Fandom: Originali
Genere: Introspettivo, Drammatico.
Rating: PG-13.
AVVERTIMENTI: OC, Angst, Gen.
- "Syf non fa che tormentarlo da giorni, ma alla fine ha deciso di accompagnarlo perché, per dirla con parole sue, “non mi fido a mandarla in mezzo a quelle bestie da solo, comandante”, e Dimitri si appoggia a lui con fiducia, lasciando che siano le sue braccia giovani e forti a sorreggerlo mentre passa attraverso le due ali di folla che si sono aperte in maniera ironicamente molto biblica di fronte a lui non appena è arrivato."
Note: Scritta per il Carnevale delle Lande su prompt COW-T!AU.
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THE REASON

Syf non fa che tormentarlo da giorni, ma alla fine ha deciso di accompagnarlo perché, per dirla con parole sue, “non mi fido a mandarla in mezzo a quelle bestie da solo, comandante”, e Dimitri si appoggia a lui con fiducia, lasciando che siano le sue braccia giovani e forti a sorreggerlo mentre passa attraverso le due ali di folla che si sono aperte in maniera ironicamente molto biblica di fronte a lui non appena è arrivato.
L’idea, naturalmente, è stata sua. Matias non si è premurato di invitarlo e, probabilmente, se non fosse stato lui a chiamarlo, non l’avrebbe mai fatto di propria iniziativa. Si è peraltro prodigato perché il loro arrivo fosse accolto nella maniera più ostile possibile, nota Dimitri mentre attraversa il corridoio, Syf che se lo stringe al petto con fare protettivo scagliando sguardi di fuoco tutto attorno a sé. Ciò che è successo ha naturalmente indebolito anche lui, ma la sua giovane età gli ha permesso di superare il momento di smarrimento tutto sommato indenne. Contrariamente ad altri che non ce l’hanno fatta.
Lo sguardo di Dimitri si incupisce appena mentre ripensa con orrore al momento in cui, dopo aver sentito le ali tremare, ancora debole è corso fino alla stanza in cui usualmente si soffermava a chiacchierare col Venerabile Vretiel, trovandolo riverso sulla sua lastra ormai buia. Chiude gli occhi e gli sfugge una lacrima, e Syf gli stringe istantaneamente le braccia attorno alla vita.
- Sta bene, comandante? – domanda premuroso. Dimitri si volta a guardarlo e in questo momento l’unica cosa che vorrebbe dirgli è “non farlo, Syf. Non affezionarti troppo. Non paga”, ma non è forte abbastanza da permettersi un cedimento del suo secondo, in questo momento. Gliene parlerà successivamente, gli parlerà di quello che sente dentro e di come anche lui l’ha sentito ugualmente forte e dirompente anni prima, e lo convincerà a metterlo da parte senza rimpianti, in favore di un bene più grande. Per adesso, si limita a sorridergli, annuendo.

Matias è solo, all’interno della stanza. È seduto sul divano, anche se probabilmente sarebbe più corretto dire che vi si è accucciato sopra, chissà quante ore prima, e non è ancora riuscito a sollevarsene. Una gamba penzola mollemente giù verso il pavimento, l’altra è piegata, il ginocchio stretto al petto sul quale si puntella il gomito, il capo pigramente appoggiato al palmo della mano, come se la tua testa avesse bisogno di un sostegno per non staccarsi dal collo.
Ha gli occhi spaventosamente rossi. Le tracce di sangue rappreso sulle guance e fra le ciglia gli danno un’aria ancora più bestiale del solito. Dimitri sente Syf tendersi e innervosirsi al suo fianco, non appena gli posa gli occhi addosso, ma è sua premura sfiorargli una spalla e sussurrargli di calmarsi prima che l’istinto combattivo del giovane angelo si risvegli in tutta la propria potenza. Sono tutti molto deboli, adesso, ma gli angeli più giovani sono ancora forti abbastanza da resistere ad un attacco. Se ne sono accorti tutti quando, alle prime luci dell’alba, dopo che la notizia si era cominciata a diffondere, i cavalieri hanno provato a portare un attacco alla loro base, subendo gravi perdite e dovendosi rassegnare e battersi in ritirata poco più di tre ore dopo.
