltanto perché non ci sta provando davvero.
- Adesso basta, dai. – si decide finalmente a darci un taglio, afferrandole i polsi e poi lasciando scorrere le mani lungo i suoi avambracci, afferrandola per i gomiti e tirandosela contro, stringendola forte per imprigionarla quando lei non sembra voler accennare a piantarla, - Fai la brava.
- Lasciamiii! – sbuffa lei, lagnosa, dimenandosi come avesse il fuoco addosso, schiudendo le gambe e piantando con forza le ginocchia contro il divano, spingendo le mani sul suo petto nel tentativo di allontanarsi, - Non è giusto, tu sei molto più forte di me!
- Vorrei ben vedere. – la prende in giro Damiano, stringendosela addosso con maggior convinzione e ridacchiando divertito sul suo urletto un po’ stupito quando le ginocchia perdono presa, scivolando contro il cuscino e costringendola e finirgli seduta in grembo come una bimba, perfettamente aderente al suo corpo e del tutto impossibilitata a fuggire.
Sofia solleva lo sguardo e lo fissa con aria un po’ persa, gli occhi ormai asciutti e le guance arrossate, le labbra dischiuse in un’espressione stupita vagamente sciocca. Ma è sempre Sofia, dopotutto, e Damiano non può stupirsene davvero.
- Scusa. – mormora piano, un po’ piegata all’indietro, tanto che lui, per sorreggerla, deve poggiare entrambe le mani sulla sua schiena, saggiandone la curva morbida e sinuosa attraverso il cotone della maglia.
- …per cosa? – chiede lui, non tanto perché non sappia per quale motivo Sofia dovrebbe scusarsi, quanto più perché i motivi sono talmente tanti che fatica ad individuarne uno soltanto. Lei, comunque, sorride dolcemente.
- Un po’ per tutto. – ammette, - Per il litigio, per le lagne, per le lacrime, perché sto ricominciando a parlare troppo. – e ridacchia piano, mentre lui le fa eco con una risatina similissima. - …fammi stare zitta. – aggiunge in un sussurro appena udibile, socchiudendo le palpebre.
Damiano ci mette un po’ a capire cosa quella richiesta voglia effettivamente dire, per un milione di motivi diversi. Perché è Sofia che l’ha appena fatta, perché lui è fidanzato, perché è Sofia e ripeterlo ancora una volta dovrebbe farlo sembrare più strano, perché la situazione in sé è al limite del pericoloso, perché è Sofia, dannazione, perché sono sul divano in mezzo al loft e potrebbe vederli chiunque, perché non è nemmeno giusto riavvicinarsi così solo perché Claudia non è stata in grado di tenere a freno la lingua, perché è Sofia, è Sofia, è Sofia, e insomma, è Sofia. E dovrebbe essere già abbastanza assurdo se anche fosse solo Sofia e tutti gli altri problemi non esistessero. Ma si china sulle sue labbra e le assaggia in punta di lingua – sanno di sale e sono morbide e calde – le mordicchia piano e lei solleva le braccia e lo allaccia al collo, lasciandosi tirare su, e lui lascia scivolare le mani lungo i suoi fianchi, stringendola alla vita e cercando la pelle caldissima al di sotto della maglia, e assurda o no Sofia sa di buono ed ha un buon profumo, e da quel profumo Damiano si lascia stordire, accarezzandola lentamente e godendo dei suoi mugolii appena accennati ogni volta che gli si struscia addosso, impaziente.
Damiano vorrebbe avere la presenza di spirito di scrollarsela di dosso e rimandarla a letto – con un bel rimprovero, magari, o litigando ancora – ma è stato lui a baciarla per primo – lei ha solo chiesto, e d’altronde, come continua a ripetersi da mezz’ora, è Sofia, e nulla di quanto dice può essere usato contro di lei, dal momento che quando parla non ci sta mai o quasi mai con la testa – perciò non può proprio tirarsi indietro, non adesso, non mentre lei lascia scorrere le mani sulla sua nuca, sulle sue spalle e sul suo petto, chinando il capo ed esponendo il collo ad una scia di morsi e baci umidi mentre continua a strusciarsi contro di lui senza trovare il coraggio di spogliarsi o spogliarlo, spaventata e probabilmente convinta che in fondo possa andare bene anche così, lasciando tutto sospeso a metà senza sporgersi troppo né in un senso né nell’altro.
Sorride contro la sua pelle, spingendosi fra le sue cosce ed accarezzandole le natiche da sopra i pantaloni, pensando che è decisamente una cosa da Sofia restare lì sospesa nel vuoto, fare tutto senza fare niente, dire tutto senza dire niente, ma non è nemmeno così importante quando stringe le ginocchia contro i suoi fianchi e miagola un ansito a due centimetri dal suo orecchio, sussurrando un “ancora” talmente flebile da dare a Damiano l’impressione di esserselo sognato.
E per un solo secondo Damiano accarezza la possibilità di darglielo davvero, quello che chiede. Di stenderla sul divano e stringerla forte ed accarezzarla baciarla scoparla, cazzo, ma si morde un labbro e scuote piano il capo, e quando lei mugola ancora, quasi sofferente, lui lascia scivolare una mano fra le sue gambe e la stuzzica piano, attraverso la stoffa, e Sofia geme il suo nome e si muove più svelta, strusciandosi contro di lui e stringendoselo al seno, venendo in una carezza più profonda delle altre, schiacciandoglisi addosso ed accogliendo il suo orgasmo fra le gambe proprio come avrebbe fatto se l’avessero fatto davvero. Solo che l’orgasmo di Damiano si ferma nei suoi pantaloni – abbastanza presto da non causare problemi in futuro – e l’idea di farlo davvero resta un “se fosse stato” che aleggia nell’aria fra di loro e si posa sulle loro labbra quando si sporgono l’uno verso l’altra scambiandosi un bacio asciutto e infantile, di quelli con lo schiocco, prima di separarsi ancora e restare lì fronte contro fronte ad aspettare un ritmo meno affannoso per il loro respiro.
- …questa cosa… - comincia Sofia, mordendosi un labbro e stropicciando l’orlo della maglietta fra le dita, incerta, - voglio dire, questa cosa non deve necessariamente diventare di dominio pubblico, no? Intendo, non fa comodo a nessuno dei due, e- - Damiano rotea gli occhi, grugnendo esasperato e sporgendosi a tapparle la bocca con un altro bacio, prima di sollevarla di peso e caricarsela in spalla come un sacco di patate, ignorando il fastidio fra le gambe e dirigendosi speditamente verso camera sua, per metterla a letto.
- Sei decisamente più carina quando non parli. – conclude in uno sbuffo annoiato, mentre Sofia riprende a lagnarsi sulla sua spalla e lui comincia a chiedersi chi diamine gliel’abbia fatto fare e, soprattutto, come diamine ne verrà fuori.
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