Genere: Introspettivo.
Pairing: Nessuno. (No, davvero.)
Rating: PG
AVVISI: Gen, (triplo) Drabble, Spoiler fino alla 2x04.
- "Si passa una mano sulla faccia, i suoi lineamenti stanchi fanno male sotto quel semplice tocco. Il Freddo geme, e il Libanese lo chiama."
Note: Immediato seguito dell'episodio 2x04 ♥ Che ha tipo uno dei finali più foganti ever, Dio mio che roba bella. Dandi, cosa non eri. Ma! In questa ficlet il Dandi non c'è XD C'è il Freddo - un uomo distrutto - e c'è il Libanese, perché nella serie naturalmente c'è un motivo per il quale le visioni mistiche ce le ha solo il Dandi e non anche il Freddo, ma queste sono fanfiction e noi possiamo fare anche un po' quel cavolo che vogliamo, mi pare.
Scritta per il Challenge: Special #9 @ it100, su prompt All I gotta do / Is whisper in your ear / The words you long to hear (The Beatles). E' la prima roba che ho scritto su Romanzo Criminale, oltretutto. Pietà, abbiatela.
Pairing: Nessuno. (No, davvero.)
Rating: PG
AVVISI: Gen, (triplo) Drabble, Spoiler fino alla 2x04.
- "Si passa una mano sulla faccia, i suoi lineamenti stanchi fanno male sotto quel semplice tocco. Il Freddo geme, e il Libanese lo chiama."
Note: Immediato seguito dell'episodio 2x04 ♥ Che ha tipo uno dei finali più foganti ever, Dio mio che roba bella. Dandi, cosa non eri. Ma! In questa ficlet il Dandi non c'è XD C'è il Freddo - un uomo distrutto - e c'è il Libanese, perché nella serie naturalmente c'è un motivo per il quale le visioni mistiche ce le ha solo il Dandi e non anche il Freddo, ma queste sono fanfiction e noi possiamo fare anche un po' quel cavolo che vogliamo, mi pare.
Scritta per il Challenge: Special #9 @ it100, su prompt All I gotta do / Is whisper in your ear / The words you long to hear (The Beatles). E' la prima roba che ho scritto su Romanzo Criminale, oltretutto. Pietà, abbiatela.
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ALL I’VE GOT TO DO
all i gotta do is whisper in your ear the words you long to hear
Rientra in casa tardi, stanco e sfatto, e non c’ha voglia di fare un cazzo, vuole solo togliersi di dosso tutto – la pistola che gli pesa sotto la giacca, i vestiti impregnati del fumo denso e asfissiante del bar, l’odore del sangue e della terra dalla pelle – e buttarsi sul letto, chiudere gli occhi e provare a dormire ignorando i ricordi ancora troppo vividi della giornata di oggi. L’ansia, il vento sulla pelle mentre attraversava strade sterrate e vuote fino alla villa del Sardo, il muso della pistola del Dandi puntato contro il suo naso, anche se solo per un attimo. La strage, i sacchi di plastica, il viaggio in macchina fino a quel posto dimenticato da Dio. Le pale, le buche, i cadaveri. L’alba all’orizzonte, dietro le montagne. Il freddo penetrante degli ultimi strascichi della notte che diventa giorno.
Si passa una mano sulla faccia, i suoi lineamenti stanchi fanno male sotto quel semplice tocco. Il Freddo geme, e il Libanese lo chiama.
- Aò. – dice, con quel tono così suo, come se si aspettasse di essere ascoltato a prescindere dall’importanza di ciò che sta per dire, - Te sei sistemato bene, me pare.
Il Freddo si volta piano, ghiacciato sul posto da una voce che credeva non avrebbe sentito mai più.
- Sto dormendo? – chiede in un sussurro, gli occhi spalancati, le braccia molli lungo i fianchi. Il Libanese sorride tirando su solo un angolo della bocca, e poi quel sorriso gli scompare dalla faccia, e si perde nella solita smorfia ingrugnita così familiare che Freddo sente quasi il bisogno di riderci su. Ma non lo fa.
Libano si alza in piedi, lo raggiunge, di sporge verso di lui.
- È bella davero, ‘sta casa, Fre’. – gli dice all’orecchio, - Vedi di nun fartela frega’.
E Freddo stringe i denti. Istintivamente, sa che da quella casa potrà anche andare via, ma da tutto il resto no.