Dimitri spera che questo sia sufficiente a tenere lontani anche i vampiri, almeno fino a quando le legioni non avranno recuperato il pieno delle loro forze. Non è sicuro che un attacco dei vampiri subirebbe la stessa sorte di quello tentato dai cavalieri. D’altronde, è di creature sostanzialmente differenti che si tratta.
- Salve, Matias. – lo saluta educatamente, cercando di raddrizzarsi il più possibile con l’aiuto di Syf. Lui si volta a guardarlo appena, per non più di un paio di secondi, e poi torna a fissare l’urna sistemata sul tavolo in fondo alla stanza. È distante da lui, e Dimitri sospetta che questa sia una scelta precisa del giovane vampiro. – Sono venuto a portare i miei rispetti.
- I tuoi rispetti. – Matias si lascia sfuggire un ghigno impietoso, sciogliendo i muscoli contratti della gamba piegata e poi alzandosi in piedi e voltandosi verso di lui, - Avresti potuto risparmiarteli, credimi. Ma… - abbassa lo guardo, - non me la sono sentita di impedirti di venire.
- Te ne sono grato. – annuisce Dimitri. Si allontana dal fianco di Syf, chiedendogli per piacere di restare sulla porta, e si avvicina di un passo a Matias. Il vampiro solleva lo sguardo, lo fissa con sospetto, ma non indietreggia, ed è grazie a questa sua sciocca ma tutto sommato dolce – umana, verrebbe da dire – ostinazione che Dimitri riesce ad avvicinarglisi abbastanza da circondarlo con le proprie braccia, e successivamente anche con le proprie ali dischiuse, stringendolo a sé. – Percepisco il tuo dolore. – gli confessa, la voce spezzata, - Vorrei poterti dire che mi sia rimasta abbastanza forza da compatire anche te, ma non me ne resta altra dopo quanto ho compatito me stesso.
Matias spalanca gli occhi e non sa se sentirsi offeso o consolato dalle sue parole. La verità è che conoscere Miguel l’ha in parte aiutato a comprendere molto della natura degli angeli. Dell’apparente gelo, del forzato distacco del quale riempiono la propria voce, solo perché se lasciassero i sentimenti che provano prendere il sopravvento, di loro non resterebbe niente.
Solleva le braccia e le stringe attorno alla vita sottile di Dimitri, nascondendo il viso contro il suo petto. Quando si allontana da lui, pochi istanti più tardi, ci sono tracce di sangue freddo sulle sue guance pallide, e la maglia che Dimitri indossa è macchiata di rosso.
- Chi l’avrebbe mai detto. – commenta Syf, disgustato, - Dunque, soffrite anche voi.
Matias ringhia a bassa voce, stringendo per un attimo la presa attorno alla vita di Dimitri, prima di lasciarlo andare.
- Di’ alla tua stampella di tacere, se vuole uscire vivo da qui. – suggerisce dunque. Dimitri si volta verso Syf e gli basta sorridere tristemente per dar modo all’angelo di capire che gli ordini sono di restare in silenzio.
Matias si allontana, muovendosi lentamente verso la porta. Giunto sulla soglia, scambia occhiate di fuoco con Syf, ma fortunatamente lo scontro non esplode.
- Vi lascio soli. – dice quindi, - Più tardi parleremo.
La nettezza del suo tono parla di una forza nuova trovata grazie alla disperazione, ed anche dell’accettazione di un incarico forse troppo gravoso per lui, ma al quale Matias, Dimitri lo sa, non avrebbe mai potuto rinunciare. Annuisce, e quando Matias scompare in corridoio lui chiede anche a Syf di lasciarlo solo. Syf tenta una protesta, ma Dimitri la seda sul nascere con un altro sorriso rassicurante, e pochi secondi dopo resta finalmente a tu per tu con Michele.

Tutti l’hanno sentito piangere. Molti, fra i vampiri, non hanno retto. Innervositi dal suono straziante delle lacrime di Dimitri, sono andati quasi tutti via, chi prima, chi dopo. Quando Dimitri riapre la porta, in corridoio ad attenderlo trova solo Matias, suo fratello Cruz e, naturalmente, Syf, i cui occhi sono ancora velati di lacrime, e le cui ali tremano impercettibilmente.
Dimitri si scosta dalla porta, lasciandola aperta per Matias, e lo osserva rientrare e riprendere posto sul divano, esattamente nella stessa posizione in cui l’hanno trovato quando sono arrivati. Cruz gira attorno al divano e si appoggia allo schienale, fingendo di farsi i fatti propri mentre tiene d’occhio suo fratello con attenzione. Syf torna subito al fianco di Dimitri, non appena vede le sue gambe tremare leggermente, e lo sostiene mentre l’angelo si ostina a restare rispettosamente in piedi davanti a Matias
- Chi è stato? – domanda, la voce che trema ancora.
- Non lo sappiamo. – risponde Matias, gli occhi nuovamente fissi sull’urna.
- Ma avete dei sospetti. – incalza Dimitri. Matias aggrotta lievemente le sopracciglia.
- Sì, li abbiamo. – ammette in un mezzo sospiro, - Se sono corretti, ci faremo giustizia da soli.
- Non potete farlo. – si intromette Syf, stringendo i pugni lungo i fianchi, - Era uno di noi.
- Non lo era più da tempo. – scatta Matias, voltandosi a guardarlo con occhi brucianti di rabbia.
- Chiedo perdono. – la voce di Dimitri è sottile, ma lo stesso non appena parla tutti gli altri tacciono per ascoltarlo, - Matias, rispetto il tuo dolore, le tue convinzioni e la tua posizione. Immagino la natura dei tuoi sospetti, dando per scontato che noi angeli non avremmo mai potuto giocare contro noi stessi correndo un tale rischio, e che non esiste essere umano in grado di uccidere un vampiro con le sole proprie forze, in special modo un vampiro particolare come Michele… come Miguel era. – inspira ed espira profondamente, come a cercare di recuperare le forze di cui parlare tanto a lungo sembra averlo privato, - Ti chiedo solo di non agire da solo. Se davvero abbiamo ragione, se questa morte è stata causata da chi immaginiamo, noi siamo pronti ad un’alleanza, pur temporanea. – gli occhi di Matias si schiariscono appena, increduli e dubbiosi, - Michele ci era molto caro. – spiega Dimitri con un sorriso debole e spontaneo.
- Vuoi dire che lo era per te. – sospira Matias, alzandosi di nuovo in piedi ed avvicinandosi a lui, - Perché? – chiede quindi.
- Mi sfugge il significato della tua domanda. – sussurra Dimitri. Matias sospira ancora.
- Perché mi hai chiesto di non agire da solo? Sei un angelo, la vendetta non ti appartiene, è una caratteristica propria del Dio che servi. Dunque so che non è per vendetta che vuoi prendere parte alla punizione di chiunque abbia ucciso Miguel. Allora perché?
Dimitri abbassa lo sguardo, il sorriso lievissimo che gli increspa le labbra non vacilla neanche per un istante.
- Voglio essere al tuo fianco, quando lo farai. – spiega, - Per proteggerti.
- Proteggere me? – Matias scoppia a ridere, scuotendo il capo, - Non ho alcun bisogno della tua protezione.
Dimitri torna a guardarlo, sollevando una mano ed accarezzando con reverenza le tracce ormai asciutte di sangue che gli rigano le guance.
- Non ha alcuna importanza. – risponde. Nei suoi occhi brilla qualcosa che a Matias pare di riconoscere, qualcosa che giunge inaspettato, che reca con sé un calore al quale Matias non era preparato. Che pensava di aver perso per sempre.
Indietreggia a fatica, distogliendo lo sguardo.
- E sia. – concede, - Ti prometto che sarai lì, quando accadrà.
Soddisfatto, Dimitri annuisce e sorride, tornando ad appoggiarsi a Syf.

- Perché, comandante?
La voce di Syf è bassa, triste, così rassegnata che Dimitri non riesce a nascondere un sorriso intenerito mentre, stretto fra le sue braccia, si fa riportare in volo alla base.
- Dimmi, Syf, - comincia, osservando con occhi che si riempiono di lacrime lo spettacolo delle stelle che illuminano il cielo a macchie, - tu perché combatti?
Syf aggrotta le sopracciglia, confuso dalla domanda.
- Per difendere ciò in cui credo, naturalmente. – risponde con sicurezza.
Dimitri sorride, annuendo bonario.
- Allora non hai bisogno che ti spieghi niente. – sussurra, rapito dalla sinfonia del creato. Ogni fibra dell’universo, ogni molecola di ciò che esiste vibra d’amore, ed adesso Dimitri può sentirlo. Adesso può crederci. Adesso può difenderlo.
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